Economia
Il mercato delle cripto supera i 900 miliardi di dollari con il calo del bitcoin
Tempo di lettura: 2 minuti. Gli speculatori del mercato delle criptovalute non si mostrano molto ottimisti in vista della decisione sui tassi di interesse della Federal Reserve di questa settimana.
Dopo i dati di agosto sull’inflazione statunitense peggiori del previsto e il completamento dell’importante transizione del software di Ethereum la scorsa settimana, la capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute ha ceduto il 15% nell’ultima settimana, passando da 1,07 trilioni di dollari a 913 miliardi di dollari all’inizio di lunedì.
Secondo Coinmarketcap, la capitalizzazione di mercato si attesta ora a 927 miliardi di dollari, in vista della riunione della Fed di mercoledì, in cui si prevede che i responsabili politici effettueranno il terzo rialzo di 75 punti base dell’anno per contrastare la corsa dei prezzi.
“Tutti gli operatori del settore crypto sono ora analisti macro”, ha dichiarato a Yahoo Finance Martin Leinweber, ex gestore di portafogli a reddito fisso e attuale stratega del settore crypto presso la società di indicizzazione MarketVector. “Tutti guardano a ciò che dice [il presidente della Fed] Jay Powell e osservano i tassi dei futures sui fed fund”.
Il Bitcoin è sceso fino a 18.469 dollari all’inizio di lunedì, ma ora è scambiato a 19.115 dollari, con un calo del 14% nell’ultima settimana. Da quando l’aggiornamento di Merge è terminato giovedì mattina, l’etere è sceso del 22% e viene scambiato a 1.343 dollari al pezzo a mezzogiorno di lunedì.
In base al valore totale della capitalizzazione di mercato della criptovaluta, l’etere ha perso il 2,5% della sua quota e attualmente rappresenta il 17,8% del valore totale della criptovaluta, in calo rispetto al picco del 21% di martedì scorso. Nello stesso periodo la quota del Bitcoin è rimasta pressoché invariata.
La correlazione del Bitcoin con le azioni e le obbligazioni, che ha cambiato rotta durante l’estate, è tornata a salire, secondo i dati della società di ricerca sulle criptovalute Kaiko.
“L’incertezza sull’inflazione, unita all’irrigidimento della Fed, ha portato a un calo storico degli asset a rischio e a reddito fisso, mettendo in discussione i tradizionali approcci di asset allocation”, ha scritto lunedì il team di Kaiko.
Da un anno a questa parte, il bitcoin ha ceduto il 59%, leggermente meglio dell’ether (-63%). Nel frattempo, gli indici NASDAQ e S&P 500 hanno ceduto rispettivamente il 27% e il 19%. L’ETF iShares Aggregate Bonds (AAG), che tiene traccia del mercato obbligazionario investment-grade statunitense, è sceso del 13% su base annua.
Per sfuggire alla volatilità al ribasso, gli investitori in criptovalute sono tornati a puntare sulle stablecoin, con la quota di mercato cumulativa delle tre principali stablecoin – Tether, la moneta USD di Circle e la criptovaluta BUSD di Binance – che ha guadagnato il 2% rispetto alla settimana scorsa.
L’altra grande incertezza per i restanti 2022 anni della criptovaluta è la regolamentazione, secondo Nico Cordeiro, CIO del fondo quantistico Strix Leviathan.
“Questa è la grande incognita e sembra che la SEC sia diventata molto più aggressiva nel voler sorvegliare lo spazio”, ha detto Cordeiro a Yahoo Finance.
La scorsa settimana, nel corso di un’audizione al Congresso, il presidente della Securities and Exchange Commission Gary Gensler ha affermato che le scommesse in cripto potrebbero far scattare le leggi sui titoli. Il giorno successivo, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha pubblicato un’ampia serie di rapporti in cui si chiedeva alla SEC e alla CFTC di dare un giro di vite al settore delle criptovalute.
