Connect with us

Inchieste

L’Europa vara il Ministero della Verità a matrice atlantica: vi sveliamo la cellula italiana

Tempo di lettura: 11 minuti. Insegnare a riconoscere la verità oppure ad educare ad una verità? Ecco la risposta alla propaganda russa dall’Unione Europea: con l’aiuto delle organizzazioni atlantiche

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 11 minuti.

Per chi ha fretta, l’Unione Europea ha:

  • Esteso il campo di azione del Codice di Condotta sulla disinformazione del 2018 con poteri di imporre la demonetizzazione dei contenuti e la loro rimozione
  • Ha individuato una struttura di pertinenza alla Commissione Europea denominata Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO)
  • L’EDMO ha degli hub territoriali dislocati sul suolo europeo, 8 precisamente, che fanno da supporto alle attività di analisi e ricerca sui territori
  • La struttura italiana è l'(IDMO – Italian Digital Media Observatory) ed è coordinata da Gianni Riotta
  • Tra i partner dell’Osservatorio figurano Luiss, Gedi, NewsGuard dove Riotta ha incarichi professionali
  • L’attività del contrasto alla disinformazione rischia non solo di assumere una lettura politica, ma è strettamente collegata ad un interesse non solo particolare dell’Unione Europea ma al contesto Atlantico avvalendosi di società d’oltreoceano, associazioni europee filo atlantiche ed associazioni di settore che contrastano qualsiasi regime considerato non democratico.

L’articolo presenta una fotografia dei partner del progetto lasciando al lettore l’analisi critica, con fonti annesse per approfondire, e lo invita a trovare una risposta alla domanda:

E’ possibile che una struttura tecnica gestita da politici e da professionisti di una precisa ideologia possa viziare l’offerta della qualità dell’informazione sul territorio Europeo con effetti censori?

Nel settembre 2021 viene presentato in pompa magna l’European Digital Media Observatory che ha lo scopo di monitorare le Fake News sui media ed avviare un percorso di contrasto alla disinformazione in rete ed in particolare sui i social media.

A benedire l’iniziativa in Italia del network di hub nazionali in otto paesi UE è Paolo Gentiloni, del Partito Democratico nella Commissione Europea con delega all’economia. Nella nota ANSA è possibile leggere i compiti dell’EMDBO, in Italia IDMO, e precisamente sono quelli di di studiare l’impatto delle fake news sulle società per diffondere pratiche positive nell’uso dei media digitali.

L’osservatorio europeo EMDBO

L’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) riunisce fact-checkers, esperti di media literacy e ricercatori accademici per comprendere e analizzare la disinformazione, in collaborazione con le organizzazioni dei media, le piattaforme online e gli operatori del settore.
EDMO metterà a disposizione una piattaforma per sostenere il lavoro di una comunità multidisciplinare con competenze nel campo della disinformazione online. EDMO contribuirà a una comprensione più approfondita di attori, vettori, strumenti, metodi, dinamiche di diffusione, obiettivi e impatto sulla società.

Profilo Twitter ufficiale di EDMO, cofinanziato dall’Unione Europea come si legge sull’immagine di copertina

Da profilo Twitter dell’osservatorio è indicata come sede la scuola transnazionale europea che si trova anche Firenze ed è parte dell’European Academic Institute (IUE): il principale istituto in Europa dedicato alle scienze sociali e umanistiche. Fondato nel 1972 dai sei membri originari delle Comunità europee di allora, l’IUE si è guadagnato la reputazione di centro transnazionale di ricerca e di apprendimento superiore la cui sede è a Firenze e si presenta come un centro di formazione della classe dirigente politica al di sopra degli stati, intesa dal punto di vista della concezione europeista della politica.

Home page della sezione della Scuola di Governance Transnazionale

Fonte

Fonte

I partner dell’osservatorio italiano

Sempre dall’ANSA si legge che l’Hub italiano (IDMO – Italian Digital Media Observatory) è realizzato con il coordinamento dall’Università Luiss Guido Carli insieme a Rai, Tim, Gruppo Gedi La Repubblica, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica e con la collaborazione di Alliance of Democracies Foundation, Corriere della Sera, Fondazione Enel, Reporters Sans Frontières, The European House Ambrosetti.

Chi è il direttore di questa struttura? Il giornalista de La Stampa, Gianni Riotta che dichiara in occasione della presentazione della struttura italiana alla LUISS che “Lavoreremo per insegnare a distinguere il vero dal falso“.

L’osservatorio italiano non è invece fondato dall’Unione Europea, ma sembrerebbe essere parte del progetto Connecting Europe Facility, CEF: fondo dell’Unione Europea istituito nel 2014 per gli investimenti infrastrutturali (in particolare le Reti transeuropee) in tutta l’Unione in progetti di trasporto, energia, digitale e telecomunicazioni, che mira a una maggiore connettività tra gli Stati membri dell’UE. Opera attraverso sovvenzioni, garanzie finanziarie e project bond. È gestito dall’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti e successivamente dall’Agenzia esecutiva per il clima, le infrastrutture e l’ambiente.

Fonte

La verità è quella degli americani?

Tra i tanti direttori-coordinatori che potevano essere individuati per un lavoro così prestigioso, quanto imparziale nell’ambito europeo, si è scelto un giornalista italiano naturalizzato americano e docente di una università statunitense, Princeton, come Riotta. A sorprendere è anche il fatto che lo stesso Riotta sia un giornalista del Gruppo Gedi e sia parte del board di NewsGuard.

Ma com’è composta questa sovrastruttura che spiega ai giornalisti ed agli editori come fare informazione?

Chi è NewsGuard?

NewsGuard è una società ambigua che si è presentata al pubblico come una ONG contro la disinformazione appena nata pur non essendolo perchè vende le sue rilevazioni a terzi ed è una attività commerciale a tutti gli effetti avendo una natura giuridica tale. L’attività svolta è in sintesi quella di assegnare un punteggio ai siti di informazione su scala mondiale fissando dei paletti ai media basati sul principio di trasparenza e di correttezza delle informazioni e ciclicamente propone degli studi e delle ricerche pubblicando liste di “buoni o cattivi” che entrano appunto nella classifica dei disinformatori. Così come i profili di coloro che collaborano a progetti di questo tipo siano ideologicamente riconducibili ad un’area politica, anche i nemici provengono spesso dalle aree che si contrappongono nella realpolitik.

Gianni Riotta è l’unico italiano nel Comitato Consultivo insieme allo “sconosciuto” Gramaglia, dove i cui “membri forniscono consulenza strategica a NewsGuard. Non svolgono alcun ruolo nelle valutazioni e nella stesura delle schede informative dei siti analizzati da NewsGuard, se non diversamente indicato“. Quindi il presidente dell’osservatorio italiano sui media non ha il potere di segnalare le testate.

Nel footer del sito si legge che è una Inc. seppur venga proposta come una struttura che si avvale della consulenza di docenti universitari e giornalisti indipendenti come se fosse una ONG

Secondo Wikipedia NewsGuard è uno strumento giornalistico e tecnologico che valuta la credibilità dei siti web di notizie e informazioni e tiene traccia della disinformazione online. Gestisce un’estensione del browser e applicazioni mobili per i consumatori, oltre a servizi per le aziende, tra cui uno strumento di sicurezza del marchio per gli inserzionisti e servizi per i motori di ricerca, le applicazioni per i social media, le aziende di sicurezza informatica e le agenzie governative, ma la sua società non è recensita.

