Apple Intelligence in ritardo in Cina a causa delle tensioni USA-Cina

di Giuseppe De Vitis matricedigitale.it
0 commenti 2 minuti di lettura

Il lancio di Apple Intelligence in Cina, previsto inizialmente con iOS 18.6, sta subendo ritardi significativi dovuti a una combinazione di ostacoli normativi locali e crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Secondo fonti vicine alla vicenda, il colosso di Cupertino aveva pianificato di distribuire le sue funzionalità di intelligenza artificiale nel Paese asiatico attraverso una partnership con Alibaba, ma le autorizzazioni regolamentari necessarie da parte della Cyberspace Administration of China (CAC) non sono ancora arrivate.

Problemi regolatori e scontro geopolitico

Il ritardo non è solo tecnico: l’autorità cinese CAC impone un controllo preventivo su ogni modello di intelligenza artificiale operante nel territorio, e la collaborazione tra Apple e Alibaba – ancora in attesa di approvazione – si è arenata proprio su questo punto. Allo stesso tempo, l’escalation politica tra USA e Cina ha aggravato la situazione: le nuove tariffe imposte da Donald Trump, arrivate fino al 145% su alcune merci, e le sanzioni incrociate sui settori tecnologici e minerari, stanno mettendo in crisi le trattative commerciali.

Un impatto diretto sulla tabella di marcia di iOS 18.6

Nonostante fosse atteso un rilascio di Apple Intelligence in Cina con l’aggiornamento iOS 18.6, i tempi sono ora incerti. A tre settimane dal lancio di iOS 18.5, Apple non ha ancora distribuito alcuna beta della nuova versione, un’anomalia che segnala un possibile rinvio. La mancanza di modelli AI interni approvati per l’utilizzo in Cina costringe Apple a delegare lo sviluppo a fornitori locali, come Alibaba, in un momento in cui anche questi ultimi rischiano di essere inseriti nella lista nera del Dipartimento del Commercio statunitense.

Un gap crescente rispetto ai concorrenti cinesi

Il ritardo mette Apple in una posizione delicata. Rivali come Huawei e Xiaomi hanno già integrato AI avanzate nei loro dispositivi, mantenendo un vantaggio competitivo sul territorio nazionale. Apple, invece, rischia di perdere terreno in un mercato chiave per la sua crescita globale, dove l’adozione rapida di nuove tecnologie è un elemento strategico di fidelizzazione.

Il caso evidenzia un problema strutturale nella globalizzazione dell’intelligenza artificiale: le AI non sono semplicemente software, ma infrastrutture soggette a sovranità geopolitiche. Apple, pur dotata di una delle più sofisticate architetture AI, si trova a dover sottostare a dinamiche regolatorie che minano l’uniformità della sua offerta. La soluzione non potrà essere solo tecnica: servirà una nuova strategia di localizzazione AI, più flessibile e conforme alle normative dei singoli mercati.

Articoli correlati

MatriceDigitale.it – Copyright © 2024, Livio Varriale – Registrazione Tribunale di Napoli n° 60 del 18/11/2021. – P.IVA IT10498911212 Privacy Policy e Cookies