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Inchieste

Ecco come Twisted Panda ha spiato la Difesa Russa

Tempo di lettura: 12 minuti. La Cina apprende in silenzio la tecnologia della Russia

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In questo rapporto, i ricercatori di CPR hanno descritto ed esposto un’operazione di spionaggio cinese denominata Twisted Panda che prende di mira gli istituti di ricerca sulla difesa in Russia e forse anche in Bielorussia. Questa campagna si basa su tecniche di social engineering e sfrutta le sanzioni imposte di recente alla Russia per fornire una backdoor non documentata chiamata SPINNER a obiettivi specifici. Lo scopo della backdoor e dell’operazione è probabilmente quello di raccogliere informazioni da obiettivi all’interno dell’industria della difesa russa ad alta tecnologia per sostenere la Cina nel suo progresso tecnologico.

Si traduce il rapporto di Check Point Research:

Nell’ambito di questa indagine, abbiamo scoperto l’ondata precedente di questa campagna, anch’essa probabilmente rivolta a entità russe o collegate alla Russia, attiva almeno dal giugno 2021. L’evoluzione degli strumenti e delle tecniche in questo periodo di tempo indica che gli attori dietro la campagna sono persistenti nel raggiungere i loro obiettivi in modo furtivo. Inoltre, la campagna Twisted Panda dimostra ancora una volta la rapidità con cui gli attori dello spionaggio cinese si adattano e si adeguano agli eventi mondiali, utilizzando le esche più rilevanti e aggiornate per massimizzare le loro possibilità di successo.

Negli ultimi due mesi abbiamo osservato diversi gruppi APT che hanno cercato di sfruttare la guerra tra Russia e Ucraina come esca per operazioni di spionaggio. Non sorprende che le stesse entità russe siano diventate un obiettivo interessante per le campagne di spear-phishing che sfruttano le sanzioni imposte alla Russia dai Paesi occidentali. Queste sanzioni hanno esercitato un’enorme pressione sull’economia russa e in particolare sulle organizzazioni di diversi settori industriali russi.

Check Point Research (CPR) descrive una campagna mirata che ha utilizzato esche legate alle sanzioni per attaccare gli istituti di difesa russi, parte della Rostec Corporation. L’indagine dimostra che questa campagna fa parte di una più ampia operazione di spionaggio cinese in corso da diversi mesi contro entità legate alla Russia. I ricercatori di CPR ritengono con elevata sicurezza che la campagna sia stata condotta da un APT nazionale cinese esperto e sofisticato. Nel blog che segue, i ricercatori rivelano le tattiche e le tecniche utilizzate dagli attori della minaccia e forniscono un’analisi tecnica delle fasi e dei payload dannosi osservati, compresi loader e backdoor precedentemente sconosciuti con molteplici tecniche avanzate di evasione e anti-analisi.

Risultati principali:

Il CPR rivela una campagna mirata contro almeno due istituti di ricerca in Russia, la cui competenza principale è la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di difesa altamente tecnologiche. La ricerca suggerisce che un altro obiettivo in Bielorussia, probabilmente anch’esso legato al settore della ricerca, ha ricevuto un’e-mail di spear-phishing simile, in cui si afferma che gli Stati Uniti starebbero diffondendo un’arma biologica.
Gli istituti di ricerca sulla difesa che abbiamo identificato come obiettivi di questo attacco appartengono a una holding del conglomerato statale russo della difesa Rostec Corporation. Si tratta della più grande holding russa nel settore della radioelettronica e gli istituti di ricerca presi di mira si occupano principalmente dello sviluppo e della produzione di sistemi di guerra elettronica, di apparecchiature radioelettroniche militari di bordo, di stazioni radar aeree e di mezzi di identificazione statale.
Questa campagna è la continuazione di quella che il CPR ritiene essere un’operazione di spionaggio di lunga durata contro entità legate alla Russia, in atto almeno dal giugno 2021. L’operazione potrebbe essere ancora in corso, dato che l’attività più recente è stata osservata nell’aprile 2022.

L’attività è stata attribuita con elevata sicurezza a un attore cinese, con possibili collegamenti a Stone Panda (alias APT10), un attore sofisticato ed esperto sostenuto da uno Stato nazionale, e a Mustang Panda, un altro attore esperto di spionaggio informatico basato in Cina. Il CPR ha chiamato questa campagna Twisted Panda per riflettere la sofisticazione degli strumenti osservati e l’attribuzione alla Cina.

Gli hacker utilizzano nuovi strumenti, che non sono stati descritti in precedenza: un sofisticato loader multilivello e una backdoor denominata SPINNER. Questi strumenti sono in fase di sviluppo almeno dal marzo 2021 e utilizzano tecniche avanzate di evasione e anti-analisi, come caricatori in-memory multistrato e offuscamenti a livello di compilatore.

Il 23 marzo sono state inviate e-mail dannose a diversi istituti di ricerca sulla difesa con sede in Russia. Le e-mail, che avevano come oggetto “Elenco di persone sottoposte a sanzioni statunitensi per l’invasione dell’Ucraina”, contenevano un link a un sito controllato dall’aggressore che imitava il Ministero della Salute della Russia minzdravros[.]com e contenevano in allegato un documento dannoso:

Figura 1: e-mail di spear-phishing inviata a istituti di ricerca in Russia.

Lo stesso giorno, un’e-mail simile è stata inviata anche a un’entità sconosciuta di Minsk, in Bielorussia, con l’oggetto “US Spread of Deadly Pathogens in Belarus”. Tutti i documenti allegati sono stati realizzati in modo da sembrare documenti ufficiali del Ministero della Salute russo, con tanto di emblema e titolo ufficiale:

Figura 2: Schermata del documento esca inviato agli istituti di ricerca in Russia.

Ogni documento scarica un modello esterno dagli URL con un formato simile, come https://www.microtreely.com/support/knowledgebase/article/AIUZGAE7230Z[.]dotm. Il modello esterno contiene un codice macro che importa diverse funzioni API da kernel32 (LoadLibraryA, CreateFileA, WriteFile, ReadFile, ecc.) e le utilizza per:

  • Scrivere tre file (cmpbk32.dll, cmpbk64.dll e INIT) nel percorso: C:/Utenti/Pubblico.
  • Caricare cmpbk32.dll o cmpbk64.dll (a seconda dell’architettura del sistema operativo) ed eseguire la funzione esportata R1.

