Sicurezza Informatica
Polizia Postale, aumentano le truffe del trading online
Tempo di lettura: 2 minuti. Aumentano le segnalazioni sulle truffe delle false proposte di investimenti online
Il fenomeno dei falsi investimenti da trading on line è in forte aumento negli ultimi tempi come anche evidenziato dalle numerosissime denunce pervenute alla Polizia Postale, che al riguardo nei giorni scorsi ha emanato un allerta.
“Aumentano le segnalazioni alla Polizia Postale sulle truffe da false proposte di investimenti in azioni di società partecipate dallo Stato. […] Sempre più spesso i truffatori, utilizzando loghi di prestigiose aziende e l’immagine di personaggi noti o politici, pubblicizzano sui social network investimenti che promettono facili ed immediati guadagni, inducendo così gli utenti a cliccare su link che conducono a siti web fraudolenti.”, si legge nel bollettino di sicurezza.
La struttura tipica della truffa
Grazie ad abili manipolazioni le vittime, credendo nella promessa di facili guadagni di fatto inesistenti, investono ingenti somme frutto di risparmi raccolti nel tempo. La truffa ha una struttura tipica che può prevedere un primo contatto telefonico o l’invio di un sms o e-mail di phishing da parte dei truffatori che, impersonando aziende/entità fidate, riescono a propinare alla vittima un conveniente affare. In altri casi può essere la stessa vittima a contattare i truffatori, in quanto attratta da pubblicità e siti web abilmente allestiti con grafiche ed annunci ingannevoli. In tutti i casi ad attirare la vittima è la facilità d’investimento e dei relativi elevati guadagni, del tutto fuori da ogni regola di mercato reale.
Il target prescelto
Il target prescelto è spesso rappresentato da uomini e donne di tutte le età che in molti casi oltre a non avere conoscenze tecniche in materia di investimenti finanziari non ne hanno nemmeno di tipo informatico. Talvolta infatti una delle tecniche impiegate dai criminali include l’impiego di applicazioni di controllo remoto che una volta installate sul pc della vittima consentono ai truffatori di movimentare le somme di denaro in autonomia sotto gli occhi degli incauti interlocutori.
Possibile prosecuzione della truffa
Spesso i soggetti già frodati possono essere nuovamente ricontattati da presunti legali con la promessa di un possibile risarcimento delle somme perdute, che cela in realtà una prosecuzione della truffa iniziale. Altre volte, i truffatori sfruttando informazioni già in possesso, possono riuscire anche a persuadere le vittime al punto da far loro richiedere finanziamenti dedicati a nuovi investimenti con il pretesto di compensare le perdite.
I consigli della Polizia Postale
Al fine di evitare di cadere nella grinfie di sedicenti broker di trading online, la Polizia di Stato consiglia di:
- Diffidate delle promesse di guadagni aleatori troppo sproporzionati da quelli praticati dagli istituti di credito;
- Consultate sempre i siti della Consob, della Banca d’Italia e dell’ESMA (European Securities and Markets Authority), per essere sicuri di rivolgersi ad intermediari autorizzati;
- Verificate la veridicità delle campagne di investimento direttamente dai siti ufficiali delle società coinvolte, consultando, anche attraverso i motori di ricerca sul web, le recensioni riferite alle società di trading;
- non accettare mai richieste di terze parti, riguardo all’installazione di software per il controllo remoto dei propri dispositivi;
- Non pagate assolutamente ulteriori somme di denaro per sbloccare le somme già versate.
Inoltre il bollettino della Polizia Postale avverte che “sono in corso mirate attività investigative per individuare gli autori dei reati“.
Sicurezza Informatica
Operazione Polo Est: smantellato Gruppo di esperti in Truffe Online
Tempo di lettura: 2 minuti. La Polizia Postale smantella un gruppo criminale specializzato in truffe online attraverso email di spoofing. Scopri i dettagli dell’operazione Polo Est e le azioni intraprese.