Fonte

Fonte

Fonte

Il Gruppo GEDI

Conosciuto come titolare del noto quotidiano La Repubblica, il gruppo GeDi è anche proprietario di diverse testate giornalistiche locali, che lo rendono di fatto il gruppo editoriale più ramificato sul territorio italiano, ed è anche allo stesso tempo titolare del quotidiano La Stampa e questo fa intendere gli interessi diretti sul gruppo della famiglia Agnelli che ne è azionista di maggioranza. Il direttore editoriale dell’intero gruppo è Maurizio Molinari, noto giornalista internazionale ed ex direttore di Riotta a La Stampa, da sempre identificato, anche Riotta del resto, come personaggio di spicco del giornalismo italiano nel contesto atlantico.

Fonte

Alliance of Democracies Foundation (AoD)

La Alliance of Democracies Foundation (AoD) è un’organizzazione no-profit dedicata al progresso della democrazia e dei liberi mercati in tutto il mondo. Seppur sia Danese, perchè fondata nel dicembre 2017 dall’ex segretario generale della NATO ed ex primo ministro Anders Fogh Rasmussen insieme all’uomo d’affari Fritz Schur e all’avvocato Klaus Søgaard, l’obiettivo è quello di combattere i veri nemici della democrazia come Vladimir Putin, Kim Jong-un e Bashar al-Assad. Sempre secondo la visione dell’associazione la democrazia è messa sotto pressione da protezionismo, populismo, nazionalismo, terrorismo e autocrazia e propone in tal senso un programma, Expeditionary Economics, che ha le sue radici negli sforzi compiuti dagli Stati Uniti durante la Guerra Fredda per rafforzare l’Europa del dopoguerra e creare un modello economico migliore di quello comunista offerto dall’Unione Sovietica. “Il programma sostiene progetti imprenditoriali negli Stati in via di sviluppo, nelle democrazie emergenti e nelle aree post-conflitto allo scopo di rafforzare la democrazia negli Stati fragili sviluppando una base economica locale. La Campagna per la democrazia cerca di collegare i sostenitori della democrazia in tutto il mondo e di costruire un movimento intellettuale per la democrazia attraverso una rete di associazioni locali, la presenza online, l’impegno nei media e il sostegno ai dissidenti“. A margine del Vertice sulla democrazia di Copenaghen è stata costituita la Commissione transatlantica sull’integrità elettorale e ne fanno parte: Joe Biden, Nick Clegg, Toomas Ilves e Felipe Calderón. La commissione ha il compito di rafforzare le difese delle democrazie occidentali contro le interferenze esterne.

Fonte

Reporter Senza Frontiere

Reporter Senza Frontiere (RSF) è un’organizzazione non governativa e no-profit che promuove e difende la libertà di informazione e la libertà di stampa. L’organizzazione ha sede principale a Parigi ed ha lo status di consulente delle Nazioni Unite. Le sue missioni sono:

  • il monitoraggio costante degli attacchi alla libertà di informazione a livello mondiale;
  • la denuncia di ogni forma di attacco ai media;
  • la collaborazione con i governi per combattere la censura e le leggi volte a restringere la libertà di informazione;
  • l’assistenza morale e finanziaria ai giornalisti perseguitati e alle loro famiglie;
  • l’offerta di aiuto materiale ai corrispondenti di guerra allo scopo di aumentarne la sicurezza.

Stila la classifica annuale sulla libertà di informazione ed allo stesso tempo quella dei predatori della libertà di stampa dedicata ai capi di stato, alle strutture statali o teocratiche che applicano una forte censura nel mondo.

Fonte

The European House Ambrosetti

Noto come l’organizzatore dello storico Forum di Cernobbio, The European House Ambrosetti è uno dei maggiori think tank europei che gode di ottimi rapporti con il mondo anglosassone. Il Forum presenta previsioni sulle prospettive economiche e geopolitiche del mondo, dell’Europa e dell’Italia ed analizza inoltre i principali sviluppi scientifici e tecnologici e il loro impatto sul futuro del business e della società. Ciò avviene attraverso incontri, dibattiti e presentazioni di studi speciali ad hoc. The European House – Ambrosetti si presenta sul suo sito internet come un gruppo professionale di circa 250 professionisti, di cui il 54% sono donne, attivo sin dal 1965 e cresciuto negli anni in modo significativo grazie al contributo di molti Partner, con numerose attività in Italia, in Europa e nel Mondo.

Fonte

Fonte

Pagella Politica

Il progetto di Pagella Politica è quello più interessante se consideriamo che dal 2012 monitora le dichiarazioni dei politici e ne trova riscontri sulla loro attività. Un progetto di The Fact-Checking Factory (TFCF) Srl attivo dal 2012 e che oggi grazie a facta.news è uscito dalla sfera politica abbracciando più ambiti della disinformazione. Nel team dell’Osservatorio Europeo, figurano ben tre professionalità di Pagella Politica: Silvia Cavasola, Laura Loguercio e Tommaso Canetta

Pagella Politica ha ben tre esponenti nel team dell’Osservatorio Europeo

Fonte

La Commissione Europea ha dato maggiore potere ai gruppi filoatlantici

Lanciato nel 2021, l’Osservatorio Italiano, Europeo e di altri stati, 8 che vi hanno aderito, oggi ha avuto un grande assist dall’Unione Europea che ha sancito l’esistenza di una agenzia di stampa europea che racchiude testate, fact checkers e piattaforme big tech statunitensi già dal 2018, che coincide anno di fondazione dell’americana News Guard, con il Codice di condotta rafforzato sulla disinformazione aggiornato al 2022 dopo le questioni che hanno interessato la pandemia ed il conflitto Ucraino.

Sul sito della Commissione Europea (FONTE) l’iniziativa è presentata così “Nel 2018 è stato istituito per la prima volta un codice di buone pratiche per le piattaforme online, le associazioni di categoria e i principali operatori del settore pubblicitario. che si sono impegnati a contrastare la disinformazione e a migliorare le loro politiche online. Questo si è dimostrato uno strumento innovativo per garantire una maggiore trasparenza e responsabilizzazione delle piattaforme online, nonché un quadro strutturato per monitorare e migliorare le politiche delle piattaforme in materia di disinformazione“.