L’esecuzione della funzione esportata R1 finalizza l’inizializzazione dei file dannosi. Il malware crea una directory di lavoro %TEMP%\OfficeInit e vi copia i file INIT e cmpbk32.dll, nonché un eseguibile legittimo di Windows a 32 bit cmdl32.exe dalla cartella System32 o SysWOW64, a seconda che il sistema operativo sia a 32 o 64 bit.

Figura 3: La catena di infezione semplificata.

Il Payload

Il payload è una DLL a 32 bit che utilizza la risoluzione dinamica delle API con hashing dei nomi per l’elusione e l’anti-analisi. Il caricatore non solo è in grado di nascondere la sua funzionalità principale, ma anche di evitare il rilevamento statico delle chiamate API sospette risolvendole dinamicamente invece di utilizzare importazioni statiche.

Lo scopo di cmpbk32.dll è quello di caricare uno shellcode specifico dal file INIT, a seconda dello stadio dell’infezione, ed eseguirlo. Il file INIT contiene due shellcode: lo shellcode del primo stadio esegue lo script di persistenza e pulizia, mentre lo shellcode del secondo stadio è un caricatore multilivello. L’obiettivo è decriptare consecutivamente gli altri tre livelli del caricatore senza file e caricare infine il payload principale in memoria. Per distinguere le fasi, il punto di ingresso della DLL DllMain esegue azioni diverse in base al motivo della chiamata.

Fase di impostazione

Quando il documento dannoso viene chiuso, viene attivato un evento PROCESS_DETACH. La DLL esegue una parte del file INIT incaricato di ripulire i file creati dal documento dannoso e crea un’attività pianificata per la persistenza:

Figura 4: L’evento DLLMain PROCESS_DETACH esegue lo shellcode responsabile della persistenza e della pulizia da INIT.

Figura 5: funzione di persistenza e pulizia

Fase di caricamento

Il processo di caricamento principale inizia con l’esecuzione dell’attività pianificata cmdl32.exe che carica la DLL dannosa cmpbk32.dll. Il sideloading della DLL da parte di un processo legittimo è una tecnica comunemente utilizzata dagli attori delle minacce; l’accoppiamento con un processo di caricamento robusto può aiutare a eludere le moderne soluzioni antivirus poiché, in questo caso, l’effettivo processo in esecuzione è valido e firmato da Microsoft. Si noti che il file cmpbk64.dll non viene copiato nella cartella %TEMP%\OfficeInit. La versione a 64 bit della DLL viene utilizzata solo nella fase iniziale dell’infezione dal processo MS Word a 64 bit, poiché cmdl32.exe a 32 bit può caricare solo cmpbk32.dll a 32 bit.

Quando la DLL viene caricata, viene attivato l’evento PROCESS_ATTACH che avvia una sequenza di operazioni. La sequenza elimina diversi livelli crittografati dal file INIT e alla fine rivela ed esegue il payload finale. Per prima cosa legge un blob crittografato con XOR dal file INIT e lo decrittografa in memoria utilizzando un semplice XOR con la chiave 0x9229. Il blob decrittografato è un codice indipendente dalla posizione e il primo dei livelli crittografati che “proteggono” il payload principale.

Figura 6: Livelli di decodifica eseguiti dal caricatore per scoprire il payload finale.

Questo primo livello è piuttosto semplice. Carica dinamicamente da Kernel32.dll le funzioni WinAPI essenziali per il suo lavoro. Successivamente, inizia una sequenza di operazioni per scoprire il secondo livello. Utilizza RC4 con la seguente chiave codificata: 0x1C, 0x2C, 0x66, 0x7C, 0x11, 0xCF, 0xE9, 0x7A, 0x99, 0x8B, 0xA3, 0x48, 0xC2, 0x03, 0x07, 0x55. Quindi decomprime il buffer decriptato utilizzando RtlDecompressBuffer e rivela il secondo livello.

Figura 7: Iniezione in msiexec.exe

Il codice iniettato inizia caricando dinamicamente un file PE incorporato all’interno ed eseguendolo dal suo punto di ingresso.

La backdoor SPINNER: analisi tecnica

Il payload utilizza due offuscamenti a livello di compilatore:

Appiattimento del flusso di controllo: altera il flusso di codice rendendolo non lineare.
Predicati opachi: definisce la logica inutilizzata e fa sì che il binario esegua calcoli inutili.
Entrambi i metodi rendono difficile l’analisi del payload, ma insieme rendono l’analisi dolorosa, lunga e noiosa. Questi due tipi di offuscamento sono stati precedentemente individuati come utilizzati insieme in campioni attribuiti al gruppo di lingua cinese Stone Panda (APT10) e Mustang Panda.

Figura 8: offuscamento del codice con predicati opachi e appiattimento del flusso di controllo nel campione SPINNER.

Quando la backdoor SPINNER inizia a funzionare, crea un mutex chiamato MSR__112 per garantire che ci sia una sola istanza del payload in esecuzione alla volta. Il payload espande anche la persistenza precedentemente creata dal caricatore. Crea una nuova chiave del Registro di sistema OfficeInit in SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\Run che punta al percorso cmdl32.exe.

Quindi, imposta la propria configurazione, che contiene i seguenti campi:

struct malware_config {
std::string full_c2_url;
std::string host_name;
std::string c2_uri;
DWORD use_https;
DWORD port;
DWORD sleep_time;
}

Il full_c2_url viene decifrato utilizzando la decifrazione XOR con la chiave 0x50. Dopo la decrittazione, la funzione InternetCrackUrlA viene utilizzata per decifrare un URL nei suoi componenti: i campi c2_url_without_scheme, c2_uri, port e use_https.

Successivamente, la backdoor inizia il suo ciclo principale controllando se è la prima esecuzione e quindi non è ancora avvenuto il fingerprinting del sistema. Se la risposta è negativa, la backdoor crea un ID Bot casuale di 16 byte e lo salva nel file %TEMP%\OfficeInit\init.ini. Quindi raccoglie dati sul sistema infetto e crea una stringa contenente i seguenti dati:

  • ID bot
  • Nome del computer
  • IP locale
  • Versione di Windows
  • Nome utente
  • Tempo di riposo recuperato dalla configurazione del malware
  • ID processo
  • NULL aggiunto alla fine della stringa

Campagna precedente

Durante la ricerca su VirusTotal di file simili al loader, abbiamo riscontrato un ulteriore cluster che utilizza il sideloading di DLL per lanciare un loader in-memory molto simile a quello discusso in precedenza. Carica quindi un payload che potrebbe essere una variante precedente della backdoor SPINNER. A giudicare dai nomi dei file e dai timbri di compilazione degli eseguibili, la campagna è attiva dal giugno 2021.