La Polizia Postale, attraverso l’operazione “Polo Est”, ha smantellato un gruppo criminale specializzato in truffe online che utilizzava email di spoofing per ingannare le vittime con false accuse di reati gravi, come la gli abusi sui minori. L’operazione, coordinata dalla procura di Bergamo e condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica per la Lombardia, è scaturita dalla denuncia di un cittadino italiano residente in Cina, truffato per oltre 117mila euro.
Dettagli dell’operazione
L’indagine ha avuto origine dalla denuncia di una vittima che aveva ricevuto un’email recante il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia in pensione, accusandolo di reati di collegati all’abuso di minori online. Dopo aver subito vessazioni e temendo per la propria reputazione, la vittima ha pagato diverse “multe” per un totale di oltre 117mila euro prima di rendersi conto della truffa e rivolgersi alla Polizia Postale.
Smantellamento del Gruppo Criminale
L’operazione ha permesso di identificare i membri del gruppo criminale, con base logistica nella provincia di Bergamo. Gli investigatori hanno eseguito 12 perquisizioni nei confronti di un cittadino italiano e di altre 11 persone straniere, di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate diverse documentazioni relative alle movimentazioni di denaro provenienti dalle vittime e attività di riciclaggio dei proventi illeciti.
Analisi dei Dispositivi Informatici
L’analisi dei dispositivi informatici, condotta sul posto dagli agenti della Polizia Postale di Milano, ha rivelato dettagli sulle conversazioni con le vittime e sui movimenti di denaro. Queste prove hanno confermato l’attività dei truffatori e la loro capacità di contattare le potenziali vittime utilizzando una falsa identità. L’operazione Polo Est rappresenta un significativo successo nella lotta contro le truffe online. Grazie all’intervento tempestivo della Polizia Postale, è stato possibile identificare e smantellare un gruppo criminale che operava attraverso sofisticate tecniche di spoofing via email, proteggendo così numerose potenziali vittime da ulteriori frodi.
Sicurezza Informatica
USA nordcoreani lavorano nell’IT e finanziano armi
Tempo di lettura: 2 minuti. Cinque individui accusati di schemi informatici per finanziare il programma di armi nucleari della Corea del Nord, con conseguenze legali significative. Scopri i dettagli delle accuse e delle sanzioni.
Le autorità statunitensi hanno incriminato cinque individui coinvolti in schemi informatici volti a generare entrate per il programma di armi nucleari della Corea del Nord. Questi schemi prevedevano la frode identitaria e l’infiltrazione nei mercati del lavoro statunitensi per ottenere lavori IT remoti. Tra gli arrestati, una cittadina americana, un uomo ucraino e tre cittadini stranieri sono accusati di diverse attività criminali, tra cui frode e riciclaggio di denaro.
Arizona: accusata di aiutare Nordcoreani per lavori IT remoti
Christina Marie Chapman, 49 anni, di Litchfield Park, Arizona, è stata accusata di aver aiutato cittadini nordcoreani a ottenere lavori IT remoti presso oltre 300 aziende statunitensi, generando milioni di dollari per il programma di missili balistici della Corea del Nord.
Dettagli dello schema
Secondo l’accusa federale, Chapman ha raccolto 6,8 milioni di dollari in questo schema, fondi che sono stati incanalati verso il Dipartimento dell’Industria delle Munizioni della Corea del Nord, coinvolto nello sviluppo di missili balistici. Lo schema prevedeva l’uso delle identità di più di 60 persone residenti negli Stati Uniti per ottenere lavori IT per cittadini nordcoreani presso oltre 300 aziende statunitensi.
