Truffa telefonica “ASL–ASI”: come riconoscerla e difendersi

di Redazione
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Negli ultimi giorni si è diffusa in tutta Italia una nuova frode telefonica che sfrutta la credibilità delle Aziende sanitarie locali (ASL). Il raggiro gioca su un sottile inganno grafico: nei messaggi appare la sigla «ASI», con la “I” maiuscola fatta passare per “L” minuscola, così da far credere all’utente di trovarsi di fronte a una comunicazione dell’ASL di riferimento. Il risultato è un’ondata di chiamate a un numero verde apparentemente gratuito che, in realtà, prosciuga il credito o genera addebiti pesanti in bolletta.

Come si presenta la truffa

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Truffa telefonica “ASL–ASI”: come riconoscerla e difendersi 7

Il meccanismo inizia con un SMS dall’oggetto rassicurante: si informano i cittadini della necessità di “una comunicazione che la riguarda”. Il testo rimanda a un numero verde – spesso un 895 o un 848 – che dovrebbe mettere in contatto con l’ufficio «ASI». Chi chiama viene accolto da un operatore (o da un centralino registrato) che chiede di attendere.

Più lunga è la musica d’attesa, più salgono i costi: la linea reindirizza infatti a numerazioni a tariffazione speciale, mascherate da servizio pubblico.

Perché sta funzionando

Questa truffa sfrutta tre leve psicologiche. La prima è l’ambiguità della sigla: la differenza tra “ASI” e “ASL” è impercettibile a occhi non allenati, specie fra anziani o persone in attesa di un appuntamento sanitario. La seconda leva è la diffusione capillare: il bacino potenziale comprende chiunque abbia rapporti con la sanità pubblica o con i consorzi industriali del meridione. Infine c’è il micro-addebito: non si parla di somme eclatanti, ma di decine di euro per chiamata, cifre che molti scoprono solo a distanza di settimane, controllando il dettaglio bolletta o subito perchè esaurisce il credito.

Come difendersi in tre mosse

  1. Verificare la sigla e il mittente. Se il messaggio cita “ASI” al posto di “ASL”, è già un campanello d’allarme; conviene controllare sul sito ufficiale della propria Azienda sanitaria se quel numero esiste davvero.
  2. Usare soltanto numeri ufficiali. Gli sportelli ASL pubblicano i propri contatti istituzionali online; meglio comporli a mano piuttosto che cliccare su link ricevuti via SMS.
  3. Bloccare le numerazioni premium. Tutti gli operatori telefonici, su richiesta gratuita, disattivano le chiamate verso numeri a tariffazione speciale: un modo semplice per neutralizzare il rischio economico.

Cosa fare se si è già caduti nel tranello

Chi ha chiamato il finto numero verde e nota addebiti anomali dovrebbe innanzitutto contattare il proprio operatore per contestare le cifre e chiedere il dettaglio traffico. In seconda battuta è utile denunciare l’accaduto alla Polizia Postale o ai Carabinieri, fornendo copia del messaggio e, se possibile, una registrazione della chiamata. Avvisare familiari e conoscenti – in particolare gli anziani – rimane la forma di prevenzione più efficace.

L’appello alle autorità

Il fenomeno non soltanto svuota il credito degli utenti, ma ingolfa i centralini dei veri Consorzi ASI (le agenzie di sviluppo industriale, del tutto estranee alla sanità), costretti a spiegare l’equivoco via telefono ed hanno diramato una comunicazione ufficiale. Gli inquirenti dovrebbero mappare i numeri incriminati, risalire agli esercenti delle linee premium e oscurare i servizi di invio massivo che generano gli SMS.

Segnalaci una Truffa

Un ente pubblico non chiede mai dati sensibili o aggiornamenti sanitari attraverso numeri non ufficiali. Di fronte a una sigla sospetta e a un invito a richiamare, la prudenza impone un passo indietro: verificare, informarsi e, se necessario, rivolgersi alla propria ASL con i canali istituzionali. Solo così si evita di cadere in trappole che, un euro alla volta, continuano a mietere vittime in tutta la Penisola.

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