A differenza dell’attuale campagna, che utilizza documenti Microsoft Word come dropper, la precedente ondata di attacchi si basava su file eseguibili con il logo di Microsoft Word. Ciò suggerisce che questi dropper erano destinati a essere consegnati alle vittime con gli stessi mezzi dei documenti dannosi, tramite e-mail di spear-phishing, sia come allegati che come link a siti falsi.

Evoluzione dei TTP della campagna

In meno di un anno, gli attori hanno migliorato significativamente la catena di infezione e l’hanno resa più complessa. Tutte le funzionalità della vecchia campagna sono state conservate, ma sono state suddivise tra più componenti, rendendo più difficile l’analisi o il rilevamento di ogni fase. Ecco alcuni esempi di componenti suddivisi:

La funzionalità del dropper EXE è suddivisa tra un documento dannoso e il payload. È un adattamento ragionevole come eseguibile. Anche uno che si maschera da documento potrebbe destare molti più sospetti di un documento accuratamente realizzato.
Aggiunta di ulteriori funzionalità al caricatore di DLL. È interessante notare che gli attori hanno scelto di non aggiungere altre funzioni esportate alla DLL, ma di gestire diversi motivi di chiamata in DllMain, facendo in modo che alcune parti di codice dannoso vengano eseguite in background quando il documento viene chiuso.
Sebbene il caricatore contenga alcune tecniche di anti-analisi e di evasione, come l’uso di shellcode e la risoluzione dinamica delle API tramite hashed, nell’ultima campagna gli attori hanno aggiunto miglioramenti significativi integrando complesse offuscazioni a livello di compilatore alla backdoor SPINNER.

Oltre alle complesse offuscazioni, la backdoor SPINNER è stata ridotta alle sole funzionalità di base. Questo è stato fatto probabilmente per aumentare la furtività e l’evasione del malware.

Attribuzione

Backdoor SPINNER

Come per qualsiasi campione di malware sconosciuto, l’analisi del loader e della backdoor di SPINNER ha richiesto l’RCP per determinare se si trattasse di un campione di malware noto o di una famiglia di malware completamente nuova. A prima vista, il payload sembrava simile al malware PlugX/Hodur descritto da ESET in un rapporto recentemente pubblicato sull’APT cinese Mustang Panda. La prima somiglianza riguarda la numerazione ID dei comandi C&C: entrambi i malware utilizzano 2 byte per specificare la categoria di comando e 2 byte per un comando specifico di questa categoria. Ad esempio, il comando 0x10010001 viene utilizzato nella variante SPINNER per inviare i dati delle informazioni di sistema, mentre il malware Hodur utilizza il gruppo di comandi 0x1001 e l’ID del comando 0x1001 per la stessa azione.

Inoltre, alcuni dei comandi stessi si sovrappongono tra i campioni, come quelli che elencano le unità logiche, ottengono informazioni dettagliate sui file in una directory o eseguono comandi utilizzando cmd.exe. Queste funzionalità non sono uniche e di solito si trovano in molte backdoor. In questo caso, i due malware condividono una somiglianza ancora più grande e sorprendente. Dopo aver aperto la variante Hodur PlugX nel disassemblatore, è emerso che Hodur, come SPINNER, è stato pesantemente offuscato utilizzando il Control Flow Flattening (CFF). Tuttavia, il CFF di Hodur è diverso da quello di SPINNER. Il CFF di Hodur si basa su un dispatcher che utilizza un determinato registro per decidere a quale blocco di codice saltare successivamente, mentre in SPINNER il registro viene utilizzato così com’è senza alcuna manipolazione. Nella variante PlugX, vengono utilizzate operazioni aritmetiche aggiuntive sul registro prima che venga controllato dal dispatcher. Per completare il confronto con l’offuscamento, Hodur offusca pesantemente le chiamate API e le stringhe, un passaggio assente in SPINNER.

In termini di implementazione, i campioni di malware sono completamente diversi. Hodur è un’applicazione desktop di Windows multithread e comunica con il C&C attraverso più thread, ognuno con il proprio scopo, mentre SPINNER è un’applicazione console a thread singolo. Il metodo di enumerazione di Hodur è più esteso di quello di SPINNER, ma non utilizza il Bot ID che identifica una specifica macchina infetta. La funzione di autocancellazione di Hodur potrebbe essere simile nella sua logica a quella di SPINNER, ma utilizza una serie di comandi completamente diversi per eliminare se stesso e i file associati. La logica di comunicazione di Hodur con il C&C è più complessa e proviene da diverse parti del codice e da più thread, mentre SPINNER ha una sola funzione che gestisce i comandi.

Sebbene le differenze indichino l’appartenenza di questi malware a famiglie diverse, essi condividono delle similitudini di “best practice“. Ecco alcuni esempi di somiglianze:

  • Entrambi utilizzano le funzioni WS2_32 per recuperare l’indirizzo IPv4 del computer locale.
  • Mostrano interesse nell’enumerazione dei file in determinate directory, cercando dati specifici come l’ora dell’ultimo accesso
  • Entrambi enumerano le unità disco, ricercando i thumb drive alla ricerca di dati interessanti
  • Eseguono comandi dal C&C tramite cmd.exe utilizzando una pipe, ecc.
  • Si può sostenere che queste sono solo tecniche comuni utilizzate da tutte le backdoor, ma non è improbabile che questi strumenti possano avere la stessa fonte a monte e quindi condividere molte best practice e metodi.

Attività basata sulla Cina

Le tattiche, le tecniche e le procedure (TTP) di questa operazione ci hanno permesso di attribuirla a un’attività APT cinese. In generale, i gruppi cinesi sono noti per il riutilizzo e la condivisione di strumenti. In assenza di prove sufficientemente solide, come connessioni basate sull’infrastruttura, non abbiamo potuto attribuire direttamente questa attività con elevata sicurezza a uno specifico attore cinese della minaccia. Tuttavia, la campagna Twisted Panda presenta numerose sovrapposizioni con attori cinesi di cyber-spionaggio avanzati e di lunga data:

Le offuscazioni dei flussi di controllo osservate in SPINNER sono state precedentemente utilizzate dal gruppo cinese APT10 e sono riapparse in una recente campagna di spionaggio di Mustang Panda:

Il gruppo APT Mustang Panda è stato osservato sfruttare l’invasione dell’Ucraina per colpire entità russe nello stesso periodo di Twisted Panda.
Il flusso di infezione che si basa sul side-loading delle DLL è una tecnica di evasione preferita utilizzata da diversi attori cinesi. Tra gli esempi vi sono il famigerato malware PlugX (e le sue molteplici varianti, tra cui i già citati campioni di Mustang Panda’ Hodur), la campagna di spionaggio globale APT10 pubblicata di recente che utilizzava il lettore VLC per il side-loading e altre campagne APT10.
Oltre alle somiglianze tra SPINNER e Hodur che abbiamo menzionato in precedenza, anche altre pratiche come i caricatori in-memory multistrato basati su shellcode e PE, specialmente combinati con risoluzioni API dinamiche tramite hash, sono una tecnica tipica di molti gruppi cinesi. La vittimologia della campagna Twisted Panda è coerente con gli interessi cinesi a lungo termine.

