Il mercato crypto chiude il 2025 con una combinazione di liquidazioni estreme, movimenti istituzionali aggressivi, tensioni regolatorie e nuove traiettorie tecnologiche. Il primo periodo comprende gli elementi principali: una raffica di liquidazioni per oltre 200 milioni di euro, il ritorno della volatilità con Bitcoin sceso fino a 85.000 euro, l’espansione degli ETF digitali con prodotti su XRP, LINK e Solana, i depositi istituzionali di BlackRock su Coinbase Prime, la fusione per listing USA del gruppo FDUSD, le riforme fiscali in Giappone, i nuovi lanci regolati CFTC e i timori su Tether dopo gli avvertimenti di Arthur Hayes. A ciò si aggiunge la narrativa emergente della tokenizzazione, considerata da Larry Fink l’equivalente del “1996 di internet” per i mercati finanziari globali, mentre piattaforme come Telegram rilasciano ambienti AI decentralizzati che sfruttano la rete TON.
Cosa leggere
Volatilità e liquidazioni nel mercato
Il mercato affronta una delle settimane più violente dell’anno. Bitcoin precipita da oltre 91.000 euro a 88.900 euro nel giro di un’ora, generando 183,4 milioni di euro in liquidazioni long. Le posizioni con leva vengono chiuse automaticamente da exchange e piattaforme di derivati, portando il totale giornaliero a 132 milioni di euro, con 124 milioni di euro legati esclusivamente ai long. Le posizioni short registrano solo 8 milioni di euro di perdite, segnalando uno squilibrio netto nella dinamica di liquidazione. Bitcoin tocca un minimo intraday di 85.000 euro mentre Ethereum scende a 2.720 euro, proseguendo un declino che segna il peggior novembre in sette anni con una perdita mensile del 18%. La risalita sopra i 92.000 euro non basta a placare il sentiment, che rimane estremamente fragile. I trader leveraggiati soffrono l’effetto domino mentre gli investitori istituzionali riducono esposizioni tattiche. Bitcoin domina ancora il volume, ma la sua quota di mercato scende al 59%, indicando una rotazione verso le altcoin. In questo contesto, Strategy prosegue la politica di accumulo: acquista 130 BTC a un prezzo medio di 90.000 euro, investendo 10,73 milioni di euro e portando le proprie riserve a 650.000 BTC, pari a un valore di circa 56 miliardi di euro. Nonostante un calo delle proprie azioni del 12%, la società mantiene una riserva di 1,44 miliardi di euro per sostenere pagamenti di dividendi e interessa gli investitori con stabilità finanziaria e strategia di lungo periodo. Contemporaneamente, BlackRock registra outflows netti di 104,7 milioni di euro dai propri ETF Bitcoin il 28 novembre, mentre altri emittenti come Fidelity, ARK Invest e Grayscale chiudono la settimana con afflussi complessivi da 71 milioni di euro. Il premium Coinbase per Bitcoin torna positivo, segnalando un ritorno degli acquisti da parte di istituzioni statunitensi. Anche 700 Bitcoin dormienti, con un valore di 55,03 milioni di euro, tornano attivi dopo dieci anni, indicando un possibile shift da parte degli early adopter.
Sviluppi regolatori e piattaforme
Sul fronte regolamentare, il 2025 vede un’accelerazione significativa. La piattaforma Bitnomial lancia il primo scambio spot crypto regolato dalla CFTC, con prodotti sia leveraggiati sia non leveraggiati. È la prima volta che asset crypto spot vengono listati su un venue totalmente compliant CFTC, segnando un cambio strutturale nell’accesso istituzionale agli asset digitali. Parallelamente, il Giappone introduce una flat tax del 20% sulle plusvalenze crypto dal 2026, abbandonando il vecchio sistema progressivo fino al 55%. La riforma equipara il trattamento fiscale delle criptovalute a quello delle azioni e introduce norme severe su disclosure e insider trading, allineando l’ecosistema giapponese agli standard finanziari internazionali. L’iniziativa è vista come una svolta per il trading domestico. Sul fronte legale, la piattaforma Kalshi affronta una class action federale che la accusa di operare scommesse sportive non autorizzate sotto forma di event contracts. Il caso potrebbe ridefinire i limiti tra derivati regolamentati e betting illegale, con accuse che includono manipolazione di mercato e inganno dei consumatori. Gli stati coinvolti comprendono New York, Arizona, Illinois, Montana, Nevada, New Jersey, Ohio e Massachusetts.
