Blocco Internet in Russia: throttling sistematico degli ISP su servizi Cloudflare

di Redazione
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Dal 9 giugno 2025, gli utenti Internet in Russia che si collegano a siti e servizi protetti da Cloudflare sono vittima di un throttling sistematico imposto dagli Internet Service Provider locali. L’azione, che avviene completamente al di fuori del controllo di Cloudflare, compromette la capacità di accesso a una vasta gamma di siti globali: le connessioni russe possono scaricare solo i primi 16 KB di qualsiasi asset web, rendendo la navigazione virtualmente impossibile su siti dinamici e applicazioni moderne.

Origine e modalità del blocco: tecniche di throttling e ISP coinvolti

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Blocco Internet in Russia: throttling sistematico degli ISP su servizi Cloudflare 8

Secondo l’analisi interna Cloudflare, il throttling viene applicato direttamente dagli ISP russi più grandi, tra cui Rostelecom, Megafon, Vimpelcom, MTS e MGTS, tramite diverse tecniche: blocco selettivo dei pacchetti, iniezione di pacchetti per terminare la connessione e una nuova tattica introdotta dal 9 giugno, che limita l’erogazione dei dati a 16 KB per ogni sessione. Il fenomeno riguarda tutti i protocolli e le modalità di connessione – HTTP/1.1, HTTP/2 su TCP e TLS, ma anche HTTP/3 su QUIC – e colpisce anche provider internazionali come Hetzner, DigitalOcean e OVH. L’interruzione avviene all’interno dell’infrastruttura di rete nazionale, spesso subito dopo la risposta iniziale del server (fase “Post PSH” del protocollo TCP), lasciando tracce evidenti nei report di Network Error Logging (NEL) e nei dati di Cloudflare Radar.

Motivazioni politiche e isolamento tecnologico

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Blocco Internet in Russia: throttling sistematico degli ISP su servizi Cloudflare 9

Nonostante l’assenza di comunicazioni formali da parte del governo russo, le evidenze raccolte confermano che il blocco rientra nella strategia di isolamento progressivo di Internet perseguita dal Cremlino. L’obiettivo è ridurre la dipendenza tecnologica da fornitori occidentali e promuovere soluzioni nazionali. Il presidente Vladimir Putin ha minacciato pubblicamente di ostacolare le big tech statunitensi, anticipando misure di controllo più severe. Questa mossa si inserisce in una sequenza di provvedimenti legislativi e tecnici già documentati da Cloudflare e osservatori internazionali, volti a creare una “splinternet” russa sempre più autonoma e difficile da aggirare.

Impatto pratico: perdita di accesso, traffico ridotto e servizi critici fuori uso

Le conseguenze sono evidenti nei dati di traffico: Cloudflare registra una forte diminuzione delle richieste da reti russe, con aumenti record di errori TCP reset e timeouts, sia su siti web che su applicazioni mission-critical. Il blocco non fa distinzione tra servizi commerciali, progetti open source o siti di informazione, con gravi ripercussioni per aziende internazionali, sviluppatori, media e semplici utenti che tentano di accedere a risorse esterne. Il throttling si riflette anche nella difficoltà a caricare immagini, video, documenti e servizi cloud, impattando la produttività, la comunicazione e la libera informazione. L’unica mitigazione consigliata da Cloudflare agli operatori web è la richiesta formale di revisione agli enti russi, senza alcuna garanzia di esito.

Approfondimento tecnico: dati di rete, rilevazione NEL e analisi Cloudflare Radar

Gli strumenti di monitoring avanzato, come Cloudflare Radar e i report NEL (Network Error Logging), evidenziano pattern inequivocabili: i tentativi di connessione russi mostrano picchi di errori “reset” dopo l’invio dei primi 10-14 pacchetti (circa 16 KB), mentre la telemetria dei data center Cloudflare indica livelli anomali di packet loss su tutte le regioni servite in Russia. Questi dati, corroborati da report pubblici e confermati da clienti enterprise Cloudflare, confermano che il throttling non dipende da limiti tecnici o incidenti di rete ma da interventi volontari e centralizzati nelle dorsali ISP russe.

Implicazioni geopolitiche e scenari futuri

Il caso Cloudflare è emblematico di un trend globale di restrizioni crescenti alla libertà di accesso a Internet, in cui i governi nazionali utilizzano la leva dell’infrastruttura per esercitare controllo politico, tecnologico e sociale. Per le imprese internazionali, la sfida sarà garantire continuità operativa e assistenza ai clienti in mercati soggetti a blocchi improvvisi e imprevedibili, mentre per gli utenti russi il rischio è la progressiva esclusione dall’ecosistema globale delle informazioni e dei servizi digitali.

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