Gli obiettivi

Gli istituti di ricerca sulla difesa che abbiamo identificato come obiettivi di questo attacco appartengono a una holding del conglomerato statale russo della difesa Rostec Corporation. Si tratta della più grande holding russa nel settore della radioelettronica e gli istituti di ricerca presi di mira si occupano principalmente dello sviluppo e della produzione di sistemi di guerra elettronica, di apparecchiature radioelettroniche militari di bordo, di stazioni radar aeree e di mezzi di identificazione statale. Gli enti di ricerca si occupano anche di sistemi avionici per l’aviazione civile, dello sviluppo di una serie di prodotti civili come le apparecchiature mediche e di sistemi di controllo per l’energia, i trasporti e le industrie ingegneristiche.

Il piano Made in China 2025 definisce gli obiettivi della Cina per diventare una grande potenza tecnologica ed economica e identifica anche i settori in cui deve diventare leader mondiale, tra cui la robotica, le apparecchiature mediche e l’aviazione. A sostegno di ciò, il piano quinquennale cinese per il periodo 2021-2025 prevede un aumento costante dei budget per la ricerca e lo sviluppo al fine di espandere le capacità scientifiche e tecniche della Cina. Tuttavia, molteplici rapporti, non provenienti dagli Stati Uniti e da altri Paesi, tra cui la Russia, considerata partner strategico della Cina rivelano che, accanto alle relazioni e alle misure palesi, la Cina impiega strumenti occulti per raccogliere informazioni, combinando così le partnership con diverse attività di spionaggio. Insieme alle precedenti segnalazioni di gruppi APT cinesi che conducono le loro operazioni di spionaggio contro il settore governativo e della difesa russo, la campagna Twisted Panda descritta in questa ricerca potrebbe servire come ulteriore prova dell’uso dello spionaggio in uno sforzo sistematico e a lungo termine per raggiungere gli obiettivi strategici cinesi in termini di superiorità tecnologica e potenza militare.

Inchieste

Papa Francesco sarà al G7 e l’Italia festeggia il DDL AI

Tempo di lettura: 6 minuti. Papa Francesco partecipa al G7, focalizzato su etica e IA e il Parlamento discute il DDL AI con Meloni che promuove l’IA umanistica.

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Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha recentemente annunciato l’eccezionale partecipazione di Papa Francesco alla sessione del G7 dedicata all’intelligenza artificiale con in tasta il DDL sul tema. Questo evento sottolinea l’importanza crescente delle questioni etiche e umanistiche connesse allo sviluppo tecnologico.

Un impegno umanistico nell’era digitale

Durante la presidenza italiana del G7, si discuterà ampiamente su come l’intelligenza artificiale possa essere guidata da principi etici che pongono l’umanità al centro. Meloni ha enfatizzato che l’intelligenza artificiale rappresenta la più grande sfida antropologica dei nostri tempi, portando con sé notevoli opportunità ma anche rischi significativi.

La premier ha citato l’esempio della “Rome Call for AI Ethics” del 2022, una iniziativa avviata dalla Santa Sede per promuovere un approccio etico allo sviluppo degli algoritmi, un concetto noto come algoretica. L’obiettivo è sviluppare una governance dell’IA che rimanga sempre centrata sull’essere umano.

L’intervento di Papa Francesco al G7 sarà cruciale per rafforzare questa visione, offrendo una prospettiva che combina tradizione e innovazione nell’affrontare le sfide poste dall’IA alla società contemporanea.

Intelligenza Artificiale: innovazioni legislative in Italia con il DDL

L’Italia si posiziona all’avanguardia nel panorama europeo con l’approvazione di un nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale. Questa legislazione pionieristica mira a promuovere un utilizzo etico e responsabile dell’IA, con un forte accento sulla protezione dei diritti fondamentali e sull’inclusione sociale.

Differenza tra Disegno di Legge e Decreto Legge

Prima di procedere, è doveroso spiegare la differenza tra un “DDL” (Disegno di Legge) e un “DL” (Decreto Legge) e che riguarda principalmente il processo legislativo e la loro natura giuridica all’interno del sistema legale italiano. Ecco i dettagli chiave:

Disegno di Legge (DDL)

  1. Definizione: Un DDL è una proposta legislativa elaborata e presentata al Parlamento per la discussione e l’approvazione. Può essere presentata da membri del Parlamento o dal Governo.
  2. Processo: Dopo essere presentato, il DDL segue un processo di esame approfondito che include discussioni, emendamenti e votazioni sia in commissione che in aula nelle due Camere del Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica). Questo processo può essere lungo e richiede l’approvazione finale di entrambe le Camere.
  3. Natura: Il DDL è di natura ordinaria, significando che non ha effetto immediato e deve seguire il normale iter parlamentare prima di diventare legge.

Decreto Legge (DL)

  1. Definizione: Un DL è uno strumento legislativo che il Governo può adottare in casi straordinari di necessità e urgenza. Questo decreto ha forza di legge dal momento della sua pubblicazione, ma è temporaneo.
  2. Processo: Un DL deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, attraverso un processo che può includere modifiche e approvazioni. Se non convertito, perde efficacia retroattivamente.
  3. Natura: Il DL ha un’immediata efficacia legale ma è temporaneo e condizionato alla sua conversione in legge ordinaria, che stabilizza le disposizioni contenute nel decreto.

Confronto e uso

  • Velocità ed Efficienza: Il DL è molto più rapido nel rispondere a situazioni di emergenza, dato che entra in vigore immediatamente. Tuttavia, questa rapidità viene bilanciata dalla necessità di una successiva conferma parlamentare.
  • Stabilità e Riflessione: Il DDL segue un processo più riflessivo e può essere soggetto a più ampie discussioni e revisioni, il che può contribuire a una legislazione più ponderata e dettagliata.

Il DL è utilizzato per situazioni urgenti che richiedono una risposta legislativa immediata, mentre il DDL è il mezzo standard per la creazione di nuove leggi, offrendo più opportunità per l’esame e la discussione parlamentare.

