Il panorama attuale della sicurezza infrastrutture IT è caratterizzato da una tempesta perfetta in cui vulnerabilità critiche di livello massimo coincidono con instabilità sistemiche derivanti proprio dagli aggiornamenti manutentivi e dall’espansione incontrollata dell’intelligenza artificiale nei flussi di lavoro aziendali. Questo scenario obbliga i responsabili della difesa cibernetica a gestire simultaneamente falle gravi come quella riscontrata in HPE OneView, malfunzionamenti operativi nei servizi Microsoft Azure e l’emergere silenzioso di rischi legati ai copiloti AI che operano al di fuori dei tradizionali perimetri di controllo. La convergenza di queste minacce richiede un cambio di paradigma gestionale, spostando l’attenzione dalla semplice applicazione di patch a una visione olistica che integri stabilità dei sistemi legacy e monitoraggio comportamentale delle nuove entità digitali autonome.
Cosa leggere
La criticità massima in HPE OneView
La stabilità dei data center moderni è stata messa a dura prova dalla scoperta di una vulnerabilità di gravità estrema all’interno di HPE OneView, il software di gestione infrastrutturale di Hewlett Packard Enterprise. Identificata come CVE-2025-37164, questa falla ha ricevuto il punteggio massimo di CVSS 10.0, segnalando un rischio imminente e catastrofico per le organizzazioni che non intervengono tempestivamente. La natura della vulnerabilità permette l’esecuzione di codice remoto (RCE) senza necessità di autenticazione, concedendo potenzialmente a un attaccante il controllo totale sulle infrastrutture fisiche e virtuali gestite dalla piattaforma. Le versioni interessate coprono un ampio spettro storico, includendo tutte le release precedenti alla 11.00, con un impatto specifico su appliance virtuali e moduli hardware come Synergy Composer2.
La risposta operativa richiede una precisione chirurgica, poiché le procedure di mitigazione variano significativamente in base all’architettura in uso. Mentre per alcune versioni comprese tra la 5.20 e la 10.20 sono stati resi disponibili hotfix specifici, in altri casi è necessario un aggiornamento completo o il reimaging dei componenti, specialmente dopo upgrade intermedi. Sebbene non siano ancora emerse evidenze di sfruttamento attivo “in the wild”, la facilità di esecuzione dell’attacco impone alle aziende di scansionare immediatamente le proprie reti. L’aggiornamento non riguarda solo il codice proprietario HPE, ma si estende anche a componenti di terze parti integrati, come Apache Tomcat e Apache HTTP Server, evidenziando come la sicurezza della supply chain software rimanga un punto nevralgico nella difesa degli asset enterprise.
Instabilità e correzioni negli ambienti Microsoft
Parallelamente alle sfide hardware, gli amministratori di sistema devono fronteggiare disservizi significativi introdotti dai recenti aggiornamenti nell’ecosistema Microsoft. Un problema particolarmente insidioso ha colpito gli utenti di Azure Virtual Desktop, dove l’installazione di pacchetti recenti ha causato la rottura delle sessioni RemoteApp. Questo malfunzionamento impedisce il corretto avvio delle applicazioni virtualizzate su Windows 11 e Windows Server 2025, paralizzando di fatto la produttività in ambienti che dipendono dalla distribuzione remota del software. Microsoft ha riconosciuto il problema, fornendo soluzioni temporanee che richiedono interventi manuali sul registro di sistema, come la modifica della chiave ShouldStartRailRPC, o l’utilizzo del meccanismo Known Issue Rollback per riportare i sistemi a uno stato operativo precedente tramite Group Policy.
