Sommario
di Dario Denni – fondatore Europio Consulting
La sovranità digitale è un concetto abusato e solo parzialmente superato. Il timore che un colosso statunitense del Cloud come AWS, Microsoft o Google possa essere “spento” da un ordine esecutivo di Trump o da una decisione privata (come un ipotetico spegnimento di Starlink in Ucraina da parte di Elon Musk) ha messo in luce la vulnerabilità dell’Europa, tutta, su questi tematiche di innovazione e digitalizzazione.
Questo rischio, amplificato da eventi geopolitici come il disimpegno di Trump dalla NATO o la riduzione della condivisione di intelligence USA con l’Ucraina, evidenzia oggi l’insostenibilità della dipendenza dai servizi Cloud americani per infrastrutture critiche. Leggi USA come il FISA o il Cloud Act possono tuttora compromettere l’accesso ai dati, drenando valore economico e fiscale fuori dall’Europa. La sovranità digitale, tanto decantata oggi anche dai politici europei, si rivela un concetto superato: la vera sfida è orientare il public procurement verso aziende italiane per mantenere il perimetro fiscale nazionale.
Super conformità: il sorpasso dei GAFAM sulla sovranità
L’UE ha inseguito la sovranità digitale, per almeno 5 anni, puntando su schemi come l’EUCS (cybersec per cloud) per imporre standard di sicurezza e controllo locale nel Cloud Computing, dove i GAFAM (i.e. AWS, Microsoft, Google) dominano due terzi del mercato globale. Tuttavia, i colossi americani hanno trasformato la resistenza iniziale in una super conformità strategica: sfruttando risorse finanziarie, tecnologiche e legali, si adeguano rapidamente alle normative europee, superando persino i competitor locali e il modello francese “Dig.Sec.Num.”. Un esempio è il Sovereign Cloud di AWS in Germania, gestito da personale europeo con framework e crittografia locali, che neutralizza le preoccupazioni legate al controllo giuridico statunitense. Questo approccio non solo consolida il loro dominio, ma trasferisce il valore fiscale generato dagli appalti pubblici fuori dall’Europa.
In questo contesto, le PMI italiane dell’innovazione sono schiacciate a terra ed il valore fiscale è a rischio. La super conformità dei GAFAM trasforma le normative europee in barriere di mercato per le PMI italiane ed europee. Gli oneri di compliance – vedi cybersicurezza, sostenibilità, certificazioni – sono insostenibili per i piccoli player, mentre i colossi americani li assorbono con facilità. Di conseguenza, il valore economico e fiscale della spesa pubblica in IT, invece di alimentare l’ecosistema locale, viene drenato verso giurisdizioni estere. La sovranità digitale, come concetto, ha fallito: non protegge le PMI né trattiene il gettito fiscale in Italia.
Un nuovo manifesto: public procurement per le aziende italiane
La soluzione non è rincorrere la sovranità, ma puntare su un public procurement IT orientato alle aziende italiane, massimizzando il valore fiscale trattenuto nel perimetro nazionale. Consip e il MePa devono riformare gli appalti pubblici per favorire le PMI italiane, introducendo quote riservate, semplificazioni burocratiche e criteri che valorizzino l’innovazione locale. Affidare la spesa IT pubblica a imprese italiane non solo stimola l’ecosistema tecnologico nazionale, ma garantisce che il gettito fiscale resti in Italia, alimentando crescita e innovazione. La bulimia regolatoria dell’UE (GDPR, NIS2, AI Act) si è spesso ritorta contro le aziende europee, creando costi di conformità che penalizzano le PMI mentre i GAFAM li trasformano in opportunità di mercato. Questo squilibrio ha permesso ai colossi americani di dominare il Cloud e di prepararsi a conquistare l’IA, con una perdita netta di valore fiscale per l’Italia e l’Europa. La minaccia di interruzioni dei servizi critici per decisioni geopolitiche (es. Trump o Musk) sottolinea l’urgenza di un cambio di paradigma: il public procurement deve diventare la leva per trattenere il valore economico e fiscale in Italia.
Un ecosistema digitale italiano per il futuro
L’Italia ha l’opportunità di trasformare il public procurement IT in un volano per l’innovazione locale. Orientare la spesa pubblica verso soluzioni Cloud e IA sviluppate da aziende italiane non solo riduce la dipendenza dai GAFAM, ma garantisce che il valore fiscale resti nel nostro perimetro. Superare il concetto obsoleto di sovranità significa costruire un ecosistema digitale competitivo e resiliente, coordinando PA, imprese e centri di ricerca. È il momento di agire: semplificare l’accesso delle PMI agli appalti, incentivare l’innovazione nazionale e trattenere il valore fiscale in Italia. Solo così potremo riaprire il mercato e garantire un futuro digitale sovrano nel senso più concreto: economico e fiscale.