Focus sui Principi Generali e innovazioni

Il disegno di legge definisce norme precise per la ricerca, lo sviluppo, e l’implementazione dell’IA, assicurando che ogni applicazione tecnologica rispetti la dignità umana e le libertà fondamentali, come stabilito dalla Costituzione italiana e dal diritto dell’Unione Europea. Tra i principi chiave, spicca l’impegno verso la trasparenza, la sicurezza dei dati, e l’equità, evitando discriminazioni e promuovendo la parità di genere.

Uno degli aspetti più rilevanti è l’introduzione di un quadro normativo per garantire che l’IA non sostituisca ma supporti il processo decisionale umano, mantenendo l’uomo al centro dell’innovazione tecnologica. In particolare, il disegno di legge enfatizza l’importanza della cybersicurezza e impone rigidi controlli di sicurezza per proteggere l’integrità dei sistemi di IA.

La legge stabilisce principi chiave per l’adozione e l’applicazione dell’IA in Italia, focalizzandosi su trasparenza, proporzionalità, sicurezza e non discriminazione. Viene data particolare attenzione al rispetto dei diritti umani e alla promozione di una IA “antropocentrica”, ossia che metta al centro le esigenze e il benessere dell’individuo.

Settori di impatto e disposizioni specifiche

La legislazione tocca vari settori, dalla sanità al lavoro, dalla difesa alla sicurezza nazionale, delineando norme specifiche per ciascuno:

Sanità

L’IA dovrebbe migliorare il sistema sanitario senza discriminare l’accesso alle cure. Si promuove l’uso dell’IA per assistere la decisione medica, ma la responsabilità finale rimane sempre nelle mani dei professionisti. L’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, come delineato nella nuova legislazione italiana, è concepito per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei servizi sanitari, pur salvaguardando i diritti e la dignità dei pazienti. La legge impone che l’introduzione di sistemi di IA nel sistema sanitario avvenga senza discriminare l’accesso alle cure e che le decisioni mediche rimangano prerogativa del personale medico, sebbene assistito dalla tecnologia. È previsto inoltre che i pazienti siano adeguatamente informati sull’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale, ricevendo dettagli sui benefici diagnostici e terapeutici previsti e sulla logica decisionale impiegata.

Implicazioni della Legge sulla Sicurezza e Difesa Nazionale:

Le applicazioni di IA per scopi di sicurezza nazionale devono avvenire nel rispetto dei diritti costituzionali, con una regolamentazione specifica che esclude queste attività dall’ambito di applicazione della legge generale. La legge tratta specificamente l’applicazione dell’intelligenza artificiale per scopi di sicurezza e difesa nazionale, stabilendo che queste attività siano escluse dall’ambito di applicazione delle norme generali sulla regolamentazione dell’IA. Tuttavia, è chiaro che tali attività devono comunque svolgersi nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà costituzionali. Si prevede che l’uso dell’IA per la sicurezza nazionale sia regolato da normative specifiche, garantendo la conformità ai principi di correttezza, sicurezza e trasparenza, e imponendo controlli rigorosi per prevenire abusi.

Lavoro

Viene regolato l’utilizzo dell’IA per migliorare le condizioni lavorative e la produttività, garantendo trasparenza e sicurezza nell’uso dei dati dei lavoratori. L’adozione dell’intelligenza artificiale nel settore lavorativo, secondo la nuova normativa italiana, mira a migliorare le condizioni di lavoro e accrescere la produttività mantenendo al centro la sicurezza e la trasparenza. Gli impieghi di sistemi di IA devono avvenire nel rispetto della dignità umana e della riservatezza dei dati personali. I datori di lavoro sono obbligati a informare i lavoratori sull’utilizzo dell’IA, delineando chiaramente gli scopi e le modalità di impiego. La legge pone un’enfasi particolare sulla non discriminazione, assicurando che l’IA non crei disparità tra i lavoratori basate su sesso, età, origine etnica, orientamento sessuale, o qualsiasi altra condizione personale.

Iniziative per l’inclusione e la formazione

Significative sono le disposizioni per garantire l’accesso all’IA da parte delle persone con disabilità, assicurando pari opportunità e piena partecipazione. Viene inoltre data importanza alla formazione e all’alfabetizzazione digitale in tutti i livelli educativi per preparare i cittadini a interagire con le nuove tecnologie.

Il disegno di legge promuove attivamente la formazione e l’alfabetizzazione digitale come componenti fondamentali per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella società. Questo include l’implementazione di programmi di formazione sia nei curricoli scolastici che nei contesti professionali, al fine di preparare studenti e lavoratori a interagire efficacemente e eticamente con le tecnologie avanzate. Si prevede inoltre che gli ordini professionali introducano percorsi specifici per i propri iscritti, affinché possano acquisire le competenze necessarie per utilizzare l’IA in modo sicuro e responsabile nel rispetto delle normative vigenti.

Tutela della Privacy e della Proprietà Intellettuale

La legge enfatizza la protezione dei dati personali e introduce regole per garantire che i contenuti generati o manipolati tramite IA siano chiaramente identificati, proteggendo così l’integrità informativa e i diritti d’autore. La nuova legislazione italiana stabilisce criteri rigorosi per la protezione della privacy degli individui nell’ambito dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Si impone che ogni applicazione di IA che tratti dati personali debba avvenire in modo lecito, corretto e trasparente, conformemente alle normative dell’Unione Europea. La legge richiede inoltre che le informazioni relative al trattamento dei dati personali siano comunicate agli utenti in un linguaggio chiaro e accessibile, garantendo loro la possibilità di comprendere e, se necessario, opporsi al trattamento dei propri dati. Viene enfatizzata la necessità di una cybersicurezza efficace in tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi di IA, per prevenire abusi o manipolazioni.

Per quanto riguarda la proprietà intellettuale, il disegno di legge introduce misure specifiche per assicurare che le opere generate attraverso l’intelligenza artificiale siano correttamente attribuite e tutelate sotto il diritto d’autore. Viene riconosciuto il diritto d’autore per le opere create con l’ausilio dell’IA, purché vi sia un significativo contributo umano che sia creativo, rilevante e dimostrabile. Inoltre, la legge prevede che ogni contenuto generato o modificato significativamente da sistemi di IA debba essere chiaramente identificato come tale, per mantenere la trasparenza e prevenire la diffusione di informazioni ingannevoli o falsificate.

