Sicurezza Informatica
CISA vulnerabilità in SharePoint e Apple rilascia aggiornamenti di sicurezza
Tempo di lettura: 1 minuto. CISA segnala vulnerabilità sfruttate in SharePoint ed Apple rilascia aggiornamenti di sicurezza per riparare Safari e macOS.
La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha emesso un avviso per una vulnerabilità di SharePoint di Microsoft attivamente sfruttata che consente l’esecuzione di codice remoto (RCE), mentre Apple ha rilasciato aggiornamenti di sicurezza per una vulnerabilità in Safari e macOS che potrebbe permettere a un attaccante di prendere il controllo di un sistema.
Vulnerabilità in SharePoint di Microsoft
La vulnerabilità di SharePoint, tracciata come CVE-2023-24955, consente agli aggressori autenticati con privilegi di Proprietario del Sito di eseguire codice a distanza su server vulnerabili. Un’altra falla, CVE-2023-29357, permette agli attaccanti di ottenere privilegi di amministratore su server SharePoint vulnerabili bypassando l’autenticazione tramite token JWT falsificati. Queste due vulnerabilità possono essere combinate da aggressori non autenticati per ottenere l’esecuzione di codice remoto su server non aggiornati.
Un proof-of-concept (PoC) per CVE-2023-29357 è stato rilasciato su GitHub, rendendo questa catena di vulnerabilità più accessibile agli attaccanti, anche a quelli meno esperti. Di conseguenza, CISA ha incluso entrambe le vulnerabilità nel suo catalogo di vulnerabilità note ed è stata sfruttata, ordinando alle agenzie federali statunitensi di applicare le patch entro scadenze specifiche.
Aggiornamenti di Sicurezza per Safari e macOS
Parallelamente, Apple ha affrontato una vulnerabilità critica, identificata come CVE-2024-1580, in Safari e macOS che, se sfruttata, potrebbe consentire a un attore di minaccia di prendere il controllo di un sistema interessato. Gli utenti e gli amministratori sono incoraggiati a rivedere gli avvisi rilasciati e applicare gli aggiornamenti necessari per proteggere i loro dispositivi da potenziali compromissioni.
Significato per la sicurezza
Questi avvisi sottolineano l’importanza di mantenere i sistemi aggiornati e di implementare patch di sicurezza tempestivamente per difendersi dagli attacchi informatici. Le organizzazioni dovrebbero dare priorità a questi aggiornamenti per mitigare il rischio di compromissione dei dati e assicurarsi contro l’esposizione a vulnerabilità critica.
Sicurezza Informatica
Nuovo attacco “TunnelVision” espone il traffico VPN
Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri come il nuovo attacco TunnelVision utilizza server DHCP malevoli per esporre il traffico VPN, eludendo la crittografia e mettendo a rischio la sicurezza degli utenti.
Un recente attacco denominato “TunnelVision” può deviare il traffico fuori dal tunnel crittografato di una VPN, consentendo agli aggressori di intercettare il traffico non crittografato mentre si mantiene l’apparenza di una connessione VPN sicura. Questo attacco è stato dettagliato in un rapporto di Leviathan Security, che sfrutta l’opzione 121 del Dynamic Host Configuration Protocol (DHCP) per configurare percorsi statici di classe su un sistema client.
Metodo dell’attacco
Gli aggressori configurano un server DHCP malevolo che modifica le tabelle di instradamento in modo che tutto il traffico VPN venga inviato direttamente alla rete locale o a un gateway maligno, evitando così il tunnel VPN crittografato. L’approccio consiste nell’operare un server DHCP sulla stessa rete di un utente VPN bersagliato e configurare il DHCP per utilizzare se stesso come gateway.
Sicurezza e vulnerabilità
Una delle principali preoccupazioni è l’assenza di un meccanismo di autenticazione per i messaggi in entrata nel DHCP che potrebbero manipolare i percorsi. Questo problema di sicurezza è noto e sfruttabile dai malintenzionati almeno dal 2002, ma non ci sono casi noti di sfruttamento attivo in campo.
