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Caro Riccardo Luna, non è una occasione persa, ma incapacità. Oppure volontà e quindi malafede?

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Riccardo Luna ha pubblicato un editoriale su La Repubblica dove ha affrontato il tema della DAD come un’occasione persa. Sulla cultura digitale ho scritto un libro e provo a spiegare la mia esperienza sulle difficoltà affrontate in questi anni nel parlarne negli ambienti accademici e politici, quindi sorge una domanda: incapacità o malafede?

Il Governo dei migliori impugna l’ordinanza di chiusura delle scuole messa in piedi dal Governatore De Luca.

Un atto che dimostra la totale incapacità dell’attuale Ministro ‘tecnicoBianchi e del suo collega politico Brunetta.

Nel 2019, prima che la pandemia fosse nota a tutti, ho scritto Cultura Digitale, un manuale di sopravvivenza per genitori, figli e docenti, le cui bozze erano nelle mani dell’attuale assessore Fortini.

Gli insegnanti sono stati inseriti nel titolo per dare quella giusta risonanza ad un tessuto sociale fondamentale per l’educazione dei cittadini del futuro sempre più digitali e distanti anni luce dalla scuola attuale: i nostri figli. Il libro non da una ricetta, ma prova a trovare una soluzione già sperimentata in altri paesi con i suoi pro ed i suoi contro, sia chiaro, ma che ha messo in moto più di un processo di innovazione a differenza nostra.

Ne ho parlato con l’allora Ministro Gaetano Manfredi, oggi sindaco di Napoli, che dopo pochi mesi ha aperto un dibattito sui quotidiani con Alessandro Baricco, facendo intendere che la strada giusta fosse quella di ripensare i modelli di insegnamento. Peccato che vi è stato un cambio alla guida dell’Italia con i cosiddetti migliori.

Nei due anni della pandemia, la scuola è stata sollecitata più volte nel cambiare passo. Parlando con docenti, dirigenti scolastici e mamme, verificando io stesso sul campo, mi sono accorto che nulla è stato fatto e che le maggiori difficoltà dell’insegnamento a distanza sono derivate dall’incapacità di trasmettere cultura attraverso strumenti digitali:

Il libro come riferimento per delle lezioni in classe virtuali?

Questa è la sintesi di come i migliori hanno ragionato in questi anni: facendo nulla, se non dare in appalto a Microsoft e Google la fornitura dei servizi della PA e della Scuola con la compiacenza dei Ministri della Digitalizzazione.

Quando sostengo che il mondo è pieno di migliori e quelli che conosciamo come tali non sono al Governo, ma a subire le scelte di una politica lungimirante solo ed esclusivamente per interessi oligarchici, mi riferisco a questo.

La Regione fa l’unica cosa possibile dinanzi ad una pandemia gestita con una narrazione di regime, ed i fatti degli ultimi giorni lo confermano, e cioè chiudere.

A chi spetta riformare la scuola? Al Governo che spende 200 miliardi per le generazioni future, infischiandosene della loro formazione e cultura.

Se questa esigenza l’ho ravvisata da giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni, sociali e criminali, legati al mondo digitale e sempre più insidiosi per i minori in età scolastica, come mai i migliori della classe non ci sono arrivati?

Come si può cambiare il mondo attuale con azioni di “Transizione” se non si ha una base già pronta ad affrontarla?

E’ giusto che a decidere il nostro modo di essere cittadini digitali sia deciso secondo un indirizzo Governativo scelto a tavolino con un manipolo di multinazionali?

Una politica nazionale oramai incapace di innovare prima se stessa ed il futuro del Paese che rappresenta e a pagarne le conseguenze non siamo più noi adulti del presente, ma quelli del domani.

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