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Sicurezza Informatica

Ho-Mobile e SIAE quando la scelta di non cedere, paga

In questi giorni abbiamo avuto evidenza degli attacchi ransomware del temibile gruppo Everest ai danni della SIAE dove la richiesta di risarcimento per non diffondere gli archivi è partita prima da 3 milioni di dollari in bitcoin per poi arrivare a un semplice “on sale”, in vendita al miglior offerente. Questo aspetto della vicenda è stato evidenziato su Twitter dall’utente @sonoclaudio, il quale ha descritto l’epilogo di un episodio di cronaca che ha sconvolto tutta l’Italia per aver colpito il cuore di persone famose che hanno necessità di tutelare la loro riservatezza: gli artisti.

Chi avrebbe acquistato il DB compromesso, avrebbe sicuramente avuto accesso ai dati personali di gente come Ligabue, Vasco Rossi o anche Laura Pausini e Tiziano Ferro, ma la richiesta iniziale era troppo alta per qualsiasi apparato statale, parastatale o semplicemente criminale.

Un gruppo criminale che si rispetti, una volta ricevuto il pagamento richiesto, toglie tutte le informazioni dalla rete senza rivendersele, perché, è chiaro che se viene identificato come poco affidabile, non può chiedere più soldi in cambio perché non credibile. Un caso simile è accaduto tempo fa con la HO-Mobile quando ad essere hackerato è stato il database della compagnia telefonica dove ad essere svelati sono stati anche i codici CCID delle sim telefoniche.

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Nonostante ci fossero stati dei casi di Sim Swapping, cambio intestatario del numero di telefono, e qualche disagio per pochissimi clienti. In quel caso, l’offerta criminale non aveva una fonte affidabile perchè l’offerta era stata composta anonimamente su un forum e ci è voluto più tempo per capire se fosse reale la minaccia. Una volta appresa la veridicità dell’evento e la consistenza dei dati e della relativa minaccia, la Ho-Mobile ha modificato virtualmente i numeri ccid ed in alcuni casi ha fornito il cambio sim ai suoi clienti. Quello che però è rimasto scoperto alla merceé di qualcuno è stata la componente dei dati personali, ma che ad oggi hanno un valore davvero irrisorio per via di precedenti buchi avvenuti a piattaforme più blasonate come Facebook e Linkedin. Già queste due coprono l’80% della popolazione di internauti italiana.

Non pagare, paga

Nel caso di Ho-Mobile, come nel caso della SIAE, è emerso che i soggetti attaccati non hanno pagato quanto richiesto ed effettivamente il deprezzamento delle offerte economiche è un segnale in tal senso. Quando una azienda paga? Se non ha un backup dei file compromessi o se ha una esigenza di rimettersi in gioco quanto prima per non perdere ulteriori introiti a livello commerciale.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro l’abuso dei minori, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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