Editoriali
Ferragni a Sanremo finisce come l’abbiamo raccontato: multa alla RAI e danno erariale di Amadeus
Tempo di lettura: 3 minuti. Sanremo multato per pubblicità occulta. Amadeus provoca un danno erariale alla RAI e la Ferragni ha anche un procedimento per una beneficenza sospetta. Un buon motivo per limitare i social ai minori
L’invidia sociale in realtà si è dimostrata un giornalismo di inchiesta lungimirante. La questione Chiara Ferragni e Festival di Sanremo è terminata con una multa salatissima da parte dell’Antitrust alla Rai che l’ha pagata e l’ha ospitata, consentendo al marito di fare enplain di tutto quanto ci fosse da prendere. La pubblicità occulta al social che ha dato successo all’imprenditrice digitale, Instagram , è costata cara ad Amadeus in qualità di direttore artistico colpevole di aver provato a difendere quanto successo dicendo che era un imprevisto di scena. “Il bello della diretta” voleva farci credere il conduttore di Sanremo, ma poi sono sbucate le scalette ufficiali della serata che includevano la diretta social sul profilo di Amadeus creato da poche ore e che aveva raggiunto il milione di iscritti nel giro di pochi giorni.
Così funziona il mondo del privato quando ha a che fare col pubblico?
Si sfrutta un evento gestito dalla Res Pubblica, per portare avanti interessi privatistici e seppur questo accada da sempre in quel di Sanremo, con la coppia Ferragni e Fedez in realtà sembrava essere diventato all’improvviso un atto dovuto ed una prassi normale. Proprio grazie agli invidiosi sociali come Matrice Digitale o Selvaggia Lucarelli, sono partite le attenzioni della grande stampa e anche di Striscia la Notizia su un fenomeno costante all’interno del Pubblico e che ha come protagonista il mondo delle big tech americane.
L’aspetto più sorprendente della vicenda e che gli stessi social hanno consentito a tantissimi utenti di difendere la Ferragni con metodi che altresì sarebbero stati già bannati dalla stessa piattaforma e che invece scorrevano a fiumi sotto i profili di testate giornalistiche e di influencer.
La Ferragni a Sanremo ha lanciato con molta tranquillità lo sblocco delle trasparenze dei segni su un social che fino al giorno prima bannava chiunque mostrasse un minimo millimetro di capezzolo in evidenza ed ha mostrato al pubblico una teoria di marketing non proprio corretta che ne falsava l’immagine del potere mediatico dell’imprenditrice digitale con l’equazione “grazie alla Ferragni in due giorni Amadeus ha avuto il milione di iscritti”. Un immaginario corretto a metà, se consideriamo che ad aver dato il boost di follower al conduttore e direttore artistico plenipotenziario del Festival musicale italiano è stata proprio la presenza su una piazza pubblica come quella di Sanremo e che ha portato un beneficio personale ad Amadeus che non ci si sarebbe aspettato da un concorso canoro istituzionale, bensì dal Festival Bar .
L’esempio per i giovani e la beneficenza do ut des
Grazie a questi modelli, a questi metodi non proprio in linea con la trasparenza, , che il pubblico giovane vive il sogno di diventare come Chiara Ferragni per poi apprezzare un personaggio che ha un socio occulto e nemmeno tanto, ma soprattutto che ha tutto di affermarsi tranne che lanciare concretamente messaggi positivi. In occasione del Festival infatti i messaggi positivi in favore delle donne sono stati tutti incentrati sulla figura della Ferragni, altra autoreferenzialità, conditi con una polemica sull’associazione di donne relegata in quarta serata a cui aveva donato il suo cachet. Se qui c’è la chiacchiera da bar, altrove sbuca un altro problema per l’imprenditrice digitale: a quanto sembra l’antitrust in questi giorni sta indagando su una vicenda denunciata da Selvaggia Lucarelli circa i prodotti della Balocco che “per vendere ad un prezzo maggiore di mercato il proprio pandoro, si è speso la lotta contro il cancro grazie ad una testimonial d’eccezione : la Ferragni“. Secondo invece quanto accertato dall’Antitrust, la somma destinata all’ospedale Regina Margherita di Torino era stata già concordata e quindi “non c’era bisogno di lanciare il messaggio ingannevole che comprando il prodotto si sarebbe aiutato ancora di più il fondo per curare i malati di cancro” .
