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L'Altra Bolla

Elon Musk denuncia Media Matters e Yaccarino lavora gli sponsor

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Elon Musk, proprietario di X (precedentemente noto come Twitter), ha intrapreso azioni legali contro l’organizzazione no-profit di orientamento progressista Media Matters mentre la CEO Yaccarino tratta con gli sponsor. La controversia nasce da un rapporto di Media Matters che sosteneva che X stesse posizionando annunci pubblicitari di grandi marchi come Apple e IBM accanto a contenuti che elogiano Adolf Hitler e il Partito Nazista. Musk e la CEO di X, Linda Yaccarino, hanno definito il rapporto non rappresentativo dell’esperienza generale degli utenti su X. Tuttavia, diverse aziende hanno ritirato i loro annunci in seguito a tale rapporto e all’endorsement diretto di Musk di una teoria cospirazionista antisemita. La causa di Musk sostiene che Media Matters sia legalmente responsabile per le perdite subite da X.

Indagine del Procuratore Generale del Texas e accuse di manipolazione

Quasi contemporaneamente, il Procuratore Generale del Texas, Ken Paxton, ha avviato un’indagine su Media Matters per “potenziale attività fraudolenta”. Musk ha condiviso la notizia sul suo account X, affermando che “la frode comporta sia sanzioni civili che penali”. La causa non contesta che Media Matters abbia effettivamente visto annunci su contenuti pro-nazisti, ma sostiene che l’organizzazione abbia “manipolato” il servizio per far apparire tali annunci accanto a contenuti razzisti e incendiari.

Difesa di Media Matters e prospettive legali

Media Matters si difende affermando che la causa è un tentativo di intimidire i critici di X e si impegna a continuare il proprio lavoro senza timori. La causa accusa Media Matters di interferenza con contratto, denigrazione commerciale e interferenza con il vantaggio economico prospettico. Tuttavia, dimostrare tali accuse potrebbe essere difficile data l’alta soglia stabilita dal Primo Emendamento per perseguire legalmente il discorso.

Strategia legale di X e impatto sugli inserzionisti

X ha scelto di presentare la causa in Texas, che non è il luogo principale di attività né di X né di Media Matters dimostrando la voglia di Musk di arrivare ad una soluzione anche per facilitare il lavoro di mediazione con gli sponsor della Yaccarino. Questa scelta potrebbe proteggere X da accuse di aver presentato una causa strategica contro la partecipazione pubblica (SLAPP), che potrebbe affrontare in California. Nel frattempo, Yaccarino ha insistito sul fatto che gli inserzionisti non si stiano ritirando permanentemente da X, nonostante alcune pause temporanee.

X e la controversia pubblicitaria: la risposta di Linda Yaccarino

Linda Yaccarino, CEO di X (precedentemente noto come Twitter), ha risposto con un memo ai dipendenti alla recente controversia pubblicitaria che ha coinvolto Apple e altri grandi marchi. Questi ultimi hanno sospeso temporaneamente la loro pubblicità su X a seguito di un rapporto di Media Matters che evidenziava contenuti antisemiti accanto agli annunci di questi marchi.

Il memo di Yaccarino: una difesa di X

Nel suo memo, Yaccarino ha sottolineato che la pausa degli investimenti pubblicitari da parte di Apple è solo temporanea e attribuisce la decisione a un articolo “ingannevole e manipolato”. Ha inoltre criticato una “minoranza vocale” per aver diffuso il rapporto. Yaccarino ha ribadito l’impegno di X nella lotta contro l’antisemitismo e la discriminazione, sostenendo che la piattaforma lavora attivamente per proteggere la libertà di parola.

Apple e la pausa pubblicitaria: un precedente

Apple aveva già interrotto temporaneamente i pagamenti per gli annunci su X (allora Twitter) circa un anno fa, prima di intensificare nuovamente le sue attività di marketing sulla piattaforma. Nonostante la pausa attuale, Yaccarino sembra ottimista sul fatto che Apple riprenderà la pubblicità su X in futuro.

La posizione di X sulla libertà di parola

Il memo di Yaccarino non fa riferimento al post di Elon Musk, proprietario di X, che ha provocato una risposta dalla Casa Bianca per aver promosso “odio antisemita e razzista”. Tuttavia, Yaccarino ha sottolineato l’importanza della missione di X di proteggere la libertà di parola, incoraggiando i dipendenti a concentrarsi sul feedback positivo e sull’appoggio dei partner che credono nel lavoro svolto dalla piattaforma.

