Sicurezza Informatica
Vulnerabilità NAS D-Link DNS-340L, DNS-320L, DNS-327L e DNS-325
Tempo di lettura: 2 minuti. Scoperta vulnerabilità nei dispositivi NAS D-Link esposti: oltre 92.000 unità presentano un account backdoor, senza patch disponibili.
Aggiornamento del 17.04.2024:
Il 26 marzo 2024, una ricerca di sicurezza di terze parti, VulDB Coordination, ha portato alla nostra attenzione la comunicazione pubblica di una vulnerabilità che riguarda i modelli di Network Associated Storage (NAS) DNS-340L, DNS-320L, DNS-327L e DNS-325: la vulnerabilità segnalata è un attacco di Command Injection e Backdoor Account per l’interfaccia di gestione web dei dispositivi, che consente a un utente malintenzionato di sfruttare i dispositivi.
Questo exploit riguarda prodotti D-Link legacy e tutte le revisioni hardware che hanno raggiunto il livello End of Life (“EOL”) o End of Service Life (“EOS”). I prodotti che hanno raggiunto tale status non ricevono più aggiornamenti software e patch di sicurezza e non sono più supportati da D-Link.
D-Link consiglia di ritirare e sostituire i dispositivi D-Link che hanno raggiunto l’EOL/EOS. Indipendentemente dal tipo di prodotto o dal canale di vendita, la policy generale di D-Link prevede infatti che, quando i prodotti raggiungono l’EOS/EOL, non possono più essere supportati e cessa per essi lo sviluppo del firmware.
Queste le informazioni contenute nel rapporto di sicurezza:
- Report provided:
– VulDB CNA Team
– cna _at_ vuldb _dot_ com
- Reference Disclosure:
– CVE-2024-3273 :: Link
– Netsefish Link
D-link precisa che se i NAS non sono direttamente connessi a Internet o è presente un firewall di sicurezza, il rischio di essere esposti alla vulnerabilità segnalata è ridotto al minimo.
Questi i modelli interessati dalla vulnerabilità:
Codice | Launch Date | Phase Out Date | Last Date of Support | URL | |
DNS-320L | 05/11/2012 | 13/11/2017 | 13/11/2019 | https://www.dlink.com/it/it/products/dns-320l-sharecenter-2-bay-cloud-storage-enclosure | |
DNS-325 | 04/04/2011 | 26/01/2015 | 25/01/2017 | https://www.dlink.com/it/it/products/dns-325-sharecenter-2-bay-network-storage-enclosure | |
DNS-327L | 11/07/2013 | 30/10/2017 | 30/10/2019 | https://www.dlink.com/it/it/products/dns-327l-2-bay-network-attached-storage | |
DNS-340L | 05/01/2015 | 29/10/2017 | 29/10/2019 | https://www.dlink.com/it/it/products/dns-340l-sharecenter-4-bay-cloud-network-storage-enclosure | |
Le quantità di tali modelli vendute sul mercato italiano nel periodo 2011-2018 sono inferiori alle 1.800 unità.
D-Link può decidere che un prodotto ha raggiunto il livello EOS/EOL a causa dell’evoluzione della tecnologia, delle richieste del mercato, di nuove innovazioni, di efficienze del prodotto basate su nuove tecnologie o in relazione al fatto che il prodotto sia diventato obsoleto nel tempo e debba essere sostituito da una tecnologia funzionalmente superiore.
Se un prodotto ha raggiunto la fine del supporto (“EOS”) o la fine del ciclo di vita (“EOL”), di norma non è più possibile estendere il supporto o lo sviluppo. Per questi prodotti, D-Link non è in grado di risolvere problemi relativi al dispositivo o al firmware, poiché lo sviluppo e il supporto ai clienti sono cessati.
D-Link non può fornire assistenza per i prodotti EOL/EOS. Se il dispositivo è stato fornito da un fornitore di servizi e dal firmware, occorre contattare il proprio fornitore di servizi. Alcuni dispositivi di questo elenco sono dotati di firmware aperto di terze parti; D-Link non supporta i firmware aperti, che annullano qualsiasi garanzia e sono di esclusiva responsabilità del proprietario del dispositivo.
D-Link raccomanda vivamente di ritirare il prodotto e avverte che il suo ulteriore utilizzo può costituire un rischio per i dispositivi a esso collegati. Nel caso si continui a utilizzare i dispositivi contro le raccomandazioni di D-Link, è bene assicurarsi che il dispositivo disponga dell’ultimo firmware disponibile, reperibile ai link del sito Web Legacy riportati sopra. Occorre anche assicurarsi di aggiornare frequentemente la password unica del dispositivo per accedere alla sua configurazione web e di avere sempre attivato la crittografia WIFI con una password unica.
L’articolo originale è stato sostituito con il comunicato stampa di D-Link Italia
Sicurezza Informatica
Sviluppatore di Tornado Cash condannato a 64 mesi
Tempo di lettura: 2 minuti. Alexey Pertsev, sviluppatore del mixer di criptovalute Tornado Cash, è stato condannato a 64 mesi per riciclare oltre 2 miliardi di dollari.
Alexey Pertsev, uno dei principali sviluppatori del mixer di criptovalute Tornado Cash, è stato condannato a 64 mesi di prigione per aver contribuito a riciclare oltre 2 miliardi di dollari in criptovalute. La sentenza riflette la crescente pressione delle autorità legali contro le piattaforme che possono essere utilizzate per attività illecite.
