Bitcoin precipita sotto 91.700 euro, miner in crisi, nuovi ETF XRP e CZ nasconde i suoi investimenti

di Redazione
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Il crollo di Bitcoin sotto i 91.700 euro segna il secondo peggior giorno del 2025 per la criptovaluta più capitalizzata, con profitti dei miner ai minimi da aprile e una crescente pressione macroeconomica che spinge verso una fase ribassista prolungata fino al 2026. In parallelo, il settore crypto registra una serie di movimenti rilevanti tra ETF XRP, ribilanciamenti d’investimento, exploit risolti e innovazioni DeFi, delineando un mercato in evoluzione rapida ma sempre più instabile.

Declino dei prezzi e pressioni sui miner

Il prezzo del Bitcoin scende da 98.120 a 91.700 euro in una sola sessione, toccando successivamente 85.140 euro prima di un lieve rimbalzo. La perdita giornaliera del 5% trascina la capitalizzazione complessiva a 1,68 trilioni di euro, mentre l’intero mercato crypto cala del 4,5%, scendendo a 2,86 trilioni di euro. La liquidazione di posizioni long supera 210 milioni di euro in un’ora e tocca 842 milioni in 24 ore, evidenziando una fase di deleveraging aggressivo. Gli indicatori tecnici confermano l’impostazione bearish, con trader costretti a chiudere posizioni in perdita e investitori istituzionali che osservano l’andamento per individuare segnali di recupero. Nonostante la pressione, la fase di accumulo di Bitcoin prosegue, segnale di fiducia nel lungo termine. Tuttavia, i miner subiscono un impatto diretto: il calo del prezzo di 6.419 euro riduce drasticamente la redditività, portando la hashprice ai livelli più bassi da mesi. L’aumento dei costi energetici, in particolare in regioni come l’Etiopia, incide sui margini di profitto e rende molte operazioni mining meno sostenibili. Diverse aziende riducono l’hashrate o investono in soluzioni di efficienza energetica, ma i bilanci restano tesi. L’intero settore mining si trova così sotto una forte pressione strutturale, costretto ad adattarsi a un contesto di prezzi ribassisti e costi operativi elevati.

ETF su XRP e strategia Ripple

Mentre Bitcoin vacilla, il fronte istituzionale si muove con velocità. Franklin Templeton aggiorna il filing S-1 per il proprio XRP ETF, rimuovendo il linguaggio 8(a) che ostacolava il lancio, segnale di un debutto imminente. La mossa indica che l’approvazione potrebbe arrivare entro il mese, spianando la strada al primo fondo spot basato su XRP. Anche Canary Funds e Bitwise aggiornano i propri filing, accelerando i tempi di approvazione. La SEC riesamina diverse applicazioni contemporaneamente, segno di un cambio d’approccio regolatorio più favorevole. L’interesse verso prodotti spot crypto cresce e i gestori si posizionano per capitalizzare l’ondata di domanda istituzionale. Parallelamente, Ripple presenta durante Swell 2025 a New York un nuovo protocollo di lending su XRPL, illustrato dalla presidente Monica Long. L’obiettivo è ampliare la utility dell’ecosistema XRP, integrando funzionalità di prestito decentralizzato e potenziando la liquidità attraverso stablecoin native. Ripple destina nuovi investimenti interni alla crescita del ledger, puntando su un effetto flywheel basato su fiducia, adozione e flussi istituzionali. La strategia mira a consolidare la posizione di Ripple come piattaforma infrastrutturale per banche e istituzioni finanziarie, con una visione centrata sulla stabilità operativa e l’espansione internazionale. L’iniziativa segna un’evoluzione nel modo in cui le reti blockchain interagiscono con la finanza tradizionale, offrendo un segnale di maturità in un mercato turbolento.

Movimenti di mercato e strategie di investimento

Nel comparto azionario, Cathie Wood e il suo fondo ARK Invest vendono oltre 38.000 azioni Palantir prima degli earnings, ribilanciando il portafoglio verso i settori crypto e biotech. La vendita, concentrata nel fondo ARKK, coincide con un calo del 7% delle azioni Palantir, mentre il CEO Alex Karp accusa gli short seller di ostacolare l’innovazione tecnologica statunitense. Nonostante la flessione, Palantir continua ad ampliare la propria offerta di soluzioni AI per enti governativi e clienti commerciali, mantenendo una presenza significativa nei contratti pubblici. Parallelamente, ARK aumenta la propria esposizione in Beam Therapeutics e nella piattaforma Bullish, segnalando una strategia volta a bilanciare tecnologia avanzata e settori emergenti. Intanto, il CEO di Nvidia Jensen Huang incontra il segretario britannico Liz Kendall per discutere di infrastrutture AI e partnership industriali, parte di un piano di cooperazione che coinvolge anche Corea del Sud, Samsung e Hyundai. Huang avrebbe inoltre avuto un colloquio con Donald Trump riguardo al posizionamento strategico dell’AI negli Stati Uniti, confermando la volontà di Nvidia di consolidarsi come attore chiave dell’economia dell’intelligenza artificiale globale.

Innovazioni DeFi e sicurezza blockchain

Il portafoglio di novità si arricchisce anche nel mondo della finanza decentralizzata. Phantom, uno dei principali wallet su Solana, introduce ordini limite per contratti perpetual, consentendo agli utenti di impostare strategie automatizzate con trigger di take profit e stop loss. L’interfaccia rinnovata offre strumenti di gestione del rischio più sofisticati e una user experience intuitiva, integrando funzioni di trading avanzato direttamente nel wallet mobile. La piattaforma Berachain annuncia invece il recupero di 11,73 milioni di euro sottratti da un exploit su Bex Balancer. La fondazione, in collaborazione con white hat hacker, distribuisce un hard fork di emergenza che ripristina la sicurezza e restituisce i fondi all’indirizzo deployer. L’azione rapida rafforza la fiducia della community e mette in evidenza la capacità di reazione del protocollo. Il caso diventa emblematico delle sfide strutturali nella sicurezza delle reti EVM, ma anche della resilienza del settore DeFi quando supportato da governance trasparenti e interventi tecnici efficaci.

CZ e il tema della trasparenza

Nel frattempo, Changpeng Zhao (CZ), fondatore di Binance, annuncia che non renderà più pubblici i suoi investimenti personali per evitare effetti distorsivi sul sentiment di mercato. La decisione segue la volatilità scatenata dal token Aster, oggetto di speculazioni sui social dopo presunti movimenti associati a CZ. L’ex CEO di Binance chiarisce di non aver effettuato alcuna vendita, e dati on-chain confermano l’assenza di dump. Tuttavia, la vicenda riaccende il dibattito sulla trasparenza degli influencer crypto e sul confine tra informazione e manipolazione dei prezzi. Il gesto di CZ segna un cambio di paradigma nella comunicazione finanziaria del settore, bilanciando riservatezza personale e stabilità dei mercati digitali. L’episodio conferma come, anche nel 2025, la maturità del mercato crypto resti un obiettivo ancora in costruzione, dove fiducia, regolazione e innovazione continuano a scontrarsi in un equilibrio precario.