Ed è proprio nel 2022 che arriva un rafforzamento delle azioni da intraprendere contro i trasgressori e l’istituzione di diverse sovrastrutture:

  • Applicare misure più incisive per demonetizzare la disinformazione 
  • Aumentare la trasparenza della pubblicità politica e della pubblicità tematica
  • Garantire una copertura completa dei comportamenti manipolativi attuali ed emergenti
  • Ampliare rafforzare gli strumenti che consentono agli utenti di individuare e segnalare contenuti falsi o fuorvianti
  • Aumentare la copertura delle azioni di verifica dei fatti in tutti i paesi dell’UE e nelle loro lingue
  • Fornire ai ricercatori un maggiore accesso ai dati
  • Istituire un solido quadro di monitoraggio e comunicazione, con informazioni qualitative e quantitative a livello dell’UE e degli Stati membri 
  • Istituire un centro per la trasparenza
  • Creare una task force permanente per l’evoluzione e l’adeguamento del codice

Mentre l’EDMO figura insieme al Gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (ERGA) e all’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) all’interno di questo schema nel quale la Commissione Europea valuterà regolarmente i progressi compiuti nell’attuazione del Codice, sulla base delle relazioni granulari qualitative e quantitative previste dai firmatari (Fonte), della cellula italiana non vi è traccia, se non un autoriconoscimento da parte della struttura madre di hub territoriale che esiste sia in Francia sia in Belgio e Lussemburgo e sia in Polonia di cui se ne parla finanziamento che spetta solitamente a questioni tecniche e non umanistiche di cui per fortuna se ne parla in un articolo de La Repubblica che indica i costi in 1,4 milioni per l’Italia e, in totale, 11 milioni per gli otto hub europei. Un progetto che dovrà avere una durata di 30 mesi a partire dal settembre circa ed i costi sembrerebbero anche pochi se consideriamo i partner in campo e soprattutto le attività da mettere in piedi.

Il Gancio censore nella Commissione Europea

Per rendere possibile questa struttura, in seno all’organismo esecutivo dell’Unione Europea, la Commissione, il burocrate di Bruxelles che incensa il codice di condotta sull’informazione è il sig. Giuseppe Abbamonte promotore italiano dell’iniziativa e nel convegno del 27 ottobre dal come riportato dal profilo della cellula italiana ha dichiarato che:

Il dubbio che ricorre in molti è:

cosa è una fake news? Una notizia palesemente falsa oppure una notizia non gradita?

A giudicare i partner del progetto, il proponente dell’Unione Europea ed il padrino politico dell’iniziativa, non si prospetta nulla di buono per il settore dell’informazione abituato a correre sulle sue gambe da sempre grazie all’intuito dei giornalisti ed al loro modo di essere cane da presa del potere. Abbiamo già visto come si intende il concetto di disinformazione sui social network come Facebook dove non conta quello che dici, se vero o falso, ma quello di cui scrivi di un argomento sensibile come guerra, covid e l’indirizzo è oramai molto chiaro: russofobia e filoatlantismo, prima che europeismo. L’Unione Europea, sotto la guida Von der Leyen ha attuato diversi atti antidemocratici come l’esclusione di alcune fonti giornalistiche extra europee, l’istituzione di una agenzia di informazione europea e lo ha fatto perché l’intero territorio è pervaso dalla propaganda russa e da teorie antiscientifiche che ledono la salute dei suoi cittadini. Un modo fin troppo morboso di prendersi cura delle informazioni che girano sul territorio e che non ha dato fino ad oggi i suoi frutti se consideriamo i dati delle vendite dei giornali in Italia, le acredini che ci sono nel gruppo Gedi su una strategia meno giornalistica e più dedita al seo efficace per ottenere soldi dalle pubblicità con contenuti dettati dalle tendenze commerciali e non dall’informazione al servizio del cittadino, del fatto che i giornalisti non sono più liberi di esprimere dubbi su un determinato tema perchè c’è una pezza d’appoggio sempre fornita da una scienza che per definizione non può dare risposte certe, soprattutto su tematiche improvvise, o su equilibri geopolitici dove non esiste un giusto o uno sbagliato, bensì le pretese dall’una e dall’altra parte e le complessità che la diplomazia tenta di sciogliere senza sparare un colpo di cannone. Nonostante il crollo di credibilità che i media in Italia hanno avuto durante la pandemia e durante il conflitto ucraino, dove si è creato il fronte “o noi, o loro” che ha provocato tensioni sociali mettendo gli uni contro gli altri, l’accentramento dell’informazione in sovrastrutture di sorveglianza e controllo sempre più visibili e stringenti è reso necessario dal fatto che le strategie messe in campo fino ad oggi non sono servite alla strategia di contenimento ed è per questo che si passa a colpire i soldi ed i guadagni degli editori, per questo motivo conta più il seo che la voglia di informare i lettori e chi segue il codice di condotta ha dei sussidi come dimostra il piano pronto da 120 milioni per l’editoria italiana e le edicole dove solo il 10% è stanziato per dare da mangiare ai giovani giornalisti, merce rara al giorno d’oggi:

Giusto finanziare un settore, ma ingiusto e poco democratico imporgli un codice di condotta che segua delle regole che non sono proprie del giornalismo e del modo di fare informazione, altrimenti è un do ut des, dove lo Stato, o l’Europa, impongono un modo di fare giornalismo, fallace e poco credibile, per poi aiutare chi si presta al piano di quello che sembra in realtà un Ministero della Verità.

 

Inchieste

Papa Francesco sarà al G7 e l’Italia festeggia il DDL AI

Tempo di lettura: 6 minuti. Papa Francesco partecipa al G7, focalizzato su etica e IA e il Parlamento discute il DDL AI con Meloni che promuove l’IA umanistica.

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 6 minuti.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha recentemente annunciato l’eccezionale partecipazione di Papa Francesco alla sessione del G7 dedicata all’intelligenza artificiale con in tasta il DDL sul tema. Questo evento sottolinea l’importanza crescente delle questioni etiche e umanistiche connesse allo sviluppo tecnologico.

Un impegno umanistico nell’era digitale

Durante la presidenza italiana del G7, si discuterà ampiamente su come l’intelligenza artificiale possa essere guidata da principi etici che pongono l’umanità al centro. Meloni ha enfatizzato che l’intelligenza artificiale rappresenta la più grande sfida antropologica dei nostri tempi, portando con sé notevoli opportunità ma anche rischi significativi.

La premier ha citato l’esempio della “Rome Call for AI Ethics” del 2022, una iniziativa avviata dalla Santa Sede per promuovere un approccio etico allo sviluppo degli algoritmi, un concetto noto come algoretica. L’obiettivo è sviluppare una governance dell’IA che rimanga sempre centrata sull’essere umano.

L’intervento di Papa Francesco al G7 sarà cruciale per rafforzare questa visione, offrendo una prospettiva che combina tradizione e innovazione nell’affrontare le sfide poste dall’IA alla società contemporanea.

Intelligenza Artificiale: innovazioni legislative in Italia con il DDL

L’Italia si posiziona all’avanguardia nel panorama europeo con l’approvazione di un nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale. Questa legislazione pionieristica mira a promuovere un utilizzo etico e responsabile dell’IA, con un forte accento sulla protezione dei diritti fondamentali e sull’inclusione sociale.

Differenza tra Disegno di Legge e Decreto Legge

Prima di procedere, è doveroso spiegare la differenza tra un “DDL” (Disegno di Legge) e un “DL” (Decreto Legge) e che riguarda principalmente il processo legislativo e la loro natura giuridica all’interno del sistema legale italiano. Ecco i dettagli chiave:

Disegno di Legge (DDL)

  1. Definizione: Un DDL è una proposta legislativa elaborata e presentata al Parlamento per la discussione e l’approvazione. Può essere presentata da membri del Parlamento o dal Governo.
  2. Processo: Dopo essere presentato, il DDL segue un processo di esame approfondito che include discussioni, emendamenti e votazioni sia in commissione che in aula nelle due Camere del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica). Questo processo può essere lungo e richiede l’approvazione finale di entrambe le Camere.
  3. Natura: Il DDL è di natura ordinaria, significando che non ha effetto immediato e deve seguire il normale iter parlamentare prima di diventare legge.

