Il settore globale dei semiconduttori attraversa una fase di ridefinizione profonda, in cui commercio, sicurezza nazionale e competizione tecnologica si intrecciano senza soluzione di continuità. Nel primo periodo emergono tutti gli snodi centrali: Nvidia prepara la spedizione legale di decine di migliaia di GPU H200 verso la Cina dopo un allentamento mirato delle restrizioni statunitensi; in Corea del Sud, le autorità arrestano dieci ex dipendenti di Samsung Electronics per spionaggio industriale legato alla tecnologia DRAM a 10 nm; a Hong Kong, Biren Intelligent Technology avvia il bookbuilding per una IPO che punta a raccogliere centinaia di milioni di euro. Tre eventi distinti, ma uniti da un’unica traiettoria: la corsa globale al controllo dell’hardware AI e delle competenze critiche che lo rendono possibile.
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Nvidia prepara le spedizioni di H200 verso la Cina
Nvidia si appresta a spedire fino a 80.000 GPU H200 in Cina prima del Capodanno lunare, con le prime consegne previste a metà febbraio, subordinate all’approvazione delle autorità cinesi. Si tratta della prima esportazione legale di silicio AI di questo livello verso il mercato cinese dal 2022. La decisione segue un allentamento selettivo delle sanzioni USA all’inizio di dicembre, che consente l’export di H200 attraverso un processo di approvazione inter-agenzia e l’applicazione di un prelievo del 25% dei ricavi destinato al Tesoro statunitense.

L’H200, basata su architettura Hopper, offre prestazioni nettamente superiori rispetto alle varianti progettate per aggirare i precedenti vincoli, come l’H20. Integra memoria HBM3e con una capacità fino a 141 GB, garantendo throughput e banda di memoria che superano le alternative domestiche cinesi. Sul piano software, la piena compatibilità con CUDA rappresenta un vantaggio immediato per le imprese cinesi, che possono integrare l’hardware nei workflow esistenti senza costi di migrazione.
Domanda repressa e dipendenza tecnologica
Negli ultimi due anni, molte aziende cinesi hanno accumulato una domanda repressa di acceleratori AI avanzati, ricorrendo in alcuni casi a canali grigi o neri, oppure ripiegando su chip domestici con prestazioni inferiori. L’apertura regolata alle H200 riduce il ricorso a questi canali e stabilizza la supply, ma introduce un paradosso strategico: da un lato accelera l’innovazione in settori come sanità, automotive e visione computazionale, dall’altro rafforza la dipendenza da tecnologia statunitense, rallentando gli obiettivi di autosufficienza AI fissati da Pechino per il 2030.
Non a caso, le autorità cinesi hanno convocato riunioni di emergenza per valutare l’impatto delle importazioni H200. Tra le opzioni sul tavolo c’è l’ipotesi di abbinare gli acquisti Nvidia a chip domestici, per sostenere vendor locali come Cambricon e Moore Threads. La mossa trasformerebbe le H200 in un ponte temporaneo, utile a colmare il gap mentre l’ecosistema nazionale matura.
Spionaggio industriale: arresti tra ex dipendenti Samsung
In Corea del Sud, la competizione tecnologica assume contorni giudiziari. Le autorità hanno arrestato dieci ex dipendenti Samsung Electronics con l’accusa di aver trasferito illegalmente tecnologia DRAM a 10 nm alla cinese ChangXin Memory Technologies. Tra gli arrestati figurano cinque figure chiave dello sviluppo, inclusi un ex dirigente e responsabili di sezione R&D. L’indagine si basa sull’Atto di Protezione della Tecnologia Industriale, uno dei pilastri della difesa del know-how sudcoreano.
Secondo la procura, un ex executive, indicato come Mr. A, avrebbe supervisionato direttamente lo sviluppo della DRAM a 10 nm per CXMT, mentre un altro ex dipendente, Mr. B, avrebbe trascritto manualmente documenti sensibili per evitare i sistemi di rilevamento digitale. All’epoca, Samsung era l’unico produttore di massa di DRAM a 10 nm, e il leak ha consentito a CXMT di realizzare nel 2023 il primo DRAM a 10 nm prodotto in Cina, aprendo la strada alla produzione di HBM2 nel 2024.
Impatto economico e sicurezza della supply chain
Le autorità stimano che il danno per Samsung e per l’economia sudcoreana ammonti a trilioni di won, con un calo delle vendite di circa 3,4 miliardi di euro nell’ultimo anno. CXMT potrebbe arrivare a catturare fino al 15% del mercato nei prossimi anni, intensificando la concorrenza in un settore dominato da Samsung, Micron e SK Hynix.
