Assassini in vendita sul dark web: realtà o leggenda?

Siti per killer nel dark web? Sono truffe o honeypot: analisi di Thor Wetwork e Saints of Muerte tra illusioni e pericoli reali

di Livio Varriale
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Negli ultimi anni, l’immaginario collettivo ha proiettato il dark web come uno spazio clandestino dove ogni desiderio criminale può diventare realtà, inclusa l’idea di poter assoldare un assassino con pochi clic. Questa narrazione, alimentata da sensazionalismi mediatici e storytelling criminali, continua a circolare con insistenza, ma non trova conferme attendibili né dal punto di vista investigativo né da quello operativo. Al contrario, le indagini reali e le analisi di sicurezza informatica rivelano un’altra verità: quella delle truffe, dei siti esca e degli honeypot.

Thor Wetwork e Saints of Muerte: l’estetica del crimine e i listini falsificati

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Uno dei siti maggiormente citati in questo contesto è Thor Wetwork, presunto servizio attivo da sedici anni, che si propone come piattaforma per l’arruolamento di “professionisti” nel campo dell’omicidio su commissione, rapimenti e danneggiamenti. Il sito presenta un listino prezzi preciso e apparentemente standardizzato: 5.000 dollari per un omicidio “di base”, 7.000 se la vittima è un minore, 10.000 per celebrità. Le modalità di comunicazione prevedono uso esclusivo di VPN, mail temporanee e pagamenti in Bitcoin, con canali secondari su Telegram.

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L’aspetto che rende sospetto questo tipo di portale non è solo la palese illegalità dei servizi offerti, ma soprattutto la natura statica e anonima del sito, l’assenza di logiche di contatto verificabili e l’utilizzo di immagini riciclate. Persino le testimonianze pubblicate, datate tra 2022 e 2023, appaiono come elementi costruiti più per suggestionare l’utente che per fornire prove di operazioni effettivamente svolte.

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Una dinamica simile si ritrova anche su Saints of Muerte, un altro sito che si presenta come gruppo paramilitare composto da ex membri di cartelli e unità mercenarie internazionali, attivo secondo quanto dichiarato dal 2018. Qui, i servizi vengono proposti in cambio di 8 Ethereum o pagamenti in Monero, con la possibilità di inserire dati come nome, indirizzo e CAP, come in una banale registrazione online. Anche in questo caso, l’impianto grafico è curato, ma la struttura è chiaramente orientata a trarre in inganno utenti fragili o suggestionabili, più che a offrire reali prestazioni criminali.

L’inganno dietro i “listini del crimine”: truffa, suggestione e tracciabilità totale

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Molte delle piattaforme che offrono “servizi” di questo tipo sono in realtà truffe ben organizzate, il cui obiettivo è semplice: estorcere criptovalute a persone disperate, vendicative o psicologicamente instabili. I pagamenti, una volta ricevuti, non conducono ad alcuna azione reale. I fondi vengono trasferiti verso wallet non tracciabili e l’utente viene ignorato, bloccato o minacciato in caso di ulteriori richieste.

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A rendere la situazione ancora più rischiosa è il fatto che molti di questi portali sono in realtà honeypot, cioè siti trappola gestiti dalle forze dell’ordine, progettati per intercettare soggetti potenzialmente pericolosi e criminali intenzionati a commissionare reati gravi. Le richieste inviate, anche se solo simulate o in fase esplorativa, possono costituire prova sufficiente per un’indagine, portando all’identificazione e all’arresto.

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L’uso di crittografia, VPN o criptovalute non garantisce l’anonimato assoluto. Le autorità sfruttano tecniche di tracciamento avanzate, fra cui analisi dei metadati di rete, incrocio delle stringhe di fingerprint del browser, tecniche di deanonymizzazione dei wallet, e log di accesso compromessi. In numerosi casi, sono bastati indirizzi email temporanei mal gestiti o errori nella connessione al dark web per smascherare i committenti.

Il meccanismo psicologico: come si colpisce la frustrazione dell’utente

La truffa del killer a pagamento si basa su un meccanismo psicologico preciso, che colpisce le persone in momenti di fragilità o rancore. Il portale propone una soluzione semplice, segreta e definitiva a un problema complesso – il che esercita un potere attrattivo per chi prova sentimenti forti come vendetta, gelosia o odio. La promessa di anonimato e l’apparente professionalità del sito inducono a bypassare il senso morale e a credere nella concreta realizzabilità del crimine.

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Tuttavia, dietro questa illusione non si cela un esercito di sicari, ma gruppi di truffatori che incassano e scompaiono, oppure strutture governative pronte ad agire in flagranza digitale. La diffusione di immagini shock, testimonianze false e moduli compilabili serve solo a rafforzare l’immersione narrativa dell’utente, alimentando l’illusione che ciò che sta facendo abbia un riscontro reale.

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