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Pegasus: parla il CEO ed inguaia gli USA
Il controverso programma informatico di spionaggio Pegasus, che ha rivoluzionato i sistemi di sicurezza di diversi governi e contro il quale sono state intentate diverse cause per spionaggio per aver lasciato molti di essi vulnerabili, è oggi al centro delle cronache. Oggi riportiamo alcune di queste cause, le notizie e le dichiarazioni dell’amministratore delegato della società proprietaria di Pegasus. Il programma di spionaggio Pegasus, che può essere utilizzato per entrare da remoto in un iPhone e accedere a tutti i dati personali in esso contenuti, è stato difeso dall’amministratore delegato della società. Il direttore generale della NSO ha dichiarato che l’azienda ha commesso “errori” vendendo il prodotto a governi repressivi, ma ha aggiunto che ora vende Pegasus solo a Paesi a cui gli Stati Uniti vendono armi.
Un ricercatore di sicurezza ha affermato che il paragone è falso e che un paragone più ragionevole sarebbe la vendita di missili nucleari a lungo raggio. Di fronte a tutte le notizie, le accuse e le voci sulla spia Pegasus, il direttore generale dell’ONS ha difeso il progetto. Pegasus è un software di spionaggio che si installa sui dispositivi con alcune versioni di iOS (il sistema operativo mobile di Apple) e Android, ed è stato sviluppato dalla società informatica israeliana NSO. È stato scoperto nell’agosto 2016 dopo un tentativo fallito di installarlo su un iPhone di proprietà di un attivista per i diritti umani, rivelando dettagli sullo spyware, sulle sue capacità e sulle vulnerabilità che sfruttava. Pegasus può leggere i messaggi di testo, tracciare le chiamate, raccogliere le password, determinare la posizione del telefono e raccogliere informazioni dalle app. Apple ha rilasciato la versione 9.3.5 del suo software iOS per correggere le vulnerabilità. La notizia di questo spyware ha attirato l’attenzione dei media. NSO Group produce uno spyware chiamato Pegasus che viene venduto alle agenzie governative e alle forze dell’ordine. L’azienda acquista dagli hacker le cosiddette vulnerabilità zero-day (vulnerabilità sconosciute ad Apple) e il suo software è in grado di creare exploit zero-click in cui l’obiettivo non richiede l’interazione dell’utente. In particolare, è stato riferito che la semplice ricezione di un iMessage, senza aprirlo o interagire con esso in alcun modo, potrebbe compromettere l’iPhone ed esporre i dati personali.
NSO vende Pegasus solo ai governi, ma tra i suoi clienti ci sono anche Paesi con una pessima reputazione in termini di diritti umani, dove lo spyware viene usato contro oppositori politici, attivisti dei diritti umani, avvocati, giornalisti, ecc. Manzana ha cercato di proteggere gli utenti da Pegasus; l’azienda ha fatto causa, ha avvertito i proprietari di iPhone infetti e ha offerto una modalità di blocco che disabilita le vie di attacco più comuni. Negli Stati Uniti d’America Pegasus potrebbe perdere le sue ali, perché la Corte Suprema degli Stati Uniti ha permesso a Meta di andare avanti con la sua causa contro il gruppo NSO. Si trattava di una causa intentata da Meta nel 2019 e impugnata da NSO Group, ma la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ora respinto il ricorso. Secondo Goal, NSO ha violato diverse leggi installando Pegasus, che gli ha permesso di accedere ai server di WhatsApp e di spiare 1.400 persone. Questo ha scatenato una raffica di eventi in tutto il mondo e ha allarmato diversi Paesi.
Nel frattempo in Messico, mercoledì scorso, l’Istituto Nazionale per la Trasparenza, l’Accesso all’Informazione e la Protezione della Vita Privata (INAI) ha ordinato all’esercito messicano di rivelare tutte le informazioni sui suoi contratti con Antsua Comercializadora. La strategia di applicazione R3D rivela il tentativo dell’esercito messicano di nascondere i documenti relativi al programma di spionaggio messicano. Il Segretario della Difesa Nazionale (Sedena) nega l’esistenza di contratti relativi alle aziende che hanno venduto il programma Pegasus al Messico, sebbene li abbia nei suoi archivi. D’altra parte, il Parlamento europeo accetta di inviare una missione in Spagna per indagare sull’uso del sistema di spionaggio Pegasus. La commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sul programma di spionaggio Pegasus ha deciso martedì di inviare una missione a Madrid per raccogliere maggiori informazioni sull’uso del programma, che potrebbe aver colpito membri del governo spagnolo, politici catalani e membri della società civile.
La decisione è stata presa durante una riunione dei coordinatori del comitato speciale, dopo l’approvazione delle missioni simili a Israele, Grecia e Cipro e la decisione su una prossima missione in Ungheria a febbraio. Da parte loro, i tre relatori dell’ONU hanno espresso la loro “preoccupazione” per lo spionaggio dei leader filo-indipendentisti attraverso il programma informatico Pegasus e hanno chiesto al governo spagnolo di indagare sulla questione e di “perseguire e imporre le sanzioni del caso ai responsabili”. Nella sua prima intervista con i media da quando ha assunto la carica di amministratore delegato circa cinque mesi fa, Yaron Shohat ha ammesso di aver commesso degli “errori” vendendo Pegasus a governi che lo hanno utilizzato per violare i diritti umani. Tuttavia, ha dichiarato al Wsj che la NSA è ora molto più attenta e vende solo a governi autorizzati ad acquistare armi statunitensi. shohat ha detto che NSO Group ha licenziato 10 clienti per presunti abusi della sua tecnologia, aggiungendo che il fornitore di spyware ha imparato dall’esperienza. Non ha rivelato i nomi dei clienti. “Non dirò che non abbiamo mai commesso errori, ma agiamo in modo responsabile”, ha detto. [Ha rifiutato di dire se tutti i clienti della NSO fossero Stati democratici, ma ha dichiarato “qualsiasi cliente o Stato a cui gli Stati Uniti vendono armi”. Un accademico che segue da vicino le attività dell’NSA ritiene che questo confronto non abbia senso. John Scott Reiltonlead scientist per il gruppo di ricerca informatica citizen Laba dell’Università di Toronto che segue da vicino il gruppo NSO, rifiuta l’idea che vendere Pegasus, anche agli alleati, sia equivalente a esportare altri tipi di armi. “Se i missili intercontinentali fossero venduti a tutti i Paesi a cui gli Stati Uniti vendono varie armi, credo che anche gli Stati Uniti sarebbero piuttosto scontenti”, ha detto Scott-Reilton. “Il Pegasus è un’arma cibernetica senza limiti logici di gittata”. Questo ha avuto gravi conseguenze finanziarie per l’azienda, che ha debiti per circa 500 milioni di dollari e rischia di dichiarare la propria insolvenza, secondo l’agenzia di credito Moody’s.
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Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
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Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
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USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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