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Sicurezza Informatica

India, malware HackBrowserData mira Difesa ed Energia

Tempo di lettura: 2 minuti. Un attacco di phishing utilizzando malware HackBrowserData mascherato da invito dell’Indian Air Force mira al settore difesa ed energetico indiano.

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Le entità governative indiane e le compagnie energetiche sono state prese di mira da attori di minaccia non identificati, che hanno distribuito una versione modificata di un malware open-source per il furto di informazioni, denominato HackBrowserData, utilizzando in alcuni casi Slack come server di comando e controllo (C2). L’attacco è stato mascherato da una mail di phishing che apparentemente conteneva un invito da parte dell’Indian Air Force come raccontato dai ricercatori di Eclecticiq.

Dettagli dell’Attacco

Il malware è stato veicolato tramite un’email di phishing che simulava una lettera di invito dall’Indian Air Force. Dopo l’esecuzione del malware, gli attaccanti hanno utilizzato i canali Slack per caricare documenti interni confidenziali, messaggi di posta elettronica privati e dati memorizzati nella cache dei browser web. Questa campagna, osservata per la prima volta dall’azienda olandese di cybersecurity il 7 marzo 2024, è stata soprannominata “Operazione FlightNight” in riferimento ai canali Slack gestiti dagli avversari.

Le vittime dell’attività malevola includono diverse entità governative in India, relative alla comunicazione elettronica, alla governance IT e alla difesa nazionale. L’attore di minaccia ha compromesso con successo aziende private del settore energetico, estraendo documenti finanziari, dettagli personali dei dipendenti e informazioni sulle attività di trivellazione nel settore petrolifero e del gas. In totale, circa 8,81 GB di dati sono stati sottratti durante la campagna.

L’attacco inizia con un messaggio di phishing contenente un file ISO (“invite.iso”), che a sua volta contiene un collegamento a Windows (LNK) che avvia l’esecuzione di un file binario nascosto (“scholar.exe”) all’interno dell’immagine del disco ottico montato. Contemporaneamente, viene mostrato alla vittima un file PDF fittizio che pretende di essere una lettera di invito dell’Indian Air Force, mentre il malware raccoglie in segreto documenti e dati memorizzati nella cache del browser web, trasmettendoli a un canale Slack controllato dagli attaccanti, denominato FlightNight.

Il malware è una versione modificata di HackBrowserData che, oltre alle sue funzionalità di furto di dati del browser, incorpora capacità di sottrarre documenti (file Microsoft Office, PDF e database SQL), comunicare tramite Slack e evitare meglio il rilevamento mediante tecniche di offuscamento.

Questo attacco sottolinea la crescente sofisticazione degli attori di minaccia che adattano strumenti offensivi disponibili liberamente e sfruttano infrastrutture legittime come Slack, prevalenti negli ambienti aziendali, riducendo tempi e costi di sviluppo e rimanendo sotto il radar.

Sicurezza Informatica

Nuovo attacco “TunnelVision” espone il traffico VPN

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri come il nuovo attacco TunnelVision utilizza server DHCP malevoli per esporre il traffico VPN, eludendo la crittografia e mettendo a rischio la sicurezza degli utenti.

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Un recente attacco denominato “TunnelVision” può deviare il traffico fuori dal tunnel crittografato di una VPN, consentendo agli aggressori di intercettare il traffico non crittografato mentre si mantiene l’apparenza di una connessione VPN sicura. Questo attacco è stato dettagliato in un rapporto di Leviathan Security, che sfrutta l’opzione 121 del Dynamic Host Configuration Protocol (DHCP) per configurare percorsi statici di classe su un sistema client.

Metodo dell’attacco

Gli aggressori configurano un server DHCP malevolo che modifica le tabelle di instradamento in modo che tutto il traffico VPN venga inviato direttamente alla rete locale o a un gateway maligno, evitando così il tunnel VPN crittografato. L’approccio consiste nell’operare un server DHCP sulla stessa rete di un utente VPN bersagliato e configurare il DHCP per utilizzare se stesso come gateway.

