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Economia

Apple: OpenAI, display a rischio e limiti nel WI-FI 7

Tempo di lettura: 3 minuti. Apple rinuncia a investire in OpenAI, potrebbe cambiare i fornitori di display per motivi di sicurezza e limita il Wi-Fi 7 su iPhone 16 Pro, influenzando le prestazioni.

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Apple si trova ad affrontare una serie di sfide strategiche in diversi ambiti, dalla potenziale decisione di investimento con OpenAI alle questioni di sicurezza nazionale che potrebbero costringerla a cambiare i fornitori di display per iPhone, fino alle limitazioni della connettività Wi-Fi 7 sui nuovi modelli di iPhone 16 Pro. Questi sviluppi evidenziano come Apple debba bilanciare le sue ambizioni tecnologiche con fattori esterni, come la geopolitica e i requisiti di performance dei suoi dispositivi di punta.

Apple decide di non investire in OpenAI e prosegue senza nuovi finanziamenti

Nonostante le aspettative, Apple ha deciso di non investire in OpenAI, secondo un recente rapporto del Wall Street Journal. L’azienda di Cupertino aveva avviato discussioni per una possibile partecipazione a un nuovo round di finanziamenti di 6,5 miliardi di dollari per OpenAI, ma ha interrotto le trattative all’ultimo momento. Sebbene non siano state rese note le ragioni del ritiro, è chiaro che questa decisione rappresenta un cambiamento di strategia per Apple, che raramente si impegna in investimenti esterni, specialmente nel settore tecnologico.

Apple OpenAI logo
Apple OpenAI logo

Microsoft, che già detiene una quota significativa in OpenAI, è pronta ad aumentare il suo coinvolgimento con un ulteriore investimento di 1 miliardo di dollari, sottolineando il suo ruolo centrale nello sviluppo e nell’evoluzione di OpenAI. La decisione di Apple di non investire arriva in un momento di cambiamenti interni a OpenAI, sia dal punto di vista della leadership che della struttura organizzativa. Inoltre, Jony Ive, ex capo del design di Apple, ha confermato una collaborazione con OpenAI per sviluppare un prodotto hardware legato all’intelligenza artificiale.

Tuttavia, è importante notare che Apple e OpenAI continuano la loro partnership tecnologica. Infatti, ChatGPT sarà integrato in iOS 18 per gestire richieste di conoscenza globale, lavorando in tandem con Siri. Questa collaborazione sembra essere più strategica che finanziaria, poiché né Apple né OpenAI hanno stabilito accordi economici per questa integrazione. La strategia di Apple sembra quindi concentrarsi sull’esposizione tecnologica piuttosto che sugli investimenti diretti in OpenAI.

Problemi di sicurezza nazionale cambiano fornitori di display?

Apple potrebbe dover riconsiderare i suoi fornitori di display LCD e OLED a causa di questioni legate alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Un memo del presidente della Commissione sulla Cina alla Camera dei Rappresentanti, John Moolenaar, suggerisce di inserire i produttori di schermi BOE Technology Group e Tianma Microelectronics nella lista nera per i legami con il governo cinese e potenziali rischi per la sicurezza. Questa decisione potrebbe influire significativamente sulla strategia di Apple per diversificare la propria catena di fornitura, con l’obiettivo di ridurre i costi di produzione e i prezzi dei dispositivi.

Attualmente, BOE è uno dei principali fornitori di display per Apple, con un incarico significativo per produrre il 70% dei display dell’iPhone SE 4, il primo modello SE con schermo OLED. La possibile esclusione di BOE dalla supply chain di Apple potrebbe spingere l’azienda a rivolgersi a fornitori alternativi, come LG, per garantire la continuità della produzione. La strategia di Apple è quella di ottenere i display a un prezzo di 40 euro per unità, al fine di mantenere competitivo il prezzo di vendita dell’iPhone SE 4 a circa 499 euro. Tuttavia, la possibilità che BOE venga inserita nella lista nera potrebbe mettere a rischio questa strategia di riduzione dei costi, influenzando le scelte future di Apple.

L’impatto di queste potenziali restrizioni potrebbe estendersi non solo alla produzione di iPhone, ma anche alla capacità di Apple di gestire la propria supply chain in modo indipendente dalle tensioni geopolitiche. In caso di una limitazione nella disponibilità dei display da parte di BOE, Apple dovrà trovare soluzioni rapide e affidabili per garantire la produzione di dispositivi di alta qualità senza aumentare significativamente i costi.