Libertà di Informazione e dati personali

L’articolo 4 del DDL stabilisce che l’uso dell’IA nel settore dell’informazione deve avvenire senza compromettere la libertà e il pluralismo dei media, mantenendo l’obiettività e l’imparzialità delle informazioni. È essenziale che l’intelligenza artificiale non distorca la veridicità e la completezza dell’informazione a causa di pregiudizi intrinseci nei modelli di apprendimento automatico.

Trasparenza e correttezza nel Trattamento dei Dati

Viene enfatizzato il trattamento lecito, corretto e trasparente dei dati personali, in linea con il GDPR. Il DDL richiede che le informazioni sul trattamento dei dati siano fornite in modo chiaro e comprensibile, consentendo agli utenti di avere pieno controllo sulla gestione dei propri dati.

Consapevolezza e controllo per i minori

Una specifica attenzione è rivolta alla protezione dei minori nell’accesso alle tecnologie AI. I minori di quattordici anni necessitano del consenso dei genitori per l’utilizzo di tali tecnologie, mentre quelli tra i quattordici e i diciotto anni possono dare il consenso autonomamente, purché le informazioni siano chiare e accessibili.

Governance e collaborazione tra Agenzie

Il DDL promuove un approccio di governance “duale”, coinvolgendo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) per assicurare che l’applicazione delle tecnologie AI sia conforme sia alle normative nazionali che a quelle dell’Unione Europea. Queste agenzie lavoreranno insieme per stabilire un quadro regolatorio solido che promuova la sicurezza senza soffocare l’innovazione.

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Dopo aver approfondito attraverso una serie di inchieste lo stato del cloud in Italia concentrandoci sul mercato e sulle sue tendenze, Matrice Digitale termina l’inchiesta a puntate con un’analisi su un interrogativo che può sfuggire a molti ed interessarne a pochi: qual è il cloud che scelgono i professionisti it?

Perchè comprendere dove le aziende IT posizionano il loro cloud?

Le imprese italiane, in piena migrazione di in massa verso i servizi cloud, sono assistite da esperti del settore IT che quotidianamente disegnano e realizzano architetture informatiche di tipo pubblico, privato ed ibrido.

I fruitori del Cloud è possibile dividerli in tre categorie che rispecchiano il mercato IT:

  • Singoli utenti
  • Aziende
  • Pubblica Amministrazione

Secondo un’analisi effettuata da Matrice Digitale, l’offerta dei servizi proposta dalle aziende individuate come operatori rilevanti di servizi cloud, è suddivisa in 17 soggetti che hanno prodotti standard, complementari o simili (come approfondito in precedenza) e soprattutto rivolti generalmente ad un pubblico di ampio target.

Confronto Canali di Vendita

Confronto canali di vendita

FornitoreDiretti PrivatiDiretti AziendeDiretti Pubblica AmministrazioneCanale ICT (MSP, Rivenditori)
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Un mercato in crescita rivolto a tutti, ma di pochi

Le offerte nel mondo del cloud computing sembrano tante, ma sono poche se poi si stringe il cerchio sulle reali capacità delle imprese che erogano i servizi sulla carta. Le aziende IT che si rivolgono al mondo delle PMI e medie imprese sono più orientate verso soluzioni distanti dalle multinazionali, soprattutto dopo che Broadcom ha rilevato VMware ed ha creato grande panico nei confronti di coloro che necessitano di virtualizzare i server per il loro business, aumentando di molto i costi delle licenze. Un ricatto costante, quello tecnologico, che ciclicamente vede le multinazionali falciare chi non ha un piano B pronto e dipende totalmente dal loro schema che diventa sempre più costoso con meno servizi inclusi.

Anche il Cloud può essere Made in Italy

Il caso Broadcom non è isolato e soprattutto non è il primo nell’ambito informatico. Le aziende italiane che svolgono attività nel settore del cloud computing in opposizione alla forte concorrenza, spesso sleale che si nasconde dietro il concetto di economia di scala, sono quelle che preferiscono la nicchia al ventaglio di prodotti multiservizi. Solo Serverplan e CoreTech, con la differenza che la seconda si contraddistingue per la vendita al solo Canale di specialisti IT, svolgono questo tipo di attività come unica fonte di guadagno e di business. Molti imprenditori nel settore IT si affidano per i servizi cloud ad altri specialisti per continuare a produrre il proprio servizio o prodotto senza snaturare la propria impresa inglobando risorse materiali e umane ed i relativi costi per sostenerli che ne aumentano il rischio d’impresa. Per fronteggiare l’avanzata aggressiva delle Big Tech nel mercato Cloud, c’è chi gioca in favore come un qualsiasi rivenditore commerciale acquistando prodotti confezionati e chi invece si rivolge ad aziende di pari dimensione per ottenere prodotti che garantiscono servizi di assistenza meno freddi e forniscono prodotti di sicurezza inclusi come forma di garanzia di qualità di un prodotto. Non è un caso, infatti, che il mercato del lavoro attuale non solo richiede numerose figure specializzate in informatica, ma non apprezza quelle già presenti perché formate non secondo le esigenze della domanda nel settore. Questa mancanza di figure qualificate, mista all’insoddisfazione delle imprese, rende ancora più prezioso il lavoro di chi invece è altamente specializzato e preferisce rivolgersi ad una clientela di alto profilo.

Dubbio amletico sulla natura delle nuvole tricolori

Sulla base degli approfondimenti e delle riflessioni maturate attraverso questo lungo viaggio nel cloud italiano, Matrice Digitale si è immedesimata in un individuo che vuole acquistare in piena autonomia un servizio cloud ed ha scoperto che non tutte le aziende hanno la caratteristica di un servizio del tutto pubblico nonostante si promuovano in questo modo nella fase di posizionamento sul mercato.

Pricing trasparente

Prospettiva Pricing Trasparente

FornitorePubblicoNon presente su sito
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Dalla ricerca effettuata da Matrice Digitale, la metà delle aziende presenti in lista (CdLan, Elmec, Fastweb, Netalia, NoovleTim, Retelit, Reevo, Tiscali, Vianova) non è munita di un listino prezzi consultabile liberamente online con annesso carrello elettronico per acquistare i servizi in ogni momento senza passare per un ufficio vendita-commerciale.

Le implicazioni di un pricing poco trasparente

Un fattore che fa riflettere sia in positivo perché si pensa ad un prodotto “su misura”, seppur odori di strategia di marketing, sia in negativo perché chi nel mondo IT cerca un prodotto come il cloud computing sa quali sono le sue esigenze, conosce anche i costi di mercato e riconosce chi espone i prezzi come un venditore specializzato in quel campo con un business già avviato e per nulla improvvisato. Inoltre, c’è anche il rischio che dinanzi ad alcune offerte di servizio ci sia chi fornisce il servizio di “housing” proponendolo al potenziale cliente come Cloud, ma nella pratica non farà altro che ospitare nella propria infrastruttura informatica un server fisico. Proprio per questo motivo, da profani apriamo una riflessione che rimettiamo al mercato sul se chi non espone i prezzi sia da considerare un “Cloud Pubblico” e non invece privato che offre successivamente lo spazio sui suoi server ai clienti che sottoscrivono un’offerta omnicomprensiva di servizi che spaziano dalla connettività fino ad arrivare alla fonia.