Metodi utilizzati
Chapman e i suoi co-cospiratori avrebbero utilizzato informazioni personali compromesse per ottenere questi lavori e hanno gestito un “laptop farm” presso una delle sue residenze per far sembrare che i dipendenti nordcoreani lavorassero dagli Stati Uniti. I laptop venivano forniti dai datori di lavoro e i lavoratori utilizzavano proxy e VPN per apparire come se si connettessero da indirizzi IP statunitensi. Chapman riceveva anche gli stipendi dei dipendenti presso la sua abitazione.
Impatto e conseguenze
Questo complotto ha colpito una varietà di settori, tra cui un’importante rete televisiva nazionale, una principale azienda tecnologica della Silicon Valley, un produttore di difesa aerospaziale, un’iconica casa automobilistica americana, una catena di vendita al dettaglio di alta gamma e una delle aziende di media e intrattenimento più riconoscibili al mondo, tutte Fortune 500.
Nicole Argentieri, capo della Divisione Criminale del Dipartimento di Giustizia, ha sottolineato che questi crimini hanno beneficiato il governo nordcoreano, fornendo un flusso di entrate e, in alcuni casi, informazioni proprietarie rubate dai co-cospiratori. Chapman è stata arrestata mercoledì e, se condannata, potrebbe affrontare fino a 97,5 anni di carcere. In un caso correlato, un uomo ucraino, Oleksandr Didenko, è stato accusato di un complotto simile e potrebbe affrontare fino a 67,5 anni di carcere.
Sicurezza Informatica
Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL
Tempo di lettura: 2 minuti. Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL con IPsec per prevenire violazioni di sicurezza.
Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia (NCSC) ha raccomandato di sostituire le soluzioni SSL VPN/Web VPN con alternative più sicure a causa della continua sfruttamento delle vulnerabilità associate a questi dispositivi di rete.
Raccomandazioni e tempistiche
L’NCSC consiglia alle organizzazioni di completare la transizione entro il 2025, mentre quelle soggette alla “Safety Act” o che operano in infrastrutture critiche dovrebbero adottare alternative più sicure entro la fine del 2024. La raccomandazione principale è di passare a Internet Protocol Security (IPsec) con Internet Key Exchange (IKEv2).
Problemi delle VPN SSL
Le VPN SSL/WebVPN forniscono accesso remoto sicuro utilizzando i protocolli SSL/TLS, creando un “tunnel di crittografia” tra il dispositivo dell’utente e il server VPN. Tuttavia, le implementazioni di SSLVPN non seguono uno standard unico, portando a numerose vulnerabilità sfruttate dai hacker per violare le reti. Esempi recenti includono le vulnerabilità di Fortinet e Cisco sfruttate da gruppi di hacker come Volt Typhoon e le operazioni di ransomware Akira e LockBit.
Vantaggi di IPsec con IKEv2
IPsec con IKEv2 offre maggiore sicurezza crittografando e autenticando ogni pacchetto di dati e riducendo il margine di errore di configurazione rispetto alle soluzioni SSLVPN. Anche se IPsec non è privo di difetti, rappresenta una riduzione significativa della superficie di attacco per incidenti di accesso remoto sicuro.
Misure proposte
Le misure proposte includono:
- Riconfigurazione o Sostituzione delle Soluzioni VPN Esistenti: Migrare tutti gli utenti e i sistemi al nuovo protocollo.
- Disabilitazione delle Funzionalità SSLVPN: Blocco del traffico TLS in ingresso.
- Autenticazione Basata su Certificati: Migliorare l’autenticazione per l’accesso remoto.
Misure temporanee
Per le organizzazioni che non possono adottare immediatamente IPsec con IKEv2, l’NCSC suggerisce misure temporanee come il logging centralizzato delle attività VPN, restrizioni geografiche rigorose e il blocco dell’accesso da provider VPN, nodi di uscita Tor e provider VPS.
L’NCSC ha emesso queste raccomandazioni per migliorare la sicurezza delle reti aziendali e prevenire ulteriori violazioni. L’adozione di soluzioni più sicure come IPsec con IKEv2 rappresenta un passo importante per proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili dalle minacce informatiche.
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