“Come ogni hedge fund, spendiamo un sacco di soldi in avvocati e c’è un’area grigia”, ha detto Cordeiro. “Qualsiasi cosa venga approvata dal Congresso potrebbe davvero chiarire le cose”.
Economia
Apple, Regno Unito vuole più sicurezza informatica e l’Europa indica iPadOS Gatekeeper
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple, nuove sfide normative con l’introduzione del PSTI Act nel Regno Unito e la designazione di iPadOS come servizio Gatekeeper
Apple si trova ad affrontare nuove sfide normative sia nel Regno Unito che in Europa, con l’introduzione di leggi rigorose sulla sicurezza informatica nel Regno Unito e l’applicazione delle regole del Digital Markets Act (DMA) dell’UE per iPadOS.
Nuova legge sulla Cybersecurity nel Regno Unito
Regno Unito ha introdotto il Product Security and Telecommunications Infrastructure (PSTI) Act, che impone ai produttori di dispositivi intelligenti come Apple di rafforzare le protezioni. Questa legge mira a colmare le lacune nelle misure di sicurezza attuali, abolendo le password di default, stabilendo un protocollo chiaro per la segnalazione delle vulnerabilità di sicurezza e fornendo informazioni dettagliate ai consumatori sulla durata del supporto del prodotto e degli aggiornamenti software. Per Apple, ciò comporterà una revisione di come i suoi prodotti sono conformi a questi standard rafforzati, con pesanti sanzioni previste per la non conformità.
Regolamentazione dell’UE su iPadOS
Parallelamente, la Commissione Europea ha classificato iPadOS come un servizio Gatekeeper sotto il Digital Markets Act, a seguito di un’indagine di quasi otto mesi sulla posizione di mercato del sistema operativo. Con questa designazione, iPadOS dovrà aderire a un’ampia gamma di regole, che permetteranno agli utenti europei di scaricare app al di fuori dell’Apple App Store, disinstallare app preinstallate e selezionare servizi predefiniti come browser da schermate di scelta. Apple rischia multe fino al 10% del suo fatturato globale, o fino al 20% in caso di infrazioni ripetute, se non rispetta le regole del DMA.
Implicazioni e Reazioni
Queste normative rappresentano significative sfide per Apple, che deve navigare attraverso complessi requisiti regolamentari in due importanti mercati. La necessità di adeguarsi rapidamente alle nuove leggi evidenzia l’importanza crescente di una gestione proattiva della conformità normativa nelle strategie aziendali globali di Apple. Inoltre, queste regolamentazioni possono avere un impatto sul modo in cui Apple progetta e vende i suoi dispositivi a livello globale, nonché influenzare le pratiche di altre aziende tecnologiche.
Con le nuove regolamentazioni nel Regno Unito ed in Europa, Apple è chiamata a adeguare significativamente alcune delle sue pratiche e politiche. Questi sviluppi normativi non solo modellano il paesaggio operativo di Apple, ma stabiliscono anche un precedente importante per la regolamentazione del settore tecnologico a livello globale.
Economia
Meta: l’intelligenza artificiale è un bagno di sangue
Tempo di lettura: 2 minuti. Meta sperimenta con IA per migliorare interazioni utente mentre affronta problemi con strumenti ad AI che causano sprechi di budget.
Recentemente, Meta ha annunciato sviluppi significativi nel settore dell’intelligenza artificiale, mentre allo stesso tempo sta affrontando delle sfide con i suoi strumenti pubblicitari automatizzati. La compagnia ha introdotto significative novità nelle sue app e ha sperimentato un aumento notevole nelle interazioni utente grazie all’IA, ma sta anche riscontrando problemi con i suoi strumenti pubblicitari “set it and forget it”, che stanno causando sprechi di budget per gli inserzionisti.
