Allarme a Parigi: violati i server email del Ministero dell’Interno francese

di Livio Varriale
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Nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 2025, il cuore digitale della sicurezza francese ha tremato: il Ministero dell’Interno ha confermato un’intrusione nei suoi server di posta elettronica. Sebbene il ministro Laurent Nuñez abbia rassicurato l’opinione pubblica sottolineando l’assenza di compromissioni catastrofiche, l’evento ha innescato protocolli di difesa immediati e un’indagine giudiziaria ad alto livello. Le ipotesi investigative spaziano dal cybercrime comune fino allo spettro dell’interferenza statale, con sospetti che ricadono storicamente su gruppi come APT28, legati all’intelligence russa. Questo incidente non è solo una violazione tecnica, ma un segnale allarmante dell’escalation delle minacce ibride in Europa, spingendo Parigi a rafforzare la resilienza cibernetica e a coordinare sanzioni con i partner UE.

L’intrusione notturna e la risposta immediata delle autorità

Nella delicata finestra temporale tra l’11 e il 12 dicembre 2025, i sistemi di monitoraggio del Ministero dell’Interno francese hanno rilevato un’attività anomala che ha fatto scattare immediatamente gli allarmi di sicurezza nazionale. Un attore ostile è riuscito a penetrare le difese perimetrali dei server di posta elettronica, ottenendo l’accesso a un numero circoscritto di file. La conferma ufficiale è arrivata direttamente dai vertici governativi: durante un’intervista rilasciata all’emittente RTL Matin, il ministro Laurent Nuñez ha ammesso l’incidente, scegliendo la via della trasparenza per mitigare il panico pubblico. Nuñez ha precisato che, sebbene l’attacco abbia avuto successo nel violare il perimetro, non ha compromesso gravemente l’integrità sistemica né ha comportato l’esfiltrazione massiva di dati sensibili strategici.

La reazione operativa è stata istantanea. Le squadre di cybersecurity hanno attivato le procedure di protezione standard, isolando i segmenti di rete colpiti e bloccando ogni ulteriore tentativo di movimento laterale da parte degli attaccanti. Parallelamente, è stata avviata una rigorosa indagine giudiziaria per determinare non solo l’origine tecnica dell’intrusione, ma anche la sua reale portata. Nonostante l’assenza di tracce evidenti di compromissioni critiche al momento, l’incidente ha costretto il ministero a un rafforzamento drastico dei protocolli di sicurezza e a una revisione completa dei controlli di accesso per tutto il personale, segnando un momento di svolta nella gestione della postura difensiva governativa.

Lo spettro della guerra ibrida e i sospetti su Mosca

Sebbene le indagini siano ancora in corso e le autorità mantengano un profilo cauto, le ipotesi sul tavolo degli analisti spaziano dal crimine informatico finanziariamente motivato fino all’attivismo politico. Tuttavia, lo scenario più inquietante riguarda le interferenze straniere. Il Ministero dell’Interno, che supervisiona le forze di polizia, la sicurezza interna e i servizi di immigrazione, rappresenta un obiettivo di altissimo valore (High-Value Target) per attori sponsorizzati da stati ostili che mirano a destabilizzare le istituzioni democratiche.

Gli esperti di intelligence non possono ignorare i precedenti storici: dal 2021, la Francia e altri partner europei sono stati bersaglio di campagne sistematiche attribuite al gruppo APT28 (noto anche come Fancy Bear), un’unità d’élite legata al GRU, il servizio di intelligence militare russo. Questi attori hanno spesso sfruttato vulnerabilità nei server di posta per condurre operazioni di spionaggio e disinformazione. L’incidente attuale si inserisce perfettamente in questo quadro di attività ibride ostili, dove il confine tra guerra cibernetica e sabotaggio politico è sempre più sfumato.

Mappa attacchi APT28 GRU Europa

Resilienza digitale e contromisure europee

Di fronte a questa escalation, la risposta francese non si limita alla difesa tecnica ma si estende al piano diplomatico e strategico. Le autorità di Parigi stanno collaborando strettamente con i partner dell’Unione Europea per rafforzare la deterrenza. Questo include la possibilità di imporre sanzioni mirate, come divieti di viaggio e il congelamento di beni, contro gli individui e le entità ritenute responsabili di tali aggressioni digitali. L’incidente al Ministero dell’Interno funge da catalizzatore per accelerare gli investimenti nella resilienza digitale nazionale: si parla di migrazione verso piattaforme più sicure, adozione di crittografia end-to-end e implementazione di architetture Zero Trust.

L’analisi forense dell’attacco ha evidenziato l’uso di tattiche sofisticate, come il masquerading, dove gli attaccanti imitano il traffico legittimo per eludere i firewall. Le squadre tecniche stanno ora lavorando per “bonificare” i sistemi, rimuovendo eventuali malware residui e assicurandosi che non siano state lasciate backdoor silenti. In un contesto geopolitico sempre più teso, la capacità della Francia di attribuire l’attacco e rispondere con fermezza definirà la sua sovranità digitale negli anni a venire.

“Rapporto ANSSI sulle minacce ibride in Francia 2025”

Quando è avvenuto il cyberattacco al Ministero dell’Interno francese?

L’intrusione è stata rilevata dai sistemi di sicurezza nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 2025, colpendo specificamente i server di posta elettronica.

Quali sono state le conseguenze immediate dell’attacco?

Secondo il ministro Laurent Nuñez, l’attacco ha permesso l’accesso a un numero limitato di file ma non ha compromesso gravemente i sistemi. Sono state attivate procedure di emergenza e rafforzati i controlli di accesso.

Chi sono i principali sospettati dietro l’attacco?

Sebbene le indagini siano in corso, i sospetti ricadono su attori statali stranieri, con riferimenti storici al gruppo APT28 legato all’intelligence militare russa (GRU), già responsabile di attacchi simili in Europa.

Quali misure sta prendendo la Francia per difendersi?

La Francia sta rafforzando la resilienza digitale con nuove tecnologie di sicurezza, collaborando con i partner UE per sanzionare i responsabili e avviando indagini giudiziarie per tracciare l’origine dell’intrusione.