I limiti del Wi-Fi 7 e l’impatto sulle prestazioni degli iPhone 16 Pro

Un altro sviluppo riguarda i nuovi iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max, che, nonostante siano dotati della più recente tecnologia Wi-Fi 7, sono attualmente limitati nel loro pieno potenziale. Questa limitazione deriva dal fatto che Apple ha deciso di capare la larghezza del canale Wi-Fi a 160 MHz, invece di utilizzare la larghezza standard di 320 MHz supportata dal Wi-Fi 7. Questa scelta riduce le prestazioni effettive della connessione Wi-Fi fino al 50%, impedendo ai dispositivi di raggiungere le velocità massime di download e upload previste dalla nuova tecnologia.

Non è ancora chiaro se questa limitazione sia risolvibile tramite un aggiornamento software o se sia dovuta a restrizioni hardware. Se fosse la prima opzione, un futuro aggiornamento di iOS potrebbe consentire ai dispositivi di sfruttare appieno le capacità del Wi-Fi 7. Tuttavia, se la limitazione fosse hardware, non ci sarebbe modo di ovviare a questo limite attraverso una semplice correzione software. Al momento, Apple non ha fornito dettagli ufficiali su questa scelta, lasciando gli utenti con la speranza di una possibile soluzione per sfruttare al meglio le nuove funzionalità di connettività offerte da Wi-Fi 7.

Economia

Stati Uniti: presto divieto per i veicoli cinesi e russi

Tempo di lettura: 2 minuti. Gli Stati Uniti propongono un divieto su hardware e software cinesi e russi nei veicoli connessi e autonomi: implicazioni per la sicurezza e il commercio.

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Gli Stati Uniti stanno pianificando di imporre un divieto sull’uso di hardware e software prodotti da cinesi e russi nei veicoli dotati di sistemi di comunicazione esterna e guida autonoma. Questa decisione, che riflette crescenti preoccupazioni per la sicurezza nazionale, mira a impedire potenziali minacce provenienti da tecnologie straniere. Il divieto riguarda i sistemi di connettività dei veicoli (VCS) e i sistemi di guida automatizzata (ADS), che consentono ai veicoli di collegarsi al cloud tramite Wi-Fi o Bluetooth e di eseguire la guida autonoma senza supervisione umana.

Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, l’obiettivo del divieto è evitare che paesi stranieri possano accedere e manipolare da remoto le auto presenti sulle strade americane. La preoccupazione principale riguarda la possibilità che governi stranieri, in particolare Cina e Russia, possano sfruttare queste tecnologie per raccogliere dati sensibili e compromettere la sicurezza nazionale.

Il divieto proposto prevede l’applicazione graduale: i sistemi software dovranno essere conformi entro il 2027, mentre i requisiti per l’hardware entreranno in vigore nel 2030. Tuttavia, i veicoli prodotti prima di queste date saranno esenti. La norma riguarda tutti i veicoli che operano su strade pubbliche, compresi auto, camion e autobus, mentre i veicoli fuori strada saranno esclusi.

Implicazioni del divieto

Il divieto proposto colpirebbe in modo significativo l’industria cinese della tecnologia automobilistica, che domina il mercato globale dei sensori lidar, una tecnologia cruciale per la guida autonoma. Aziende come RoboSense, Hesai Technology e Huawei, che attualmente controllano circa il 65% delle vendite globali di lidar, potrebbero essere pesantemente influenzate. Inoltre, anche veicoli prodotti in Cina da case automobilistiche statunitensi potrebbero essere colpiti.

Oltre al divieto tecnologico, il governo degli Stati Uniti ha già aumentato le tariffe sulle auto elettriche prodotte in Cina, portandole dal 25% al 100%. Questi sforzi fanno parte di una strategia più ampia per ridurre la dipendenza degli Stati Uniti da fornitori stranieri in settori tecnologicamente sensibili e promuovere la produzione interna.

Questa mossa degli Stati Uniti segna un ulteriore passo nella crescente tensione commerciale con la Cina e la Russia. Sebbene il divieto sia ancora in fase di proposta, il suo impatto potenziale sull’industria automobilistica globale potrebbe essere significativo, costringendo cinesi e russi a riconsiderare le loro catene di fornitura e i mercati di esportazione per i propri veicoli.

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Economia

AI, Microsoft e BlackRock investono 30 e Google punta su Europa e Israele

Tempo di lettura: 2 minuti. Microsoft e BlackRock investono 30 miliardi di dollari nell’infrastruttura AI, mentre Google lancia un acceleratore AI in Europa e Israele per supportare startup innovative.

