Sicurezza Informatica
Canada: ban Huawei non risolverà tutti i problemi di sicurezza del Paese
Tempo di lettura: 4 minuti. L’ultimo paese del mondo anglosassone a prendere le distanze dalla Cina
Vietare l’uso di apparecchiature delle aziende cinesi Huawei e ZTE nelle infrastrutture 4G e 5G del Canada contribuirà a rendere il Paese un po’ più sicuro, ma non risolverà in alcun modo il problema del potenziale spionaggio, dicono gli esperti di sicurezza.
“E un semplice divieto su Huawei non risolverà il problema. La Cina non ha bisogno di Huawei per spiarci“.
Giovedì il governo liberale ha annunciato che le aziende dovranno eliminare le apparecchiature Huawei e ZTE dalle reti 5G entro il 2024 e dalle reti 4G entro il 2027. Il ministro dell’Innovazione François-Philippe Champagne ha dichiarato ai giornalisti che le telecomunicazioni canadesi non saranno “autorizzate a includere nelle loro reti prodotti o servizi che mettono a rischio la nostra sicurezza nazionale“. Il divieto “renderà la nostra rete più sicura, non solo per ora ma anche per le generazioni a venire“.
Christopher Parsons, ricercatore senior presso il Citizen Lab dell’Università di Toronto, ha affermato che i vantaggi per la sicurezza avranno più a che fare con gli interessi geopolitici che con la sicurezza informatica. Se il Canada avesse continuato a utilizzare le apparecchiature di Huawei e ZTE e queste fossero diventate dominanti, il governo cinese avrebbe potuto esercitare un’influenza sul Canada.
Ma sul fronte della sicurezza informatica, il governo cinese “continuerà ad essere molto efficace nel condurre operazioni di spionaggio e di altro tipo contro il governo canadese e altri Paesi, indipendentemente dalle apparecchiature di rete di telecomunicazione utilizzate“, ha affermato Parsons.
Margaret McCuaig-Johnston, senior fellow presso la Graduate School of Public and International Affairs dell’Università di Ottawa, ha dichiarato di aver sperato che il governo si spingesse fino agli Stati Uniti e vietasse tutti i prodotti dell’azienda, ad esempio articoli di consumo come i telefoni cellulari.
I canadesi che si chiedono quale sia il futuro del loro cellulare Huawei in seguito alla decisione di giovedì e considerare che vengano presi di mira, ha detto Parsons.
“Se siete un agente del CSIS, probabilmente non è la migliore delle idee” avere un telefono Huawei, ha detto. Ma se sei una persona con un lavoro regolare “e una vita in Canada, probabilmente non corri alcun rischio sostanziale“.
Secondo Parsons e Carvin, il Canada ha bisogno di una strategia più ampia per affrontare i problemi di sicurezza informatica.
“Abbiamo bisogno di una strategia per capire meglio ciò che il Canada vuole fare dal punto di vista della cybersicurezza“, e questa strategia deve intersecarsi con gli obiettivi di politica estera del Canada, compresa la nostra politica nei confronti della Cina, e con una strategia industriale, ha detto Parsons.
Parsons ha dichiarato che il Canada ha anche bisogno di un “modo per fare un’analisi e una valutazione completa delle diverse apparecchiature nelle nostre infrastrutture critiche“, come le telecomunicazioni e le banche.
Oltre ad annunciare il divieto giovedì, il governo ha dichiarato che introdurrà un quadro legislativo per la protezione delle infrastrutture critiche nei settori della finanza, dell’energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti.
“Non possiamo semplicemente vietare” di migliorare la sicurezza informatica, ha detto Carvin. Sembra che il governo abbia intenzione di adottare un approccio più globale, e questo è un bene“.
Ma, ha ammonito, il Canada dovrà agire molto più rapidamente in futuro, invece di impiegare anni per prendere una decisione come nel caso di Huawei.
Il Canada è stato l’ultimo dell’alleanza Five Eyes – composta da Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda a vietare le apparecchiature.
I liberali federali hanno annunciato per la prima volta una revisione della sicurezza delle apparecchiature Huawei nel settembre 2018. Per gran parte del tempo, un fattore chiave del ritardo è stato l’uso della diplomazia degli ostaggi da parte della Cina, che ha tenuto in prigione due canadesi come ritorsione per l’arresto da parte del Canada della dirigente di Huawei Meng Wanzhou per conto degli Stati Uniti. I due Michaels sono stati rilasciati nel settembre 2021.