Prospettive future per X e i suoi inserzionisti

Nonostante la controversia, Yaccarino ha espresso orgoglio per il lavoro svolto da X e ha incoraggiato i dipendenti a perseverare nella loro missione. La situazione rimane in evoluzione, con Apple che non ha ancora rilasciato una risposta pubblica o ufficiale alla sua decisione di sospendere la pubblicità su X.

Il messaggio di Yaccarino ai dipendenti

Yaccarino ha incoraggiato i dipendenti a leggere e ascoltare tutti i feedback, sottolineando che, nonostante le critiche di una “minoranza vocale”, ci sono sostenitori e partner coraggiosi che credono in X e nel lavoro significativo che stanno svolgendo. Ha ribadito che nessun critico li distoglierà dalla loro missione di proteggere la libertà di parola.

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X sotto indagine dell’Unione Europea

Tempo di lettura: 2 minuti. L’Unione Europea sta intensificando l’indagine su X per la moderazione dei contenuti e rischi legati ai deepfake

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L’Unione Europea ha intensificato la sua indagine sulla rete sociale X, di proprietà di Elon Musk, che era stata aperta a dicembre sotto il regime di regolamentazione e moderazione dei contenuti online, il Digital Services Act (DSA). Le violazioni confermate potrebbero essere costose per Musk, poiché gli enti regolatori hanno il potere di imporre multe fino al 6% del fatturato annuo globale dell’azienda.

Dettagli dell’indagine

Mercoledì, la Commissione ha inviato a X una richiesta formale di informazioni (RFI) sotto il DSA, cercando ulteriori dettagli riguardo agli aspetti dell’indagine in corso. L’indagine riguarda i rischi di contenuto illegale, il design manipolativo, le carenze nella trasparenza degli annunci e l’accesso ai dati della piattaforma da parte dei ricercatori.

Preoccupazioni specifiche

L’RFI mira anche ad alcune preoccupazioni emergenti, e l’UE sta interrogando X sulla sua attività di moderazione dei contenuti e sulle risorse a seguito del suo ultimo rapporto di trasparenza. Il rapporto ha rivelato che X ha ridotto del quasi un quinto (20%) il personale del suo team di moderazione dei contenuti rispetto al rapporto precedente di ottobre 2023. Inoltre, la copertura linguistica della moderazione dei contenuti all’interno dell’UE è stata ridotta da 11 lingue ufficiali a sette.

Preoccupazioni sull’IA Generativa

Un’altra preoccupazione recente riguarda l’approccio di X all’IA generativa. La Commissione ha dichiarato di cercare ulteriori dettagli su “valutazioni dei rischi e misure di mitigazione legate all’impatto degli strumenti IA generativi sui processi elettorali, sulla diffusione di contenuti illegali e sulla protezione dei diritti fondamentali.”

Scadenze e reazioni

L’ultima RFI a X concede alla piattaforma fino al 17 maggio per rispondere alle sue domande sulla moderazione dei contenuti e l’IA generativa. Deve fornire le altre informazioni richieste alla Commissione entro il 27 maggio. X non ha risposto alle richieste di commento.

Implicazioni

Questa intensificazione dell’indagine su X sottolinea la crescente attenzione dell’Unione Europea sui rischi associati alla moderazione dei contenuti e l’uso dell’IA, specialmente in vista delle prossime elezioni al Parlamento Europeo come anticipato da Matrice Digitale. L’intensificazione di questa indagine potrebbe portare a cambiamenti significativi nelle operazioni di X e influenzare come le piattaforme sociali gestiscono la moderazione dei contenuti e l’implementazione dell’intelligenza artificiale.

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Meta testa la condivisione incrociata da Instagram a Threads

Tempo di lettura: < 1 minuto. Scopri la nuova funzionalità di Meta che permette di condividere post da Instagram a Threads, attualmente in fase di test globale.

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Meta Threads
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Meta sta testando la nuova funzionalità “condivisione incrociata” che consente agli utenti di Instagram di condividere i propri post direttamente su Threads, la più recente rete sociale dell’azienda. Questa opzione, attualmente disponibile in una fase di test globale, mira a incrementare l’engagement su Threads.