Decreto Legge (DL)

  1. Definizione: Un DL è uno strumento legislativo che il Governo può adottare in casi straordinari di necessità e urgenza. Questo decreto ha forza di legge dal momento della sua pubblicazione, ma è temporaneo.
  2. Processo: Un DL deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, attraverso un processo che può includere modifiche e approvazioni. Se non convertito, perde efficacia retroattivamente.
  3. Natura: Il DL ha un’immediata efficacia legale ma è temporaneo e condizionato alla sua conversione in legge ordinaria, che stabilizza le disposizioni contenute nel decreto.

Confronto e uso

  • Velocità ed Efficienza: Il DL è molto più rapido nel rispondere a situazioni di emergenza, dato che entra in vigore immediatamente. Tuttavia, questa rapidità viene bilanciata dalla necessità di una successiva conferma parlamentare.
  • Stabilità e Riflessione: Il DDL segue un processo più riflessivo e può essere soggetto a più ampie discussioni e revisioni, il che può contribuire a una legislazione più ponderata e dettagliata.

Il DL è utilizzato per situazioni urgenti che richiedono una risposta legislativa immediata, mentre il DDL è il mezzo standard per la creazione di nuove leggi, offrendo più opportunità per l’esame e la discussione parlamentare.

Focus sui Principi Generali e innovazioni

Il disegno di legge definisce norme precise per la ricerca, lo sviluppo, e l’implementazione dell’IA, assicurando che ogni applicazione tecnologica rispetti la dignità umana e le libertà fondamentali, come stabilito dalla Costituzione italiana e dal diritto dell’Unione Europea. Tra i principi chiave, spicca l’impegno verso la trasparenza, la sicurezza dei dati, e l’equità, evitando discriminazioni e promuovendo la parità di genere.

Uno degli aspetti più rilevanti è l’introduzione di un quadro normativo per garantire che l’IA non sostituisca ma supporti il processo decisionale umano, mantenendo l’uomo al centro dell’innovazione tecnologica. In particolare, il disegno di legge enfatizza l’importanza della cybersicurezza e impone rigidi controlli di sicurezza per proteggere l’integrità dei sistemi di IA.

La legge stabilisce principi chiave per l’adozione e l’applicazione dell’IA in Italia, focalizzandosi su trasparenza, proporzionalità, sicurezza e non discriminazione. Viene data particolare attenzione al rispetto dei diritti umani e alla promozione di una IA “antropocentrica”, ossia che metta al centro le esigenze e il benessere dell’individuo.

Settori di impatto e disposizioni specifiche

La legislazione tocca vari settori, dalla sanità al lavoro, dalla difesa alla sicurezza nazionale, delineando norme specifiche per ciascuno:

Sanità

L’IA dovrebbe migliorare il sistema sanitario senza discriminare l’accesso alle cure. Si promuove l’uso dell’IA per assistere la decisione medica, ma la responsabilità finale rimane sempre nelle mani dei professionisti. L’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, come delineato nella nuova legislazione italiana, è concepito per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi sanitari, pur salvaguardando i diritti e la dignità dei pazienti. La legge impone che l’introduzione di sistemi di IA nel sistema sanitario avvenga senza discriminare l’accesso alle cure e che le decisioni mediche rimangano prerogativa del personale medico, sebbene assistito dalla tecnologia. È previsto inoltre che i pazienti siano adeguatamente informati sull’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale, ricevendo dettagli sui benefici diagnostici e terapeutici previsti e sulla logica decisionale impiegata.

Implicazioni della Legge sulla Sicurezza e Difesa Nazionale:

Le applicazioni di IA per scopi di sicurezza nazionale devono avvenire nel rispetto dei diritti costituzionali, con una regolamentazione specifica che esclude queste attività dall’ambito di applicazione della legge generale. La legge tratta specificamente l’applicazione dell’intelligenza artificiale per scopi di sicurezza e difesa nazionale, stabilendo che queste attività siano escluse dall’ambito di applicazione delle norme generali sulla regolamentazione dell’IA. Tuttavia, è chiaro che tali attività devono comunque svolgersi nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà costituzionali. Si prevede che l’uso dell’IA per la sicurezza nazionale sia regolato da normative specifiche, garantendo la conformità ai principi di correttezza, sicurezza e trasparenza, e imponendo controlli rigorosi per prevenire abusi.

Lavoro

Viene regolato l’utilizzo dell’IA per migliorare le condizioni lavorative e la produttività, garantendo trasparenza e sicurezza nell’uso dei dati dei lavoratori. L’adozione dell’intelligenza artificiale nel settore lavorativo, secondo la nuova normativa italiana, mira a migliorare le condizioni di lavoro e accrescere la produttività mantenendo al centro la sicurezza e la trasparenza. Gli impieghi di sistemi di IA devono avvenire nel rispetto della dignità umana e della riservatezza dei dati personali. I datori di lavoro sono obbligati a informare i lavoratori sull’utilizzo dell’IA, delineando chiaramente gli scopi e le modalità di impiego. La legge pone un’enfasi particolare sulla non discriminazione, assicurando che l’IA non crei disparità tra i lavoratori basate su sesso, età, origine etnica, orientamento sessuale, o qualsiasi altra condizione personale.

Iniziative per l’inclusione e la formazione

Significative sono le disposizioni per garantire l’accesso all’IA da parte delle persone con disabilità, assicurando pari opportunità e piena partecipazione. Viene inoltre data importanza alla formazione e all’alfabetizzazione digitale in tutti i livelli educativi per preparare i cittadini a interagire con le nuove tecnologie.

Il disegno di legge promuove attivamente la formazione e l’alfabetizzazione digitale come componenti fondamentali per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella società. Questo include l’implementazione di programmi di formazione sia nei curricoli scolastici che nei contesti professionali, al fine di preparare studenti e lavoratori a interagire efficacemente e eticamente con le tecnologie avanzate. Si prevede inoltre che gli ordini professionali introducano percorsi specifici per i propri iscritti, affinché possano acquisire le competenze necessarie per utilizzare l’IA in modo sicuro e responsabile nel rispetto delle normative vigenti.

Tutela della Privacy e della Proprietà Intellettuale

La legge enfatizza la protezione dei dati personali e introduce regole per garantire che i contenuti generati o manipolati tramite IA siano chiaramente identificati, proteggendo così l’integrità informativa e i diritti d’autore. La nuova legislazione italiana stabilisce criteri rigorosi per la protezione della privacy degli individui nell’ambito dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Si impone che ogni applicazione di IA che tratti dati personali debba avvenire in modo lecito, corretto e trasparente, conformemente alle normative dell’Unione Europea. La legge richiede inoltre che le informazioni relative al trattamento dei dati personali siano comunicate agli utenti in un linguaggio chiaro e accessibile, garantendo loro la possibilità di comprendere e, se necessario, opporsi al trattamento dei propri dati. Viene enfatizzata la necessità di una cybersicurezza efficace in tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi di IA, per prevenire abusi o manipolazioni.

Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, il disegno di legge introduce misure specifiche per assicurare che le opere generate attraverso l’intelligenza artificiale siano correttamente attribuite e tutelate sotto il diritto d’autore. Viene riconosciuto il diritto d’autore per le opere create con l’ausilio dell’IA, purché vi sia un significativo contributo umano che sia creativo, rilevante e dimostrabile. Inoltre, la legge prevede che ogni contenuto generato o modificato significativamente da sistemi di IA debba essere chiaramente identificato come tale, per mantenere la trasparenza e prevenire la diffusione di informazioni ingannevoli o falsificate.

Libertà di Informazione e dati personali

L’articolo 4 del DDL stabilisce che l’uso dell’IA nel settore dell’informazione deve avvenire senza compromettere la libertà e il pluralismo dei media, mantenendo l’obiettività e l’imparzialità delle informazioni. È essenziale che l’intelligenza artificiale non distorca la veridicità e la completezza dell’informazione a causa di pregiudizi intrinseci nei modelli di apprendimento automatico.

Trasparenza e correttezza nel Trattamento dei Dati

Viene enfatizzato il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati personali, in linea con il GDPR. Il DDL richiede che le informazioni sul trattamento dei dati siano fornite in modo chiaro e comprensibile, consentendo agli utenti di avere pieno controllo sulla gestione dei propri dati.

Consapevolezza e controllo per i minori

Una specifica attenzione è rivolta alla protezione dei minori nell’accesso alle tecnologie AI. I minori di quattordici anni necessitano del consenso dei genitori per l’utilizzo di tali tecnologie, mentre quelli tra i quattordici e i diciotto anni possono dare il consenso autonomamente, purché le informazioni siano chiare e accessibili.

Governance e collaborazione tra Agenzie

Il DDL promuove un approccio di governance “duale”, coinvolgendo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) per assicurare che l’applicazione delle tecnologie AI sia conforme sia alle normative nazionali che a quelle dell’Unione Europea. Queste agenzie lavoreranno insieme per stabilire un quadro regolatorio solido che promuova la sicurezza senza soffocare l’innovazione.

Leggi il DDL sull’Intelligenza Artificiale

Prosegui la lettura

Inchieste

Cloud Provider Italiani: quali sono le caratteristiche preferite dagli specialisti IT?

Tempo di lettura: 7 minuti. I Managed Service Providers (MSP) aiutano le aziende che desiderano esternalizzare la gestione della propria infrastruttura IT. Questo modello di outsourcing consente alle imprese di affidare le attività IT ad un partner esterno, garantendo efficienza, riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni.

Pubblicato

in data

programmatrice sorridente
Tempo di lettura: 7 minuti.

Dopo aver approfondito attraverso una serie di inchieste lo stato del cloud in Italia concentrandoci sul mercato e sulle sue tendenze, Matrice Digitale termina l’inchiesta a puntate con un’analisi su un interrogativo che può sfuggire a molti ed interessarne a pochi: qual è il cloud che scelgono i professionisti it?

Perchè comprendere dove le aziende IT posizionano il loro cloud?

Le imprese italiane, in piena migrazione di in massa verso i servizi cloud, sono assistite da esperti del settore IT che quotidianamente disegnano e realizzano architetture informatiche di tipo pubblico, privato ed ibrido.

I fruitori del Cloud è possibile dividerli in tre categorie che rispecchiano il mercato IT:

  • Singoli utenti
  • Aziende
  • Pubblica Amministrazione

Secondo un’analisi effettuata da Matrice Digitale, l’offerta dei servizi proposta dalle aziende individuate come operatori rilevanti di servizi cloud, è suddivisa in 17 soggetti che hanno prodotti standard, complementari o simili (come approfondito in precedenza) e soprattutto rivolti generalmente ad un pubblico di ampio target.

Confronto Canali di Vendita

Confronto canali di vendita

FornitoreDiretti PrivatiDiretti AziendeDiretti Pubblica AmministrazioneCanale ICT (MSP, Rivenditori)
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Un mercato in crescita rivolto a tutti, ma di pochi

Le offerte nel mondo del cloud computing sembrano tante, ma sono poche se poi si stringe il cerchio sulle reali capacità delle imprese che erogano i servizi sulla carta. Le aziende IT che si rivolgono al mondo delle PMI e medie imprese sono più orientate verso soluzioni distanti dalle multinazionali, soprattutto dopo che Broadcom ha rilevato VMware ed ha creato grande panico nei confronti di coloro che necessitano di virtualizzare i server per il loro business, aumentando di molto i costi delle licenze. Un ricatto costante, quello tecnologico, che ciclicamente vede le multinazionali falciare chi non ha un piano B pronto e dipende totalmente dal loro schema che diventa sempre più costoso con meno servizi inclusi.

Anche il Cloud può essere Made in Italy

Il caso Broadcom non è isolato e soprattutto non è il primo nell’ambito informatico. Le aziende italiane che svolgono attività nel settore del cloud computing in opposizione alla forte concorrenza, spesso sleale che si nasconde dietro il concetto di economia di scala, sono quelle che preferiscono la nicchia al ventaglio di prodotti multiservizi. Solo Serverplan e CoreTech, con la differenza che la seconda si contraddistingue per la vendita al solo Canale di specialisti IT, svolgono questo tipo di attività come unica fonte di guadagno e di business. Molti imprenditori nel settore IT si affidano per i servizi cloud ad altri specialisti per continuare a produrre il proprio servizio o prodotto senza snaturare la propria impresa inglobando risorse materiali e umane ed i relativi costi per sostenerli che ne aumentano il rischio d’impresa. Per fronteggiare l’avanzata aggressiva delle Big Tech nel mercato Cloud, c’è chi gioca in favore come un qualsiasi rivenditore commerciale acquistando prodotti confezionati e chi invece si rivolge ad aziende di pari dimensione per ottenere prodotti che garantiscono servizi di assistenza meno freddi e forniscono prodotti di sicurezza inclusi come forma di garanzia di qualità di un prodotto. Non è un caso, infatti, che il mercato del lavoro attuale non solo richiede numerose figure specializzate in informatica, ma non apprezza quelle già presenti perché formate non secondo le esigenze della domanda nel settore. Questa mancanza di figure qualificate, mista all’insoddisfazione delle imprese, rende ancora più prezioso il lavoro di chi invece è altamente specializzato e preferisce rivolgersi ad una clientela di alto profilo.

Dubbio amletico sulla natura delle nuvole tricolori

Sulla base degli approfondimenti e delle riflessioni maturate attraverso questo lungo viaggio nel cloud italiano, Matrice Digitale si è immedesimata in un individuo che vuole acquistare in piena autonomia un servizio cloud ed ha scoperto che non tutte le aziende hanno la caratteristica di un servizio del tutto pubblico nonostante si promuovano in questo modo nella fase di posizionamento sul mercato.

Pricing trasparente

Prospettiva Pricing Trasparente

FornitorePubblicoNon presente su sito
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Dalla ricerca effettuata da Matrice Digitale, la metà delle aziende presenti in lista (CdLan, Elmec, Fastweb, Netalia, NoovleTim, Retelit, Reevo, Tiscali, Vianova) non è munita di un listino prezzi consultabile liberamente online con annesso carrello elettronico per acquistare i servizi in ogni momento senza passare per un ufficio vendita-commerciale.

