Sommario
Il Mondo al Contrario è il libro che ha spiazzato tutti in questa estate non troppo calda per la politica italiana. il generale Roberto Vannacci è l’autore di un testo divisivo che ha squartato la politica e la società italica in due grandi macroaree. Per molti, l’ufficiale dell’esercito è il vero esponente politico che mancava alla destra ed ai conservatori italiani e che ricalca idee e pensieri di coloro che non hanno trovato attuazione nelle promesse elettorali della Meloni su argomenti come gestione immigrazione e tutela della famiglia “tradizionale”. D’altra parte quello che invece ha indignato l’opinione comune dell’establishment italiano e governativo è il contenuto del libro che “rappresenta una linea retrograda di pensiero e che non tollera il progresso della società verso confini più aperti e moderni“.
Chi è Roberto Vannacci?
Roberto Vannacci, nato a La Spezia il 20 ottobre 1968, è un generale italiano noto per il suo ruolo di comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. Ha ricoperto posizioni di rilievo nell’esercito italiano, ma la sua carriera è stata anche segnata da polemiche e dibattiti. Vannacci ha frequentato il 168º Corso “Fedeltà” dell’Accademia Militare di Modena e la Scuola di applicazione di Torino. Ha conseguito tre lauree magistrali: in Scienze Strategiche presso l’Università degli Studi di Torino, in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Trieste e in Scienze Militari presso l’Università di Bucarest. Ha inoltre ottenuto due master universitari: uno in Scienze Strategiche presso l’Università di Torino e l’altro in Studi Internazionali Strategico-Militari in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e l’Università LUISS di Roma. La carriera militare di Vannacci è stata contraddistinta da numerosi incarichi di rilievo e partecipazioni a missioni operative in diverse aree del mondo. Dopo aver superato le selezioni per l’unità di incursori dell’Esercito Italiano, il 9º Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, Vannacci ha completato il corso di formazione e ottenuto il brevetto di incursore. Ha assunto vari ruoli, tra cui comandante del Distaccamento incursori e comandante di una Compagnia incursori. Ha partecipato a missioni in Somalia, Ruanda, Yemen, Bosnia Erzegovina, Iraq e Afghanistan. Durante la sua carriera, ha anche ricoperto ruoli di staff e di comando in varie unità e organizzazioni militari, sia in Italia che all’estero.
Diplomazia: cosa si dice dell’operazione Vannacci?
Al netto del dibattito, interessante per valutare cosa pensano gli italiani sia delle idee del generale Vannacci sia dell’attività politica attuale del governo Meloni, è necessario piuttosto cercare di fare chiarezza da dove sia “uscito” il generale Vannacci libero pensatore e cercare di trovare le motivazioni che l’hanno spinto a gettare una bomba nel dibattito pubblico del Bel Paese nel corso di una estate “atipica”. Secondo alcune fonti diplomatiche interpellate da Matrice Digitale, c’è qualche ragionamento da fare sull’origine de il Mondo al Contrario. Senza esprimere giudizi sulla persona, l’analisi che è stata condivisa con la redazione è che ci troviamo dinanzi ad un alto componente dell’esercito italiano a cui è stato negato il grande passo di nomina a generale di corpo d’armata. Il tutto è ovviamente crollato con il conflitto russo ucraino dove Vannacci ricopriva un incarico di addetto militare a Mosca, poi all’istituto geografico. Tolto dai comandi operativi, è stato costretto a lasciare tutto proprio per le condizioni diplomatiche precarie tra l’Italia, dichiaratamente schierata verso l’area NATO e di conseguenza ostile alla Russia dove il generale si trovava a lavorare per conto del Paese.
Ed è subito amore con Borgonovo e la controinformazione
Bsterebbe questo per trovare una motivazione dove nasce l’astio che ha portato il generale a scrivere il libro su cui sono già piombati interessi da parte di coloro che hanno da sempre svolto un’attività di informazione simile o in linea con i pensieri riportati ne Il Mondo al Contrario.
E’ un caso che ad ospitare per primo il parere del generale sia stato Francesco Borgonovo de La Verità?
Sicuramente lo è, ma la coincidenza con le intenzioni espresse dal generale per lanciare il suo messaggio attraverso lo strumento di un libro ed il soccorso di volti noti dell’altro fronte è servita a contenere il fuoco acceso dalle polemiche scaturite da lettori attenti e pronti a strumentalizzare le sue parole. Perché bisogna riconoscere anche il fatto che, dinanzi a delle critiche feroci piovute da tutto l’establishment della stampa allineata al governo come Repubblica ed il Corriere, ci sia stata in non pochi casi una strumentalizzazione delle parole contenute all’interno del libro, la cui pecca è quella di utilizzare un linguaggio elementare, per strutturare una campagna critica spesso forzata rispetto ai contenuti realmente presenti nel testo.