Un portavoce dell’ambasciata cinese ha dichiarato in un comunicato che la Cina “esprime le sue gravi preoccupazioni e la sua forte insoddisfazione” per la decisione. La dichiarazione ha accusato il Canada di “agire in collusione con gli Stati Uniti per sopprimere le imprese cinesi” e ha definito “le cosiddette preoccupazioni per la sicurezza del Canada… nient’altro che una copertura per la manipolazione politica“.
Secondo gli esperti, la Cina potrebbe reagire in diversi modi. Da parte sua, l’ambasciata ha avvertito che “la Cina valuterà questo sviluppo in modo completo e serio e prenderà tutte le misure necessarie per proteggere i diritti e gli interessi legittimi e legali delle imprese cinesi“.
Carvin pensa che lo scenario peggiore, e “qualcosa che spero davvero non sia il caso, sarebbe una ritorsione contro i cittadini canadesi in particolare“.
Fen Hampson, professore di affari internazionali alla Carleton University, ha detto che è difficile dire se la Cina reagirà immediatamente o aspetterà a rispondere.
Oltre alle parole di rabbia e a una potenziale “strigliata” ai nostri diplomatici a Pechino, la Cina potrebbe intraprendere ulteriori azioni commerciali, ha detto Hampson.
Hampson ha affermato che, per quanto riguarda i legami commerciali con la Cina, il Canada ha uno squilibrio commerciale. “Compriamo molto di più da loro di quanto vendiamo a loro. Il lavoro di vendita è appena diventato molto più difficile“, ha detto.
La decisione non sarà una “campana a morto” per le relazioni del Canada con la Cina, ha detto Hampson, ma una continuazione della traiettoria che era in discesa.
“In fin dei conti, non vedremo grandi dividendi nel commercio e nei legami economici con la Cina, e credo che molte aziende canadesi siano comprensibilmente molto caute nel fare affari in Cina per il timore che i loro rappresentanti aziendali possano finire in prigione“.
Sicurezza Informatica
Kapeka: nuova backdoor di Sandworm per l’Est Europa
Tempo di lettura: 3 minuti. Kapeka, nuova backdoor utilizzata da Sandworm in attacchi all’Europa orientale, con capacità avanzate di controllo e flessibilità operativa.
Una nuovo backdoor denominata “Kapeka” è stato individuato mentre veniva impiegato in attacchi mirati contro l’Europa orientale, inclusi Estonia e Ucraina. Questo malware, sviluppato dal gruppo di minaccia persistente avanzato (APT) collegato alla Russia, noto come Sandworm, ha mostrato capacità estremamente sofisticate nell’esecuzione di cyber-attacchi, secondo un rapporto di WithSecure.
Caratteristiche del Backdoor Kapeka
Kapeka è una backdoor flessibile scritta in C++ e confezionato come una DLL di Windows. È progettato per mascherarsi da componente aggiuntivo di Microsoft Word per sembrare legittimo e evitare il rilevamento. Il malware è dotato di una configurazione di comando e controllo (C2) incorporata che stabilisce contatti con server controllati dall’attaccante e ottiene istruzioni su come procedere.
Funzionalità del malware
Le funzionalità di Kapeka includono la capacità di leggere e scrivere file, lanciare payload, eseguire comandi shell e persino aggiornare o disinstallare se stesso. Utilizza l’interfaccia COM di WinHttp 5.1 per la comunicazione di rete e impiega il formato JSON per inviare e ricevere dati dal suo server C2. Il backdoor può anche aggiornare la propria configurazione C2 “al volo”, ricevendo una nuova versione dal server C2 durante il polling.
Metodi di propagazione e associazioni
La modalità esatta di propagazione di Kapeka non è ancora stata pienamente identificata, ma le analisi indicano che il dropper del malware viene recuperato da siti web compromessi utilizzando il comando certutil, un esempio di utilizzo di binari legittimi per eseguire attacchi (LOLBin). Kapeka è stato collegato a precedenti famiglie di malware come GreyEnergy e Prestige, suggerendo che potrebbe essere un successore di quest’ultimo, usato in intrusioni che hanno portato al dispiegamento del ransomware Prestige alla fine del 2022.