Dettagli del Test

La funzione di condivisione incrociata è al momento limitata alle foto. Gli utenti di Instagram, sia su dispositivi iOS che Android, hanno segnalato di aver notato questa opzione nelle loro app. Un utente Android ha condiviso, “Sul mio account privato, posso vedere che è possibile postare da Instagram a Threads!” Anche gli utenti iOS hanno riscontrato questa possibilità.

Funzionalità della Condivisione

Quando gli utenti optano per la condivisione incrociata, il testo del post di Instagram diventa il testo del post su Threads, mentre gli hashtag vengono convertiti in testo normale. Questa è un’esperienza su base volontaria, con la possibilità di disattivare la funzione in qualsiasi momento.

Contesto e implicazioni

Questa mossa da parte di Meta potrebbe essere una strategia per migliorare la visibilità di Threads, considerando la crescente enfasi di Instagram verso il contenuto video. Tuttavia, attualmente, non è possibile condividere automaticamente i Reels su Threads.

Risposta e futuro della Funzione

Meta ha già testato in passato la condivisione incrociata da Facebook a Threads. Non ci sono ancora dettagli su quando questa funzionalità sarà disponibile più ampiamente, dipenderà dal successo del test attuale. Questa innovazione potrebbe rappresentare un significativo sviluppo per Threads, attrarre nuovi utenti e aumentare l’interazione tra le piattaforme di Meta.

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TikTok: azione legale contro Stati Uniti per bloccare il divieto

Tempo di lettura: 2 minuti. TikTok sfida una nuova legge degli Stati Uniti che minaccia di vietare l’app, sostenendo che viola la Costituzione e i diritti fondamentali alla libertà di espressione.

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TikTok ha intrapreso un’azione legale contro il governo degli Stati Uniti per opporsi a una nuova legge che imporrebbe il divieto dell’app se la sua azienda madre, ByteDance, non la vendesse entro un anno. La legge, chiamata “Protecting Americans From Foreign Adversary Controlled Applications Act,” è stata firmata dal Presidente Biden due settimane fa come parte di un pacchetto legislativo che includeva anche aiuti per Ucraina e Israele.

Dettagli della causa

La causa presentata da TikTok sostiene che la legge violi la Costituzione degli Stati Uniti, in particolare il diritto alla libertà di espressione e alla libertà individuale. TikTok descrive la legge come un’azione senza precedenti contro una singola piattaforma di espressione, argomentando che essa impone un divieto permanente e nazionale, impedendo agli americani di partecipare a una comunità online unica che conta più di un miliardo di persone globalmente.

Argomentazioni di TikTok

TikTok contesta le affermazioni del governo statunitense riguardo ai rischi per la sicurezza nazionale, affermando che non ci sono prove concrete che sostengano tali preoccupazioni. La società afferma che il processo legislativo è stato affrettato e segreto, basato su speculazioni piuttosto che su prove concrete come richiederebbe il Primo Emendamento.

Sfide tecniche e politiche

La legge impone a ByteDance di vendere TikTok entro il 19 gennaio 2025, ma TikTok sostiene che tale vendita sia praticamente impossibile sia tecnicamente sia politicamente. Dal punto di vista tecnico, il trasferimento degli “algoritmi di TikTok” richiederebbe l’approvazione del governo cinese, che potrebbe bloccare la vendita. Inoltre, la migrazione di “milioni di linee di codice software” a un nuovo proprietario presenterebbe enormi sfide tecniche.

Implicazioni

Questa causa segna l’ultimo capitolo di una lunga disputa tra il governo degli USA e TikTok, che ha iniziato durante l’amministrazione Trump con tentativi falliti di vendere le operazioni americane dell’app a aziende statunitensi come Oracle, Microsoft e Walmart. ByteDance ha indicato che potrebbe preferire chiudere TikTok piuttosto che venderlo, sottolineando la complessità delle sfide che l’app affronta.

Questa battaglia legale non solo è cruciale per il futuro di TikTok negli Stati Uniti, ma solleva anche questioni significative su privacy, sicurezza e la regolamentazione di internet e delle tecnologie globali. Questo caso potrebbe avere implicazioni di vasta portata non solo per TikTok ma per l’intero settore tecnologico, influenzando come le applicazioni globali operano negli Stati Uniti sotto la supervisione di leggi e regolamenti nazionali.

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