Meloni record su X: like dall’estero e ultima leader per sentiment nel Metaverso Politico

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Matrice Digitale ha condotto una nuova analisi OSINT denominata Metaverso Politico, focalizzata sui profili X (ex Twitter) dei segretari dei partiti italiani. L’indagine, realizzata con la piattaforma Anthares per l’estrazione dei dati e il motore di analisi del sentiment Aldebaran, delinea con precisione il modo in cui i leader nazionali utilizzano il social network come campo di battaglia politica e comunicativa. Sono stati presi in esame i profili di Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi per il Governo; Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, Elly Schlein per l’opposizione; Riccardo Magi, Emma Bonino, Matteo Renzi per l’area centrista e Carlo Calenda per Azione. Il campione copre un mese particolarmente acceso, segnato da eventi globali come l’uccisione dell’attivista conservatore americano Charlie Kirk, le tensioni tra Israele e Palestina legate alla Global Sumud Flotilla, e le nuove polemiche sulla riforma della giustizia italiana. In questo contesto, X è diventato il metaverso politico dove ogni messaggio, ogni hashtag e ogni interazione contribuisce a modellare l’opinione pubblica e a polarizzare le comunità digitali.

L’attività complessiva dei profili

Durante il mese di settembre 2025 sono stati pubblicati 337.057 tweet, che hanno generato 7.846.020 like, 1.301.014 condivisioni, 784.068 citazioni e 93.111 commenti. Un volume complessivo di oltre 10 milioni di interazioni, in crescita del 30% rispetto all’anno precedente. I dati mostrano una comunicazione fortemente polarizzata, con un picco d’attività tra il 10 e il 22 settembre — proprio nei giorni in cui si sono alternati i messaggi su Kirk e la crisi di Gaza. L’analisi rivela che i like costituiscono la forma prevalente di engagement, rappresentando oltre il 70% delle interazioni totali, mentre i commenti testimoniano un dibattito più emotivo e conflittuale. I retweet e le citazioni, invece, segnalano la circolazione di contenuti politici spesso utilizzati per la contro-narrazione. Anche questo mese, Schlein e Bonino non hanno registrato attività e la rilevazione è stata fatta solo sulla base di citazioni e menzioni del pubblico ai loro profili istituzionali.

I leader più attivi e l’engagement individuale

Nel mese di settembre, la classifica dell’attività su X vede in testa Carlo Calenda, il più prolifico con 107 tweet, seguito da Matteo Salvini (101), Antonio Tajani (72) e Giorgia Meloni (52). Tuttavia, come spesso accade nei modelli di comunicazione politica digitale, la quantità non corrisponde necessariamente all’impatto. Nel complesso, la gerarchia dei dati mostra un ecosistema dominato da Meloni e Salvini, capaci di tradurre la leadership politica in centralità algoritmica, seguiti da un gruppo di opposizione più frammentato ma ideologicamente coeso, dove Conte e Schlein catalizzano dibattiti mentre Renzi e Calenda curano la narrazione tecnica e di posizionamento.

È infatti Giorgia Meloni a dominare ogni metrica di engagement: i suoi 706.328 like, 104.739 condivisioni, 8.985 citazioni e 64.707 commenti rappresentano un primato assoluto tra i leader italiani. La premier adotta una comunicazione fortemente emotiva, costruita su valori identitari, patriottici e religiosi, che amplifica la reazione del pubblico e trasforma ogni messaggio in un evento virale. Dietro di lei, Matteo Salvini si conferma secondo per interazioni complessive, con 119.326 like, 19.209 condivisioni e 38.065 commenti. Il leader della Lega alterna toni ironici e campagne su sicurezza e immigrazione, riuscendo a mantenere un flusso costante di engagement. Segue Carlo Calenda, che con i suoi 85.100 like e 9.193 condivisioni dimostra una presenza costante ma più istituzionale, basata su contenuti tecnici e analisi politiche. Pur pubblicando di più, il leader di Azione ottiene un impatto inferiore rispetto ai protagonisti del Governo, segno di un pubblico più selettivo ma fedele. Giuseppe Conte, con 48 tweet, raccoglie 56.636 like e 15.235 commenti, segno di un’interazione qualitativamente alta: il suo pubblico, polarizzato ma partecipativo, reagisce con intensità ai temi sociali e internazionali, in particolare a Gaza e alla questione migratoria. Nel campo centrista, Matteo Renzi mantiene un discreto riscontro con 27.814 like e 15.569 commenti, sostenuto dal suo tono diretto e provocatorio che alimenta dibattito più che consenso. Tra le voci dell’area progressista, Angelo Bonelli (13.624 like, 3.061 condivisioni) e Nicola Fratoianni (6.397 like, 1.285 condivisioni) concentrano l’attività su temi ambientali e diritti civili, trovando eco soprattutto in momenti di crisi internazionale. Sul fronte opposto, Maurizio Lupi resta marginale con 27 tweet, appena 428 like e 105 commenti, rappresentando il livello più basso di visibilità politica digitale. Riccardo Magi, infine, chiude la classifica con 11 tweet, 4.489 like e 2.360 commenti, confermando una presenza episodica ma coerente con la sua linea radicale.