Il caso evidenzia una vulnerabilità strutturale della supply chain globale: la competizione non si gioca solo su capitali e impianti, ma anche sulla mobilità dei talenti. La Corea del Sud ha annunciato un rafforzamento delle misure di sicurezza interna, con protocolli più stringenti, formazione del personale e cooperazione internazionale. L’obiettivo è duplice: deterrenza immediata e protezione di un vantaggio tecnologico costruito in decenni.
Biren avvia l’IPO a Hong Kong
Sul fronte finanziario, Biren Intelligent Technology ha avviato il bookbuilding per la propria IPO a Hong Kong, puntando a raccogliere fino a 572 milioni di euro. L’offerta prevede circa 247,7 milioni di azioni, con una forchetta di prezzo compresa tra 2 e 2,26 euro per azione, e l’avvio delle negoziazioni fissato per il 2 gennaio 2026. Biren diventa così il primo sviluppatore GPU della Cina continentale a quotarsi a Hong Kong, inaugurando l’anno per il mercato locale.
L’operazione ha già attirato 23 investitori cornerstone, con impegni per 342 milioni di euro, tra cui Qiming Venture Partners, Ping An Group, UBS e Digital China. Il lock-up di sei mesi segnala una scommessa di medio periodo su un’azienda considerata uno dei “quattro piccoli draghi” cinesi delle GPU, insieme a Moore Threads, MetaX ed Enflame.
IPO, sanzioni e ambizioni GPU cinesi
Biren sviluppa GPU per carichi AI e data center, con la serie BR che cerca di competere con Nvidia in contesti regolati. Le sanzioni USA limitano l’accesso a tecnologie avanzate e a determinate fonderie, ma l’IPO fornisce capitale fresco per R&D, espansione del team ingegneristico e sviluppo software compatibile con framework open source. Hong Kong funge da hub finanziario relativamente neutrale, consentendo l’accesso a capitali globali senza l’esposizione diretta ai mercati statunitensi.
L’interesse degli investitori si inserisce in un trend più ampio: diverse startup GPU cinesi hanno registrato forti rialzi post-listing, alimentando l’idea che Pechino possa costruire un ecosistema hardware alternativo nel medio termine. Tuttavia, il gap con Nvidia resta significativo, soprattutto sul piano software e dell’efficienza energetica.
Un equilibrio instabile tra apertura e controllo
Le spedizioni H200, gli arresti per spionaggio e l’IPO Biren descrivono un equilibrio instabile. Gli Stati Uniti consentono esportazioni controllate per monetizzare il vantaggio tecnologico e ridurre il mercato nero, mentre mantengono barriere su generazioni future come Blackwell e Rubin. La Cina, dal canto suo, accetta temporaneamente la dipendenza pur di sostenere la crescita dell’AI, ma accelera investimenti e protezioni per colmare il divario.
Nel mezzo, aziende come Nvidia, Samsung e Biren navigano un contesto in cui compliance, sicurezza e competitività diventano variabili strategiche tanto quanto le prestazioni dei chip. Il risultato è un mercato dei semiconduttori sempre più multipolare, dove ogni decisione industriale ha conseguenze geopolitiche immediate.
Perché Nvidia può spedire nuovamente le H200 in Cina?
Gli Stati Uniti hanno allentato parzialmente le restrizioni all’inizio di dicembre, permettendo l’export delle GPU H200 attraverso un processo di approvazione speciale. Nvidia deve comunque versare un prelievo del 25% sui ricavi di queste vendite al Tesoro degli Stati Uniti.
Che tipo di tecnologia è stata rubata a Samsung?
Dieci ex dipendenti sono accusati di aver trasferito illegalmente la tecnologia per la produzione di memorie DRAM a 10 nm. Questo furto ha permesso all’azienda cinese CXMT di accelerare il proprio sviluppo, riducendo il gap tecnologico con i produttori coreani.
Quali sono le caratteristiche tecniche della Nvidia H200?
La H200 è basata sull’architettura Hopper e integra memorie HBM3e ad alta velocità con una capacità fino a 141 GB. Offre prestazioni nettamente superiori rispetto ai modelli depotenziati (come H20) ed è pienamente compatibile con la piattaforma software CUDA.
Cosa significa l’IPO di Biren a Hong Kong per il mercato?
Biren è il primo sviluppatore di GPU della Cina continentale a quotarsi a Hong Kong. L’operazione serve a raccogliere capitali (fino a 572 milioni di euro) per finanziare la ricerca e sviluppo, nel tentativo di creare alternative domestiche alle GPU di Nvidia nonostante le sanzioni internazionali.