Amadeus va sanzionato come un dipendente pubblico
Questo è uno dei motivi per i quali bisognerebbe non solo responsabilizzare Amadeus per il danno erariale fatto al pubblico in virtù della multa, ma inibirlo dal condurre nella TV di Stato per almeno tre anni. Invece sembrerebbe che la multa pagata dalle assicurazioni di sicuro consentiranno senza pensieri al conduttore di ripresentarsi senza vergogna, nonostante la caduta di stile da “accattone” di lusso perchè avrebbe favorito se stesso ed una multinazionale. Considerando che all’evento è andato anche il Presidente della Republica Mattarella, la frittata è ancora più inquietante.
Togliere i social ai minori proprio per evitargli personaggi come la Ferragni
Collegandolo al dibattito di vietare i social ai minori, si potrebbe anche immaginare di trovare una motivazione nella limitazione dell’utilizzo delle piazze virtuali ai più piccini proprio per non incorrere in personaggi così ben pittati, ma che in realtà dimostrano uno squallore di fondo per una manciata, o forse di più, di quattrini.
Editoriali
Anche su Giovanna Pedretti avevamo ragione
Tempo di lettura: 2 minuti. Procura di Lodi chiede l’archiviazione sul suicidio di Giovanna Pedretti, escludendo colpe di Lucarelli e Biagiarelli: la recensione era falsa
Recentemente, la Procura di Lodi ha avanzato una richiesta di archiviazione per il caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano trovata morta a gennaio nelle acque del Lambro. L’indagine ha escluso qualsiasi istigazione o aiuto al suicidio da parte di terze persone.
Dettagli dell’indagine
La vicenda di Pedretti aveva suscitato grande attenzione mediatica, specialmente sui social media, dopo che era stata accusata ingiustamente di aver pubblicato una recensione falsa online. Questo episodio era seguito a una tempesta di critiche, principalmente influenzata da una serie di post di Selvaggia Lucarelli e del suo compagno, Lorenzo Biagiarelli, che avevano messo in dubbio l’autenticità della recensione. Tuttavia, le indagini hanno dimostrato che la recensione era effettivamente falsa e che nessuna azione diretta di terzi ha contribuito al tragico evento.
Esito e Reazioni
Con la richiesta di archiviazione, si chiude un capitolo doloroso, ma sorgono interrogativi sulla responsabilità dei media e delle figure pubbliche nell’amplificare situazioni che possono avere conseguenze gravi. Selvaggia Lucarelli, tramite i suoi canali social, ha espresso sollievo e ha criticato duramente la stampa per la gestione della notizia, sottolineando come la situazione abbia evidenziato una “storia squallida e meschina”.
Matrice Digitale dalla parte della verità
Matrice Digitale si è schierata senza esito a favore di Selvaggia Lucarelli e del giornalista del TG3 andato a chiedere spiegazioni sulla veridicità del post su cui si è scatenata una gogna mediatica con un richiamo ufficiale dell’azienda attraverso il Governo. La verità era chiara dall’inizio: la recensione era falsa ed era stata trasformata in una notizia solo perchè sfruttava l’immagine della comunità LGBT con un messaggio che poteva essere positivo, ma non era sicuramente una notizia. Questo caso non dovrebbe passare inosservato per “rispetto del dolore della famiglia” bensì diventare un caso di studio come tanti altri avvenuti in passato dove la notizia si è costruita per fini politici e commerciali.
Editoriali
Chip e smartphone cinesi ci avvisano del declino Occidentale
Tempo di lettura: < 1 minuto. Un declino quasi annunciato facendo un’analisi geopolitica degli ultimi eventi nel settore dei semiconduttori
Dopo mesi di sanzioni alla Russia si scopre che l’approvvigionamento di Mosca dei processori è ritornato al livello di normalità Questo vuol dire che su 140 paesi nel mondo, le sanzioni anglo-euro-nato non sono state efficaci a costringere i russi a “rubare le lavatrici per utilizzare i chip“.
La Russia, sta costruendo in casa sua i processori, ma non hanno molto successo se consideriamo il fatto che molti sono difettosi. Quindi li prende dalla Cina che attraverso Huawei è entrata silenziosamente nel Mercato Europeo con la sua ultima creatura: la Serie Pura 70 non solo è uno smartphone potente, ma allo stesso tempo è l’evoluzione in stile Apple di quella che un tempo era considerata una cinesata.
Oggi questa cinesata è prodotta al 90% in Cina con materiali cinesi e questo dovrebbe far comprendere a noi Europei che se non facciamo i bravi, saremmo costretti ad usare i chip delle friggitrici ad aria e le plastiche delle bici per produrre degli smartphone.