Le implicazioni di un pricing poco trasparente

Un fattore che fa riflettere sia in positivo perché si pensa ad un prodotto “su misura”, seppur odori di strategia di marketing, sia in negativo perché chi nel mondo IT cerca un prodotto come il cloud computing sa quali sono le sue esigenze, conosce anche i costi di mercato e riconosce chi espone i prezzi come un venditore specializzato in quel campo con un business già avviato e per nulla improvvisato. Inoltre, c’è anche il rischio che dinanzi ad alcune offerte di servizio ci sia chi fornisce il servizio di “housing” proponendolo al potenziale cliente come Cloud, ma nella pratica non farà altro che ospitare nella propria infrastruttura informatica un server fisico. Proprio per questo motivo, da profani apriamo una riflessione che rimettiamo al mercato sul se chi non espone i prezzi sia da considerare un “Cloud Pubblico” e non invece privato che offre successivamente lo spazio sui suoi server ai clienti che sottoscrivono un’offerta omnicomprensiva di servizi che spaziano dalla connettività fino ad arrivare alla fonia.

Qual è il cloud degli specialisti dell’IT?

Gli specialisti del settore IT di lunga data non acquistano dai soliti rivenditori la tecnologia su cui costruire la nuvola per i propri clienti che, ricordiamo, per la maggiore sono Piccole o Piccole Medie Imprese. Molti MSP impiegano in forma esclusiva prodotti delle multinazionali svolgendo in primis un ruolo di rivenditori dei prodotti di terzi. Questa scelta potrebbe fornire più garanzie sulla carta, ma potrebbe rafforzare allo stesso tempo sistemi di potere già consolidati, traghettandoli verso una posizione monopolistica che riconosca un potere incontrastato nello stabilire un prezzo di mercato che con il tempo diventi insostenibile per le aziende. Oltre alla pura logica di mercato, c’è anche un problema identitario dell’azienda che subentra e dove è messo a rischio il brand del fornitore di servizi nel caso che il cliente continui ad interfacciarsi con prodotti di terze parti ignorando il valore del fornitore tanto da credere di poterlo sostituire perché tanto utilizza un prodotto di terze parti di marchi ben più noti e commerciali e facilmente sostituibile.

Se è consideriamo che l’87 per cento della spesa è riservata alle grandi imprese che sono più propense nel chiudere accordi con i grandi gruppi e spesso hanno uffici interni preposti all’Information Technology, c’è un tessuto produttivo composto da piccole e medie imprese che quotidianamente si affida al Canale composto dai già noti MSP (Managed Service Provider), sviluppatori e fornitori IT.

Cloud pubblico

Il Cloud Pubblico è un modello di cloud computing in cui i servizi e le infrastrutture sono ospitati da un provider di cloud e resi disponibili al pubblico o a grandi gruppi industriali tramite Internet. Queste risorse, come server e storage, sono di proprietà e gestite dal provider di cloud e condivise tra tutti i clienti. Gli utenti accedono ai servizi e li gestiscono tramite un browser web e pagano in base al consumo, senza dover investire in hardware o manutenzione. Ecco una lista dei cloud pubblici italiani in concorrenza con i big USA Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform (GCP) che forniscono servizi Cloud, ma lo fanno da piattaforme fisiche dislocate all’estero.

FornitoreCloud PubblicoCloud PrivatoData Center-ColocationMSP/System IntegratorFornitore CyberSecurityFornitore ConnettivitàFornitore Telefonia
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Anche il metodo di classificazione di un’azienda che fornisce servizi Cloud risulta difficile agli occhi degli utenti e delle imprese. Un’impresa che eroga il servizio di noleggio delle infrastrutture informatiche sulla “nuvola” non può essere confusa né con chi vende servizi di connettività né con chi offre uno spazio sui propri server ai siti Internet dei clienti come da usanza delle web agencies che li realizzano. Partire da 2 milioni di euro di fatturato è un giusto parametro per avere una garanzia sia sul core business e sia per intuire la presenza di una fidelizzazione della clientela nei confronti dei servizi offerti dal fornitore del servizio di Cloud Computing.

Chi sono gli utenti del Cloud?

Le grandi imprese rappresentano l’87% della spesa complessiva nel cloud, evidenziando come queste organizzazioni stiano guidando l’adozione del cloud in Italia. Tuttavia, anche le PMI stanno rapidamente abbracciando il cloud, con una crescita del 34% nella spesa per servizi in Public Cloud, raggiungendo i 478 milioni di euro. Oltre la metà delle applicazioni aziendali nelle grandi imprese (51%) risiede ora nel cloud, segnalando un punto di svolta nella digitalizzazione del settore aziendale italiano. Un settore in espansione che mette alla luce diverse criticità soprattutto se si considera che il bene fisico dove sono custoditi i dati spesso viene abbandonato e dato in pasto ad aziende estranee, così come l’acquisto di licenze software per l’ufficio è sempre più sotto forma di abbonamento che, una volta scaduto, potrebbe minare il processo produttivo dell’azienda e la custodia “pro manibus” dei propri dati allontanandola da una capacità di essere indipendente e proprietaria nel medio lungo periodo.

Cos’è un MSP?

I Managed Service Providers (MSP) aiutano le aziende che desiderano esternalizzare la gestione della propria infrastruttura IT. Questo modello di outsourcing consente alle imprese di affidare le attività IT ad un partner esterno, garantendo efficienza, riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni.

Prosegui la lettura

Inchieste

Managed Service Providers in Italia: numeri di un mercato in crescita

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 5 minuti.

Nel contesto italiano, caratterizzato da un tessuto imprenditoriale prevalentemente composto da piccole e medie imprese, gli MSP stanno emergendo come una componente importante per la trasformazione digitale dell’intero contesto produttivo del Bel Paese.

Cos’è un MSP?

I Managed Service Providers (MSP) aiutano le aziende che desiderano esternalizzare la gestione della propria infrastruttura IT in un modello di outsourcing che consente alle imprese di affidare le attività IT ad un partner esterno, garantendo efficienza, riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni delegando la gestione IT che con il tempo diventa sempre più complessa. L’attività degli MSP varia dalla normale amministrazione di tipo hardware e di rete fino all’offerta di una soluzione più complessa come quella di un cloud o di piattaforme software diverse sulla base ai settori di appartenenza dei propri clienti.

Un mercato in crescita

Con l’aumento della diffusione digitale nelle imprese, cresce anche l’esigenza di essere più completi e professionali da parte di coloro che lavorano nel settore IT. Questo fenomeno sta incidendo notevolmente sul fatturato degli MSP che tende a crescere in virtù della forte domanda di mercato e questo fa il paio con il bisogno costante di reperire nel mercato del lavoro personale altamente qualificato a cui sono richieste competenze spesso orizzontali e che rimane un ostacolo a causa della poca offerta lavorativa specializzata.

Costo del personale rispetto al fatturato

Secondo un’analisi emersa all’MSP Fest 2023 si è rivelato che il costo medio del personale nel settore ICT è del 30,8% del fatturato totale, un indicatore di quanto le aziende investono nelle loro risorse umane. Questo dato varia significativamente tra i diversi cluster:

Partner ERP (Enterprise Resource Planning), software che consente di gestire l’intera attività d’impresa, sostenendo l’automazione dai processi di finanza, risorse umane, produzione, supply chain, servizi, approvvigionamento e altro, mostrano una coerenza interna con un costo del personale che oscilla tra il 29% e il 33%.

