Inchieste
Sangue e propaganda: storie di due ingegneri di generazioni diverse
Tempo di lettura: 4 minuti. Un ingegnere di Google si fa licenziare pubblicamente perchè contro le politiche aziendali in danno ai palestinesi, un suo anziano collega napoletano invoca la censura di un concittadino artista
Un giovane ingegnere licenziato in tronco perché al convegno di Google Cloud protesta contro la tecnologia della sorveglianza di massa e che favorisce genocidi sviluppata dalla sua azienda. Nello stesso momento, a Napoli, un suo collega più anziano a capo di una Academy della multinazionale Apple chiede la cancellazione dei murales di Jorit la foto dell’artista partenopeo con Putin al festival della gioventù di Sochi. Due storie diverse, di due generazioni lontane con una visione di pace e di guerra che si incontrano a distanza. Da una parte un obiettore di coscienza, dall’altra un propagandista con l’elmetto e la toga universitaria.
Licenziamento Google: dipendente protesta contro il Progetto Nimbus
Google ha licenziato un dipendente che ha protestato pubblicamente contro il lavoro dell’azienda per l’esercito israeliano. Durante una presentazione di un esecutivo della filiale israeliana di Google, l’ormai ex ingegnere di Google Cloud si è alzato e ha urlato: “Mi rifiuto di costruire tecnologia che alimenti genocidi o sorveglianza.”
Il licenziamento, confermato da Google in una mail a The Verge, è avvenuto in seguito alla violazione delle politiche aziendali da parte del dipendente, che ha interrotto un collega durante una presentazione, interferendo con un evento ufficiale sponsorizzato dall’azienda.
Contesto della protesta
L’incidente è avvenuto a Mind the Tech, una conferenza tecnologica annuale israeliana a New York, durante la presentazione di Barak Regev, direttore generale di Google Israele. L’ingegnere protestava contro il Progetto Nimbus, un contratto governativo israeliano da 1,2 miliardi di dollari per l’accesso ai servizi cloud da Google e Amazon, sostenendo che mette in pericolo la comunità palestinese. “Nessun apartheid nel cloud,” ha dichiarato il dipendente prima di essere scortato fuori.
Google ha affrontato resistenze per il suo coinvolgimento nel Progetto Nimbus fin dalla firma del contratto nel 2021. Centinaia di dipendenti di Google e Amazon hanno pubblicato una lettera aperta per esprimere la loro opposizione all’accordo, sostenendo che le tecnologie consentono ulteriori sorveglianze e raccolta illecita di dati sui palestinesi.
Reazioni e implicazioni
No Tech For Apartheid, un’organizzazione contraria al Progetto Nimbus, qui il reportage di Matrice Digitale sul caso, ha pubblicato una dichiarazione sul licenziamento dell’ingegnere, accusando Google di tentare di silenziare i lavoratori per nascondere i propri fallimenti morali. “In qualità di ingegnere del software per il cloud su tecnologia critica che consente a Project Nimbus di funzionare su centri dati sovrani israeliani, questo lavoratore ha parlato da una posizione di profonda preoccupazione personale per gli impatti violenti diretti del suo lavoro,” ha dichiarato l’organizzazione.
Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas lo scorso ottobre, i dipendenti hanno organizzato un “die-in” negli uffici di Google a San Francisco per protestare contro il contratto dei servizi cloud, e oltre 600 dipendenti hanno firmato una lettera esortando Google a smettere di sponsorizzare la conferenza Mind the Tech, secondo un rapporto di Wired.
Controversia a Napoli: chiesta la cancellazione dei murales di Jorit
Nel cuore di Napoli, le opere di street art dell’artista Jorit stanno suscitando un acceso dibattito. Giorgio Ventre, figura di spicco nel settore tecnologico e legato all’Apple Academy, ha recentemente espresso un’opinione forte riguardo i murales di Jorit presenti in città, suggerendo che dovrebbero essere rimossi attraverso le pagine del Corriere del Mezzogiorno.
Opere d’arte o messaggi politici?
Le opere di Jorit, tra cui spicca il noto murale dedicato a Maradona, sono diventate simboli riconosciuti in città. Tuttavia, Ventre ritiene che alcuni di questi murales portino un messaggio politico inaccettabile, specialmente alla luce di una foto di Jorit accanto a Vladimir Putin che ha recentemente fatto il giro del web, sollevando polemiche.