Implicazioni e significato
L’uso di Kapeka in operazioni di intrusione dimostra un’attività di livello APT, con un alto grado di stealth e sofisticazione, tipico di attacchi attribuibili a origini russe. La sua vittimologia sporadica e il targeting di specifiche regioni geopoliticamente sensibili come l’Europa orientale, evidenziano l’uso strategico di questo malware in operazioni di cyber spionaggio o sabotaggio.
Il backdoor Kapeka rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza delle informazioni nelle aree colpite. Le organizzazioni in regioni potenzialmente a rischio dovrebbero rafforzare le loro difese e monitorare attivamente per rilevare segni di questo malware sofisticato, adottando misure proattive per proteggere i loro sistemi dagli attacchi.
APT44: pericolo globale del gruppo Sandworm
APT44, noto anche come Sandworm, è una delle unità di sabotaggio informatico più pericolose, attiva nell’ambito dei conflitti geopolitici a favore degli interessi russi. Questo gruppo è associato a numerosi attacchi di alto profilo e continua a rappresentare una minaccia elevata per governi e operatori di infrastrutture critiche a livello mondiale.
Caratteristiche e attività di APT44
APT44 è un gruppo avanzato di minaccia persistente (APT) che ha mostrato una capacità notevole e una tolleranza al rischio elevata nei suoi sforzi per supportare la politica estera russa. L’ampio mandato di questo gruppo lo rende una minaccia imprevedibile, pronta a colpire a breve termine ovunque i suoi obiettivi si allineino agli interessi nazionali russi.
Rischio di proliferazione di nuove tecniche
Le continue innovazioni di APT44 nell’uso di capacità cyber distruttive hanno potenzialmente abbassato la barriera all’ingresso per altri attori statali e non statali interessati a sviluppare i propri programmi di attacco informatico. Questo rischio di proliferazione è una preoccupazione crescente, poiché potrebbe portare a un aumento globale di attacchi cyber sofisticati e distruttivi.
Protezione e Azioni della Comunità
La ricerca di Google ha portato all’identificazione di varie misure per proteggere gli utenti e la comunità più ampia:
- Protezione attraverso Google’s Threat Analysis Group (TAG): I risultati della ricerca migliorano la sicurezza dei prodotti di Google.
- Aggiunte a Safe Browsing: I siti e i domini identificati sono stati aggiunti per proteggere gli utenti da ulteriori sfruttamenti.
- Allerte per attacchi supportati dal governo: Gli utenti di Gmail e Workspace coinvolti ricevono notifiche.
- Programmi di notifica delle vittime: Dove possibile, le vittime vengono informate tramite programmi dedicati.
- Risorse di VirusTotal: Una collezione di indicatori di compromissione legati ad APT44 è disponibile per gli utenti registrati.
Il continuo impegno di APT44 nel campo del cyber sabotage rappresenta una delle minacce più severe e pervasive a livello globale. È essenziale che la comunità internazionale rimanga vigile e preparata a fronteggiare le sfide poste da gruppi come Sandworm, specialmente in contesti geopolitici delicati.
Sicurezza Informatica
Miner di criptovalute arrestato per aver evaso pagamenti di Server Cloud per 3,5 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Un miner di criptovalute è stato arrestato per aver evaso pagamenti per 3,5 milioni di dollari in servizi di server cloud
Charles O. Parks III, noto anche come “CP3O”, è stato arrestato e accusato di aver utilizzato server cloud noleggiati per minare criptovalute, causando un debito di 3,5 milioni di dollari con due fornitori di servizi cloud, senza mai saldare i conti.
Dettagli del caso
Parks ha ideato un sistema ingegnoso creando identità aziendali fittizie, come “MultiMillionaire LLC” e “CP30 LLC”, per aprire numerosi account presso fornitori di servizi cloud, ottenendo così accesso a una potenza computazionale significativa. Anche se il Dipartimento di Giustizia (DOJ) non ha nominato esplicitamente i fornitori coinvolti, le indicazioni geografiche suggeriscono che si tratti di Amazon e Microsoft, situati rispettivamente a Seattle e Redmond, Washington.
