Sicurezza Informatica
NIS2: webinar gratuito rivolto alle imprese in balia del provvedimento
Tempo di lettura: 2 minuti. Cos’è la NIS2 e cosa bisogna fare per essere in regola: CoreTech organizza un webinar gratuito per professionisti e imprese
La Direttiva NIS2 rappresenta un punto di svolta nell’ambito della cybersicurezza europea, indirizzata ad affrontare le sfide poste da un panorama di minacce informatiche in rapida evoluzione. Con l’obiettivo di elevare il livello di sicurezza informatica in tutta l’Unione Europea, la Direttiva NIS2 estende i suoi obblighi a una gamma più ampia di settori rispetto alla sua predecessora, la Direttiva NIS.
Settori coinvolti e obblighi principali
La Direttiva NIS2 introduce le categorie di “Soggetti Essenziali” e “Soggetti Importanti”, ampliando significativamente il bacino di entità interessate. Queste includono settori come l’energia, i trasporti, la sanità, l’infrastruttura digitale e la pubblica amministrazione, sottolineando l’importanza della cybersicurezza attraverso vari aspetti della vita sociale ed economica.
Le entità coinvolte sono tenute a implementare misure di sicurezza robuste per proteggere le loro reti e sistemi informativi. Tra gli obblighi principali si annoverano la gestione dei rischi, la segnalazione degli incidenti e l’adozione di politiche di governance efficaci. Inoltre, un’enfasi particolare è posta sulla sicurezza della catena di fornitura, richiedendo che le entità valutino e mitigino i rischi associati ai propri fornitori.
Sanzioni e vigilanza
In caso di mancato rispetto dei requisiti stabiliti dalla Direttiva, sono previste severe sanzioni finanziarie. Le entità essenziali, ad esempio, possono affrontare multe fino a 10 milioni di EUR o il 2% del fatturato globale annuo, a seconda di quale importo sia maggiore. La Direttiva prevede anche la possibilità di imporre misure disciplinari, come la sospensione o il divieto temporaneo di esercizio per i dirigenti responsabili di gravi inadempienze.
Preparazione e conformità
Le organizzazioni interessate devono intraprendere passi concreti per adeguarsi ai requisiti della Direttiva NIS2. È consigliabile condurre una valutazione del proprio livello di conformità e pianificare le necessarie azioni di adeguamento. Essendo una Direttiva, la NIS2 richiede di essere recepita nel diritto nazionale degli Stati Membri, quindi è importante monitorare anche lo sviluppo delle normative locali.
La Direttiva NIS2, insieme ad altre normative collegate come il Cyber Resilience Act e il Regolamento DORA, costituisce un pilastro fondamentale per la costruzione di un’Europa digitale più sicura e resiliente. Le aziende sono invitate a prepararsi in modo tempestivo ed efficace, non solo per rispettare gli obblighi legali ma anche per proteggere meglio i propri sistemi e dati dalle minacce informatiche in continuo mutamento, proprio per questo la società CoreTech ha organizzato un webinar gratuito su NIS2 rivolto ad aziende e professionisti del settore.
Webinar gratuito organizzato dalla CoreTech
Coretech ha organizzato un webinar intitolato “NIS2: Cosa è richiesto e come prepararsi” si terrà il 18 Aprile 2024, a partire dalle 10:30, e avrà una durata di circa 1 ora. L’evento si svolgerà online, utilizzando la piattaforma Zoom, e mira a fornire approfondimenti sulla Direttiva NIS2, focalizzandosi su chi è soggetto a questa normativa, come valutare i rischi in conformità con la direttiva e quali misure di sicurezza adottare. Inoltre, sarà discusso il processo di gestione degli incidenti secondo la NIS2.
Il relatore principale sarà Cesare Gallotti, esperto in consulenza, auditing e formazione su tematiche quali la Sicurezza delle Informazioni, Gestione della qualità, IT Governance e IT Service Management. L’iscrizione al webinar è già aperta per tutti coloro che sono interessati a capire meglio i requisiti della NIS2 e come prepararsi per adempiere a tali requisiti in modo efficace.
