Il 2025 si sta rivelando un anno di strozzature critiche per l’industria tecnologica globale, dove l’insaziabile fame di risorse dell’intelligenza artificiale sta prosciugando la catena di approvvigionamento dei semiconduttori. Le conseguenze di questi shortage globali si stanno manifestando a cascata su diversi settori, dai data center iperscalabili all’elettronica di consumo, costringendo i giganti del tech a rivedere le proprie roadmap e i consumatori a fronteggiare rincari significativi. Al centro della tempesta c’è la carenza di DRAM e materiali critici, deviati massicciamente verso la produzione di memorie ad alta banda per server AI, lasciando il mercato consumer e infrastrutturale in affanno.
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L’impatto sui giganti: Oracle, OpenAI e Nintendo
Uno degli esempi più eclatanti di questa crisi riguarda Oracle, che si è vista costretta a posticipare di un anno o più l’apertura di nuovi data center destinati a OpenAI. Nonostante la domanda di potenza di calcolo per i modelli generativi sia ai massimi storici, la carenza di materiali da costruzione, manodopera specializzata e forniture energetiche ha frenato l’espansione fisica necessaria. Questo collo di bottiglia rischia di rallentare il rollout delle prossime iterazioni di GPT e delle soluzioni enterprise, evidenziando quanto la dipendenza da infrastrutture fisiche sia il vero tallone d’Achille della rivoluzione AI.

Nel settore consumer, l’onda d’urto colpisce duramente i listini. Framework, paladina della riparabilità, ha dovuto aumentare del 50% i prezzi degli upgrade RAM DDR5 per i suoi Laptop DIY Edition: un modulo da 32 GB è passato da 100 a 150 euro, con la prospettiva di ulteriori rincari. Ancora più critica la situazione per Nintendo, le cui azioni sono scivolate del 5% dopo che i prezzi delle memorie LPDDR5X sono schizzati del 41% e quelli delle NAND flash dell’8%. Questi aumenti minacciano direttamente i margini di produzione e il prezzo finale della tanto attesa Switch 2, mettendo a rischio la strategia di lancio della console.
La risposta geopolitica: Cina e Huawei all’attacco
Mentre l’Occidente lotta con le forniture, la Cina sta accelerando la sua corsa all’indipendenza tecnologica con un piano di investimenti potenziale da 64 miliardi di euro per la fabbricazione domestica di chip. L’obiettivo è chiaro: competere con Nvidia e bypassare le sanzioni USA. Huawei ha già mostrato i muscoli presentando il Kirin 9030, realizzato con il processo SMIC N+3. Sebbene tecnicamente inferiore ai nodi a 3nm o 5nm occidentali, rappresenta il vertice dell’ingegneria cinese attuale, equipaggiando dispositivi premium come il Mate X7.

Parallelamente, Cambricon punta a produrre 500.000 chip AI entro il 2026, spingendo l’hardware nazionale verso l’autosufficienza. Tuttavia, le tensioni geopolitiche rimangono alte: Intel è finita sotto la lente d’ingrandimento per aver testato strumenti di produzione provenienti da un fornitore cinese sanzionato, una mossa che ha sollevato preoccupazioni immediate per la sicurezza nazionale negli Stati Uniti e evidenziato la difficoltà di districare le catene di fornitura globali.
“La guerra dei chip: analisi delle sanzioni USA e la risposta cinese“
Innovazione Automotive: Rivian sfida Tesla
In questo scenario di scarsità, l’innovazione interna diventa una strategia di sopravvivenza. Rivian ha svelato il suo chip proprietario per l’AI, il RAP1, e la piattaforma ACM3 per la guida autonoma. A differenza di Tesla, che si affida esclusivamente alle telecamere, Rivian ha scelto un approccio multi-sensore che integra LiDAR, radar e ultrasuoni, gestiti da un’architettura custom che ottimizza l’efficienza energetica e riduce la dipendenza da fornitori esterni inaffidabili. Questa mossa non solo eleva la sicurezza dei veicoli elettrici, ma posiziona Rivian come un attore tecnologicamente autonomo in un mercato automotive sempre più affamato di silicio.
Il 2025 si conferma quindi un anno di transizione dolorosa ma necessaria, dove la capacità di innovare la propria supply chain vale quanto la tecnologia stessa. Mentre i prezzi delle memorie potrebbero normalizzarsi solo nel 2026 con l’apertura di nuove fabbriche, le aziende che oggi investono in silicio proprietario e diversificazione geografica saranno quelle che sopravviveranno alla prossima ondata di domanda AI.
Perché i prezzi della RAM stanno aumentando nel 2025?
I prezzi della RAM, specialmente DDR5 e LPDDR5X, stanno aumentando drasticamente (fino al 50% per alcuni moduli) perché i produttori hanno spostato la capacità produttiva verso le memorie ad alta banda (HBM) necessarie per i server di intelligenza artificiale, creando una carenza nel mercato consumer.
Quali problemi sta affrontando Oracle con i data center di OpenAI?
Oracle sta subendo ritardi di un anno o più nella costruzione di nuovi data center per OpenAI. Le cause principali sono la carenza globale di materiali da costruzione, la mancanza di manodopera specializzata e le difficoltà nell’approvvigionamento di componenti critici e forniture energetiche.
Cosa comporta il nuovo chip Kirin 9030 di Huawei?
Il Kirin 9030 è il processore più avanzato prodotto interamente in Cina da SMIC con il processo N+3 (equivalente a un 5nm ottimizzato). Rappresenta un passo avanti significativo per l’indipendenza tecnologica cinese, nonostante sia ancora tecnicamente inferiore ai chip a 3nm prodotti da TSMC o Samsung.
Come sta rispondendo Rivian alla crisi dei chip?
Rivian ha sviluppato internamente il proprio chip AI, chiamato RAP1, e la piattaforma ACM3. Questo le permette di ridurre la dipendenza dai fornitori esterni colpiti dagli shortage e di ottimizzare meglio i sistemi di guida autonoma, integrando sensori come il LiDAR che altri concorrenti come Tesla hanno abbandonato.