MSP: registrano un costo inferiore, ridotto di circa 9-10 punti percentuali rispetto ai partner ERP, suggerendo una maggiore efficienza o un modello di business differente che minimizza i costi del personale.

Software House: presentano la variabilità più alta, con una media del 37% che in alcuni casi raggiunge il 70%, indicando un elevato investimento in capitale umano, tipico delle aziende che dipendono fortemente dalla manodopera qualificata.

Questi dati suggeriscono che le strutture aziendali, le strategie di outsourcing e l’automazione possono influenzare significativamente il rapporto tra costo del personale e fatturato.

Fatturato per dipendente

Passando alla produttività misurata come fatturato per dipendente, emergono ulteriori dettagli rilevanti:

Software House: alcune registrano cifre allarmanti come 50k€/anno per dipendente, un livello basso che potrebbe indicare margini ridotti e sostenibilità a lungo termine a rischio.

Media del settore: il fatturato medio per dipendente si attesta intorno ai 145k€, con punte superiori ai 200k€ in aziende più efficienti. Questo dato riflette una variazione sostanziale basata sulla natura del modello di business e sulla capacità di generare ricavi aggiuntivi attraverso la vendita di licenze software, servizi o hardware.

Questo indicatore è cruciale per valutare l’efficacia con cui le aziende utilizzano il loro personale. Un fatturato per dipendente elevato può indicare un’alta produttività e un modello di business efficace, mentre valori bassi possono segnalare la necessità di rivedere le strategie operative.

Più della metà degli MSP ad oggi tende a superare mediamente il milione di euro di fatturato, segnalando una maturazione del settore. Questo dato dimostra che ci si sta allontanando da un mercato composto prevalentemente da micro-imprese ed indica una tendenza verso una dimensione non più da incubatore di professionalità, bensì di aziende strutturate.

MSP a chi si rivolgono

I primi fruitori del mercato IT sono prevalentemente imprese produttive e studi professionali e questo consente di tracciare una linea di indirizzo generale sui prodotti necessari a garantire uno standard di qualità minimo ed uguale per tutti. Questo indirizzo operativo permette di affinare le offerte di servizi e di aumentare l’efficienza di gestione attraverso la standardizzazione e la personalizzazione delle soluzioni per i clienti di nicchia. Se prima ci si rivolgeva al negozio sotto l’ufficio o all’amico di famiglia più pratico con i computer, oggi la gestione delle reti informatiche e la manutenzione dei computer aziendali, compreso tutto l’aspetto che riguarda la complessa, quanto sentita, messa in sicurezza del perimetro cibernetico, sono gestiti dagli MSP che si presentano sul mercato con contratti annuali o con la possibilità di una tariffazione oraria. Un’altra capacità che è richiesta ai Managed Service Providers è l’affinare la propria scalabilità nella gestione di un numero di clienti che può aumentare anche repentinamente.

Tecnologia e innovazione

L’adozione di tecnologie avanzate come il monitoraggio remoto, l’automazione dei processi di servizio e la gestione avanzata dei ticket sta diventando sempre più comune rispetto alla telefonata amichevole di un tempo. Questi strumenti non solo migliorano l’efficienza operativa ma permettono agli MSP di offrire un livello di servizio superiore, indispensabile per competere in un mercato tecnologicamente avanzato ed in continua evoluzione sulla base delle esigenze del mercato. La convergenza tra la crescente necessità di servizi IT gestiti e le capacità avanzate offerte dagli MSP suggerisce un ruolo sempre più centrale per questi ultimi nel supportare le imprese italiane nel percorso di trasformazione digitale e questo richiede una formazione costante dei quadri dirigenziali e di tutto il personale e non solo attraverso la lettura di articoli tecnici. In aggiunta agli aggiornamenti generali del settore su riviste specializzate come Matrice digitale, gli MSP si concentrano su diversi campi specifici per il proprio sviluppo professionale, evidenziando le seguenti aree principali:

Cybersecurity

Con la crescente incidenza di minacce informatiche, la cybersecurity rimane un campo di primaria importanza. Gli MSP riconoscono la necessità di fortificare le proprie competenze in questo ambito per proteggere efficacemente le infrastrutture IT dei loro clienti.

Conoscenza dei prodotti utilizzati

Un’approfondita conoscenza dei prodotti è essenziale per gli MSP per garantire l’efficienza e l’efficacia delle soluzioni implementate. Questo include una comprensione dettagliata dei software e degli hardware impiegati nelle loro operazioni quotidiane.

Organizzazione e processi Aziendali

L’efficienza operativa attraverso l’organizzazione e la gestione ottimizzata dei processi aziendali è un altro pilastro fondamentale. Gli MSP investono in formazione per migliorare la gestione dei progetti, il flusso di lavoro, e le pratiche operative generali.

Sales & Marketing

Le competenze in vendita e marketing sono cruciali per gli MSP per attrarre e mantenere una clientela ampia. Questo aspetto della formazione è orientato a strategie di comunicazione efficaci, generazione di lead e tecniche di negoziazione.

Helpdesk e Customer Service

Queste aree sono vitali per il mantenimento delle relazioni con i clienti positive e per la gestione efficiente delle richieste di supporto e assistenza.

Il ruolo sociale degli MSP

Chi ha l’onere ed il compito di gestire le infrastrutture informatiche di porzioni della produttività italiana non solo ha il dovere di gestirle a dovere, avendo cura dei dati che gli vengono affidati, ma ha il compito di trasmettere valori educativi nel campo digitale verso tutti i suoi assistiti che non sono solo le imprese, ma anche i dipendenti. Questo aspetto non andrebbe sottovalutato in un momento storico dove gli attacchi informatici crescono sempre ed il primo contatto tra criminali ed imprese, sono proprio i dipendenti che aprono inconsapevolmente le porte alle azioni coordinate.

Prosegui la lettura

Facebook

CYBERSECURITY

Economia8 ore fa

Apple, Regno Unito vuole più sicurezza informatica e l’Europa indica iPadOS Gatekeeper

Tempo di lettura: 2 minuti. Apple, nuove sfide normative con l'introduzione del PSTI Act nel Regno Unito e la designazione...

ACN: tutto quello che c'è da sapere sulla relazione annuale 2023 ACN: tutto quello che c'è da sapere sulla relazione annuale 2023
Cyber Security2 giorni fa

ACN: tutto quello che c’è da sapere sulla relazione annuale 2023

Tempo di lettura: 9 minuti. L'ACN presenta la relazione annuale sulle attività della cybersecurity in Italia nel 2023 ed i...

Cisco logo Cisco logo
Cyber Security5 giorni fa

Vulnerabilità critiche nel software Cisco: dettagli e soluzioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Cisco affronta vulnerabilità critiche nel suo software ASA e FTD, rilasciando aggiornamenti per prevenire attacchi...

Inchieste7 giorni fa

Managed Service Providers in Italia: numeri di un mercato in crescita

Tempo di lettura: 5 minuti. Nel contesto italiano, caratterizzato da un tessuto imprenditoriale prevalentemente composto da piccole e medie imprese,...

Inchieste7 giorni fa

Mercato ITC in Italia nel 2024: numeri e crescita vertiginosa rispetto al paese

Tempo di lettura: 4 minuti. L’Italia è sempre più digitale grazie al trend globale di trasformazione dei processi analogici verso...