Sicurezza Informatica
Operazione Polo Est: smantellato Gruppo di esperti in Truffe Online
Tempo di lettura: 2 minuti. La Polizia Postale smantella un gruppo criminale specializzato in truffe online attraverso email di spoofing. Scopri i dettagli dell’operazione Polo Est e le azioni intraprese.
La Polizia Postale, attraverso l’operazione “Polo Est”, ha smantellato un gruppo criminale specializzato in truffe online che utilizzava email di spoofing per ingannare le vittime con false accuse di reati gravi, come la gli abusi sui minori. L’operazione, coordinata dalla procura di Bergamo e condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica per la Lombardia, è scaturita dalla denuncia di un cittadino italiano residente in Cina, truffato per oltre 117mila euro.
Dettagli dell’operazione
L’indagine ha avuto origine dalla denuncia di una vittima che aveva ricevuto un’email recante il logo della Polizia Postale e la firma di un funzionario di polizia in pensione, accusandolo di reati di collegati all’abuso di minori online. Dopo aver subito vessazioni e temendo per la propria reputazione, la vittima ha pagato diverse “multe” per un totale di oltre 117mila euro prima di rendersi conto della truffa e rivolgersi alla Polizia Postale.
Smantellamento del Gruppo Criminale
L’operazione ha permesso di identificare i membri del gruppo criminale, con base logistica nella provincia di Bergamo. Gli investigatori hanno eseguito 12 perquisizioni nei confronti di un cittadino italiano e di altre 11 persone straniere, di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Durante le perquisizioni, sono state sequestrate diverse documentazioni relative alle movimentazioni di denaro provenienti dalle vittime e attività di riciclaggio dei proventi illeciti.
Analisi dei Dispositivi Informatici
L’analisi dei dispositivi informatici, condotta sul posto dagli agenti della Polizia Postale di Milano, ha rivelato dettagli sulle conversazioni con le vittime e sui movimenti di denaro. Queste prove hanno confermato l’attività dei truffatori e la loro capacità di contattare le potenziali vittime utilizzando una falsa identità. L’operazione Polo Est rappresenta un significativo successo nella lotta contro le truffe online. Grazie all’intervento tempestivo della Polizia Postale, è stato possibile identificare e smantellare un gruppo criminale che operava attraverso sofisticate tecniche di spoofing via email, proteggendo così numerose potenziali vittime da ulteriori frodi.
Sicurezza Informatica
USA nordcoreani lavorano nell’IT e finanziano armi
Tempo di lettura: 2 minuti. Cinque individui accusati di schemi informatici per finanziare il programma di armi nucleari della Corea del Nord, con conseguenze legali significative. Scopri i dettagli delle accuse e delle sanzioni.
Le autorità statunitensi hanno incriminato cinque individui coinvolti in schemi informatici volti a generare entrate per il programma di armi nucleari della Corea del Nord. Questi schemi prevedevano la frode identitaria e l’infiltrazione nei mercati del lavoro statunitensi per ottenere lavori IT remoti. Tra gli arrestati, una cittadina americana, un uomo ucraino e tre cittadini stranieri sono accusati di diverse attività criminali, tra cui frode e riciclaggio di denaro.
Arizona: accusata di aiutare Nordcoreani per lavori IT remoti
Christina Marie Chapman, 49 anni, di Litchfield Park, Arizona, è stata accusata di aver aiutato cittadini nordcoreani a ottenere lavori IT remoti presso oltre 300 aziende statunitensi, generando milioni di dollari per il programma di missili balistici della Corea del Nord.
Dettagli dello schema
Secondo l’accusa federale, Chapman ha raccolto 6,8 milioni di dollari in questo schema, fondi che sono stati incanalati verso il Dipartimento dell’Industria delle Munizioni della Corea del Nord, coinvolto nello sviluppo di missili balistici. Lo schema prevedeva l’uso delle identità di più di 60 persone residenti negli Stati Uniti per ottenere lavori IT per cittadini nordcoreani presso oltre 300 aziende statunitensi.
