Sicurezza Informatica
Giustizia Europea: l’Italia si adegua all’E-evidence
Il nuovo regolamento e-Evidence dell’Unione Europea consente alle autorità di un paese membro di accedere alle prove elettroniche archiviate in un altro paese membro tramite una procedura giudiziaria codificata a livello europeo. L’Italia si sta adeguando attraverso il Digital Service Act (DSA), che prevede già una procedura simile, dove i prestatori intermediari informatici devono fornire le informazioni richieste dalle autorità giudiziarie o amministrative. Il DSA impone ai prestatori di servizi intermediari di osservare gli obblighi informativi indicati nell’articolo 9 del regolamento UE 2022/2065. Una volta che il regolamento e-Evidence verrà approvato, sarà necessario integrarlo con il DSA e definire i dettagli per l’interazione tra i due regolamenti. In ogni caso, le autorità italiane e i prestatori intermediari di servizi dovranno attenersi alle nuove norme UE e garantire la trasmissione delle informazioni richieste alle autorità di altri paesi membri dell’UE.
Cos’è E-evidence?
E-evidence si riferisce alle prove elettroniche o digitali raccolte in relazione a un reato o a un procedimento giudiziario.
L’uso di tecnologie digitali, come computer, smartphone, dispositivi di memorizzazione dati, internet e social media, ha creato nuove fonti di prove che possono essere utilizzate in procedimenti giudiziari. L’e-evidence comprende quindi tutte le informazioni elettroniche o digitali che possono essere utilizzate per dimostrare l’esistenza o l’assenza di fatti o circostanze rilevanti per il procedimento.
È importante notare che le prove elettroniche sono soggette a sfide uniche, come la loro autenticità, l’integrità e la catena di custodia, che devono essere prese in considerazione quando vengono presentate in tribunale. Inoltre, è importante che i giuristi e i tribunali abbiano la competenza tecnica per comprendere e valutare le prove elettroniche e per prenderle in considerazione nella valutazione delle prove.
In sostanza, l’e-evidence rappresenta una sfida importante per il sistema giudiziario, ma anche una grande opportunità per raccogliere prove più complete e accurate per la giustizia.
Cosa è il Digital Service Act?
Il Digital Services Act (DSA) è una proposta legislativa dell’Unione Europea (UE) che mira a regolare il funzionamento delle piattaforme online e dei servizi digitali forniti a livello europeo.
L’obiettivo del DSA è di creare un ambiente online più sicuro e trasparente per gli utenti, riducendo la diffusione di contenuti illegali e dannosi, come la disinformazione, l’odio, la violenza e il terrorismo. Per farlo, il DSA intende aumentare la responsabilità delle piattaforme digitali, obbligandole a rimuovere rapidamente i contenuti illegali segnalati dagli utenti o identificati dalle autorità.
Il DSA prevede anche la creazione di un’autorità europea per la regolamentazione delle piattaforme digitali, che avrebbe il compito di garantire il rispetto delle regole e di svolgere indagini sulle violazioni. Inoltre, il DSA impone alle piattaforme di fornire ai consumatori informazioni chiare e trasparenti sui termini e le condizioni del servizio, nonché sulle modalità di gestione dei dati personali.
Il DSA rappresenta un passo importante nell’evoluzione della regolamentazione del mondo digitale, soprattutto in considerazione della crescente importanza che le piattaforme online hanno assunto nella vita delle persone e nella società in generale.
Sicurezza Informatica
Black Basta Ransomware è diventato un problema mondiale
Tempo di lettura: 2 minuti. Black Basta Ransomware ha colpito più di 500 entità in vari settori, sottolineando la crescente minaccia di attacchi ransomware
L’operazione ransomware-as-a-service (RaaS) nota come Black Basta ha mirato a oltre 500 entità private e infrastrutture critiche in Nord America, Europa e Australia. Questa attività aggressiva ha iniziato da aprile 2022 e continua a rappresentare una significativa minaccia per la sicurezza informatica globale.
Dettagli dell’Attacco
Secondo un avviso congiunto pubblicato da CISA, FBI, HHS e MS-ISAC, Black Basta ha criptato e sottratto dati da almeno 12 dei 16 settori di infrastrutture critiche definiti. Gli attaccanti hanno utilizzato tecniche di accesso iniziale comuni come il phishing e l’exploit di vulnerabilità note, seguendo un modello di doppia estorsione che combina la criptazione dei sistemi e l’esfiltrazione dei dati.