Il caso di Tornado Cash
Tornado Cash è una piattaforma decentralizzata e open-source che era intesa a fornire anonimato ai possessori di criptovalute. La piattaforma funzionava accettando depositi e trasferendo gli asset tra numerosi nodi di servizio prima di consentire il prelievo a un indirizzo di portafoglio diverso da quello originale. Questo metodo è stato utilizzato da criminali informatici per nascondere l’origine dei fondi e riciclare grandi somme da attività illegali, incluso il noto gruppo di hacker nordcoreano Lazarus.
Implicazioni legali e azioni delle Autorità
Nel 2022, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato la piattaforma, e nel 2023, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato due dei fondatori per cospirazione di riciclaggio di denaro e violazione dell’International Economic Emergency Powers Act. Queste azioni sottolineano la determinazione delle autorità di combattere il riciclaggio di denaro attraverso tecnologie che offrono elevati livelli di anonimato.
Difesa e la Sentenza
Pertsev ha affermato che il suo obiettivo era solo di fornire privacy alla comunità delle criptovalute e non di facilitare operazioni criminali. Tuttavia, la corte ha respinto queste affermazioni, sottolineando che Tornado Cash non includeva misure anti-abuso e che gli sviluppatori non avevano fatto sforzi significativi per prevenire il riciclaggio di denaro attraverso la piattaforma. Inoltre, è stato sottolineato il mancato cooperazione di Pertsev con le autorità investigative.
Confische e Conseguenze
Oltre alla sentenza carceraria, sono stati confiscati beni per un valore di 1,9 milioni di euro in criptovalute e una Porsche di proprietà di Pertsev. Con l’arresto dei tre principali sviluppatori, il futuro del progetto Tornado Cash rimane incerto, con il principale sito web e la pagina GitHub ancora online, ma con molte delle attività comunitarie e transazionali sospese o terminate.
Sicurezza Informatica
BreachForums è offline e sotto il controllo dell’FBI
Tempo di lettura: < 1 minuto. Il noto portale di annunci legati al crimine informatico dove si vendono i dati trafugati al miglior offerente, BreachForums, è ora dell’FBI
L’FBI ha messo sotto scacco il sito BreachForums sia nel clear sia nel dark web e risulta offline. L’operazione, ancora sconosciuta alla stampa è emersa in seguito a diverse segnalazioni in rete che ne hanno dato evidenza attraverso gli screenshot dei propri browser.
Il sito è irraggiungibile sia via web normale sia dal dominio .onion. BreachForums è un forum con un template grafico “old style” dove gli utenti si scambiano notizie riguardanti il crimine informatico e pubblicano annunci dei dati trafugati in seguito ad attacchi ad Enti e Aziende per venderli al miglior offerente ed è ufficiale che sia offline per via di un’azione dell’FBI.
L’amministratore di BreachForums è stato condannato per i reati di diffusione di materiale vietato e per possesso di Contenuti sessuali esplitici di minori.
articolo in aggiornamento.
Sicurezza Informatica
Apple App Store bloccate transazioni fraudolente per oltre 7 miliardi
Tempo di lettura: 2 minuti. Apple ha bloccato oltre 7 miliardi di dollari in transazioni fraudolente sull’App Store negli ultimi quattro anni, rafforzando la sicurezza per utenti e sviluppatori.
Apple ha annunciato di aver prevenuto oltre 7 miliardi di dollari in transazioni potenzialmente fraudolente sull’App Store nel corso degli ultimi quattro anni, dimostrando il suo impegno continuo nel proteggere sia gli utenti che gli sviluppatori da attività dannose.
Dettagli dell’azione anti-frode di Apple
Tra il 2020 e il 2023, Apple ha impedito transazioni fraudolente per un valore di più di 1,8 miliardi di dollari solo nel 2023. Inoltre, ha bloccato l’uso di oltre 14 milioni di carte di credito rubate e ha impedito a più di 3,3 milioni di account di effettuare ulteriori transazioni.
Apple ha adottato misure severe contro la frode, respingendo più di 1,7 milioni di proposte di app nel 2023 per mancato rispetto degli standard rigorosi di privacy, sicurezza e contenuto dell’App Store. Questo ha comportato la terminazione di quasi 374 milioni di account di sviluppatori e clienti e la rimozione di circa 152 milioni di valutazioni e recensioni per preoccupazioni legate alla frode.
Implicazioni per gli sviluppatori e l’ecosistema dell’App Store
Le azioni di Apple riflettono il suo impegno a mantenere un ambiente sicuro e affidabile per i suoi utenti e sviluppatori. Con la crescente concorrenza e le pressioni regolamentari, in particolare nell’Unione Europea dove le leggi richiedono una maggiore apertura del sistema operativo iOS a store di app di terze parti, Apple continua a sottolineare l’importanza della sicurezza come caratteristica distintiva del suo ecosistema.
Il blocco di transazioni fraudolente e la gestione proattiva della sicurezza dell’App Store rappresentano un aspetto fondamentale della strategia di Apple per mantenere la fiducia degli utenti e degli sviluppatori, nonostante le sfide poste dall’apertura forzata del suo ecosistema a maggiori opzioni di distribuzione delle app. Mentre Apple si adatta alle nuove normative e risponde alla concorrenza, l’azienda si impegna a proteggere la sicurezza e l’integrità dell’App Store, evidenziando il suo ruolo come leader nell’offrire un ambiente sicuro e protetto per l’acquisto e il download di app.
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