Russia sotto assedio: Cyberwar tedesca, rivolta Roblox e il caso dei chip USA

La Germania ha convocato l’ambasciatore russo a Berlino in risposta a gravi cyberattacchi attribuiti all’intelligence militare GRU, mentre all’interno dei confini russi il Cremlino affronta un’ondata di dissenso giovanile senza precedenti causata dal ban della piattaforma Roblox, entrato in vigore il 3 dicembre 2025. Parallelamente, un fronte legale si apre negli Stati Uniti, dove colossi tecnologici come AMD, Intel e Texas Instruments sono oggetto di cause civili in Texas: l’accusa è di “negligenza volontaria” per aver permesso che i loro microchip finissero nei droni iraniani e nei missili Iskander russi, aggirando le sanzioni del 2022. Questo scenario delinea una Russia sotto pressione su tre fronti distinti: diplomatico, sociale e logistico-militare.

Escalation diplomatica: Berlino contro le operazioni ibride del GRU

Le relazioni tra Berlino e Mosca hanno raggiunto un nuovo punto di rottura, segnato dalla decisione del Ministero degli Esteri tedesco di convocare l’ambasciatore russo per rispondere formalmente di una serie di attività ostili. Il portavoce Martin Giese ha denunciato con toni gravissimi un aumento massiccio delle cosiddette minacce ibride, che spaziano dallo spionaggio industriale ai sabotaggi fisici, fino ad arrivare a complessi attacchi informatici. Al centro dell’accusa vi è l’intelligence militare russa, il temuto GRU, identificato come l’esecutore materiale di un attacco avvenuto nel 2024 contro i sistemi critici di controllo del traffico aereo tedesco, un’azione che ha messo a repentaglio la sicurezza dei cieli europei.

Le autorità di sicurezza tedesche hanno inoltre collegato il GRU all’operazione Storm-1516, una campagna di disinformazione e interferenza mirata a destabilizzare le elezioni federali del febbraio 2025. La risposta della Germania non si limiterà alla sola protesta formale: Berlino sta coordinando con i partner europei un pacchetto di conseguenze tangibili, che includeranno sanzioni mirate contro singoli individui, divieti di viaggio e il congelamento di beni strategici. L’obiettivo è creare un fronte unito che imponga un prezzo elevato alla Russia per la violazione della sovranità digitale e politica delle nazioni occidentali, in un contesto di guerra ibrida che non accenna a diminuire.

Analisi tecnica dell’operazione Storm-1516

Il fronte interno: la “Rivolta di Roblox” e il dissenso giovanile

Mentre il Cremlino gioca la sua partita a scacchi geopolitica, si trova a dover gestire un’inaspettata crisi domestica scatenata non da oppositori politici, ma da bambini e adolescenti. Il divieto totale di accesso alla piattaforma Roblox, imposto dal watchdog Roskomnadzor il 3 dicembre 2025, ha generato un’ondata di furia tra i giovanissimi che i media di stato russi faticano a nascondere. La giustificazione ufficiale cita la protezione dei minori da rischi di molestie sessuali e contenuti estremisti, ma la reazione della base utenti — che in Russia dominava le classifiche di download nel 2023 — è stata esplosiva. Yekaterina Mizulina, figura di spicco della censura internet russa, ha riportato di aver ricevuto oltre 63.000 lettere di protesta in una sola settimana da mittenti di età compresa tra gli 8 e i 16 anni.

Il contenuto di queste missive ha allarmato le autorità per i toni estremi: circa la metà dei giovani scriventi minaccia di lasciare la Russia non appena possibile, mentre altri invocano gesti autolesionistici in segno di disperazione. Persino il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dovuto ammettere pubblicamente che Vladimir Putin è il destinatario di numerose critiche da parte di cittadini infuriati, un’ammissione rara che evidenzia quanto il ban abbia toccato un nervo scoperto. La chiusura di Roblox non è un caso isolato, ma si inserisce in una strategia più ampia di isolamento digitale che ha già colpito Facebook, Instagram e Twitter, favorendo piattaforme controllabili come VK e RuTube. Tuttavia, la natura creativa e sociale di Roblox rappresentava una valvola di sfogo essenziale per la gioventù russa, e la sua rimozione ha catalizzato un dissenso generazionale che le narrative patriottiche faticano a contenere.

Il paradosso tecnologico: chip americani nelle macchine da guerra russe

Sul versante transatlantico, la guerra in Ucraina si combatte nelle aule di tribunale del Texas, dove un gruppo di avvocati ha lanciato un’offensiva legale contro i giganti della Silicon Valley. Cinque cause distinte accusano aziende del calibro di AMD, Intel e Texas Instruments di essere, seppur indirettamente, “mercanti di morte”. Nonostante le severe sanzioni imposte nel 2022, componenti elettronici prodotti da queste aziende continuano a essere ritrovati intatti all’interno dei droni iraniani e dei missili da crociera russi KH-101 e balistici Iskander che colpiscono le città ucraine. L’accusa non verte sulla vendita diretta, che le aziende dichiarano di aver sospeso verso Russia e Bielorussia, ma sulla “negligenza volontaria” nel monitorare i mercati grigi e le catene di distribuzione secondarie.

Secondo i legali delle vittime ucraine, queste corporation avrebbero fallito nell’implementare controlli efficaci sulle esportazioni, permettendo a intermediari in paesi terzi di triangolare le spedizioni verso Mosca. La Russia, sfruttando reti di e-waste e fornitori ombra, riesce a integrare chip destinati originariamente a elettrodomestici o uso civile all’interno di armamenti sofisticati. Le aziende difendono la propria posizione ribadendo la conformità alle leggi e l’impossibilità di tracciare ogni singolo componente una volta immesso nel mercato globale, ma le cause mirano a stabilire un precedente di accountability aziendale, costringendo i produttori a una vigilanza etica molto più stringente sulla destinazione finale delle loro tecnologie.