Polemica su libertà artistica e responsabilità
Ventre, pur riconoscendo l’importanza della libertà artistica, sottolinea la responsabilità che gli artisti hanno quando le loro opere acquisiscono grande visibilità. La sua critica si concentra sulle implicazioni politiche di alcune opere di Jorit, come il murale di Mariupol, che ritrae una bambina con le bombe NATO sullo sfondo, in una zona teatro di un tragico massacro.
Dibattito aperto sulla rimozione
La questione ha sollevato un dibattito più ampio sulla rimozione dei murales. Mentre alcuni li considerano attrazioni turistiche e simboli della città, altri, come Ventre, ritengono che non debbano essere utilizzati come veicoli di messaggi politici controversi. Ventre chiude il suo intervento riflettendo sul delicato equilibrio della libertà, sottolineando che essa non dovrebbe mai tollerare la difesa di crimini. La sua posizione mette in luce la tensione tra la libertà di espressione artistica e la responsabilità sociale e politica degli artisti.
Guerra e pace: passato e presente a confronto
In questi ultimi due anni il mondo accademico vive un momento di tensione e di scontri a livello internazionale. Da una parte il conflitto russo ucraino, dall’altro quello israelo-palestinese. Il caso di Ventre è il classico esempio di un affiliato alle logiche atlantiste che contesta un suo concittadino e la sua arte per lanciare un messaggio ai suoi partner statunitensi dopo che la scheggia impazzita ha mostrato un nemico più umano rispetto alla narrazione riservatagli negli ultimi anni. C’è anche però uno scontro costante nel settore tecnologico dove la Russia si è dimostrata superiore all’Occidente nella guerra cibernetica e la tecnologia israeliana non è riuscita a prevedere e fermare l’attacco del 7 ottobre. La stessa tecnologia israeliana su cui vertono interessi militari congiunti tra l’eccellenza tecnologica nel campo dell’intelligence dell’avamposto occidentale in Medio Oriente e le Big Tech statunitensi. Tutti fallimenti che la generazione di Ventre sta raccogliendo dopo anni di autoreferenzialità ed oggi vende come democrazia la censura e la propaganda come strumento per salvare l’immagine.
Inchieste
Pharmapiuit.com : sito truffa online dal 2023
Tempo di lettura: 2 minuti. Pharmapiuit.com è l’ultimo sito truffa ancora online di una serie di portali che promettono forti sconti, ma in realtà rubano ai clienti
Una segnalazione alla redazione di Matrice Digitale del sito pharmapiuit.com ha permesso di scovare un altro sito truffa. Il portale web è una farmacia online che vende prodotti di ogni genere, dai farmaci da banco ai prodotti omeopatici passando per le calzature ortopediche.
Il portale è sfuggito alla miriade di siti scovati dalla redazione nei mesi precedenti grazie anche alle segnalazioni dei lettori, che in passato sono stati messi in rete e spesso sfruttavano il nome di aziende esistenti ed infatti risulta online dal 2023 e questo fa intendere che appartiene alla schiera di siti truffa scovati e molti oscurati dagli stessi criminali.
Anche in questo caso, l’utente ha provato ad acquistare un prodotto segnalando il sito in questione “puó sembrare un sito italiano perché riporta un indirizzo italiano: Via Roncisvalle, 4 37135 Verona, ma in realtá, quando si fa un ordine, il pagamento finisce da VDDEALS e nessun prodotto ordinato arriva”. Non arriva regolare conferma d’ordine, ma delle mail in lingua straniera da servivesvip@guo-quan.com con dei link per tracciare un ipotetico pacco. Non ho cliccato i link per non cadere in altra truffa. Comunque a distanza di piú di 3 settimane è arrivato nulla“.
Dando uno sguardo al portale ed al modulo di acquisto, è possibile notare che, nonostante sia promossa la vendita attraverso più piattaforme di pagamento, il sito accetti dati di Visa e Mastercard. Questo perché sono ancora le uniche carte di credito facilmente spendibili nei mercati neri per effettuare acquisti fraudolenti.
