Editoriali
Il Garante della Privacy multa Enel. Noi vi abbiamo avvisato 4 mesi fa.

Dopo diverse segnalazioni su campagne aggressive delle compagnie energetiche arrivate al Garante della Privacy, di cui vi ho parlato perchè mi hanno riguardato personalmente, è stata comminata una sanzione di 26 milioni di euro ad Enel Energia.
Si spera che questo non sia un caso unico e che vengano sanzionate altre compagnie nazionali e altri gestori locali, colpevoli di aver utilizzato il momento di crisi energetica come leva per far stipulare nuovi contratti, dove veniva esplicato come riferimento migliorativo il prezzo del costo della materia prima al netto delle tasse da pagare.
Il Garante per la protezione dati personali ha inflitto a Enel Energia una sanzione di oltre 26 milioni e 500 mila euro per il trattamento illecito dei dati personali degli utenti a fini di telemarketing. Oltre al pagamento della multa, la società dovrà adottare una serie di misure dettate dall’Autorità per conformarsi alla normativa nazionale ed europea sulla tutela dei dati.
Il provvedimento arriva al termine di una complessa attività avviata dall’Autorità a seguito di centinaia di segnalazioni e reclami di utenti che lamentavano la ricezione, in nome e per conto di Enel Energia, di telefonate promozionali indesiderate, anche su disco pre-registrato, la difficoltà di esercitare i propri diritti in tema di protezioni dati personali e, più in generale, problemi derivanti dalla gestione dei dati nell’ambito dei servizi di fornitura energetica, ivi compresi i trattamenti svolti tramite l’area riservata del sito della società e la app di gestione dei consumi (cd. Profilo unico).
L’ufficio del Garante ha verificato come il fenomeno del telemarketing nel settore energetico, con l’approssimarsi della scadenza per il passaggio dal mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas al mercato libero, abbia registrato un netto e preoccupante incremento. Nel corso dell’istruttoria è emerso un cronico, intenso e sempre più invasivo fenomeno di telefonate promozionali indesiderate, in assenza del necessario consenso, verso utenze riservate o iscritte al Registro delle opposizioni, oltre al tardivo o mancato riscontro a istanze di esercizio dei diritti di accesso ai dati personali o di opposizione al trattamento per finalità di marketing.
Alla luce delle violazioni riscontrate, il Garante Privacy ha applicato una sanzione di 26.513.977,00 euro.
L’Autorità ha inoltre ingiunto a Enel Energia di adeguare ogni trattamento di dati svolto dalla rete di vendita a modalità e misure idonee a comprovare che l’attivazione di offerte e servizi e l’attivazione di contratti avvenga solo a seguito di contatti promozionali su numerazioni telefoniche censite e iscritte al Registro degli operatori della comunicazione (ROC).
Enel Energia dovrà anche implementare ulteriori misure tecniche e organizzative per gestire le istanze di esercizio dei diritti degli interessati, in particolare il diritto di opposizione alle finalità promozionali, in modo da dare riscontro agli interessati non oltre 30 giorni dalla richiesta.
Enel Energia infine dovrà comunicare all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali le iniziative intraprese per adeguarsi a quanto prescritto dal provvedimento.
Editoriali
Cloud: non è una nuvola, non è nazionale
Tempo di lettura: 2 minuti. Essenza liquida dell’informatica o strategia di marketing per cedere la sovranità dei nostri dati a multinazionali esterne al perimetro cibernetico del paese?