Qual è il cloud degli specialisti dell’IT?

Gli specialisti del settore IT di lunga data non acquistano dai soliti rivenditori la tecnologia su cui costruire la nuvola per i propri clienti che, ricordiamo, per la maggiore sono Piccole o Piccole Medie Imprese. Molti MSP impiegano in forma esclusiva prodotti delle multinazionali svolgendo in primis un ruolo di rivenditori dei prodotti di terzi. Questa scelta potrebbe fornire più garanzie sulla carta, ma potrebbe rafforzare allo stesso tempo sistemi di potere già consolidati, traghettandoli verso una posizione monopolistica che riconosca un potere incontrastato nello stabilire un prezzo di mercato che con il tempo diventi insostenibile per le aziende. Oltre alla pura logica di mercato, c’è anche un problema identitario dell’azienda che subentra e dove è messo a rischio il brand del fornitore di servizi nel caso che il cliente continui ad interfacciarsi con prodotti di terze parti ignorando il valore del fornitore tanto da credere di poterlo sostituire perché tanto utilizza un prodotto di terze parti di marchi ben più noti e commerciali e facilmente sostituibile.

Se è consideriamo che l’87 per cento della spesa è riservata alle grandi imprese che sono più propense nel chiudere accordi con i grandi gruppi e spesso hanno uffici interni preposti all’Information Technology, c’è un tessuto produttivo composto da piccole e medie imprese che quotidianamente si affida al Canale composto dai già noti MSP (Managed Service Provider), sviluppatori e fornitori IT.

Cloud pubblico

Il Cloud Pubblico è un modello di cloud computing in cui i servizi e le infrastrutture sono ospitati da un provider di cloud e resi disponibili al pubblico o a grandi gruppi industriali tramite Internet. Queste risorse, come server e storage, sono di proprietà e gestite dal provider di cloud e condivise tra tutti i clienti. Gli utenti accedono ai servizi e li gestiscono tramite un browser web e pagano in base al consumo, senza dover investire in hardware o manutenzione. Ecco una lista dei cloud pubblici italiani in concorrenza con i big USA Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure e Google Cloud Platform (GCP) che forniscono servizi Cloud, ma lo fanno da piattaforme fisiche dislocate all’estero.

FornitoreCloud PubblicoCloud PrivatoData Center-ColocationMSP/System IntegratorFornitore CyberSecurityFornitore ConnettivitàFornitore Telefonia
Aruba
Cdlan
CoreTech
Elmec
Fastweb
Hosting Solutions – Genesys informatica
Naquadria
Netalia
Netsons
Noovle (TIM)
Reevo – It.net
Register – Keliweb
Retelit
DHH (Seeweb ed altri)
ServerPlan
Tiscali
Vianova – Host.it

Anche il metodo di classificazione di un’azienda che fornisce servizi Cloud risulta difficile agli occhi degli utenti e delle imprese. Un’impresa che eroga il servizio di noleggio delle infrastrutture informatiche sulla “nuvola” non può essere confusa né con chi vende servizi di connettività né con chi offre uno spazio sui propri server ai siti Internet dei clienti come da usanza delle web agencies che li realizzano. Partire da 2 milioni di euro di fatturato è un giusto parametro per avere una garanzia sia sul core business e sia per intuire la presenza di una fidelizzazione della clientela nei confronti dei servizi offerti dal fornitore del servizio di Cloud Computing.

Chi sono gli utenti del Cloud?

Le grandi imprese rappresentano l’87% della spesa complessiva nel cloud, evidenziando come queste organizzazioni stiano guidando l’adozione del cloud in Italia. Tuttavia, anche le PMI stanno rapidamente abbracciando il cloud, con una crescita del 34% nella spesa per servizi in Public Cloud, raggiungendo i 478 milioni di euro. Oltre la metà delle applicazioni aziendali nelle grandi imprese (51%) risiede ora nel cloud, segnalando un punto di svolta nella digitalizzazione del settore aziendale italiano. Un settore in espansione che mette alla luce diverse criticità soprattutto se si considera che il bene fisico dove sono custoditi i dati spesso viene abbandonato e dato in pasto ad aziende estranee, così come l’acquisto di licenze software per l’ufficio è sempre più sotto forma di abbonamento che, una volta scaduto, potrebbe minare il processo produttivo dell’azienda e la custodia “pro manibus” dei propri dati allontanandola da una capacità di essere indipendente e proprietaria nel medio lungo periodo.

Cos’è un MSP?

I Managed Service Providers (MSP) aiutano le aziende che desiderano esternalizzare la gestione della propria infrastruttura IT. Questo modello di outsourcing consente alle imprese di affidare le attività IT ad un partner esterno, garantendo efficienza, riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni.

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Inchieste

Managed Service Providers in Italia: numeri di un mercato in crescita

Pubblicato

in data

Tempo di lettura: 5 minuti.

Nel contesto italiano, caratterizzato da un tessuto imprenditoriale prevalentemente composto da piccole e medie imprese, gli MSP stanno emergendo come una componente importante per la trasformazione digitale dell’intero contesto produttivo del Bel Paese.

Cos’è un MSP?

I Managed Service Providers (MSP) aiutano le aziende che desiderano esternalizzare la gestione della propria infrastruttura IT in un modello di outsourcing che consente alle imprese di affidare le attività IT ad un partner esterno, garantendo efficienza, riduzione dei costi e miglioramento delle prestazioni delegando la gestione IT che con il tempo diventa sempre più complessa. L’attività degli MSP varia dalla normale amministrazione di tipo hardware e di rete fino all’offerta di una soluzione più complessa come quella di un cloud o di piattaforme software diverse sulla base ai settori di appartenenza dei propri clienti.

Un mercato in crescita

Con l’aumento della diffusione digitale nelle imprese, cresce anche l’esigenza di essere più completi e professionali da parte di coloro che lavorano nel settore IT. Questo fenomeno sta incidendo notevolmente sul fatturato degli MSP che tende a crescere in virtù della forte domanda di mercato e questo fa il paio con il bisogno costante di reperire nel mercato del lavoro personale altamente qualificato a cui sono richieste competenze spesso orizzontali e che rimane un ostacolo a causa della poca offerta lavorativa specializzata.

