Interpol decifra sei ransomware e arresta 574 sospetti nell’operazione Sentinel

di Redazione
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L’operazione Sentinel, coordinata da Interpol, segna uno dei più ampi interventi internazionali contro il cybercrime organizzato mai condotti nel continente africano. Nel primo periodo emergono tutti gli elementi chiave dell’azione: sei varianti di ransomware decifrate, 574 arresti, 2,75 milioni di euro recuperati e indagini che collegano le attività criminali a perdite finanziarie superiori a 19,25 milioni di euro. L’operazione si è svolta tra il 27 ottobre e il 27 novembre 2025, coinvolgendo le forze dell’ordine di 19 Paesi africani e una rete estesa di partner internazionali pubblici e privati. Il quadro che ne emerge è quello di un cybercrime sempre più sofisticato, capace di colpire settori critici come finanza ed energia, ma anche di una risposta coordinata che dimostra come la cooperazione transnazionale possa produrre risultati concreti, sia sul piano repressivo sia su quello tecnico.

Panoramica dell’operazione Sentinel e contesto africano

L’operazione Sentinel nasce come risposta diretta all’accelerazione degli attacchi informatici in Africa, un continente sempre più integrato nei flussi finanziari globali e, di conseguenza, sempre più esposto a minacce come business email compromise, estorsioni digitali e ransomware. Interpol ha assunto il ruolo di coordinamento centrale, facilitando lo scambio di intelligence, l’analisi tecnica dei malware e le azioni operative sul territorio.

Nel corso di un solo mese, gli investigatori hanno analizzato centinaia di casi, ricostruendo connessioni tra campagne apparentemente isolate e reti criminali strutturate. L’azione non si è limitata agli arresti, ma ha incluso la rimozione di oltre 6.000 link malevoli, la chiusura di infrastrutture utilizzate per phishing e la disarticolazione di canali di riciclaggio dei proventi illeciti. Le indagini hanno evidenziato come molte delle operazioni criminali sfruttassero l’asimmetria normativa e tecnologica tra Paesi, rendendo indispensabile un approccio coordinato su scala regionale.

Arresti, indagini e recupero dei fondi illeciti

Uno dei risultati più rilevanti dell’operazione Sentinel è il numero di 574 arresti, che colpiscono direttamente il capitale umano delle reti di cybercrime. I sospetti fermati sono collegati a una vasta gamma di attività, dal BEC alle estorsioni digitali, fino alla gestione operativa di infrastrutture ransomware.

Sul piano finanziario, le autorità hanno recuperato 2,75 milioni di euro in proventi illeciti, una cifra che, pur rappresentando solo una parte delle perdite complessive stimate, ha un forte valore simbolico e operativo. Le indagini hanno collegato i casi analizzati a danni economici per 19,25 milioni di euro, dimostrando la portata sistemica del fenomeno. In diversi casi, le forze dell’ordine sono riuscite a bloccare trasferimenti in tempo reale, interrompendo flussi di denaro prima che potessero essere prelevati o riciclati.

Un esempio emblematico arriva dal Senegal, dove un tentativo di frode BEC da 7,24 milioni di euro ai danni di una compagnia petrolifera è stato fermato grazie a un intervento tempestivo, con il congelamento dei conti coinvolti. Questo tipo di risposta rapida evidenzia il valore dell’intelligence condivisa e della cooperazione bancaria internazionale.

La decifrazione di sei varianti di ransomware

Dal punto di vista tecnico, la decifrazione di sei varianti distinte di ransomware rappresenta uno dei successi più significativi dell’operazione Sentinel. Gli esperti hanno condotto attività di reverse engineering approfondito, individuando errori di implementazione, pattern crittografici ricorrenti e debolezze logiche nei codici sviluppati dai gruppi criminali.

In Ghana, un caso particolarmente rilevante ha coinvolto un’istituzione finanziaria colpita da un attacco ransomware che aveva criptato circa 100 TB di dati. Grazie allo sviluppo di un tool di decifrazione personalizzato, le autorità sono riuscite a recuperare 30 TB di informazioni, riducendo in modo significativo l’impatto operativo e finanziario per la vittima. Questo strumento è stato successivamente condiviso con partner internazionali, ampliandone l’efficacia oltre il singolo caso.