I tweet più letti: il dominio di Giorgia Meloni

Tra i 20 tweet più letti dell’intero mese, tutti appartengono a Giorgia Meloni. L’egemonia comunicativa della premier è totale: dal messaggio di auguri a Narendra Modi per il suo 75° compleanno (oltre 80.000 like) ai post di cordoglio per Charlie Kirk (75.000 like) e ai commenti sulle manifestazioni pro-Palestina a Milano, che superano i 24.000 like.

Il linguaggio di Meloni alterna narrazione personale e mobilitazione ideologica, fondendo tono empatico e fermezza istituzionale. La sua capacità di capitalizzare eventi internazionali e inserirli in una retorica patriottica risulta vincente. Il ciclo di tweet sul caso Kirk, ad esempio, trasforma un fatto di cronaca americana in un simbolo di lotta contro “l’odio della sinistra globale”, amplificando la portata internazionale del suo messaggio. Questa strategia spiega l’indice di gradimento medio di 13.583 like per tweet, il più alto mai registrato da un politico italiano sulla piattaforma.

Indici di gradimento, viralità e dibattito

Per misurare l’efficacia comunicativa, Matrice Digitale ha calcolato tre indicatori:

• Gradimento (like/tweet)
• Viralità ((condivisioni+citazioni)/tweet)
• Dibattito (commenti/tweet)

Meloni primeggia in tutte le categorie: 13.583 di gradimento, 2.187 di viralità e 1.244 di dibattito, numeri che riflettono un’eco mediatica internazionale alimentata anche da influencer e media stranieri. Seguono, a grande distanza, Salvini (1.181 – 219 – 376) e Conte (1.179 – 303 – 317), segno di una competizione più nazionale.

Calenda e Bonelli mantengono buoni valori di viralità, ma con platee più ristrette, mentre Renzi si distingue per un tono positivo (311 nell’indice di dibattito) ma meno condiviso. Il dato più basso appartiene a Lupi, con un indice di gradimento di appena 15,8, a conferma di una comunicazione quasi invisibile nell’arena digitale.

Le reazioni del pubblico e la dimensione internazionale

I tweet più apprezzati dagli utenti che interagiscono con i leader italiani confermano la centralità del fenomeno Meloni internazionale. Al primo posto il ringraziamento del premier indiano Narendra Modi, con 229.000 like, seguito dal post di Sarah For Trump a sostegno della linea anti-fondamentalista di Meloni (223.000). Seguono The British Patriot, Mega-Politics e MAGA Voice, tutti account conservatori anglofoni che riprendono e amplificano i messaggi della premier italiana.

L’analisi OSINT mostra così una rete di eco-amplificazione sovranista che collega Roma a Washington, Londra e Nuova Delhi. I contenuti pro-Meloni vengono rilanciati da pagine filo-Trump e da influencer legati alla destra internazionale, contribuendo a rafforzare la percezione di un’alleanza ideologica transnazionale.

Gli influencer più influenti nel dibattito

La graduatoria dei top influencer per somma di like conferma la proiezione globale del discorso politico italiano. Narendra Modi guida con 329.710 like, seguito dall’italo-americano Eduardo Menoni (285.940) e da The British Patriot (265.601). A completare la top ten: Sarah For Trump, Cillian, Mega-Politics, MAGA Voice, Desiree, Eyal Yakoby e Times Algebra.