Fortinet: vulnerabilità FortiClient EMS minaccia le aziende media Fortinet: vulnerabilità FortiClient EMS minaccia le aziende media
Cyber Security2 settimane fa

Fortinet: vulnerabilità FortiClient EMS minaccia le aziende media

Tempo di lettura: 2 minuti. Cybercriminali sfruttano CVE-2023-48788 in FortiClient EMS, minacciando aziende con SQL injection.

trasformazione digitale trasformazione digitale
Cyber Security2 settimane fa

Come Nominare il Responsabile per la Transizione Digitale e Costituire l’Ufficio per la Transizione Digitale

Tempo di lettura: 2 minuti. La nomina del RTD può avvenire tramite due modalità principali: Determina del Sindaco o Delibera...

Notizie2 settimane fa

Intensificazione delle operazioni di influenza digitale da parte di Cina e Corea del Nord

Tempo di lettura: 2 minuti. Nuovi report evidenziano l'intensificarsi delle operazioni di influenza digitale da parte di Cina e Corea...

hacker che studia hacker che studia
Cyber Security3 settimane fa

Dove studiare Sicurezza Informatica in Italia: Guida alle migliori opzioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Ci sono molte opzioni disponibili per coloro che desiderano studiare sicurezza informatica in Italia. Che...

trasformazione digitale trasformazione digitale
Cyber Security3 settimane fa

Il Ruolo e le Responsabilità del Responsabile per la Transizione Digitale nelle Pubbliche Amministrazioni

Tempo di lettura: 2 minuti. Il Responsabile per la Transizione Digitale svolge un ruolo fondamentale nell'accelerare e guidare la trasformazione...

Truffe recenti

Shein Shein
Truffe online3 settimane fa

Truffa dei buoni SHEIN da 300 euro, scopri come proteggerti

Tempo di lettura: < 1 minuto. La truffa dei buoni SHEIN da 300 euro sta facendo nuovamente vittime in Italia,...

OSINT2 mesi fa

USA interviene per recuperare 2,3 Milioni dai “Pig Butchers” su Binance

Tempo di lettura: 2 minuti. Il Dipartimento di Giustizia degli USA interviene per recuperare 2,3 milioni di dollari in criptovalute...

dimarcoutletfirenze sito truffa dimarcoutletfirenze sito truffa
Inchieste2 mesi fa

Truffa dimarcoutletfirenze.com: merce contraffatta e diversi dalle prenotazioni

Tempo di lettura: 2 minuti. La segnalazione alla redazione di dimarcoutletfirenze.com si è rivelata puntuale perchè dalle analisi svolte è...

sec etf bitcoin sec etf bitcoin
Economia4 mesi fa

No, la SEC non ha approvato ETF del Bitcoin. Ecco perchè

Tempo di lettura: 3 minuti. Il mondo delle criptovalute ha recentemente assistito a un evento senza precedenti: l’account Twitter ufficiale...

Notizie4 mesi fa

Europol mostra gli schemi di fronde online nel suo rapporto

Tempo di lettura: 2 minuti. Europol’s spotlight report on online fraud evidenzia che i sistemi di frode online rappresentano una grave...

Notizie5 mesi fa

Polizia Postale: attenzione alla truffa dei biglietti ferroviari falsi

Tempo di lettura: < 1 minuto. Gli investigatori della Polizia Postale hanno recentemente individuato una nuova truffa online che prende...

app ledger falsa app ledger falsa
Notizie6 mesi fa

App Falsa di Ledger Ruba Criptovalute

Tempo di lettura: 2 minuti. Un'app Ledger Live falsa nel Microsoft Store ha rubato 768.000 dollari in criptovalute, sollevando dubbi...

keepass pubblicità malevola keepass pubblicità malevola
Notizie6 mesi fa

Google: pubblicità malevole che indirizzano a falso sito di Keepass

Tempo di lettura: 2 minuti. Google ospita una pubblicità malevola che indirizza gli utenti a un falso sito di Keepass,...

Notizie6 mesi fa

Nuova tattica per la truffa dell’aggiornamento del browser

Tempo di lettura: 2 minuti. La truffa dell'aggiornamento del browser si rinnova, con i criminali che ora ospitano file dannosi...

Notizie7 mesi fa

Oltre 17.000 siti WordPress compromessi negli attacchi di Balada Injector

Tempo di lettura: 2 minuti. La campagna di hacking Balada Injector ha compromesso oltre 17.000 siti WordPress sfruttando vulnerabilità nei...

Tech

Problemi alla fotocamera del Samsung Galaxy XCover 5 Problemi alla fotocamera del Samsung Galaxy XCover 5
Smartphone8 ore fa

Problemi alla fotocamera del Samsung Galaxy XCover 5

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri come l'ultimo aggiornamento ad Android 14 ha causato problemi di autofocus sulla fotocamera del...

note 13 world champion note 13 world champion
Smartphone8 ore fa

Redmi Note 13 Pro+ World Champions Edition: segui qui l’evento

Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri il lancio del Redmi Note 13 Pro+ World Champions Edition, una collaborazione unica...

machine learning chrome machine learning chrome
Tech9 ore fa

Come il machine learning ha migliorato la barra degli indirizzi di Chrome

Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri come il machine learning ha trasformato l'omnibox di Chrome, rendendo le suggestioni di...

Garuda Linux "Bird of Prey" Garuda Linux "Bird of Prey"
Tech9 ore fa

Garuda Linux “Bird of Prey”: nuovo rilascio con KDE Plasma 6

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri Garuda Linux "Bird of Prey", l'ultima versione della distribuzione basata su Arch che introduce...

nothing phone 2a blu nothing phone 2a blu
Tech13 ore fa

Nothing Phone (2a) lancia l’Edizione Blu

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri il Nothing Phone (2a) in blu, una nuova edizione esclusiva per l'India con specifiche...

Samsung Galaxy F55 Samsung Galaxy F55
Smartphone13 ore fa

Samsung Galaxy F55: lancio imminente con finitura in Pelle Vegana

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri il Samsung Galaxy F55, il nuovo smartphone di fascia media con finitura in pelle...

Tech14 ore fa

Telegram arrivano 15 nuove funzionalità

Tempo di lettura: 2 minuti. Telegram aggiunge 15 funzionalità, inclusa la possibilità di visualizzare il proprio profilo pubblico, migliorando la...

Financial Times Financial Times
Intelligenza Artificiale14 ore fa

OpenAI accordo strategico con il Financial Times

Tempo di lettura: 2 minuti. OpenAI forma una partnership strategica con il Financial Times, includendo l'uso di contenuti per addestrare...

Vivo X100s AI Vivo X100s AI
Smartphone18 ore fa

Vivo X100s introduce funzionalità AI “Ritratto delle Quattro Stagioni”

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri la funzionalità AI "Ritratto delle Quattro Stagioni" del Vivo X100s che trasforma lo sfondo...

Infinix GT 20 Pro Infinix GT 20 Pro
Smartphone18 ore fa

Infinix GT 20 Pro: prestazioni top con caratteristiche innovative

Tempo di lettura: 2 minuti. Infinix GT 20 Pro: dispositivo per il gaming con caratteristiche all'avanguardia, prestazioni elevate e un...

Tendenza