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L’Unione Europea ha sollecitato il CEO di TikTok, Shou Zi Chew, a “intensificare urgentemente” gli sforzi e a chiarire entro 24 ore come la piattaforma stia rispettando la legge europea, in seguito a preoccupazioni legate alla disinformazione.
Dettagli sulla richiesta dell’UE
In una dichiarazione rilasciata domenica, TikTok ha affermato di aver “immediatamente mobilitato risorse e personale significativi per aiutare a mantenere la sicurezza della nostra comunità e l’integrità della nostra piattaforma”. L’UE ha anche inviato avvertimenti simili riguardo alla disinformazione a X (precedentemente Twitter), YouTube e Meta, proprietaria di Facebook e Instagram, fornendo un termine di 24 ore.
Misure adottate da TikTok
TikTok ha dichiarato di aver istituito un centro di comando, potenziato i suoi sistemi di rilevamento automatico per rimuovere contenuti grafici e violenti e aggiunto ulteriori moderatori che parlano arabo e ebraico. “Abbiamo una politica di tolleranza zero per i contenuti che elogiano organizzazioni e individui violenti e odiosi, e queste organizzazioni e individui non sono ammessi sulla nostra piattaforma”, ha affermato TikTok. L’azienda ha anche espresso la sua opposizione al terrorismo e ha condannato gli atti di terrore avvenuti in Israele la scorsa settimana, esprimendo al contempo profonda tristezza per la crescente crisi umanitaria a Gaza.
Il Digital Services Act (DSA)
Il DSA richiede alle cosiddette piattaforme online molto grandi – quelle con oltre 45 milioni di utenti nell’UE – di rimuovere proattivamente i “contenuti illegali” e di dimostrare di aver adottato misure in tal senso, se richiesto. Sebbene l’UE non abbia fornito commenti specifici sulle prossime azioni in questi casi, ha spiegato ciò che è ipoteticamente possibile secondo la legge. Il DSA consente all’UE di condurre interviste e ispezioni e, se non soddisfatta, di procedere con un’indagine formale. Se l’UE decide che una piattaforma non ha rispettato le norme o non sta affrontando i problemi identificati, può adottare misure come l’emissione di multe e, in ultima istanza, richiedere ai giudici di bandire temporaneamente una piattaforma dall’UE.