Google: addio a Dark Web Reports e lo scontro sul copyright AI con Disney

di Redazione
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Google si trova a gestire un doppio fronte di cambiamenti strategici e legali. Da un lato, il colosso di Mountain View ha annunciato la chiusura definitiva del servizio autonomo Dark Web Reports a partire da febbraio 2026, integrandone le funzionalità nella suite Google One e limitando l’accesso gratuito per razionalizzare l’offerta di sicurezza. Dall’altro, l’azienda affronta una disputa legale con Disney, che ha inviato un ordine di “cease-and-desist” accusando il modello di intelligenza artificiale Imagen 3 di violare il copyright generando immagini non autorizzate di personaggi Pixar. Questi eventi segnano un momento critico tra la gestione della privacy utente e le crescenti tensioni tra innovazione AI e proprietà intellettuale.

La razionalizzazione della sicurezza: La fine di Dark Web Reports

Google sta attuando una significativa riorganizzazione dei suoi strumenti di sicurezza consumer, culminata con l’annuncio della dismissione del servizio Dark Web Reports. Lanciato nel 2023 per monitorare proattivamente il dark web alla ricerca di credenziali compromesse come email, password e numeri di telefono, il servizio cesserà di esistere nella sua forma attuale il 26 febbraio 2026. Questa mossa riflette una strategia di consolidamento: invece di mantenere strumenti frammentati, Google intende integrare le funzionalità di monitoraggio direttamente nell’infrastruttura dell’account utente e nel pacchetto in abbonamento Google One Premium.

Per gli utenti gratuiti, questo cambiamento comporta una perdita sostanziale di visibilità. Fino ad ora, chiunque possedesse un account Google poteva accedere a scansioni di base per verificare se i propri dati fossero trapelati in violazioni note. Con la chiusura del servizio dedicato, la capacità di ricevere alert proattivi e monitoraggio esteso diventerà un’esclusiva degli abbonati paganti. Google consiglia agli utenti base di affidarsi a strumenti alternativi interni come il Password Checkup integrato nel Password Manager o alla funzione “Risultati che ti riguardano” (Results about you), che permette di individuare e richiedere la rimozione di dati personali dai risultati di ricerca, pur non offrendo la stessa profondità di analisi sul dark web.

Lo scontro legale sull’AI: Disney contro Imagen 3

Mentre riorganizza i servizi interni, Google deve difendersi su un fronte esterno sempre più caldo: il copyright nell’era dell’intelligenza artificiale generativa. Disney ha inviato una lettera formale di cease-and-desist a Google, contestando l’uso non autorizzato delle sue proprietà intellettuali all’interno di Imagen 3, il modello di generazione immagini parte dell’ecosistema Gemini. L’accusa è specifica: il modello AI è stato in grado di generare repliche quasi perfette di personaggi iconici dei film Pixar, tra cui protagonisti di Cars, Toy Story e Up, violando i diritti d’autore della casa di Topolino.

La reazione di Google è stata tempestiva. L’azienda ha rimosso prontamente milioni di esempi problematici dal dataset e ha implementato filtri per impedire la generazione di contenuti che ritraggono IP protette. Disney, da sempre ferrea sostenitrice delle sue proprietà creative, ha sottolineato l’importanza vitale di proteggere l’arte umana dallo sfruttamento automatizzato. Questo incidente evidenzia la tensione strutturale tra le aziende tecnologiche, che necessitano di vasti dataset per addestrare i loro modelli, e i detentori dei diritti, che vedono le loro opere utilizzate senza licenza o compenso.

Implicazioni per il futuro dell’AI e della Privacy

Questi due eventi, apparentemente distanti, dipingono un quadro chiaro delle sfide attuali di Google. Da un lato, la chiusura di Dark Web Reports suggerisce una volontà di monetizzare le feature di sicurezza avanzate, spingendo l’utenza verso l’abbonamento Google One. Dall’altro, la disputa con Disney segnala che il “Far West” dell’addestramento AI sta finendo: i giganti dell’intrattenimento non sono più disposti a tollerare l’uso non regolamentato dei loro asset. Google si trova costretta a collaborare più strettamente con i creatori per un addestramento etico dei modelli, investendo al contempo in strumenti di rilevamento dei deepfake per garantire che innovazione e rispetto del diritto d’autore possano coesistere.

Quando chiuderà il servizio Google Dark Web Reports?

Il servizio verrà disattivato definitivamente il 26 febbraio 2026. Dopo questa data, le funzionalità di monitoraggio avanzato saranno riservate agli abbonati Google One Premium.

Perché Disney ha inviato un cease-and-desist a Google?

Disney ha agito legalmente perché il modello di intelligenza artificiale di Google, Imagen 3, generava immagini non autorizzate di personaggi protetti da copyright, in particolare quelli dei film Pixar come Toy Story e Cars.

Cosa possono fare gli utenti gratuiti dopo la chiusura di Dark Web Reports?

Gli utenti gratuiti potranno utilizzare la funzione “Risultati che ti riguardano” per monitorare i dati personali nella ricerca Google e il “Password Checkup” per verificare la sicurezza delle password salvate, oppure affidarsi a servizi terzi come Have I Been Pwned.

Come ha risposto Google alle accuse di Disney?

Google ha rimosso prontamente le immagini incriminate dal modello Imagen 3 e ha aggiornato i filtri per prevenire la generazione futura di contenuti che violino le proprietà intellettuali di Disney.