Il mondo Linux continua a muoversi come un laboratorio a cielo aperto, dove ogni aggiornamento del kernel o delle distribuzioni principali produce effetti concreti su hardware, aziende e utenti finali. Emergono subito i nodi centrali: Qualcomm Snapdragon X Elite mostra regressioni significative nei benchmark Linux più recenti; AMD ottiene un inatteso boost fino al 30% sulle GPU legacy grazie al kernel 6.19; Meta adotta nei propri data center lo scheduler Linux sviluppato per lo Steam Deck; Arch Linux elimina il supporto ufficiale alle GPU Nvidia Pascal, costringendo migliaia di utenti a soluzioni manuali. Quattro storie diverse, unite da un filo comune: l’evoluzione dell’ecosistema open source non è mai neutra, ma redistribuisce vantaggi e costi lungo tutta la filiera tecnologica.
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Snapdragon X Elite e le regressioni Linux che frenano l’ARM
I test pubblicati da Phoronix sul Snapdragon X Elite evidenziano un problema ormai ricorrente per l’ARM su desktop Linux: il potenziale hardware esiste, ma il supporto software resta immaturo. I benchmark sono stati eseguiti su Ubuntu 25.10 utilizzando i pacchetti X1E Concept sviluppati da Linaro, pensati proprio per migliorare prestazioni e stabilità del SoC Qualcomm.

I risultati, però, mostrano regressioni evidenti rispetto ai test di settembre. In diversi workload, le prestazioni del Snapdragon X Elite scendono a livelli paragonabili a Intel Tiger Lake di cinque anni fa, soprattutto in ambito multi-thread. Il single-thread rimane relativamente stabile, ma emergono problemi termici che portano a throttling aggressivo durante carichi prolungati.
Il paradosso del chip ARM più atteso
Il paradosso è evidente. Snapdragon X Elite nasce per competere frontalmente con Intel e AMD nel segmento laptop, puntando su efficienza energetica eccellente e prestazioni medio-alte. Su Windows, il chip dimostra gran parte di questo potenziale. Su Linux, invece, persistono colli di bottiglia legati a power management, scheduler e driver.

La collaborazione tra Qualcomm e Linaro continua, e gli sviluppatori stanno già spingendo patch upstream, ma i test Phoronix indicano che aggiornamenti recenti del kernel e dello stack software hanno introdotto conflitti inattesi. Il risultato è un’adozione Linux ancora frenata, nonostante l’interesse crescente della community ARM. Snapdragon X Elite resta promettente, ma per l’ecosistema open source è l’ennesima dimostrazione che l’hardware non basta senza una maturazione profonda del software.
Kernel Linux 6.19 e la rinascita delle GPU AMD legacy
All’estremo opposto, AMD incassa uno dei risultati più positivi degli ultimi anni sul fronte Linux. Con il kernel 6.19, il driver AMDGPU diventa ufficialmente il driver predefinito anche per le architetture GCN 1.0 e 1.1, mandando in pensione lo storico driver Radeon dopo oltre vent’anni di servizio.
Il cambiamento riguarda GPU come Radeon HD 7000 e HD 8000 OEM, che registrano in alcuni workload un boost di prestazioni fino al 30%. Il guadagno deriva soprattutto dall’integrazione nativa con Mesa RADV Vulkan, dall’attivazione predefinita di audio HDMI, accelerazione video e da nuove funzionalità grafiche.
Vulkan e ray tracing emulato su hardware di 13 anni fa
Uno degli aspetti più simbolici è l’arrivo del ray tracing emulato via shader anche su GPU lanciate oltre tredici anni fa. Nei test, una Radeon HD 7770 riesce ad avviare carichi con RT emulato, come nel tool di Black Myth: Wukong, seppur a risoluzioni bassissime, frame rate ridotti e output fortemente pixelato. Non è gaming moderno, ma è una dimostrazione concreta della longevità dello stack open source AMD.
Il confronto con architetture più recenti resta impietoso: una RDNA2 mantiene un vantaggio di circa 40% anche contro RT emulato, mentre GPU Polaris come RX 480 gestiscono solo carichi minimi. Tuttavia, il messaggio è chiaro: AMDGPU estende la vita utile dell’hardware legacy, offrendo funzionalità moderne dove prima c’erano limiti strutturali.
Meta porta lo scheduler dello Steam Deck nei data center
Un altro sviluppo rilevante arriva dal mondo enterprise. Meta ha adottato nei propri data center lo scheduler SCX-LAVD, originariamente sviluppato da Valve per lo Steam Deck. Nato per evitare frame drop nei videogiochi handheld, lo scheduler è stato adattato per gestire workload server a bassa latenza su macchine con centinaia di core CPU.
SCX-LAVD osserva dinamicamente il comportamento dei task — pattern di sleep, wake e block — e assegna deadline virtuali più aggressive ai processi sensibili alla latenza. Nei data center Meta, questo approccio riduce slow request, ritardi nei messaggi e violazioni degli SLO senza richiedere configurazioni manuali o priority tagging per singolo servizio.
Dallo Steam Deck ai cluster hyperscale
L’adattamento non è stato banale. Nei server Meta, la contention multi-core, le code condivise e gli interrupt di rete alterano il comportamento dei core. Gli ingegneri hanno modificato la logica di fairness e accounting per trattare i core più colpiti da interrupt come se fossero CPU più lente, preservando la località di cache e la reattività dei task critici.
Il risultato è uno scheduler auto-adattivo, capace di funzionare su fleet enormi senza tuning per workload specifici. Meta ha distribuito SCX-LAVD in produzione e sta condividendo le modifiche upstream, trasformando un’innovazione nata nel gaming portatile in una tecnologia chiave per data center globali.
Arch Linux taglia il supporto alle GPU Nvidia Pascal
Non tutti gli aggiornamenti, però, portano benefici universali. Arch Linux ha annunciato la rimozione del supporto ufficiale alle GPU Nvidia Pascal, passando al driver Nvidia 590 come default. Questo driver non supporta le architetture Pascal, inclusa la popolare GTX 10-series, e segue la decisione di Nvidia di terminare il supporto attivo a luglio scorso.

