Il Linux kernel 6.18 ottiene lo status LTS con supporto garantito fino a dicembre 2027, segnando un passaggio fondamentale per l’equilibrio tra innovazione e stabilità nell’ecosistema GNU/Linux. L’annuncio arriva insieme alla conferma dell’EOL del kernel 5.4, che dopo più di sei anni di ciclo di vita termina con la release 5.4.302 del 3 dicembre 2025. Parallelamente, Linux Mint 22.3 Zena si prepara al debutto natalizio, basandosi su Ubuntu 24.04 LTS e introducendo miglioramenti all’ambiente Cinnamon e agli strumenti di amministrazione. Queste novità rafforzano la continuità del modello Linux, dove kernel longevi, distribuzioni aggiornate e cicli di rilascio coordinati garantiscono a utenti e imprese stabilità, sicurezza e performance. Il kernel 6.18 integra funzioni avanzate come il driver Binder in Rust e il target dm-pcache, confermando l’ingresso progressivo del linguaggio Rust nel cuore del kernel. Il suo mantenimento per due anni, annunciato da Thorsten Leemhuis, offre un riferimento sicuro per ambienti enterprise, mentre il termine del supporto per la serie 5.4, dichiarato da Greg Kroah-Hartman, spinge utenti e distribuzioni verso serie più moderne. Con Linux Mint 22.3, guidato da Clement Lefebvre, il panorama desktop riceve una nuova release focalizzata sulla stabilità e sull’usabilità, consolidando la presenza della serie Mint 22 nel mercato.
Cosa leggere
Kernel 6.18 ottiene lo status LTS
Gli sviluppatori contrassegnano il Linux kernel 6.18 come versione LTS sulla piattaforma kernel.org, garantendo una manutenzione estesa fino a dicembre 2027. Questo allineamento ricalca il ciclo del kernel 6.1, offrendo la stessa durata biennale. Il kernel 6.18 arriva alla fine di novembre 2025 e introduce innovazioni sostanziali, tra cui il driver Binder riscritto in Rust, che migliora la sicurezza nelle comunicazioni interprocesso, e il target dm-pcache, che sfrutta la memoria persistente per accelerare dispositivi lenti utilizzando livelli di cache ibrida.

Il kernel include inoltre l’opzione microcode= per controllare il loader su piattaforme x86, consentendo un approccio più flessibile nel caricamento dei microcodici. Distribuzioni come Arch Linux, openSUSE Tumbleweed e Fedora integrano rapidamente la nuova serie nei repository stabili, mentre ambienti enterprise iniziano a valutarne l’adozione per la combinazione di affidabilità e supporto a lungo termine. Il mantenimento è coordinato da Thorsten Leemhuis, che conferma la piena copertura della serie per il biennio 2026-2027. Lo status LTS rende il kernel 6.18 un riferimento per server, workstation e sistemi che richiedono stabilità garantita, riducendo downtime e semplificando la gestione dei cicli di patch. Con il proseguire degli aggiornamenti, il kernel rafforza la sua posizione come base solida per distribuzioni che intendono beneficiare delle più recenti ottimizzazioni senza compromettere l’affidabilità.
Fine del supporto per il kernel 5.4
Il Linux kernel 5.4 conclude ufficialmente il suo ciclo di vita dopo oltre sei anni di manutenzione continua. Greg Kroah-Hartman, principale maintainer della serie stabile, annuncia l’EOL attraverso la mailing list del progetto. La serie, rilasciata il 24 novembre 2019, arriva alla conclusione con l’aggiornamento 5.4.302 del 3 dicembre 2025. Greg Kroah-Hartman segnala che il kernel 5.4 accumula 1539 CVE non corretti, un valore destinato ad aumentare nel tempo, suggerendo agli utenti di abbandonare immediatamente la versione per migrare verso serie più recenti. Le alternative includono i kernel LTS 5.10, 5.15 e 6.1, con supporto fino a dicembre 2026 e 2027, oltre ai kernel 6.6 e 6.12, che restano mantenuti fino al 2026. Per sistemi più moderni, viene consigliato il passaggio diretto al kernel LTS 6.12, ottimizzato per hardware recente. Le distribuzioni che ancora mantengono la serie 5.4 – spesso in contesti legacy – devono ora programmare la migrazione verso versioni attive. La fine del supporto libera risorse per il mantenimento delle serie più recenti, in linea con il modello di sviluppo Linux che privilegia cicli agili e sicurezza costante.
