Meta si trova al centro delle polemiche sia in Spagna che in Kenya per questioni legate alla raccolta di dati elettorali e al presunto sfruttamento dei lavoratori. In Spagna, l’autorità per la protezione dei dati (AEPD) ha imposto a Meta di sospendere l’implementazione di funzionalità che avrebbero raccolto dati sugli elettori in vista delle elezioni europee, mentre in Kenya, un gruppo di lavoratori africani ha denunciato “abusi sistematici” da parte di Meta e altre grandi aziende tecnologiche, sollevando preoccupazioni etiche e legali.
Meta è stata vietata dal lanciare funzionalità su Facebook e Instagram che avrebbero raccolto dati sugli elettori in Spagna in vista delle prossime elezioni europee. L’autorità locale per la protezione dei dati, l’AEPD, ha utilizzato i poteri di emergenza per proteggere la privacy degli utenti locali. Meta ha confermato a TechCrunch di aver rispettato l’ordine, che può durare fino a tre mesi.
In una dichiarazione sulla “misura precauzionale”, l’AEPD ha ordinato a Meta di sospendere l’implementazione delle funzionalità di Informazioni sul Giorno delle Elezioni e dell’Unità Informazioni Elettorali in Spagna, vietando “la raccolta e il trattamento dei dati implicati dal loro utilizzo”. L’AEPD sta utilizzando i poteri di emergenza contenuti nel Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Europa per agire sulle preoccupazioni locali. Sebbene l’autorità di controllo principale per la protezione dei dati di Meta sia la Commissione per la Protezione dei Dati dell’Irlanda, il regolamento pan-UE consente a qualsiasi autorità di protezione dei dati di agire quando vedono rischi urgenti per gli utenti nel proprio territorio.
Preoccupazioni dell’AEPD
L’AEPD ha dichiarato che la decisione si basa su circostanze eccezionali in cui è necessario adottare misure per evitare la raccolta di dati, il profiling degli utenti e il trasferimento di informazioni a terzi, prevenendo così l’uso dei dati personali da parte di controller sconosciuti e per scopi non espliciti.
L’autorità spagnola è preoccupata che le funzionalità pianificate da Meta relative alle elezioni violino il GDPR, in particolare in relazione alla legittimità del trattamento e ai requisiti di minimizzazione dei dati. Le opinioni politiche sono classificate come “dati di categoria speciale” secondo il regolamento pan-UE, che richiede un livello più elevato di consenso esplicito da parte dell’utente per il trattamento.
Secondo l’AEPD, Meta intende trattare dati personali come nome utente, indirizzo IP, età, genere e informazioni su come l’utente interagisce con le funzionalità relative alle elezioni. “L’Agenzia considera che la raccolta e la conservazione dei dati pianificata dalla società metterebbe seriamente a rischio i diritti e le libertà degli utenti di Instagram e Facebook, che vedrebbero un aumento del volume di informazioni raccolte su di loro, consentendo la creazione di profili più complessi, dettagliati ed esaustivi, generando trattamenti più invasivi”, ha scritto.
“L’accesso a dati che potrebbero essere di natura personale da parte di terzi comporterebbe un’interferenza sproporzionata nei diritti e nelle libertà delle parti interessate. Questa perdita di controllo rappresenta un alto rischio che questi dati vengano utilizzati da controller sconosciuti e per scopi non espliciti”, ha aggiunto l’autorità.
Risposta di Meta
Meta è stata contattata per una risposta all’azione dell’AEPD. Il portavoce Matthew Pollard ha inviato questa dichiarazione: “I nostri strumenti elettorali sono stati espressamente progettati per rispettare la privacy degli utenti e conformarsi al GDPR. Sebbene non siamo d’accordo con la valutazione dell’AEPD in questo caso, abbiamo collaborato con la loro richiesta.“
L’AEPD ha dichiarato che Meta stava pianificando di lanciare le funzionalità relative alle elezioni che sta bloccando per tutti gli utenti dei suoi servizi con diritto di voto nelle elezioni europee, eccetto in Italia, dove l’autorità per la protezione dei dati ha già una procedura aperta su questa questione. Oltre alla Spagna, Meta ha una grana più importante in Kenya
Lavoratori africani di Meta denunciano Abusi Sistematici
Un gruppo di 97 lavoratori africani coinvolti nell’addestramento di IA e nella moderazione dei contenuti per grandi aziende statunitensi come Meta e OpenAI ha indirizzato una lettera aperta al presidente Biden. La lettera, pubblicata il 22 maggio, accusa queste aziende di “abusi e sfruttamento sistematici” dei lavoratori africani e chiede un intervento urgente.
La lettera, riportata per la prima volta da Wired, è stata inviata anche al Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti, l’Ambasciatrice Katherine Tai. Coincide con la visita del presidente keniota William Ruto negli Stati Uniti per celebrare il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Kenya e discutere di commercio, investimenti e innovazione tecnologica.
Accuse di Sfruttamento
I lavoratori affermano che le pratiche di aziende come Meta, OpenAI e il fornitore di dati ScaleAI “equivalgono alla schiavitù moderna”. Descrivono gravi sfruttamenti, tra cui compiti mentalmente ed emotivamente estenuanti come monitorare contenuti angoscianti sui social media e etichettare dati per modelli di IA, spesso per meno di 2 dollari all’ora. Evidenziano anche la mancanza di supporto adeguato per la salute mentale, che lascia molti lavoratori con disturbi da stress post-traumatico (PTSD).
Impatto delle Denunce
Queste denunce hanno attirato l’attenzione internazionale e sollevano importanti questioni etiche riguardo alle pratiche di lavoro nelle industrie tecnologiche. Le accuse potrebbero portare a un maggiore controllo delle condizioni di lavoro e a pressioni per migliorare le tutele e i salari dei lavoratori coinvolti.
Le vicende in Spagna e Kenya mettono in luce le sfide globali che Meta deve affrontare in termini di privacy dei dati e diritti dei lavoratori. Le azioni dell’AEPD e le denunce dei lavoratori africani evidenziano la necessità di una maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle grandi aziende tecnologiche. Questi eventi potrebbero portare a un maggiore controllo delle pratiche aziendali e a pressioni per migliorare le condizioni di lavoro e le tutele per gli utenti e i dipendenti in tutto il mondo.