Metodologia e abuso
Utilizzando questi account, Parks è riuscito a ottenere l’accesso a server dotati di potenti schede grafiche, essenziali per il mining di criptovalute come Ether (ETH), Litecoin (LTC) e Monero (XMR). Ha lanciato decine di migliaia di queste istanze di server, utilizzando software di mining e strumenti per massimizzare l’efficienza energetica e monitorare l’attività di mining in varie pool.
Riciclaggio e lifestyle
Le criptovalute estratte venivano poi riciclate acquistando token non fungibili (NFT), convertendole e trasferendole su varie piattaforme di scambio di criptovalute, o attraverso pagamenti online e conti bancari tradizionali. I proventi, convertiti in dollari, erano utilizzati da Parks per finanziare uno stile di vita lussuoso, includendo viaggi in prima classe e l’acquisto di articoli di lusso e auto.
Implicazioni legali e prevenzione
Parks è stato arrestato il 13 aprile 2024 nel Nebraska, con una prima udienza programmata il giorno successivo in un tribunale federale di Omaha. L’imputazione include accuse di frode informatica, riciclaggio di denaro e transazioni monetarie illegali, con una pena massima prevista di 30 anni di prigione. Il caso evidenzia anche l’importanza per i fornitori di servizi cloud di adottare misure più rigorose per verificare l’identità degli utenti, stabilire limiti di uso per i nuovi account e migliorare i sistemi di rilevamento delle anomalie per minimizzare le perdite.
Questo caso di cryptojacking sottolinea la necessità di una vigilanza continua e di politiche più severe da parte dei fornitori di servizi cloud per prevenire abusi simili, proteggendo così l’integrità dei loro servizi e dei loro clienti.
Sicurezza Informatica
USA, arrestata per un’accusa di Sextortion da 1,7 Milioni di Dollari
Tempo di lettura: 2 minuti. Una donna del Delaware è stata arrestata per aver preso di mira giovani ragazzi in uno schema di sextortion che ha fruttato 1,7 milioni
Una donna del Delaware, Hadja Kone, è stata arrestata per il suo presunto coinvolgimento in un vasto schema internazionale di sextortion che ha mirato a giovani maschi, guadagnando circa 1,7 milioni di dollari tramite estorsioni. Questo caso sottolinea la crescente problematica della sextortion su Internet, che colpisce migliaia di giovani in tutto il mondo.
Dettagli del caso
Hadja Kone, 28 anni, è stata collegata a un’operazione che mirava principalmente a giovani uomini e minori negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito. I truffatori si fingevano giovani donne attraenti online, iniziando conversazioni con le vittime e invogliandole a partecipare a sessioni di video chat dal vivo, durante le quali venivano registrate segretamente. Successivamente, le vittime venivano minacciate di diffondere i video a meno che non pagassero somme di denaro, generalmente tramite Cash App o Apple Pay.
Implicazioni Legali e Risposta delle Autorità
Kone e i suoi co-conspiratori sono accusati di cyberstalking, minacce interstatali, riciclaggio di denaro e frode via cavo. Siaka Ouattara, un altro presunto co-conspiratore di 22 anni dalla Costa d’Avorio, è stato arrestato dalle autorità ivoriane a febbraio. Se condannati, entrambi potrebbero affrontare fino a 20 anni di prigione per ciascun capo di imputazione.
Preoccupazioni crescenti e misure di prevenzione
Questo caso rientra in una tendenza allarmante di aumento dei casi di sextortion, specialmente tra i minori. Nel gennaio 2024, il FBI ha lanciato un avvertimento sulla crescente minaccia di sextortion, sottolineando che i giovani maschi di età compresa tra 14 e 17 anni sono particolarmente a rischio, ma qualsiasi bambino può diventare vittima. Piattaforme come Instagram e Snapchat hanno iniziato a implementare nuove protezioni e risorse educative per combattere la sextortion e proteggere i giovani utenti.
Il caso di Hadja Kone evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza e educazione sulle pratiche di sicurezza online. Le piattaforme social stanno rispondendo con nuove misure, ma è essenziale che i genitori, gli educatori e i giovani stessi siano informati sui segni di avvertimento e sulle strategie di prevenzione della sextortion
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