Metodologie di Attacco
Le catene di attacco di Black Basta hanno incluso l’uso di strumenti come il SoftPerfect network scanner per la scansione di reti, BITSAdmin, beacon di Cobalt Strike, ConnectWise ScreenConnect e PsExec per il movimento laterale, Mimikatz per l’escalation dei privilegi, e RClone per l’esfiltrazione dei dati prima della criptazione.
Implicazioni per le organizzazioni
Le organizzazioni sanitarie sono diventate bersagli particolarmente attraenti per i cybercriminali a causa della loro dipendenza dalla tecnologia, l’accesso a informazioni sanitarie personali e l’impatto unico delle interruzioni sulla cura dei pazienti. Questo eleva l’urgenza di adottare misure di sicurezza rafforzate per proteggere le informazioni sensibili e le operazioni critiche.
Panorama del Ransomware
Il panorama del ransomware è in continuo cambiamento, con una diminuzione del 18% dell’attività nel primo trimestre del 2024, principalmente a causa delle operazioni delle forze dell’ordine contro gruppi come ALPHV (aka BlackCat) e LockBit. Nonostante le sfide, nuovi gruppi ransomware continuano a emergere, dimostrando la capacità di adattamento e rebranding rapido di questi attori minacciosi.
L’escalation di attacchi da parte di Black Basta sottolinea la crescente sofisticatezza e l’aggressività dei gruppi ransomware. È imperativo che le organizzazioni di tutti i settori rafforzino le loro difese e collaborino con agenzie governative per mitigare queste minacce pervasive e potenzialmente devastanti. Questi sviluppi rappresentano un campanello d’allarme per la comunità globale, evidenziando la necessità di una vigilanza continua e di strategie di sicurezza avanzate per contrastare le minacce ransomware in evoluzione.
CISA e Partner rilasciano Avvisi di Sicurezza sul Ransomware Black Basta
La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA), in collaborazione con il Federal Bureau of Investigation (FBI), il Department of Health and Human Services (HHS) e il Multi-State Information Sharing and Analysis Center (MS-ISAC), ha pubblicato un avviso congiunto di sicurezza informatica riguardante il ransomware Black Basta.
Dettagli dell’Avviso
Il ransomware Black Basta, identificato per la prima volta nell’aprile 2022, è descritto come una variante ransomware-as-a-service (RaaS). Gli affiliati di Black Basta hanno preso di mira oltre 500 entità nel settore privato e nelle infrastrutture critiche, inclusi gli enti sanitari, in Nord America, Europa e Australia. L’avviso mira a fornire ai difensori della cybersecurity tattiche, tecniche e procedure (TTP) e indicatori di compromissione (IOC) utilizzati dagli affiliati di Black Basta, identificati tramite indagini dell’FBI e report di terze parti.
Consigli per la mitigazione
CISA e i partner consigliano alle organizzazioni di esaminare e implementare le mitigazioni fornite nell’avviso congiunto per ridurre la probabilità e l’impatto degli incidenti ransomware, inclusi quelli di Black Basta. Per ulteriori informazioni, si consiglia di consultare StopRansomware.gov e la #StopRansomware Guide. Questo avviso evidenzia la crescente minaccia rappresentata da varianti ransomware come Black Basta e sottolinea l’importanza della collaborazione e della condivisione delle informazioni tra agenzie governative e organizzazioni private per combattere efficacemente queste minacce. Le organizzazioni sono incoraggiate a prendere sul serio queste raccomandazioni e a rafforzare le loro difese contro le avanzate minacce cyber.
Sicurezza Informatica
LLMjacking: nuova minaccia AI con credenziali Cloud Rubate
Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri LLMjacking, un attacco che usa credenziali cloud rubate per abusare di servizi AI e generare costi enormi per le vittime.
Il fenomeno noto come LLMjacking sta emergendo come una nuova e significativa minaccia nel panorama della sicurezza informatica. Utilizzando credenziali cloud rubate, gli attaccanti hanno mirato a servizi AI basati su grandi modelli linguistici (LLM), generando costi ingenti per le vittime.