Sviluppi e performance di Meta AI
Durante una recente relazione sui guadagni del primo trimestre, Mark Zuckerberg ha messo in evidenza gli sforzi continui di Meta per integrare l’IA nelle sue piattaforme. L’assistente IA di Meta è stato sperimentato da decine di milioni di persone e ha dimostrato di incrementare l’interazione degli utenti. Zuckerberg ha sottolineato vari modi in cui Meta potrebbe monetizzare il suo assistente, compreso l’incremento dell’engagement che naturalmente conduce a una maggiore visualizzazione di pubblicità, migliorando direttamente il valore delle stesse.
Problemi con gli strumenti pubblicitari AI di Meta
Nonostante i progressi nell’IA, Meta sta affrontando critiche per il funzionamento dei suoi strumenti pubblicitari automatizzati, in particolare le campagne di Advantage Plus. Questi strumenti, che dovrebbero semplificare la creazione di campagne pubblicitarie, hanno in realtà causato sprechi di budget, con costi per impression (CPM) che hanno raggiunto valori 10 volte superiori alla norma, come segnalato da vari inserzionisti. Questo ha portato a una frustrazione diffusa e a un recesso da parte di alcune piccole imprese dalle piattaforme di Meta.
Confronto delle sfide e delle opportunità
La strategia di Meta di sfruttare l’IA si contrappone agli approcci di altre aziende come OpenAI, che hanno optato per modelli basati su abbonamenti piuttosto che su pubblicità. Tuttavia, le difficoltà incontrate con gli strumenti di automazione pubblicitaria sottolineano la necessità di un equilibrio tra innovazione tecnologica e affidabilità operativa.
Mentre Meta continua a spingere l’innovazione con l’Intelligenza Artificiale, le sfide incontrate con gli strumenti pubblicitari automatizzati rappresentano un ostacolo significativo. Il successo futuro dipenderà dalla capacità dell’azienda di risolvere questi problemi, mantenendo la fiducia degli inserzionisti e migliorando l’efficacia delle loro campagne pubblicitarie.
Economia
Intel in Russia: drammatico declino con un solo dipendente
Tempo di lettura: < 1 minuto. Intel in Russia registra zero entrate nel 2023 con solo un dipendente rimasto, riflettendo il drastico declino post-invasione dell’Ucraina.
Intel ha affrontato una significativa riduzione della sua presenza in Russia, con la rivelazione che nel 2023 l’azienda ha registrato zero entrate e ha mantenuto solo un dipendente nel paese. Questa situazione segue la sospensione completa delle operazioni avvenuta nel 2022, una mossa diretta conseguenza dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Cronistoria del declino
Intel ha avuto una presenza significativa in Russia fin dal 1991, con importanti contributi in ricerca e sviluppo, specialmente nel centro di Nizhny Novgorod aperto nel 2000. Prima della sospensione, Intel aveva circa 1.200 dipendenti in Russia. Le tappe principali del declino includono:
- 2021: Entrate combinate delle entità russe di Intel circa $80 milioni.
- 2022: Sospensione totale delle operazioni e cessazione delle spedizioni tecnologiche, con il numero di dipendenti ridotto significativamente.
- 2023: Reddito zero e perdite registrate di $2.31 milioni. Alla fine dell’anno rimaneva solo un dipendente.
- 2024: Alina Klushina è l’unica dipendente rimasta, servendo come direttrice sia di Intel AO che di Intel Technologies.
Attuale stato e prospettive future
Nonostante il collasso delle operazioni, Intel continua a mantenere le proprietà in Russia, gestite da Klushina. L’azienda spera in sviluppi politici favorevoli e la fine del conflitto. Si prevede che le perdite continueranno a essere di circa $2-3 milioni all’anno, il minimo necessario per mantenere le operazioni sospese.
L’esperienza di Intel in Russia illustra le sfide che le multinazionali possono incontrare in contesti geopolitici volatili. Nonostante la speranza di miglioramenti futuri, la situazione attuale evidenzia le complessità del commercio globale e le difficoltà nell’adattamento a rapidi cambiamenti politici.
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