Mainstream di agosto: scandali sanitari, Gaza e football leaks trascinano l’attenzione.

di Livio Varriale
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La ricerca OSINT di Matrice Digitale per il mese di agosto ha monitorato l’attività su X delle principali testate italiane e dei relativi hashtag, utilizzando Antares per l’estrazione dei contenuti e Aldebaran per l’analisi del sentiment. Il perimetro ha incluso i profili e le keyword associabili a tempoweb, Corriere, Repubblica, il Fatto Quotidiano, La Stampa, Il Giornale, Libero, La Verità, Avvenire, il Manifesto, Il Tempo (e relative varianti). Il periodo di osservazione va dal 1 al 31 agosto 2025. Nel complesso sono stati analizzati 187.481 post, che hanno generato 935.791 like, 124.621 retweet, 13.134 citazioni e 112.352 commenti. Pur nella stagionalità agostana, il mainstream non è andato “in pausa”: l’attenzione si è spostata verso temi ad alta frizione etica e identitaria, mentre l’amplificazione più efficace è arrivata fuori dai profili editoriali, da reti di influencer e community tematiche.

Scala dell’ecosistema e dinamiche di engagement

La distribuzione dell’attenzione ha premiato i contenuti capaci di incrociare indignazione civica, sanità e Covid-reloaded, conflitti internazionali e retroscena politici. La curva di engagement dimostra che la spinta maggiore non deriva dalla frequenza di pubblicazione, ma dalla capacità di innescare conversazioni che travalicano il recinto delle redazioni e si innestano in comunità già mobilitate su temi divisivi. Il risultato è un ecosistema in cui pochi contenuti-evento assorbono porzioni rilevanti di interazioni, mentre la coda lunga delle notizie ordinarie rimane su valori di conversazione medio-bassi. Le testate che hanno saputo intercettare frame conflittuali – in particolare su sanità, Gaza e giustizia – hanno ottenuto picchi significativamente superiori alla loro media storica.

I venti post più letti: cosa raccontano della domanda informativa

I 20 tweet più letti del mese incarnano le tensioni politiche italiane, con un mix di scandali domestici e echi internazionali. Al top, Repubblica con 3.079 like per un post sull’animatore pagato 650 euro al mese in un hotel a 4 stelle di Rimini – una denuncia che tocca il nervo dello sfruttamento giovanile, amplificando la narrazione di un’Italia precaria sotto il governo Meloni, dove il lavoro stagionale diventa simbolo di disuguaglianza. Segue un altro di Repubblica (2.171 like) su una paziente che si sente dire “Se vuoi toglierti il reggiseno, fai tutti contenti” al pronto soccorso, un caso che scatena dibattiti su sessismo e sanità pubblica, con implicazioni politiche su un sistema sanitario percepito come degradato. La Stampa irrompe con 2.125 like per il fuorionda Meloni-Trump (“Io non voglio mai parlare con la stampa italiana”), che evidenzia tensioni tra premier e media, rafforzando l’immagine di un governo “anti-establishment” ma anche evasivo. Dominano poi La Verità con post sui vaccini: “Il Cts: «Vaccino? Non scendiamo sotto la fascia 50-59 anni». E poi han fatto gli open day per i ragazzi” (1.806 like), un’inchiesta che rinfocola lo scetticismo no-vax, politicizzando la pandemia come “imposizione statale” e criticando implicitamente ex ministri come Speranza. Simili i video fuorionda su Palù (1.716 like) e il “figlio adottivo” della giudice Apostolico con droga (1.646 like), che alimentano narrazioni anti-magistratura, care alla destra meloniana. Corriere con 1.355 like su una turista che afferra una borseggiatrice 13enne a Venezia tocca temi di sicurezza e immigrazione minorile, mentre Il Manifesto (1.230 like) smonta l’entusiasmo economico di Meloni con dati Istat su Pil rallentato e inflazione, una critica che sottolinea le disuguaglianze sotto un governo “pro-mercato”. Questi tweet non sono neutri: approfondendo, rivelano una polarizzazione dove la destra usa X per “smascherare” il sistema (vaccini, giustizia), mentre la sinistra denuncia ingiustizie sociali, con Gaza (1.105 like su un raid israeliano) come tema trasversale che divide pro-Palestina (Manifesto) da equilibristi (Corriere).