Dettagli dell’attacco LLMjacking
Recentemente, il team di ricerca di Sysdig ha identificato un attacco di LLMjacking che sfrutta credenziali cloud compromesse per accedere e manipolare servizi LLM ospitati su cloud. L’attacco ha sfruttato una vulnerabilità nel sistema Laravel, specificamente la CVE-2021-3129, per rubare le credenziali.
Una volta ottenuto l’accesso, gli attaccanti hanno mirato a modelli LLM locali ospitati da fornitori di cloud, tra cui modelli di Claude da Anthropic. Hanno esfiltrato ulteriori credenziali cloud e tentato di accedere a diversi servizi di AI tra cui AWS Bedrock, Azure e GCP Vertex AI, senza effettuare legittime richieste LLM ma piuttosto per valutare le capacità delle credenziali rubate.
Impatto economico e Operativo
Se non scoperti, gli attacchi di questo tipo possono comportare costi di consumo LLM superiori a $46,000 al giorno per le vittime. Inoltre, l’abuso di tali servizi può bloccare l’uso legittimo dei modelli da parte delle organizzazioni colpite, interrompendo le operazioni aziendali.
Strategie di difesa e prevenzione
La prevenzione di tali attacchi richiede una gestione attenta delle vulnerabilità e delle credenziali. Strumenti come la monitorizzazione dei log cloud e l’analisi comportamentale possono rivelare attività sospette, permettendo alle organizzazioni di rispondere prontamente. La configurazione di log dettagliati e l’uso di politiche di sicurezza adeguate sono essenziali per proteggere l’ambiente cloud. L’analisi approfondita di LLMjacking sottolinea la crescente sofisticazione degli attacchi cyber e l’importanza di robuste misure di sicurezza e monitoraggio per proteggere le risorse cloud e i dati sensibili.
Sicurezza Informatica
Citrix “mitigate manualmente Bug del Client SSH PuTTY”
Tempo di lettura: < 1 minuto. Citrix avverte gli amministratori di mitigare manualmente un bug nel client SSH PuTTY che rischioso per la sicurezza delle chiavi SSH private
Citrix ha notificato ai suoi clienti la necessità di mitigare manualmente una vulnerabilità nel client SSH PuTTY che potrebbe permettere agli aggressori di rubare la chiave SSH privata di un amministratore di XenCenter. Questo problema, identificato come CVE-2024-31497, interessa diverse versioni di XenCenter per Citrix Hypervisor 8.2 CU1 LTSR che integrano PuTTY per stabilire connessioni SSH dai XenCenter ai VM guest.
Implicazioni del Bug
La vulnerabilità è stata scoperta da Fabian Bäumer e Marcus Brinkmann dell’Università di Ruhr Bochum. Essa è causata dal modo in cui le vecchie versioni del client SSH basato su Windows generano i nonce ECDSA (numeri crittografici unici temporanei) per la curva NIST P-521 utilizzata per l’autenticazione. Questo difetto può essere sfruttato se un attaccante controlla un VM guest e un amministratore di XenCenter utilizza quella chiave per autenticarsi al VM guest tramite una connessione SSH.
Consigli per la Mitigazione
Citrix ha rimosso il componente PuTTY a partire dalla versione XenCenter 8.2.6, e le versioni successive alla 8.2.7 non lo includono più. Tuttavia, gli amministratori che utilizzano versioni precedenti sono invitati a scaricare l’ultima versione di PuTTY e installarla al posto della versione inclusa nelle versioni più vecchie di XenCenter. Questo passaggio è essenziale per garantire la sicurezza delle connessioni SSH.
Azioni Alternative
Per gli utenti che non desiderano utilizzare la funzionalità “Open SSH Console”, Citrix suggerisce di rimuovere completamente il componente PuTTY. Coloro che vogliono mantenere l’uso attuale di PuTTY dovrebbero sostituire la versione installata nel loro sistema XenCenter con una versione aggiornata (almeno la versione 0.81).
Questo avviso di Citrix evidenzia l’importanza di mantenere aggiornati i componenti software e di adottare rapidamente le correzioni di sicurezza per proteggere le infrastrutture critiche. Gli amministratori devono essere vigili e proattivi nel gestire le minacce alla sicurezza per evitare potenziali breccie.
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