ETF e mosse istituzionali
Il settore ETF vive una fase di forte dinamismo. Goldman Sachs acquisisce Innovator Capital Management per 1,833 miliardi di euro, espandendo la propria offerta con 159 ETF defined outcome, tra cui prodotti collegati a Bitcoin e strategie options-based. Innovator porta 28 miliardi di euro in asset supervisionati, mentre Goldman vede gli ETF come un territorio chiave per l’innovazione finanziaria. Gli ETF Ethereum registrano outflows pari a 1,284 miliardi di euro nel solo novembre, riflettendo una riduzione dell’esposizione a causa della crescente volatilità. I principali fondi colpiti sono iShares Ethereum Trust di BlackRock e Ethereum Fund di Fidelity, segnando un trend parallelo a quello degli ETF Bitcoin. Nuovi ETF su XRP ottengono un avvio esplosivo: gli ETF USA accumulano 318 milioni di XRP (pari a 594 milioni di euro) in due settimane. Il fondo Canary XRPC ETF guida il settore con 318 milioni di euro, superando l’intera somma degli altri ETF spot XRP combinati. Gli emittenti ampliano inoltre la gamma dei prodotti crypto con ETF su Solana, Dogecoin, HBAR, Litecoin e un imminente spot LINK ETF firmato Grayscale. Nel frattempo, CoinShares ritira tre filing SEC relativi a ETF crypto (XRP, Solana staking e Litecoin) in seguito alla fusione da 1,2 miliardi di euro con Vine Hill Capital. Con 10 miliardi di euro in gestione, CoinShares resta comunque il leader europeo con il 34% del mercato ETP digitali. BlackRock deposita 186 milioni di euro in Bitcoin presso Coinbase Prime come parte della gestione operativa del proprio ETF, riflettendo sia regolazioni di portafoglio sia risposte a richieste di rimborso. Le transazioni sono coerenti con un contesto di forte volatilità, nel quale gli strumenti istituzionali si adattano rapidamente ai flussi degli investitori.
Tokenizzazione e innovazioni
Il tema emergente dell’anno è la tokenizzazione, percepita come paradigma centrale per la modernizzazione dei mercati. Il CEO di BlackRock la paragona alla fase pre-boom di internet nel 1996, quando la digitalizzazione iniziava appena a trasformare l’economia globale. Il fondo tokenizzato BUIDL, lanciato nel marzo 2024, supera 2,3 miliardi di euro in asset nonostante un calo recente del 18%. La tokenizzazione permette di tracciare la proprietà di asset finanziari su ledger digitali, migliorando efficienza, sicurezza e accessibilità. L’adozione cresce anche fuori dai centri finanziari tradizionali e richiede un framework normativo che garantisca interoperabilità e trasparenza. Nel frattempo, Telegram lancia Cocoon, una rete decentralizzata per AI confidential che utilizza GPU degli utenti e la blockchain TON. Cocoon sfrutta Trusted Execution Environments come Intel TDX per garantire privacy totale nell’esecuzione dei modelli, rappresentando un’evoluzione delle applicazioni AI orientate alla riservatezza. Telegram diventa il primo grande cliente di Cocoon, integrando il sistema nel proprio ecosistema di pagamenti e servizi digitali.
Avvertimenti e previsioni
Arthur Hayes lancia un duro monito a Tether, evidenziando la dipendenza dell’azienda da un massiccio interest rate trade basato sull’aspettativa di tagli Fed. Con 181 miliardi di euro in asset a supporto di USDT, inclusi 10 miliardi di euro in Bitcoin e 13 miliardi in metalli preziosi, Hayes mette in guardia contro possibili shock da ridimensionamento delle entrate da interessi. Il rating “weak” di S&P Global per Tether alimenta un dibattito sulla stabilità del maggiore emittente di stablecoin. Il CEO di Tether respinge le accuse, sottolineando una base equity di 27,5 miliardi di euro come buffer per eventuali declini di valore degli asset e affermando che critiche e analisi “ignorano i flussi di settlement giornalieri” dell’azienda. La discussione rimane accesa, mentre Hayes prevede il crollo futuro di layer 1 alternativi a Ethereum e Solana, incluse blockchain emergenti come Monad, il cui token MON – nonostante un market cap di 398 milioni di euro – viene considerato un asset destinato a un ridimensionamento drastico.