Un ulteriore fronte di instabilità si è aperto con il servizio Message Queuing (MSMQ), vitale per la comunicazione asincrona in molte applicazioni enterprise distribuite. Gli aggiornamenti di sicurezza di dicembre 2025 hanno inavvertitamente reso inattive le code di messaggi, generando errori di risorse insufficienti che hanno bloccato le operazioni di scrittura in ambienti clusterizzati. Per risolvere questa criticità, Redmond è stata costretta a rilasciare un aggiornamento out-of-band, identificato come KB5074976, disponibile esclusivamente tramite il Microsoft Update Catalog. Questa necessità di interventi manuali e patch correttive fuori ciclo sottolinea la fragilità degli ecosistemi complessi, dove la correzione di una vulnerabilità può innescare effetti domino imprevisti sulla disponibilità dei servizi.
La sfida della sicurezza dinamica nell’era AI
Mentre le infrastrutture tradizionali lottano con patch e aggiornamenti, una minaccia più sottile sta emergendo attraverso l’adozione massiva di strumenti SaaS potenziati dall’intelligenza artificiale. L’introduzione di agenti AI e copiloti in piattaforme come Zoom, Slack e Microsoft 365 sta creando una rete di connessioni dinamiche che sfugge ai controlli di sicurezza statici. A differenza degli utenti umani, questi agenti operano a velocità macchina e possiedono spesso privilegi eccessivi che non si adattano ai modelli IAM (Identity and Access Management) esistenti. Il fenomeno del “permission drift” diventa critico: un assistente AI per le vendite potrebbe incrociare autonomamente dati CRM con record finanziari sensibili, o un bot per la gestione delle riunioni potrebbe riassumere e distribuire contenuti riservati senza lasciare tracce evidenti nei log di audit tradizionali.
Gli esperti di sicurezza stanno quindi spingendo per l’adozione di una security dinamica guidata da policy comportamentali in tempo reale. Le soluzioni tradizionali di Data Loss Prevention (DLP) non sono più sufficienti per intercettare esposizioni aggregate di dati generate da token OAuth dirottati o da configurazioni AI troppo permissive. Le nuove piattaforme adattive, come Reco, mirano a fornire visibilità end-to-end su ogni prompt e accesso ai file, costruendo una baseline di comportamento normale per identificare anomalie istantanee. Questo approccio permette di bloccare azioni rischiose nel momento in cui avvengono, riducendo la “alert fatigue” e garantendo che l’innovazione portata dall’automazione non comprometta la postura generale della sicurezza infrastrutture IT.
Domande frequenti su Sicurezza infrastrutture IT
Qual è la gravità della vulnerabilità CVE-2025-37164 in HPE OneView?
La vulnerabilità è classificata come critica con un punteggio CVSS di 10.0. Permette l’esecuzione di codice remoto (RCE) senza autenticazione, consentendo agli attaccanti di compromettere completamente le infrastrutture gestite. È essenziale aggiornare alla versione 11.00 o applicare gli hotfix specifici immediatamente.
Come risolvere i problemi di RemoteApp su Azure Virtual Desktop dopo gli ultimi aggiornamenti?
Microsoft suggerisce un workaround temporaneo che prevede l’aggiunta della chiave di registro ShouldStartRailRPC impostata a 1, seguita da un riavvio. In alternativa, è possibile utilizzare il Known Issue Rollback (KIR) tramite Group Policy per annullare le modifiche problematiche introdotte dagli aggiornamenti recenti.
Perché i controlli di sicurezza tradizionali non sono efficaci contro i rischi AI SaaS?
I controlli tradizionali sono statici e non riescono a monitorare la velocità e la complessità delle connessioni create dagli agenti AI. L’intelligenza artificiale può accedere a dati invisibili agli utenti e operare cambiamenti di permessi (permission drift) che sfuggono ai log standard, richiedendo una sicurezza dinamica che analizzi il comportamento in tempo reale.
Cos’è l’aggiornamento KB5074976 per Windows 10?
È un aggiornamento “out-of-band” (fuori ciclo) rilasciato da Microsoft per risolvere un problema critico nel servizio Message Queuing (MSMQ). Il bug, introdotto da precedenti patch di sicurezza, causava l’inattività delle code e errori di memoria in ambienti enterprise, specialmente quelli configurati in cluster.