Cloudflare sventa un attacco DDoS monstre da 7.3 Tbps

di Redazione
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Cloudflare ha annunciato di aver bloccato un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) da 7,3 terabit al secondo, uno dei più massicci mai registrati, evidenziando l’evoluzione delle minacce e la centralità delle infrastrutture di mitigazione avanzata per la resilienza del web globale. L’incidente segna una pietra miliare nella sicurezza informatica, offrendo spunti su tecniche difensive, automazione AI e la necessità di architetture scalabili per contrastare campagne DDoS sempre più sofisticate.

Il record dell’attacco: caratteristiche tecniche e dinamiche di escalation

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L’attacco, individuato nei primi giorni di giugno 2025, ha visto picchi di traffico in ingresso pari a 7,3 Tbps, sfruttando migliaia di fonti distribuite e mirate contro clienti Cloudflare appartenenti a settori critici e infrastrutture ad alta visibilità. I dati mostrano che la botnet responsabile ha utilizzato una varietà di vettori, tra cui UDP reflection, amplificazioni basate su protocolli non autenticati e richieste spoofate. Il pattern ha richiesto una risposta in tempo reale, con algoritmi AI che hanno analizzato la firma del traffico, differenziato le origini malevole e orchestrato la mitigazione senza impattare il traffico legittimo.

Mitigazione automatizzata e architetture globali distribuite

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Cloudflare ha impiegato la propria rete globale di data center, che opera in oltre 300 città, per assorbire e neutralizzare i volumi estremi del traffico malevolo. Il sistema di difesa sfrutta regole dinamiche, automazione AI e criteri di rate limiting adattivi per bloccare i pacchetti sospetti e mantenere la continuità operativa dei clienti. La risposta ha dimostrato l’importanza di soluzioni di mitigazione anycast, la segmentazione intelligente del traffico e la capacità di scalare in modo elastico su scala planetaria, prevenendo down o rallentamenti anche sotto stress massiccio.

Lezioni apprese e nuove sfide nella cyber-resilienza

L’attacco DDoS da 7,3 Tbps rappresenta non solo un primato quantitativo, ma soprattutto un segnale d’allarme sul livello raggiunto dalle botnet contemporanee e sulle sfide che attenderanno provider, aziende e istituzioni nel prossimo futuro. Cloudflare sottolinea la necessità di collaborazione nel settore, aggiornamento costante delle regole di detection, simulazioni continue e adozione di tecniche di AI per l’individuazione proattiva di nuove minacce. L’obiettivo resta anticipare le evoluzioni degli attaccanti, proteggendo infrastrutture critiche e servizi essenziali.

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La mitigazione dell’attacco DDoS da 7,3 Tbps dimostra che solo una combinazione di automazione AI, infrastrutture distribuite e competenze globali può garantire sicurezza e resilienza nell’Internet moderno, in un contesto di minacce sempre più estreme.

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