Indignazione civica e sanità

I contenuti di Repubblica sul lavoro stagionale sottopagato e sulla vicenda del pronto soccorso di Roma hanno catalizzato migliaia di like. Il racconto di vulnerabilità individuale e fallimenti istituzionali ha funzionato da trigger emotivo ad ampia presa, spingendo condivisioni e reazioni oltre la bolla politica. Dall’altro lato, La Verità ha incassato performance elevate su CTS, idrossiclorochina, AIFA, Palù, riattivando la filiera di community già sensibili al tema post-pandemico. È la prova che la sanità resta un campo semantico iperreattivo: le narrazioni che oppongono “verità nascoste” e “sistema” generano picchi ricorrenti.

Politica, retroscena e frame internazionali

Il fuorionda di La Stampa su Meloni alla Casa Bianca e i contenuti di Corriere su cronaca e costume hanno offerto incursioni ad alta salienza nell’agenda politica. In parallelo, Gaza e Israele – con Il Manifesto e altre testate – hanno riportato il conflitto in primo piano: lessico di accusa, vittime civili, responsabilità crea polarizzazione in cui l’identità della fonte pesa meno della posizione assunta sul caso.

Sicurezza, ordine pubblico e costume

Dalle denunce sui furti alla discussione su ospitalità e appartenenza, i post più performanti hanno usato il fatto di cronaca come grimaldello per temi valoriali: sicurezza, dignità, rispetto delle regole. Sono contenuti con basso tasso di tecnicismo e alto tasso di identificazione, in grado di mobilitare platee più ampie delle nicchie politico-informate.

Sport come acceleratore trasversale

Il pacchetto di post su calciomercato e Kevin De Bruyne – rilanciati da community internazionali che citano fonti italiane – dimostra come lo sport agisca da ponte: migra audience verso i brand editoriali e legittima la testata come fonte primaria. Qui l’authority del giornale incide più del posizionamento politico, con ricadute positive sull’intero profilo.

Reti di amplificazione: l’engagement nasce fuori dalle redazioni

Gli influencer con più like totali mescolano sport e politica, riflettendo un X ibrido. Filippo Biafora (39.384 like) e Transfer News Live (19.813) dominano con calciomercato (es. Donnarumma a Man City), ma Karina Michelin (14.770) irrompe con un post su Carla Zambelli, deputata italo-brasiliana perseguitata, invocando Meloni e Salvini contro “lawfare” – un appello che politicizza X come piattaforma anti-globalista. Mauro Biani (11.253) e Tommaso Cerno (10.249) aggiungono satira e giornalismo, con Cerno (direttore Il Tempo) che amplifica minacce anarchiche. Tra i tweet top, spicca Transfer News Live su Donnarumma (19.813 like), ma politicamente rilevanti sono Meloni (5.645 like su minacce a Il Tempo) e Francesca Albanese (5.054 like su “bambini bruciati nel forno”, sfidando un deputato). Azzurra Barbuto (4.163 like) difende un medico da accuse di molestie, criticando Repubblica per “scempio del giornalismo”, un attacco che rivela frizioni tra media e influencer di destra. Geopoliticamente, Agustín Gutiérrez Canet (3.952) su Messico-Italia e Albanese su disinformazione (3.814) amplificano dibattiti internazionali, mentre sports tweet su De Bruyne (7.633 like) diluiscono il politico, ma non lo annullano – X resta arena per ibridare intrattenimento e ideologia.

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Mainstream di agosto: scandali sanitari, Gaza e football leaks trascinano l’attenzione. 9

La classifica degli influencer per like mostra in testa Filippo Biafora, Transfer News Live, Karina Michelin, Mauro Biani, City Xtra, Tommaso Cerno, Maddalena Loy, Francesca Albanese, Daniele Capezzone, seguiti da una costellazione di account tematici tra calcio, satira, attivismo e commento politico. Il dato è chiaro: la massa critica di interazioni che consente a un contenuto di “uscire dalla bolla” non è endogena al profilo testata, ma dipende da reti para-editoriali pronte a rilanciare in base a topic-affinity e predisposizione ideologica. Questo meccanismo spiega perché alcuni post di nicchia riescano a superare pezzi “forti” pubblicati dagli stessi giornali. L’editorial brand fornisce l’innesco, ma la propulsione arriva da community che leggono il contenuto come prova a sostegno della propria narrazione preesistente.

Hashtag e traiettorie semantiche

La topica del mese è dominata da #gaza, seguita da #meloni, #ilpeggiore_giornalismo_spazzatura, #trump, #israele, #hamas, #salvini, #ucraina. Accanto ai tag politico-internazionali compaiono marcatori di delegittimazione dei media e nodi tematici italiani come #governomeloni, #almasri, #pontesullostretto, fino a spike di sport come #asroma. L’insieme descrive un mainstream ibrido, in cui la geopolitica e i contenuti civici coesistono con una sfiducia esplicita verso l’informazione e in cui la conversazione scivola con facilità dalla notizia al processo alle intenzioni della testata.