Identificazione e impatto
Il problema, denominato CVE-2024-3661, colpisce i sistemi operativi Windows, Linux, macOS e iOS, con l’eccezione di Android che non supporta l’opzione DHCP 121 e quindi non è influenzato dagli attacchi TunnelVision.
Mitigazione dell’attacco TunnelVision
Gli utenti possono essere più esposti agli attacchi TunnelVision se si connettono a una rete controllata dall’aggressore o dove l’aggressore ha presenza. Le mitigazioni proposte includono l’uso di spazi di nomi di rete su Linux per isolare le interfacce di rete e le tabelle di instradamento dal resto del sistema, configurare i client VPN per negare tutto il traffico in entrata e in uscita che non utilizza l’interfaccia VPN, e configurare i sistemi per ignorare l’opzione DHCP 121 mentre sono connessi a una VPN.
Raccomandazioni per i Fornitori VPN
I fornitori di VPN sono incoraggiati a migliorare il loro software client per implementare propri gestori DHCP o integrare controlli di sicurezza aggiuntivi che bloccherebbero l’applicazione di configurazioni DHCP rischiose. Questo attacco evidenzia la necessità di una maggiore vigilanza e di misure di sicurezza più robuste nei sistemi di rete, soprattutto per quegli utenti che dipendono da connessioni VPN per la protezione dei loro dati sensibili.
Sicurezza Informatica
Truffatori austriaci scappano dagli investitori, ma non dalla legge
Tempo di lettura: 2 minuti. Le forze dell’ordine hanno smascherato e arrestato un gruppo di truffatori austriaci dietro una frode di criptovalute.
Le forze dell’ordine austriache, cipriote e ceche hanno arrestato sei austriaci responsabili di una truffa online relativa a criptovalute. Europol e Eurojust hanno supportato questa indagine mirata ai creatori di una presunta nuova criptovaluta lanciata nel dicembre 2017. Durante l’operazione sono stati eseguiti sei perquisizioni domiciliari, sequestrando oltre 500.000 euro in criptovalute, 250.000 euro in valuta corrente, e bloccato decine di conti bancari. Inoltre, sono stati sequestrati due automobili e una proprietà di lusso del valore di 1.400.000 euro.
Dettagli della Truffa
Tra dicembre 2017 e febbraio 2018, i truffatori hanno finto di aver creato una compagnia di trading online legittima che aveva emesso una nuova criptovaluta. L’offerta iniziale di moneta (ICO) ammontava a 10 milioni di token – o diritti rispettivi alla nuova valuta. Gli investitori hanno pagato in criptovalute consolidate come Bitcoin o Ethereum. Per guadagnare credibilità con gli investitori, i truffatori austriaci hanno anche sostenuto di aver sviluppato il proprio software e un algoritmo unico per la vendita dei token.
Comportamenti sospetti ed Exit Scam
Tradizionalmente, un’ICO si basa sulla trasparenza e comunica chiaramente su ogni membro del team responsabile. In questo caso, c’era una mancanza di trasparenza riguardo i membri del team coinvolti e l’algoritmo alla base della criptovaluta. Nel febbraio 2018, i perpetratori hanno improvvisamente chiuso tutti gli account dei social media del progetto e ritirato offline il sito web della falsa compagnia. Dopo questa truffa di uscita, è diventato evidente agli investitori di essere stati frodati.
Sforzo collaborativo delle Forze dell’Ordine
Gli specialisti di Europol hanno organizzato cinque incontri operativi e hanno lavorato in stretta collaborazione con il desk austriaco presso Eurojust, fornendo un’analisi olistica dell’indagine. Europol ha anche dispiegato uno specialista con un ufficio mobile a Cipro per supportare le attività operative e facilitare lo scambio di informazioni. Eurojust ha supportato il giorno dell’azione con un centro di coordinamento, consentendo una comunicazione in tempo reale tra tutte le autorità giudiziarie coinvolte e l’esecuzione rapida dei mandati di arresto europei e dei mandati di perquisizione.