E’ chiaro che il pagamento avvenga, così come sia possibile anche che i dati inseriti possano creare un profilo completo di acquisto ai criminali in modo tale da poter perpetrare la truffa in piena autonomia su altri canali di vendita.
Il sito originale
Il sito originale è Pharmapiu.it ( è bastato unire il dominio aggiungendo il punto com pharmapiuit.com ) ed è di una farmacia di Messina che nulla a che vedere con la truffa in questione ed è stata avvisata già dalla redazione.
Hai dubbi su in sito oppure hai subito una truffa? contatta la Redazione
Inchieste
Temunao.Top: altro sito truffa che promette lavoro OnLine
Tempo di lettura: 2 minuti. Temunao.top è l’ennesimo sito web truffa che promette un premio finale a coloro che effettuano con i propri soldi degli ordini
L’inchiesta di Matrice Digitale sulla truffa Mazarsiu ha subito attirato l’attenzione dei lettori che hanno trovato una similitudine con il sito già analizzato e quello di Mark & Spencer scoperto qualche mese addietro: www.temunao.top.
Un lettore è stato contattato da una certa “Darlene” via WA da un numero +34 697 32 94 09 che lo ha fatto iscrivere alla piattaforma che si presenta con lo stesso modello di Mazarsiu. Questo portale è indirizzato a un pubblico spagnolo che cade in tranello leggendo “Temu” e si ritrova in una pagina in lingua ispanica.
In questa occasione, l’utente ha perso 750 euro, ma per fortuna non è caduto anche nella trappola di Mazarsiu e sembrerebbe che ci sia un collegamento tra le due organizzazioni per il modo di fare aggressivo-passivo degli interlocutori al telefono che mandano messaggi, ma non rispondono perché si dicono sempre impegnatissimi a trainare gli affari.
Il sito web è online dal 4 aprile di quest’anno e questo fa intendere che sia probabile che in molti siano caduti nella trappola perdendo soldi in seguito a quella che sembrerebbe una truffa messa in piedi dallo stesso gruppo criminale su scala internazionale.
Continuate a segnalare siti truffa o sospetti alla redazione via Whatsapp o attraverso il form delle SEGNALAZIONI
Inchieste
Attenti a Mazarsiu.com : offerta lavoro truffa da piattaforma Adecco
Tempo di lettura: 2 minuti. Dalla piattaforma Adecco ad un sito che offre lavoro attraverso le Google Ads: è la storia di Mazarsiu e di una segnalazione in redazione
Nel mese di gennaio abbiamo trattato la notizia di una offerta di lavoro fittizia che usava il blasone di Mark & Spencer. Una lettrice di Matrice Digitale ha prontamente contattato la redazione dopo che, in fase di navigazione su un sito di Adecco, società famosa per il suo servizio di lavoro interinale a lavoratori e aziende, ha cliccato su un banner pubblicitario che l’ha proiettata su questa pagina:
www.mazarsiu.com si presenta come sito web che consente di svolgere dei compiti e di guadagnare una volta finite le 38 “mansioni”. Ogni mansione ha un investimento incrementale che frutta diverse centinaia di migliaia di euro ai criminali.
L’ancoraggio alla potenziale vittima è stato fatto attraverso WhatsApp da parte di un numero italiano ( 3511580682 ) con un nome ispanico
L’utente Lara Cruz si presenta a nome di una società che reale con sede a Napoli, ma ha un volto asiatico in foto e un nominativo ispanico. E si propone di aiutare gli utenti nella loro fase di registrazione per poi indirizzarle da subito nel lavoro.
La segnalazione è stata inviata in redazione il 15 ed il sito è stato creato il 14 maggio, un giorno prima, ed il veicolo del sito truffa è stato possibile grazie all’utilizzo di una sponsorizzata su AdWords da una piattaforma legittima di Adecco e, per fortuna, la malcapitata ha letto l’inchiesta di Matrice Digitale che l’ha messa sull’attenti.
Se doveste trovarvi dinanzi a un sito che propone lavoro on line, come Mazarsiu o Mark & Spencer, e l’impiego consiste nell’anticipare dei soldi, contattate subito le Autorità o la redazione di Matrice Digitale nell’apposito form di segnalazione o via WhatsApp
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