Chiudiamo l’analisi, che difficilmente leggerete altrove per tanti motivi, tra cui la lesa maestà. La chiusura della fabbrica di Intel in Russia coincide con risultati economici disastrosi del gigante tecnologico.
Indovinate chi sta sopperendo a questa perdita con fondi pubblici: l’Europa.
Editoriali
MITRE vittima di zero day Ivanti: anche i migliori le prendono
Tempo di lettura: 2 minuti. Anche le organizzazioni ben preparate come MITRE possono essere vulnerabili a minacce cibernetiche avanzate
Nel contesto della sicurezza informatica, anche le organizzazioni più preparate possono trovarsi vulnerabili di fronte a minacce persistenti e avanzate, come dimostrato dagli attacchi recentemente subiti da MITRE. Questo caso sottolinea l’importanza di adottare un approccio informato sulle minacce per la difesa contro gli attacchi cyber sempre più sofisticati.
Cos’è MITRE?
MITRE è una corporazione senza scopo di lucro americana con sede principale a Bedford, Massachusetts, e una secondaria a McLean, Virginia. Fondata nel 1958, l’organizzazione opera centri federali di ricerca e sviluppo (FFRDCs) per conto del governo degli Stati Uniti. MITRE è dedicata all’interesse pubblico e lavora su una vasta gamma di questioni di sicurezza nazionale, aviazione, sanità, cybersecurity e innovazione del governo.
La missione principale di MITRE è quella di risolvere problemi complessi per un mondo più sicuro, fornendo ricerca, sviluppo e consulenza strategica ai vari enti governativi per aiutarli a prendere decisioni informate e implementare soluzioni tecnologiche avanzate. Uno degli aspetti notevoli del lavoro di MITRE è il suo impegno nella sicurezza informatica, attraverso lo sviluppo di framework e strumenti come il Common Vulnerabilities and Exposures (CVE) e l’ATT&CK framework, che sono largamente utilizzati a livello internazionale per la gestione delle minacce e la protezione delle infrastrutture critiche. Per ulteriori informazioni, puoi visitare il sito ufficiale.
Dettagli dell’attacco subito da MITRE
MITRE, un’organizzazione che si impegna a mantenere elevati standard di sicurezza cibernetica, ha recentemente rivelato di essere stata vittima di un attacco informatico significativo. Nonostante la solidità delle sue difese, MITRE ha scoperto vulnerabilità critiche che sono state sfruttate dagli attaccanti, segnalando un tema di sicurezza concentrato sulla compromissione di dispositivi di protezione perimetrale.
L’incidente e le sue conseguenze
L’attacco ha avuto inizio con un’intensa attività di ricognizione da parte degli attaccanti nei primi mesi del 2024, culminata nell’uso di due vulnerabilità zero-day nel VPN di Ivanti Connect Secure, bypassando l’autenticazione multifattore tramite session hijacking. Questo ha permesso agli attaccanti di muoversi lateralmente e infiltrarsi profondamente nell’infrastruttura VMware di MITRE, utilizzando account amministrativi compromessi e un mix di backdoor sofisticate e web shell per mantenere la persistenza e raccogliere credenziali.
Risposta di MITRE all’incidente
La risposta all’incidente ha incluso l’isolamento dei sistemi colpiti, la revisione completa della rete per impedire ulteriori diffusione dell’attacco, e l’introduzione di nuove suite di sensori per monitorare e analizzare i sistemi compromessi. Inoltre, l’organizzazione ha avviato una serie di analisi forensi per determinare l’entità del compromesso e le tecniche utilizzate dagli avversari.
Lezioni apprese e miglioramenti futuri
Questo incidente ha rafforzato per MITRE l’importanza di comprendere i comportamenti degli hacker come mezzo per sconfiggerli, spingendo l’organizzazione a creare tassonomie comportamentali che catalogano le TTP (tattiche, tecniche e procedure) degli avversari, che hanno portato alla creazione di MITRE ATT&CK®. Questo evento ha anche stimolato l’adozione del concetto di difesa informata dalle minacce, culminando nella creazione del Center for Threat-Informed Defense. L’incidente di sicurezza subito serve da monito per tutte le organizzazioni sulla necessità di mantenere sistemi di difesa aggiornati e proattivi, utilizzando le risorse come il MITRE ATT&CK, costantemente monitorato anche da CISA i cui bollettini sono riportati puntualmente da Matrice Digitale, per rimanere informati sulle ultime strategie degli avversari e su come contrastarle efficacemente.
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