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Negli ultimi giorni, due importanti iniziative nel mondo dell’intelligenza artificiale (AI) hanno segnato l’avvio di nuovi investimenti e supporti per le startup e le infrastrutture AI a livello globale: Microsoft e BlackRock hanno annunciato una partnership per creare un fondo da 30 miliardi di dollari, mentre Google ha lanciato il programma AI First Accelerator in Europa e Israele per supportare startup che operano con tecnologie AI e machine learning (ML).

Microsoft e BlackRock: il fondo di 30 Miliardi per l’infrastruttura AI

La partnership tra Microsoft e BlackRock ha portato alla creazione del Global AI Infrastructure Investment Partnership (GAIIP), un’iniziativa volta a sostenere la competitività degli Stati Uniti nel settore dell’intelligenza artificiale. Con un investimento iniziale di 30 miliardi di dollari, il progetto si concentrerà sullo sviluppo di data center e progetti energetici per soddisfare le esigenze crescenti delle applicazioni AI, note per il loro consumo elevato di energia. La partnership mira a mobilitare fino a 100 miliardi di dollari attraverso finanziamenti privati e debiti.

Larry Fink, CEO di BlackRock, ha sottolineato l’importanza di mobilitare capitali privati per costruire infrastrutture AI come data center e risorse energetiche, definendole “una straordinaria opportunità di investimento a lungo termine”. I data center rappresentano la colonna portante dell’economia digitale e sono diventati parte dell’infrastruttura critica in molti paesi, con protezioni avanzate a livello governativo.

L’iniziativa non solo mira a stimolare la crescita economica e a creare posti di lavoro, ma punta anche a migliorare l’efficienza energetica e a ridurre l’impatto ambientale delle tecnologie AI, il cui utilizzo intensivo sta portando a un aumento delle emissioni di carbonio. Questo progetto potrebbe avere un impatto significativo anche su altre tecnologie correlate, come i servizi cloud e l’edge computing, che sono fondamentali per le applicazioni AI.

Google lancia AI First Accelerator in Europa e Israele

Google ha lanciato la nuova edizione del Google for Startups Accelerator: AI First per sostenere startup che stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per affrontare sfide globali in settori come la sanità, la finanza e l’industria tecnologica. Questa iniziativa coinvolge 15 startup provenienti da cinque paesi, tra cui Israele, Germania, Francia e Regno Unito, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo di soluzioni AI responsabili e innovative.

Tra le startup selezionate vi sono realtà come Coding Bio (Oxford, Regno Unito), che utilizza machine learning per accelerare la scoperta di immunoterapie per i pazienti oncologici, e Dtect Vision (Tel Aviv, Israele), che impiega l’intelligenza artificiale per rilevare deepfake e contenuti fraudolenti nel settore finanziario. Ogni startup riceverà supporto tecnico, mentoring e accesso alle risorse di Google Cloud e Google DeepMind, insieme a opportunità di networking con investitori e venture capital.

Il programma AI First Accelerator durerà 10 settimane e fornirà alle startup un percorso di crescita accelerato attraverso workshop e deep-dive su argomenti come il design di prodotto, lo sviluppo della leadership e la creazione di soluzioni AI etiche. Le startup riceveranno inoltre crediti per l’uso di Google Cloud, potenziando così le loro capacità tecniche e operative.

Sia la partnership tra Microsoft e BlackRock con il loro investimento da 30 miliardi di dollari, sia il lancio del programma AI First Accelerator di Google, dimostrano l’impegno crescente delle principali aziende tecnologiche a sostenere l’ecosistema dell’intelligenza artificiale. Mentre Microsoft e BlackRock puntano a sviluppare infrastrutture critiche per supportare la crescita delle applicazioni AI, Google si concentra sull’accelerazione delle startup AI in Europa e Israele, fornendo loro gli strumenti necessari per affrontare le sfide globali. Questi sforzi congiunti promettono di accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale in molti settori, creando nuove opportunità economiche e tecnologiche.

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Economia

Apple sotto pressione in Europa e poche vendite di iPhone 16

Tempo di lettura: 3 minuti. Apple affronta sfide normative in Europa per il supporto agli accessori di terze parti, mentre le vendite dell’iPhone 16 deludono e Samsung si avvicina tecnologicamente con i prossimi Galaxy S26.