Sicurezza e vulnerabilità

Una delle principali preoccupazioni è l’assenza di un meccanismo di autenticazione per i messaggi in entrata nel DHCP che potrebbero manipolare i percorsi. Questo problema di sicurezza è noto e sfruttabile dai malintenzionati almeno dal 2002, ma non ci sono casi noti di sfruttamento attivo in campo.

Identificazione e impatto

Il problema, denominato CVE-2024-3661, colpisce i sistemi operativi Windows, Linux, macOS e iOS, con l’eccezione di Android che non supporta l’opzione DHCP 121 e quindi non è influenzato dagli attacchi TunnelVision.

Mitigazione dell’attacco TunnelVision

Gli utenti possono essere più esposti agli attacchi TunnelVision se si connettono a una rete controllata dall’aggressore o dove l’aggressore ha presenza. Le mitigazioni proposte includono l’uso di spazi di nomi di rete su Linux per isolare le interfacce di rete e le tabelle di instradamento dal resto del sistema, configurare i client VPN per negare tutto il traffico in entrata e in uscita che non utilizza l’interfaccia VPN, e configurare i sistemi per ignorare l’opzione DHCP 121 mentre sono connessi a una VPN.

Raccomandazioni per i Fornitori VPN

I fornitori di VPN sono incoraggiati a migliorare il loro software client per implementare propri gestori DHCP o integrare controlli di sicurezza aggiuntivi che bloccherebbero l’applicazione di configurazioni DHCP rischiose. Questo attacco evidenzia la necessità di una maggiore vigilanza e di misure di sicurezza più robuste nei sistemi di rete, soprattutto per quegli utenti che dipendono da connessioni VPN per la protezione dei loro dati sensibili.

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Sicurezza Informatica

Truffatori austriaci scappano dagli investitori, ma non dalla legge

Tempo di lettura: 2 minuti. Le forze dell’ordine hanno smascherato e arrestato un gruppo di truffatori austriaci dietro una frode di criptovalute.

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Le forze dell’ordine austriache, cipriote e ceche hanno arrestato sei austriaci responsabili di una truffa online relativa a criptovalute. Europol e Eurojust hanno supportato questa indagine mirata ai creatori di una presunta nuova criptovaluta lanciata nel dicembre 2017. Durante l’operazione sono stati eseguiti sei perquisizioni domiciliari, sequestrando oltre 500.000 euro in criptovalute, 250.000 euro in valuta corrente, e bloccato decine di conti bancari. Inoltre, sono stati sequestrati due automobili e una proprietà di lusso del valore di 1.400.000 euro.

Dettagli della Truffa

Tra dicembre 2017 e febbraio 2018, i truffatori hanno finto di aver creato una compagnia di trading online legittima che aveva emesso una nuova criptovaluta. L’offerta iniziale di moneta (ICO) ammontava a 10 milioni di token – o diritti rispettivi alla nuova valuta. Gli investitori hanno pagato in criptovalute consolidate come Bitcoin o Ethereum. Per guadagnare credibilità con gli investitori, i truffatori austriaci hanno anche sostenuto di aver sviluppato il proprio software e un algoritmo unico per la vendita dei token.

Comportamenti sospetti ed Exit Scam

Tradizionalmente, un’ICO si basa sulla trasparenza e comunica chiaramente su ogni membro del team responsabile. In questo caso, c’era una mancanza di trasparenza riguardo i membri del team coinvolti e l’algoritmo alla base della criptovaluta. Nel febbraio 2018, i perpetratori hanno improvvisamente chiuso tutti gli account dei social media del progetto e ritirato offline il sito web della falsa compagnia. Dopo questa truffa di uscita, è diventato evidente agli investitori di essere stati frodati.

Sforzo collaborativo delle Forze dell’Ordine

Gli specialisti di Europol hanno organizzato cinque incontri operativi e hanno lavorato in stretta collaborazione con il desk austriaco presso Eurojust, fornendo un’analisi olistica dell’indagine. Europol ha anche dispiegato uno specialista con un ufficio mobile a Cipro per supportare le attività operative e facilitare lo scambio di informazioni. Eurojust ha supportato il giorno dell’azione con un centro di coordinamento, consentendo una comunicazione in tempo reale tra tutte le autorità giudiziarie coinvolte e l’esecuzione rapida dei mandati di arresto europei e dei mandati di perquisizione.