La presenza di figure internazionali sottolinea quanto la comunicazione politica italiana non sia più confinata ai confini nazionali ma agisca dentro un ecosistema transmediale globale, dove temi come Gaza, Israele, immigrazione e libertà di espressione vengono reinterpretati da pubblici esteri in chiave ideologica. Persino profili istituzionali italiani, come Elio Vito, figurano tra i primi venti per gradimento, segno di una visibilità che travalica le linee di partito e di meglio nell’opposizione fa Gimmorisò.

Gli hashtag dominanti: dal patriottismo al conflitto globale

L’analisi degli hashtag mostra un’agenda fortemente centrata sulla premier: #meloni (6.751 occorrenze) è di gran lunga il più utilizzato, seguito da #salvini (3.641), #tajani (1.609) e dai tag internazionali #gaza, #israele, #palestina e #globalsumudflotilla.

Gli hashtag raccontano la geografia del dibattito: l’asse governo-opposizione si sovrappone alla frattura tra nazionalismo sovranista e internazionalismo progressista. I sostenitori di Meloni rilanciano #governomeloni, #italia e #giorgiameloni, mentre l’opposizione concentra la propria attività su #governodellavergogna, #meloni_vergogna_nazionale e #freepalestine. Emergono anche tag televisivi come #ottoemezzo, #piazzapulita e #fuoridalcoro, a testimonianza dell’interconnessione tra palinsesti e social network nel plasmare il discorso politico.

Analisi del sentiment: la polarizzazione dei leader

Il motore Aldebaran ha classificato i tweet per tono emotivo, restituendo un quadro chiaro della percezione pubblica. Matteo Renzi risulta il più apprezzato in termini di sentiment positivo (71%), seguito da Elly Schlein (61%) e Carlo Calenda (52%). Il dato indica un consenso trasversale nei confronti di linguaggi moderati o costruttivi. In equilibrio perfetto si colloca Giorgia Meloni con 31% positivo, 31% neutro e 38% negativo, sintomo di un’alta polarizzazione: ogni messaggio produce tanto sostegno quanto opposizione. Giuseppe Conte registra un buon livello di positività (46%), mentre Fratoianni e Bonelli mostrano un sentiment frammentato, alternando consensi ecologisti e critiche ideologiche. Il centrodestra nel complesso risulta più divisivo, ma capace di generare engagement massivo. L’opposizione, invece, mostra un tono più positivo ma minor capacità virale.

Il significato politico dei dati

Metaverso Politico fotografa una trasformazione strutturale della comunicazione partitica italiana: il passaggio da una politica dei contenuti a una politica delle emozioni. Su X non contano tanto i programmi quanto le narrazioni di identità, conflitto e appartenenza. I leader che sanno incarnare un’emozione — rabbia, orgoglio, fede, speranza — ottengono risultati superiori, indipendentemente dal merito delle proposte. L’analisi OSINT mostra ancora una volta anche come il sistema italiano sia ormai parte di un ecosistema informativo globale, in cui attori esterni — influencer, media stranieri, comunità digitali — contribuiscono a definire il tono del dibattito. Il caso Meloni-Modi rappresenta un esempio emblematico di diplomazia social, dove un semplice tweet diventa strumento di politica estera ed il Leader indiano è quello più ambito dai suoi pari europei perché aiuta sempre a macinare consensi virtuali. La dimensione del metaverso politico descritta da Matrice Digitale è quella di un’arena ibrida: un luogo dove il consenso si misura in like, la leadership si consolida in trend e la polarizzazione diventa carburante per la visibilità. La politica italiana del 2025 non parla più solo ai cittadini: parla all’algoritmo.

In questo mese appena trascorso c’è un dato che mai si è verificato nella storia di Metaverso Politico da quando c’è la premier e precisamente il fatto che il sentiment del pubblico che l’ha commentata è stato ampiamente negativo come non mai, al pari del record della top20 che è fomentata per lo più dalla rete americana conservatrice svelta in esclusiva da Matrice Digitale con ampio anticipo.