I generali combattono Vannacci, le sciabole lo sostengono
C’è anche una posizione abbastanza comune all’interno dell’Esercito Italiano che, sulla base di più fonti fonti interpellate dalla redazione di Matrice Digitale, ha in realtà espresso solidarietà ideologica in favore del generale e delle sue parole proprio perché incarnerebbe “un principio di conservazione dei valori presenti all’interno della Costituzione sui quali il generale e tutti gli ufficiali dell’esercito hanno giurato quando hanno iniziato a prestare servizio al Paese“. Da non trascurare anche il fatto che, dietro le proteste in seno all’esercito sui danni delle munizioni all’uranio impoverito ai nostri soldati, lo stesso Vannacci è stato in prima linea contro l’alone di connivenza che ha portato l’agghiacciante verità ad emergere tra mille difficoltà, omissioni e boicottaggi. Non è un caso nemmeno che, dinanzi l’ipotesi di armare gli ucraini con le munizioni “radioattive”, il consulente del Governo Parsi si sia detto favorevole ancora oggi nonostante le evidenze mediche e scientifiche dei danni oncologici scaturiti dall’utilizzo da parte dei nostri soldati.
L’analisi di Matrice Digitale
Se la verità sta nel mezzo, dietro quindi Il mondo al Contrario, si nasconderebbe un generale al contrario: messo da parte dopo aver incamerato medaglie onorifiche in servizio per azioni militari ben strutturate in favore degli interessi della Nato condivisi tra l’esercito statunitense e l’Italia.
Basta questo per pubblicare un libro su Amazon?
Un primato di vendite raggiunto in pochi giorni ed in un momento storico in cui sono poche le persone che leggono e che gli acquirenti su più fronti hanno dichiarato di averlo acquistato proprio per supportare quello che sperano essere uno dei prossimi candidati per l’ennesima forza controcorrente dopo le delusioni avute in politica dal Movimento 5 stelle , da Fratelli d’Italia e da tutto il fronte Conservatore – Pacifista – Populista. Il ministro alla Difesa Guido Crosetto ha rimosso da qualsiasi incarico il generale esprimendo la più grande forma di distacco dalle parole contenute nel libro e dalle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa. Anche in questo caso, quella che secondo il Governo è stata un’azione legittima e cautelativa dell’immagine dell’Esercito Militare del Paese, per i sostenitori del Vannacci pensiero in realtà si tratta di una ingerenza, l’ennesima, della politica nei confronti della Difesa e che dovrebbe comunque fisiologicamente vivere di una propria autonomia aldilà del Premier di turno. Non è dato sapere quale sarà il futuro di Vannacci, sono aperte le scommesse su una sua candidatura dove non c’è ancora un partito individuato ad ospitarlo, ma non se la passerà male con la sua meritata pensione di generale o con il suo lauto stipendio riconosciuto dallo stesso Stato Italiano che più volte gli ha conferito medaglie per la sua fedeltà al Paese e per la sua capacità nel prestare servizio nei luoghi più ostili del pianeta che ancora oggi ospitano delle sanguinose guerre. C’è però da precisare anche che, una volta persa l’addettanza data solitamente come compensazione per quelli che non vengono promossi, Vannacci non è riuscito a rientrare nel giro degli stipendi d’oro, restandone escluso a causa delle espulsioni reciproche di personale diplomatico, spesso speculari. Per esempio, Roma espelle addetto militare russo, Mosca fa altrettanto. Una volta rientrato, è rimasto qualche mese a Roma senza incarico, per poi prendere un incarico secondario e con minore corrispettivo in termini di valore.
Il pubblico si divide tra chi spera che si ritorni al passato che si arresti la deriva progressista della società moderna e chi ha già condannato a morte social il Generale. C’è da dire che con il gesto letterario di Roberto Vannacci, il governo di Giorgia Meloni oramai ha incassato anche il favore ed il gradimento di coloro che fino a ieri lo apostrofavano come fascista, antisemita e omofobo e medievale. Se Vannacci voleva rovinare la reputazione dell’attuale Governo, sembrerebbe invece che gli ha fatto un favore politico coalizzandolo sempre più con la società illuminata fino a ieri in opposizione a Giorgia Meloni.