Metodi utilizzati
Chapman e i suoi co-cospiratori avrebbero utilizzato informazioni personali compromesse per ottenere questi lavori e hanno gestito un “laptop farm” presso una delle sue residenze per far sembrare che i dipendenti nordcoreani lavorassero dagli Stati Uniti. I laptop venivano forniti dai datori di lavoro e i lavoratori utilizzavano proxy e VPN per apparire come se si connettessero da indirizzi IP statunitensi. Chapman riceveva anche gli stipendi dei dipendenti presso la sua abitazione.
Impatto e conseguenze
Questo complotto ha colpito una varietà di settori, tra cui un’importante rete televisiva nazionale, una principale azienda tecnologica della Silicon Valley, un produttore di difesa aerospaziale, un’iconica casa automobilistica americana, una catena di vendita al dettaglio di alta gamma e una delle aziende di media e intrattenimento più riconoscibili al mondo, tutte Fortune 500.
Nicole Argentieri, capo della Divisione Criminale del Dipartimento di Giustizia, ha sottolineato che questi crimini hanno beneficiato il governo nordcoreano, fornendo un flusso di entrate e, in alcuni casi, informazioni proprietarie rubate dai co-cospiratori. Chapman è stata arrestata mercoledì e, se condannata, potrebbe affrontare fino a 97,5 anni di carcere. In un caso correlato, un uomo ucraino, Oleksandr Didenko, è stato accusato di un complotto simile e potrebbe affrontare fino a 67,5 anni di carcere.
Sicurezza Informatica
Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL
Tempo di lettura: 2 minuti. Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia raccomanda di sostituire le VPN SSL con IPsec per prevenire violazioni di sicurezza.
Il Centro Nazionale per la Sicurezza Informatica della Norvegia (NCSC) ha raccomandato di sostituire le soluzioni SSL VPN/Web VPN con alternative più sicure a causa della continua sfruttamento delle vulnerabilità associate a questi dispositivi di rete.
Raccomandazioni e tempistiche
L’NCSC consiglia alle organizzazioni di completare la transizione entro il 2025, mentre quelle soggette alla “Safety Act” o che operano in infrastrutture critiche dovrebbero adottare alternative più sicure entro la fine del 2024. La raccomandazione principale è di passare a Internet Protocol Security (IPsec) con Internet Key Exchange (IKEv2).
Problemi delle VPN SSL
Le VPN SSL/WebVPN forniscono accesso remoto sicuro utilizzando i protocolli SSL/TLS, creando un “tunnel di crittografia” tra il dispositivo dell’utente e il server VPN. Tuttavia, le implementazioni di SSLVPN non seguono uno standard unico, portando a numerose vulnerabilità sfruttate dai hacker per violare le reti. Esempi recenti includono le vulnerabilità di Fortinet e Cisco sfruttate da gruppi di hacker come Volt Typhoon e le operazioni di ransomware Akira e LockBit.
Vantaggi di IPsec con IKEv2
IPsec con IKEv2 offre maggiore sicurezza crittografando e autenticando ogni pacchetto di dati e riducendo il margine di errore di configurazione rispetto alle soluzioni SSLVPN. Anche se IPsec non è privo di difetti, rappresenta una riduzione significativa della superficie di attacco per incidenti di accesso remoto sicuro.
Misure proposte
Le misure proposte includono:
- Riconfigurazione o Sostituzione delle Soluzioni VPN Esistenti: Migrare tutti gli utenti e i sistemi al nuovo protocollo.
- Disabilitazione delle Funzionalità SSLVPN: Blocco del traffico TLS in ingresso.
- Autenticazione Basata su Certificati: Migliorare l’autenticazione per l’accesso remoto.
Misure temporanee
Per le organizzazioni che non possono adottare immediatamente IPsec con IKEv2, l’NCSC suggerisce misure temporanee come il logging centralizzato delle attività VPN, restrizioni geografiche rigorose e il blocco dell’accesso da provider VPN, nodi di uscita Tor e provider VPS.
L’NCSC ha emesso queste raccomandazioni per migliorare la sicurezza delle reti aziendali e prevenire ulteriori violazioni. L’adozione di soluzioni più sicure come IPsec con IKEv2 rappresenta un passo importante per proteggere le infrastrutture critiche e i dati sensibili dalle minacce informatiche.
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