Autorità Partecipanti:
- Austria: Servizio di Intelligence Criminale dell’Austria (Bundeskriminalamt – Centro di Competenza per la Cybercriminalità (C4)), Ufficio Specializzato per la Lotta contro i Crimini Economici e la Corruzione (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft)
- Cipro: Polizia di Cipro a Larnaca
- Repubblica Ceca: Polizia della Repubblica Ceca, Agenzia Nazionale per la Lotta al Crimine Organizzato (Národní centrála proti organizovanému zločinu – NCOZ)
Agenzie Partecipanti: Europol, Eurojust
Questo caso dimostra l’efficacia della collaborazione internazionale nel contrasto al crimine organizzato e alla frode finanziaria, sottolineando l’importanza della vigilanza nella partecipazione a investimenti in criptovalute.
Sicurezza Informatica
Esplosione di malware JavaScript nei Siti con plugin LiteSpeed Cache
Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri l’impennata di malware JavaScript che colpisce i siti con versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache e come proteggere il tuo sito.
Un’ondata di infezioni di malware JavaScript sta colpendo i siti WordPress che utilizzano versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache. Questo malware inietta codice in file critici di WordPress e nelle basi dati, compromettendo gravemente la sicurezza del sito.
Segnali di Contaminazione
Se noti l’utente amministratore wpsupp-user sul tuo sito, è probabile che sia stato infettato. Altri segni includono codice malevolo nei file del sito e stringhe sospette nel database, specialmente associati con la versione vulnerabile di LiteSpeed Cache.
Procedure di pulizia
- Revisione dei Plugin: Controlla i plugin installati, applica gli aggiornamenti disponibili e elimina le cartelle associate ai plugin sospetti.
- Utenti Maliziosi: Stai attento agli utenti con privilegi di amministratore, come wpsupp-user e wp-configuser.
- Ricerca nel Database: Cerca stringhe sospette come “eval(atob(Strings.fromCharCode” nell’opzione litespeed.admin_display.messages.
Identificazione di URL e IP malevoli
- Gli URL maliziosi spesso includono https[:]//dns[.]startservicefounds.com/service/f[.]php, https[:]//api.startservicefounds.com, e https[:]//cache[.]cloudswiftcdn[.]com.
- Presta attenzione agli IP associati al malware, come 45.150.67.235.
Vettore d’Attacco – LiteSpeed Cache < 5.7.0.1
Gli aggressori possono iniettare questo script nelle versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed, rappresentando un rischio per la sicurezza. I log del WAF dell’ultimo mese hanno mostrato un picco insolito di accessi a questa URL il 2 aprile e poi nuovamente il 27 aprile. Gli IP più comuni che probabilmente cercavano siti vulnerabili erano 94.102.51.144, con 1,232,810 richieste, e 31.43.191.220 con 70,472 richieste. Questa situazione sottolinea l’importanza di mantenere aggiornati i plugin come Litespeed e monitorare attivamente la sicurezza dei siti web per prevenire infezioni malware da Javascript e mitigare rischi.
Cos’è LightSpeed Cache?
LiteSpeed Cache è un plugin di accelerazione del sito tutto-in-uno per WordPress, che offre una cache a livello di server esclusiva e una serie di funzionalità di ottimizzazione. Questo plugin è particolarmente efficace quando è utilizzato in combinazione con il server web LiteSpeed, permettendo di sfruttare appieno le funzionalità del server per migliorare drasticamente la velocità di caricamento delle pagine web.
Il plugin LiteSpeed Cache include strumenti per l’ottimizzazione del sito web per contenuti dinamici su siti WordPress, come immagini e pagine web, tramite la cache delle pagine, la minimizzazione dei CSS, JavaScript e HTML, l’ottimizzazione delle immagini e il caricamento pigro. Queste funzionalità aiutano a ridurre i tempi di caricamento, migliorare il punteggio di PageSpeed e aumentare l’usabilità complessiva del sito.
Per maggiori dettagli e per il download, puoi visitare la pagina ufficiale del plugin LiteSpeed Cache su WordPress.org o il sito di LiteSpeed Technologies.
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