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iPhone 16
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Apple sta affrontando diverse sfide, sia in Europa che sul mercato globale degli smartphone. Da un lato, l’Unione Europea sta spingendo l’azienda di Cupertino a migliorare l’interoperabilità dei suoi dispositivi con accessori di terze parti come smartwatch e cuffie. Dall’altro, le vendite dell’iPhone 16 non stanno andando come previsto, mentre Samsung sembra essere sempre più vicina nel superare Apple in termini di tecnologia per i prossimi anni. Questi sviluppi potrebbero avere un impatto significativo sulle strategie future di Apple.

L’Europa obbliga Apple a migliorare il supporto per accessori di terze parti

L’Unione Europea ha avviato un procedimento sotto il Digital Markets Act (DMA), una legge pensata per regolamentare le grandi piattaforme tecnologiche, per costringere Apple a migliorare l’interoperabilità dei suoi dispositivi con accessori di terze parti. Questo riguarda soprattutto l’uso di smartwatch, cuffie e visori VR con iPhone e iPad. L’obiettivo dell’UE è garantire che Apple consenta a questi dispositivi di funzionare senza problemi, fornendo accesso a funzioni come le notifiche e l’accoppiamento dei dispositivi.

Il Digital Markets Act mira a rendere le piattaforme come iOS e iPadOS più aperte alle integrazioni con hardware di altri marchi, obbligando Apple a specificare come supportare questi accessori. Apple ha già iniziato ad adeguarsi con il supporto per accessori di terze parti in iOS 18, ma la Commissione Europea intende fornire ulteriori dettagli entro sei mesi su come dovrà essere implementata l’interoperabilità.

Margreth Vestager
Margreth Vestager

Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della politica di concorrenza dell’UE, ha dichiarato che questo processo mira a garantire la conformità di Apple alle sue obbligazioni di interoperabilità. Apple potrebbe trovarsi a dover aggiornare i suoi sistemi operativi per soddisfare questi requisiti o affrontare multe significative. Questo intervento dell’UE rappresenta un passo importante per garantire maggiore scelta ai consumatori e ridurre il controllo esclusivo di Apple sui propri dispositivi.

La competizione tra Apple e Samsung: un futuro senza vantaggi per i prossimi due anni

Oltre alle sfide normative, Apple si trova a dover affrontare la crescente competizione con Samsung. Secondo le previsioni dell’analista Ming-Chi Kuo, la serie iPhone 17, in arrivo nel 2025, utilizzerà ancora chip a 3nm realizzati da TSMC, come accade per gli attuali modelli iPhone 16. Tuttavia, Samsung potrebbe pareggiare il campo con i suoi modelli Galaxy S26, che potrebbero essere alimentati da processori Snapdragon 8 Gen 5, prodotti con tecnologie a 3nm e 2nm.

Questo significa che, almeno fino al 2026, Apple non riuscirà a superare Samsung in termini di tecnologia dei processori. Solo con l’arrivo dell’iPhone 18, previsto per il 2026, Apple potrebbe avere un vantaggio tecnologico grazie all’uso di chip a 2nm. Nel frattempo, Samsung potrebbe continuare a colmare il divario con Apple, mantenendo una posizione competitiva nei mercati globali degli smartphone.

Le difficoltà nelle vendite dell’iPhone 16 e il possibile addio al modello iPhone 17 Plus

Un’altra sfida per Apple riguarda le vendite del iPhone 16, che finora non hanno soddisfatto le aspettative, soprattutto per i modelli iPhone 16 Pro e Pro Max. Alcuni esperti suggeriscono che Apple potrebbe decidere di eliminare il modello iPhone 17 Plus, a causa della debole domanda per i modelli di fascia alta. Questa mossa segnala un potenziale ripensamento della strategia di Apple, soprattutto in un momento in cui la concorrenza con Samsung si sta intensificando.

Nonostante la serie iPhone 16 abbia visto buone vendite iniziali per i modelli standard e Plus, la mancanza di innovazioni significative rispetto ai modelli precedenti potrebbe aver frenato l’entusiasmo per i modelli più costosi. Se le vendite continueranno a essere deludenti, Apple potrebbe dover rivedere la sua offerta di prodotti, eliminando i modelli meno richiesti per concentrarsi su quelli con una domanda più solida.

Apple si trova ad affrontare una serie di sfide in Europa, anticipate 10 mesi fa da Matrice Digitale, e nel mercato globale degli smartphone. Da un lato, l’Unione Europea spinge per una maggiore interoperabilità con accessori di terze parti, mentre dall’altro, le vendite dell’iPhone 16 e la crescente competizione con Samsung minacciano di ridurre il vantaggio tecnologico di Apple. Questi sviluppi potrebbero portare a importanti cambiamenti nelle strategie di Apple nei prossimi anni.

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