Sono diversi anni oramai che sentiamo spesso questa parola magica: cloud.
La nuvola dove possiamo custodire i nostri dati personali, dove ammassiamo diversi frammenti della nostra vita o segreti del nostro lavoro.
Le piattaforme sono gestite da soggetti terzi che ci rassicurano sulla custodia dei nostri dati tramite un servizio che si paga mensilmente.
Più si va avanti, più ogni applicativo offre un cloud è una serie di servizi ad esso collegati anche con l’utilizzo della famosa intelligenza artificiale.
In realtà, la nuvola non è altro che un computer di un’altra società, privata, che, come vengono gestiti i social, trattano i nostri dati con la stessa autorevolezza e lo stesso potere di trattenerli e non restituirveli più.
Nel caso ci sia qualche contenuto sospetto, può segnalarlo alle forze dell’ordine o chiudere unilateralmente lo spazio non curante che di fronte a se ci sia un consumatore che paga ed ha i suoi diritti.
Avete sentito parlare di cloud nazionale?
In #italia non può essere nazionale primo perché lo chiamano cloud e non nuvola, secondo perché la società più italiana di tutte,la Tim, ha una buona percentuale di azionisti di altri paesi.
Quindi ritorniamo al “cui prodest?”
Ai mercati, al controllo di dati che comodamente possono trovarsi in un pc o in una rete interna condivisa dove nessuno garantisce che siano li in silenzio senza che nessuno li passi al setaccio.
Mentre sogniamo di vivere in una nuvola, sono tante, troppe, le multinazionali che tornano indietro perché anche lo spazio dei dati è diventato più costoso ed hanno compreso che si tratta di un modo per dare più soldi pagando un servizio che costa meno farlo in casa e che consegna di fatto il proprio lavoro a sconosciuti.
E se domani non avrete i soldi per il cloud oppure si sveglia qualcuno che li requisisce: che ne sarà della vostra vita e del vostro lavoro digitale?
Editoriali
Gli italiani sono analfabeti funzionali: ecco perchè
Tempo di lettura: < 1 minuto. Errori di lettura e di interpretazioni per chi non comprende realmente un testo oppure non da credito a delle dichiarazioni che si dimostrano con il tempo fallaci?

Oggi parliamo dell’analfabetismo funzionale,
In Italia c’è un 60 per cento circa di persone che non comprende un testo quando leggono. Intanto mi domando sempre come sia possibile che questo avvenga anche per chi magari ha completato il ciclo di studi più volte e non comprende le cose basilari dando addirittura credito a persone che gli dicono:
Volete la pace o i condizionatori
Il conflitto finirà in tre mesi
Potrete stare con i vostri cari perché vi siete vaccinati ed i vaccini non immunizzano
La guerra non inciderà sul costo delle materie energetiche
Mangiare insetti ci salverà dalla fame
L’Italia non entrerà in guerra
E se analizziamo il sentiment degli italiani su queste tematiche, notiamo che la maggior parte del Paese non ha creduto a queste certezze scientifiche votando l’ultimo governo per l’opposto di quello che sta facendo.
È un caso che siamo sempre su quel 60% di analfabeti funzionali?
Non è che gli analfabeti funzionali in realtà hanno compreso bene come funziona il gioco dell’informazione, della scienza e della propaganda?
Ed hanno intuito che gli organi di informazione più che docenti, esperti e scienziati ospitano propagandisti e fanatici?
A proposito, buon Sanremo !
Editoriali
Guasto Libero e Virgilio: cosa è successo, cosa non torna

Lunedì mattina ricevo una segnalazione da un utente di Libero Mail di un guasto alla sua casella di posta “a pagamento”.
Matricedigitale da la notizia è sospetta un attacco informatica. dopo poche ore la piattaforma smentisce il dolo di alcuni criminali annunciando che i dati degli utenti non sono persi.
Intanto passano più di 72 ore e sbucano le tarantelle di uno scarico di responsabilità tra Italia On Line e Libero con scuse ai propri utenti per via dello straordinario evento dopo 25 anni di attività.
Mentre molti si domandano come sia possibile un guasto di 72 ore e più, che dovrebbe terminare entro domani secondo le ultime dichiarazioni della società, negli ambienti di chi sa le cose dal punto di vista tecnico, non coincide con la causa ufficiale del “bug informatico sul servizio di storage aggiornato per fornirvi un servizio migliore”.
Nel frattempo circola una lista di appena 500.000 mail libero.it con password annesse e la speculazione sul guasto si fa più rumorosa perché ricorre la notizia di un attacco informatico.
In poche parole le opzioni sono 3 e scegliete voi quale potrebbe essere quella che fa al caso vostro:
Disaster recovery (la cronaca non ci parla di incidenti fisici)
Bug software ( possibile solo se avete a che fare con i tecnici incapaci che non sanno gestire una migrazione ed un eventuale backup a riparo di danni collaterali)
Attacco informatico (c’è una lista di mail ma non è detto che sia riferita a questi giorni)
Però state tranquilli, venerdì riavrete le mail ed il bug sarà risolto.
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