Costo del personale rispetto al fatturato

Secondo un’analisi emersa all’MSP Fest 2023 si è rivelato che il costo medio del personale nel settore ICT è del 30,8% del fatturato totale, un indicatore di quanto le aziende investono nelle loro risorse umane. Questo dato varia significativamente tra i diversi cluster:

Partner ERP (Enterprise Resource Planning), software che consente di gestire l’intera attività d’impresa, sostenendo l’automazione dai processi di finanza, risorse umane, produzione, supply chain, servizi, approvvigionamento e altro, mostrano una coerenza interna con un costo del personale che oscilla tra il 29% e il 33%.

MSP: registrano un costo inferiore, ridotto di circa 9-10 punti percentuali rispetto ai partner ERP, suggerendo una maggiore efficienza o un modello di business differente che minimizza i costi del personale.

Software House: presentano la variabilità più alta, con una media del 37% che in alcuni casi raggiunge il 70%, indicando un elevato investimento in capitale umano, tipico delle aziende che dipendono fortemente dalla manodopera qualificata.

Questi dati suggeriscono che le strutture aziendali, le strategie di outsourcing e l’automazione possono influenzare significativamente il rapporto tra costo del personale e fatturato.

Fatturato per dipendente

Passando alla produttività misurata come fatturato per dipendente, emergono ulteriori dettagli rilevanti:

Software House: alcune registrano cifre allarmanti come 50k€/anno per dipendente, un livello basso che potrebbe indicare margini ridotti e sostenibilità a lungo termine a rischio.

Media del settore: il fatturato medio per dipendente si attesta intorno ai 145k€, con punte superiori ai 200k€ in aziende più efficienti. Questo dato riflette una variazione sostanziale basata sulla natura del modello di business e sulla capacità di generare ricavi aggiuntivi attraverso la vendita di licenze software, servizi o hardware.

Questo indicatore è cruciale per valutare l’efficacia con cui le aziende utilizzano il loro personale. Un fatturato per dipendente elevato può indicare un’alta produttività e un modello di business efficace, mentre valori bassi possono segnalare la necessità di rivedere le strategie operative.

Più della metà degli MSP ad oggi tende a superare mediamente il milione di euro di fatturato, segnalando una maturazione del settore. Questo dato dimostra che ci si sta allontanando da un mercato composto prevalentemente da micro-imprese ed indica una tendenza verso una dimensione non più da incubatore di professionalità, bensì di aziende strutturate.

MSP a chi si rivolgono

I primi fruitori del mercato IT sono prevalentemente imprese produttive e studi professionali e questo consente di tracciare una linea di indirizzo generale sui prodotti necessari a garantire uno standard di qualità minimo ed uguale per tutti. Questo indirizzo operativo permette di affinare le offerte di servizi e di aumentare l’efficienza di gestione attraverso la standardizzazione e la personalizzazione delle soluzioni per i clienti di nicchia. Se prima ci si rivolgeva al negozio sotto l’ufficio o all’amico di famiglia più pratico con i computer, oggi la gestione delle reti informatiche e la manutenzione dei computer aziendali, compreso tutto l’aspetto che riguarda la complessa, quanto sentita, messa in sicurezza del perimetro cibernetico, sono gestiti dagli MSP che si presentano sul mercato con contratti annuali o con la possibilità di una tariffazione oraria. Un’altra capacità che è richiesta ai Managed Service Providers è l’affinare la propria scalabilità nella gestione di un numero di clienti che può aumentare anche repentinamente.

Tecnologia e innovazione

L’adozione di tecnologie avanzate come il monitoraggio remoto, l’automazione dei processi di servizio e la gestione avanzata dei ticket sta diventando sempre più comune rispetto alla telefonata amichevole di un tempo. Questi strumenti non solo migliorano l’efficienza operativa ma permettono agli MSP di offrire un livello di servizio superiore, indispensabile per competere in un mercato tecnologicamente avanzato ed in continua evoluzione sulla base delle esigenze del mercato. La convergenza tra la crescente necessità di servizi IT gestiti e le capacità avanzate offerte dagli MSP suggerisce un ruolo sempre più centrale per questi ultimi nel supportare le imprese italiane nel percorso di trasformazione digitale e questo richiede una formazione costante dei quadri dirigenziali e di tutto il personale e non solo attraverso la lettura di articoli tecnici. In aggiunta agli aggiornamenti generali del settore su riviste specializzate come Matrice digitale, gli MSP si concentrano su diversi campi specifici per il proprio sviluppo professionale, evidenziando le seguenti aree principali:

Cybersecurity

Con la crescente incidenza di minacce informatiche, la cybersecurity rimane un campo di primaria importanza. Gli MSP riconoscono la necessità di fortificare le proprie competenze in questo ambito per proteggere efficacemente le infrastrutture IT dei loro clienti.

Conoscenza dei prodotti utilizzati

Un’approfondita conoscenza dei prodotti è essenziale per gli MSP per garantire l’efficienza e l’efficacia delle soluzioni implementate. Questo include una comprensione dettagliata dei software e degli hardware impiegati nelle loro operazioni quotidiane.

Organizzazione e processi Aziendali

L’efficienza operativa attraverso l’organizzazione e la gestione ottimizzata dei processi aziendali è un altro pilastro fondamentale. Gli MSP investono in formazione per migliorare la gestione dei progetti, il flusso di lavoro, e le pratiche operative generali.

Sales & Marketing

Le competenze in vendita e marketing sono cruciali per gli MSP per attrarre e mantenere una clientela ampia. Questo aspetto della formazione è orientato a strategie di comunicazione efficaci, generazione di lead e tecniche di negoziazione.

Helpdesk e Customer Service

Queste aree sono vitali per il mantenimento delle relazioni con i clienti positive e per la gestione efficiente delle richieste di supporto e assistenza.

Il ruolo sociale degli MSP

Chi ha l’onere ed il compito di gestire le infrastrutture informatiche di porzioni della produttività italiana non solo ha il dovere di gestirle a dovere, avendo cura dei dati che gli vengono affidati, ma ha il compito di trasmettere valori educativi nel campo digitale verso tutti i suoi assistiti che non sono solo le imprese, ma anche i dipendenti. Questo aspetto non andrebbe sottovalutato in un momento storico dove gli attacchi informatici crescono sempre ed il primo contatto tra criminali ed imprese, sono proprio i dipendenti che aprono inconsapevolmente le porte alle azioni coordinate.

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