Il panorama Linux di fine 2025 registra un’accelerazione significativa su tre fronti distinti ma complementari: desktop, embedded e kernel. Da un lato elementary rilascia elementary OS 8.1, introducendo Wayland come sessione predefinita e un supporto ARM64 finalmente maturo; dall’altro Raspberry Pi aggiorna il proprio strumento di flashing con Raspberry Pi Imager 2.0.3, puntando su affidabilità e analisi delle prestazioni; sul fronte più tecnico, una guida aggiornata mostra come installare il kernel Linux 6.18 LTS su Ubuntu 25.10 e 25.04, aprendo l’accesso a nuove funzionalità di lungo periodo. Nel primo periodo si concentrano quindi Wayland, ARM64, embedded e kernel LTS, elementi che delineano una direzione chiara: Linux continua a evolvere come piattaforma unificata, capace di coprire desktop moderni, dispositivi a basso consumo e infrastrutture avanzate.
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elementary OS 8.1: Wayland diventa la norma
Con elementary OS 8.1, il progetto elementary compie uno dei passaggi più attesi dalla comunità: Wayland diventa la sessione predefinita, affiancata da una sessione X11 Classic mantenuta come fallback. La distribuzione resta basata su Ubuntu 24.04.3 LTS e utilizza il kernel Linux 6.14, ma il cambio di paradigma grafico segna un’evoluzione strutturale dell’esperienza desktop.

Wayland porta con sé scaling frazionario più affidabile, gestione avanzata dei multi-monitor e una superficie di attacco ridotta rispetto a X11. elementary rafforza questo passaggio introducendo la Secure Session, che protegge i dialoghi di autenticazione da tentativi di furto del focus, attenuando lo schermo durante l’inserimento della password. Il risultato è un desktop più coerente con le aspettative moderne in termini di sicurezza e fluidità visiva.
Pantheon evolve tra nuove app e usabilità

L’ambiente desktop Pantheon riceve aggiornamenti diffusi che puntano a migliorare sia la produttività sia l’accessibilità. Arriva una nuova applicazione Monitor, dedicata al controllo di risorse di sistema e processi, mentre Maps debutta come fork di Atlas Maps, con supporto a mappe globali e link geo://. Queste aggiunte colmano lacune storiche dell’ecosistema elementary, riducendo la dipendenza da software di terze parti.

Il Dock viene ripensato per gestire meglio applicazioni in background e spazi di lavoro multipli, mostrando indicatori più chiari quando più finestre appartengono alla stessa app. Funzioni come Pressure Reveal e l’integrazione della vista Multitasking migliorano l’interazione su touchpad e display ad alta densità. Sul fronte estetico, notifiche con angoli arrotondati e blur-behind, icone aggiornate e un contrasto più marcato rendono l’interfaccia più leggibile, soprattutto in modalità scura.
ARM64 e hardware: elementary guarda oltre il PC tradizionale
Uno dei punti più rilevanti di elementary OS 8.1 è il supporto ARM64 esteso. La distribuzione ora funziona su dispositivi con firmware UEFI, inclusi Raspberry Pi configurati in modalità UEFI e sistemi Apple Silicon. Questo amplia notevolmente il bacino di utenza, allineando elementary alle tendenze che vedono ARM sempre più presente anche sul desktop.

Sotto il cofano, l’adozione di Mesa 25.0.7 migliora lo stack grafico, con benefici tangibili su GPU moderne e applicazioni che sfruttano accelerazione hardware. Il supporto per webcam, gamepad, controller USB, microfoni e Wi-Fi risulta più solido, confermando l’obiettivo di elementary di offrire un’esperienza “just works” anche su hardware non convenzionale.
Raspberry Pi Imager 2.0.3: più controllo e meno errori
Sul versante embedded, Raspberry Pi Imager 2.0.3 introduce miglioramenti mirati ma cruciali per chi lavora con microSD e dispositivi USB. Il tool, usato per installare Raspberry Pi OS e altre distribuzioni, migliora il filtraggio delle unità su Linux, riducendo il rischio di selezionare dischi di sistema per errore, una delle criticità più temute dagli utenti.
Il supporto all’I/O asincrono su tutte le piattaforme consente operazioni di scrittura più efficienti, mentre il rilevamento dei colli di bottiglia in tempo reale fornisce un breakdown dettagliato dei tempi spesi in rete, decompressione e scrittura. Questo rende Imager non solo uno strumento di flashing, ma anche un mezzo di analisi delle prestazioni, utile per sviluppatori e hobbisti.
AppImage, NVMe e affidabilità cross-platform
La versione 2.0.3 migliora anche la compatibilità AppImage su Linux, rilevando correttamente i bundle di certificati CA anche su distribuzioni con percorsi non standard. Su Windows viene affinata la gestione di dispositivi NVMe over Fabrics, mentre meccanismi di timeout proteggono operazioni delicate come BLKDISCARD e la scrittura dei settori finali del dispositivo.
Il risultato è uno strumento più robusto, disponibile come binario universale 64-bit e ARM64, con interfacce sia GUI sia CLI. Per l’ecosistema Raspberry Pi, questo significa setup più rapidi e meno errori, soprattutto in contesti educativi e di prototipazione.
Kernel Linux 6.18 LTS: novità e installazione su Ubuntu
Il terzo pilastro di queste novità riguarda il kernel Linux 6.18 LTS, rilasciato il 30 novembre 2025. Una guida dettagliata spiega come installarlo su Ubuntu 25.10 e 25.04 utilizzando pacchetti Mainline, sia tramite interfaccia grafica sia via CLI. È un passaggio rivolto a utenti consapevoli, dato che i kernel mainline non ricevono supporto ufficiale dal team Ubuntu.
Tra le novità tecniche spicca l’introduzione dei driver Rust Binder, che rafforzano l’uso di Rust nel kernel per componenti critici, puntando a una maggiore sicurezza della memoria. Arriva anche un nuovo target dm-pcache per device-mapper, capace di usare memoria persistente come cache per dispositivi di archiviazione più lenti, con benefici diretti sulle prestazioni I/O.
Strumenti e precauzioni per il kernel mainline
La guida suggerisce l’uso dello strumento Mainline Kernels, che semplifica la selezione e l’installazione del kernel 6.18, gestendo automaticamente gli aggiornamenti minori come 6.18.1. In alternativa, la procedura CLI prevede il download manuale dei pacchetti .deb per architetture amd64 o AArch64, con installazione tramite dpkg. Viene ribadita l’importanza delle precauzioni: in caso di problemi, è possibile accedere alle opzioni avanzate del bootloader e tornare al kernel predefinito. Questo approccio consente di sperimentare nuove funzionalità senza compromettere la stabilità del sistema.
Un ecosistema Linux sempre più coeso
Nel complesso, queste tre novità raccontano un Linux in piena evoluzione. elementary OS 8.1 consolida Wayland e apre definitivamente ad ARM64; Raspberry Pi Imager 2.0.3 rende più affidabile l’accesso al mondo embedded; il kernel 6.18 LTS introduce innovazioni che guardano a sicurezza e prestazioni di lungo periodo. Per utenti e sviluppatori, il messaggio è chiaro: l’ecosistema open source continua a maturare, offrendo strumenti più efficienti, sicuri e trasversali rispetto alle piattaforme hardware.