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Mainstream di agosto: scandali sanitari, Gaza e football leaks trascinano l’attenzione. 10

La presenza ripetuta di tag ostili all’ecosistema informativo tradizionale suggerisce una competizione narrativa che non oppone solo “destra vs sinistra”, ma anche “mainstream vs contro-informazione”, con il rischio di una erosione di fiducia trasversale alle linee editoriali.

Sentiment per testata: dove si converte davvero l’attenzione

Aldebaran conferma, sul mese di agosto, un quadro aggregato di 40% positivo, 36% neutro e 25% negativo. Dentro questa cornice, i profili editoriali mostrano traiettorie molto diverse: Repubblica si attesta su 32% positivo, 43% neutro e 25% negativo, segno di un consumo informativo ampio che genera alta neutralità e un negativo fisiologico. Corriere della Sera presenta una struttura equilibrata (40/30/30), tipica di un brand generalista capace di assorbire polarizzazione senza erodere la componente favorevole. La Stampa mantiene un neutro elevato (43%) con 36% positivo e 21% negativo, coerente con un posizionamento orientato a cronaca e retroscena più che a mobilitazione.

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Nel quadrante più identitario, Fatto Quotidiano evidenzia 58% positivo, 12% neutro e 31% negativo: bassa sospensione e forte schieramento, con una quota di negativo che segnala conflitto attorno ai topic trattati. Il Giornale replica una dinamica simile (56/19/25), traducendo l’engagement identitario in saldo positivo. Avvenire si conferma su 54/22/24, premiato da una community che risponde a contenuti valoriali. La Verità mostra 53% positivo, 32% neutro e 15% negativo: favore alto, negativo contenuto e una neutralità che non scalfisce il rendimento complessivo. Agli estremi, Libero registra 87% positivo, 1% neutro e 12% negativo, indicatore di platea omogenea e applauso endogeno. Il manifesto mantiene una sospensione conversazionale con 47% neutro, 33% positivo e 21% negativo, in linea con l’esposizione a temi complessi (diritti, conflitti) che generano più discussione che schieramento. Il Tempo tocca 95% positivo a fronte di una base conversazionale limitata, valore estremo che suggerisce cautela interpretativa. Nel complesso, la lettura trasversale resta chiara: dove la community è più omogenea, il positivo accelera indipendentemente dal tema; dove l’audience è eterogenea, prevale il neutro e il negativo cresce non appena i contenuti intercettano fratture identitarie. È una conferma empirica di quanto l’allineamento ideologico della follower base condizioni il rendimento percepito della notizia più del contenuto in sé.

Cosa significa per le redazioni: traiettorie editoriali e rischio reputazionale

Il mese di agosto mostra che l’attenzione si conquista con casi a forte componente etica, retroscena e inchieste capaci di fornire prova e contronarrazione. Ma la conversione reputazionale dipende da chi rilancia. Agganciare reti tematiche e creator autorevoli – dallo sport all’attivismo – produce moltiplicatori d’attenzione spesso superiori a quelli garantiti dall’ecosistema politico puro. La direzione di marcia, per chi voglia crescere in un ambiente ostile al mainstream, è duplice: ridurre l’ambiguità su assetti informativi sensibili (sanità, conflitti) offrendo documenti e metadati in grado di “resistere” alla contestazione, e curare relazioni con community non allineate che possano validare il contenuto oltre la base. Al tempo stesso, l’emersione stabile di hashtag come #ilpeggiore_giornalismo_spazzatura certifica una sfiducia che non si corregge con l’aumento di output, ma con trasparenza metodologica, rettifiche chiare e spiegazioni editoriali. La neutralità resta una valuta spendibile solo se accompagnata da accountability esplicita.

Nota metodologica

Raccolta e normalizzazione tramite Antares su profili e keyword predefiniti; de-duplicazione, filtraggio spam e classificazione multilingua dei contenuti. Aldebaran ha stimato il sentiment su base supervisionata, restituendo distribuzioni percentuali per profilo e complessive. I valori percentuali sono arrotondati all’unità, i volumi restano esposti nella forma fornita. Le interpretazioni derivano dall’incrocio tra metriche di interazione, reti di amplificazione e temi dominanti.

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