Nvidia garantisce solo aggiornamenti di sicurezza trimestrali per Pascal e Maxwell fino a ottobre 2028, ma senza nuove funzionalità o ottimizzazioni. Arch, fedele al modello rolling-release, è la prima grande distribuzione a recepire pienamente questo cambio di rotta.
Driver obsoleti e manutenzione manuale
Gli utenti GTX 10-series su Arch sono ora costretti a disinstallare i pacchetti ufficiali e ricorrere a driver legacy come nvidia-580xx-dkms, mantenuti dalla community. La soluzione consente di continuare a usare l’hardware per gaming e lavoro di base, ma non garantisce compatibilità futura con nuovi titoli o aggiornamenti grafici.
L’alternativa open source, Nouveau, offre solo supporto basilare e non è comparabile in termini di prestazioni. Il confronto con AMD è inevitabile: mentre le GPU GCN ricevono nuova vita grazie ad AMDGPU, l’hardware Nvidia legacy resta vincolato a driver proprietari e a scelte unilaterali del vendor.
Un ecosistema Linux sempre più selettivo
Questi quattro casi mostrano un Linux sempre più selettivo e stratificato. L’open source premia chi investe in driver aperti e upstream costante, come AMD, e mette in difficoltà chi dipende da stack proprietari o da supporto software ancora acerbo, come nel caso di Qualcomm ARM o Nvidia legacy.
Allo stesso tempo, Linux dimostra una capacità unica di trasferire innovazione tra mondi diversi: uno scheduler nato per una console portatile diventa uno strumento chiave per data center hyperscale. È questa asimmetria — regressioni improvvise da un lato, salti evolutivi dall’altro — a definire oggi il rapporto tra Linux e l’hardware.
Domande Frequenti sugli aggiornamenti Linux e Hardware
Perché Snapdragon X Elite è più lento nei nuovi benchmark Linux?
I test recenti mostrano regressioni prestazionali dovute principalmente a problemi di gestione termica (thermal throttling) e a un supporto software ancora immaturo nel kernel Linux. Le modifiche recenti al power management sembrano aver introdotto conflitti che limitano le prestazioni multi-thread, portandole ai livelli di chip Intel di 5 anni fa.
Cosa cambia per chi possiede vecchie schede video AMD Radeon?
Con il kernel Linux 6.19, le GPU basate su architettura GCN 1.0 e 1.1 (come le Radeon HD 7000/8000) utilizzano ora di default il driver moderno “AMDGPU” invece del vecchio “Radeon”. Questo garantisce un aumento delle prestazioni fino al 30%, supporto alle API Vulkan e funzionalità moderne come l’audio via HDMI.
Perché Meta sta usando lo scheduler del Steam Deck?
Meta ha scoperto che lo scheduler SCX-LAVD, creato da Valve per ridurre la latenza nei giochi su Steam Deck, è estremamente efficace anche per i server. Riesce a identificare automaticamente i processi critici (come la messaggistica) e dar loro priorità, migliorando la reattività dei servizi senza bisogno di configurazioni manuali complesse.
Posso ancora usare la mia Nvidia GTX 1060 su Arch Linux?
Sì, ma non con i driver ufficiali di default. Arch Linux è passata ai driver Nvidia versione 590, che non supportano più l’architettura Pascal (serie GTX 10). Gli utenti devono installare manualmente i driver legacy (versione 580xx) tramite pacchetti come DKMS per continuare a utilizzare queste schede.