Autorità Partecipanti:

  • Austria: Servizio di Intelligence Criminale dell’Austria (Bundeskriminalamt – Centro di Competenza per la Cybercriminalità (C4)), Ufficio Specializzato per la Lotta contro i Crimini Economici e la Corruzione (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft)
  • Cipro: Polizia di Cipro a Larnaca
  • Repubblica Ceca: Polizia della Repubblica Ceca, Agenzia Nazionale per la Lotta al Crimine Organizzato (Národní centrála proti organizovanému zločinu – NCOZ)

Agenzie Partecipanti: Europol, Eurojust

Questo caso dimostra l’efficacia della collaborazione internazionale nel contrasto al crimine organizzato e alla frode finanziaria, sottolineando l’importanza della vigilanza nella partecipazione a investimenti in criptovalute.

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Sicurezza Informatica

Esplosione di malware JavaScript nei Siti con plugin LiteSpeed Cache

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri l’impennata di malware JavaScript che colpisce i siti con versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache e come proteggere il tuo sito.

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LiteSpeed Cache
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Un’ondata di infezioni di malware JavaScript sta colpendo i siti WordPress che utilizzano versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache. Questo malware inietta codice in file critici di WordPress e nelle basi dati, compromettendo gravemente la sicurezza del sito.

Segnali di Contaminazione

Se noti l’utente amministratore wpsupp-user sul tuo sito, è probabile che sia stato infettato. Altri segni includono codice malevolo nei file del sito e stringhe sospette nel database, specialmente associati con la versione vulnerabile di LiteSpeed Cache.

Procedure di pulizia

  • Revisione dei Plugin: Controlla i plugin installati, applica gli aggiornamenti disponibili e elimina le cartelle associate ai plugin sospetti.
  • Utenti Maliziosi: Stai attento agli utenti con privilegi di amministratore, come wpsupp-user e wp-configuser.
  • Ricerca nel Database: Cerca stringhe sospette come “eval(atob(Strings.fromCharCode” nell’opzione litespeed.admin_display.messages.

Identificazione di URL e IP malevoli

  • Gli URL maliziosi spesso includono https[:]//dns[.]startservicefounds.com/service/f[.]php, https[:]//api.startservicefounds.com, e https[:]//cache[.]cloudswiftcdn[.]com.
  • Presta attenzione agli IP associati al malware, come 45.150.67.235.

Vettore d’Attacco – LiteSpeed Cache < 5.7.0.1

Gli aggressori possono iniettare questo script nelle versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed, rappresentando un rischio per la sicurezza. I log del WAF dell’ultimo mese hanno mostrato un picco insolito di accessi a questa URL il 2 aprile e poi nuovamente il 27 aprile. Gli IP più comuni che probabilmente cercavano siti vulnerabili erano 94.102.51.144, con 1,232,810 richieste, e 31.43.191.220 con 70,472 richieste. Questa situazione sottolinea l’importanza di mantenere aggiornati i plugin come Litespeed e monitorare attivamente la sicurezza dei siti web per prevenire infezioni malware da Javascript e mitigare rischi.

Cos’è LightSpeed Cache?

LiteSpeed Cache è un plugin di accelerazione del sito tutto-in-uno per WordPress, che offre una cache a livello di server esclusiva e una serie di funzionalità di ottimizzazione. Questo plugin è particolarmente efficace quando è utilizzato in combinazione con il server web LiteSpeed, permettendo di sfruttare appieno le funzionalità del server per migliorare drasticamente la velocità di caricamento delle pagine web.

Il plugin LiteSpeed Cache include strumenti per l’ottimizzazione del sito web per contenuti dinamici su siti WordPress, come immagini e pagine web, tramite la cache delle pagine, la minimizzazione dei CSS, JavaScript e HTML, l’ottimizzazione delle immagini e il caricamento pigro. Queste funzionalità aiutano a ridurre i tempi di caricamento, migliorare il punteggio di PageSpeed e aumentare l’usabilità complessiva del sito.

Per maggiori dettagli e per il download, puoi visitare la pagina ufficiale del plugin LiteSpeed Cache su WordPress.org o il sito di LiteSpeed Technologies.

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