Linux Mint 22.3 codenominata Zena
Linux Mint 22.3, nome in codice Zena, debutta nella sua beta nella prima metà di dicembre 2025, con il rilascio stabile atteso per il periodo natalizio. Basata su Ubuntu 24.04 LTS, utilizza il kernel 6.14, mantenendo la continuità della serie Mint 22 con supporto garantito fino al 2029. La release introduce aggiornamenti significativi al desktop Cinnamon, tra cui un menu rivisto con icone simboliche, una migliore gestione della tastiera compatibile con Wayland, un file manager Nemo capace di mettere in pausa operazioni di copia e spostamento, nuove funzionalità per la gestione dei template e una tastiera on-screen più accessibile. Strumenti come Timeshift offrono snapshot avanzati per backup incrementali e Warpinator migliora la condivisione con l’aggiunta della messaggistica testuale.

Clement Lefebvre conferma che la release 22.3 rappresenta la terza iterazione di Mint 22 e prepara la transizione verso future serie come Linux Mint 23, prevista per il 2026. L’approccio orientato alla solidità e all’esperienza utente continua a rendere Mint una delle distribuzioni più apprezzate dagli utenti desktop.
Novità tecniche nel kernel 6.18
Il kernel 6.18 introduce una serie di funzionalità tecniche avanzate. L’integrazione di Binder in Rust rappresenta un passo significativo verso un kernel più sicuro, sfruttando le caratteristiche del linguaggio per ridurre rischi di memoria. Il target dm-pcache consente l’utilizzo della memoria persistente come cache per dispositivi lenti, migliorando sensibilmente le performance storage in scenari ibridi. L’opzione microcode= offre maggiore controllo sul caricamento del microcodice x86, migliorando il comportamento di boot in contesti specifici. Inoltre, il kernel 6.18 incorpora patch importate da tutta la comunità, ottimizzazioni per architetture multiple e miglioramenti per virtualizzazione e networking. Queste innovazioni rafforzano la capacità del kernel di adattarsi alle esigenze moderne, mantenendo un alto livello di efficienza e sicurezza.
Impatto su distribuzioni Linux
Il rilascio del kernel 6.18 LTS influenza in modo immediato le principali distribuzioni Linux, in particolare quelle rolling come Arch Linux, openSUSE Tumbleweed e Fedora, che adottano rapidamente il nuovo kernel per mantenere l’allineamento con l’upstream. L’EOL del kernel 5.4 spinge invece distribuzioni che ancora supportavano hardware datato a pianificare aggiornamenti strutturali. Distribuzioni come Ubuntu, attraverso il programma HWE (Hardware Enablement), permettono agli utenti di migrare a kernel moderni senza modificare la base LTS. Linux Mint 22.3 resta su 6.14 ma mantiene la compatibilità verso l’upgrade a 6.18. Le distribuzioni enterprise – tra cui quelle basate su Red Hat o SUSE – analizzano l’adozione del nuovo kernel per infrastrutture mission-critical. L’impatto generale è una riduzione della frammentazione, un miglioramento dei driver e un rafforzamento delle misure di sicurezza.
Kernel Linux evolve con serie LTS
Il panorama dei kernel LTS si arricchisce con l’ingresso di 6.18 tra le versioni supportate a lungo termine. Le serie LTS attive includono 5.10, 5.15, 6.1, 6.6, 6.12 e ora 6.18, con cicli che vanno fino a dicembre 2027. Greg Kroah-Hartman continua a coordinare la manutenzione, garantendo un flusso costante di patch e backport di sicurezza. L’adozione di funzionalità come Rust, dm-pcache e microcode= evidenzia la volontà di coniugare innovazione tecnica e stabilità operativa. Questo approccio multipolare permette agli utenti di selezionare la serie più adeguata alle proprie esigenze hardware, mantenendo un equilibrio tra performance, sicurezza e compatibilità.
Sicurezza e manutenzione kernel
Il kernel 5.4, con 1539 CVE non corretti, rappresenta un esempio della necessità di cicli LTS aggiornati. La manutenzione del kernel 6.18 integra patch regolari che riducono l’esposizione alle vulnerabilità, mentre le distribuzioni incentivano aggiornamenti tempestivi. Le misure di sicurezza emergono come componente essenziale del ciclo Linux, con mitigazioni integrate per proteggere sistemi legacy e infrastrutture moderne. Il coordinamento comunitario permette di reagire rapidamente alle minacce, mantenendo in equilibrio innovazione e affidabilità.
Piani futuri per Linux Mint
Con la release 22.3 Zena, Linux Mint prepara una nuova fase evolutiva. La beta consente feedback preliminari, mentre la versione finale raccoglie ottimizzazioni sul desktop Cinnamon e sui tool di amministrazione. Mint prosegue la sua tradizione di release stabili, puntando su semplicità d’uso e robustezza tecnica. La serie 23 è già in fase preliminare di pianificazione, mantenendo la continuità del progetto guidato da Clement Lefebvre.