Le decifrazioni non solo consentono il recupero dei dati, ma indeboliscono anche il modello di business dei ransomware, riducendo la probabilità che le vittime paghino riscatti e aumentando il rischio operativo per i criminali.

Casi nazionali e operazioni transfrontaliere

L’operazione Sentinel ha prodotto risultati concreti in numerosi Paesi africani, mostrando l’efficacia delle azioni transfrontaliere. In Ghana e Nigeria, le autorità hanno smantellato una truffa che aveva colpito oltre 200 vittime, con un danno complessivo di 367.000 euro. L’operazione ha portato all’arresto di dieci sospetti e al sequestro di circa cento dispositivi utilizzati per le attività fraudolente.

In Benin, le forze dell’ordine hanno effettuato 106 arresti, rimuovendo 43 domini malevoli e chiudendo 4.318 account social utilizzati per campagne di scam. In Camerun, una risposta rapida a una truffa legata alla vendita online di veicoli ha permesso di tracciare un server compromesso e di congelare i conti bancari associati in poche ore, evitando ulteriori perdite.

Mappa della Guerra Cibernetica

Questi casi dimostrano come la capacità di agire rapidamente, supportata da intelligence condivisa e strumenti tecnici avanzati, possa ridurre in modo significativo l’impatto del cybercrime anche in contesti complessi.

Il ruolo dei partner privati nella lotta al cybercrime

Un elemento centrale del successo dell’operazione Sentinel è stata la collaborazione con partner privati specializzati. Aziende come Team Cymru, The Shadowserver Foundation, Trend Micro, TRM Labs e Uppsala Security hanno fornito supporto cruciale.

Il contributo di questi soggetti ha incluso il tracciamento degli indirizzi IP, l’analisi delle infrastrutture di comando e controllo, il monitoraggio delle transazioni in criptovaluta e il congelamento dei fondi illeciti. L’integrazione di dati e competenze private nelle operazioni di Interpol ha amplificato la capacità investigativa, dimostrando il valore delle collaborazioni pubblico-private nella risposta alle minacce digitali.

Dichiarazioni ufficiali e messaggi strategici

Nel commentare i risultati dell’operazione, Neal Jetton, direttore del cybercrime di Interpol, ha sottolineato come i risultati riflettano l’impegno crescente delle agenzie africane nel contrasto alle minacce digitali, in collaborazione con partner internazionali. Jetton ha evidenziato l’accelerazione di attacchi sofisticati contro settori critici come finanza ed energia, ribadendo la necessità di mantenere alta l’attenzione e di investire in capacità investigative avanzate.

Le dichiarazioni ufficiali hanno anche una funzione deterrente, segnalando ai gruppi criminali che l’uso di ransomware e frodi digitali comporta rischi crescenti di identificazione, arresto e perdita dei profitti illeciti.

Impatto globale e lezioni apprese

L’impatto dell’operazione Sentinel va oltre i confini africani. La decifrazione dei ransomware e la condivisione dei tool sviluppati contribuiscono alla sicurezza globale, fornendo risorse utili anche ad altre giurisdizioni. Gli arresti interrompono reti transnazionali, mentre il recupero dei fondi riduce la liquidità disponibile per future attività criminali.

Tra le principali lezioni apprese emerge l’importanza di risposte rapide, di un’intelligence condivisa e di una cooperazione strutturata tra Paesi e settori diversi. L’operazione ha anche messo in luce vulnerabilità persistenti in infrastrutture critiche e sistemi finanziari, indicando la necessità di investimenti continui in hardening, formazione e monitoraggio.

Evoluzione del cybercrime in Africa e prospettive future

Secondo Interpol, il cybercrime in Africa sta evolvendo rapidamente, con un aumento di attacchi ransomware mirati e di frodi BEC su larga scala. I criminali sfruttano criptovalute e infrastrutture globali per anonimizzare i flussi finanziari, mentre le differenze di capacità tra Paesi creano superfici di attacco eterogenee.

Per il futuro, Interpol prevede un’intensificazione di operazioni simili a Sentinel, con un uso crescente di analisi avanzate e strumenti basati su AI per correlare dati, anticipare minacce e supportare le forze dell’ordine locali. Il rafforzamento delle partnership pubblico-private e il capacity building regionale rappresentano elementi chiave per contrastare un fenomeno che rimane intrinsecamente globale.