Inchieste
Pacchi in rete: truffe online o utenti sprovveduti? La guida

Tempo di lettura: 4 minuti.
La maggior parte delle truffe online sono concepite per adescare utenti sprovveduti. Non è necessario conoscere i dettagli dei tanti pericoli della rete, ma basta essere a conoscenza di alcuni elementari segnali che possono farci risparmiare una brutta delusione sia emotiva sia economica. Fenomeni del genere sono frequenti proprio sotto le festività ed abbiamo il dovere, come redazione, di informare il lettore che è anche consumatore. Aumentano i volumi di affare delle spese digitali ogni anno ed è proporzionale sia l'incremento degli acquisti online sia delle truffe architettate dai criminali per incamerare quanti più soldi possibili.
Denunciare alla Polizia Postale è un dovere morale del cittadino indipendentemente dall'esito delle indagini perché più si denuncia e meno truffe capiteranno in futuro.
Qui per fare segnalazioni online.
I livelli delle truffe on line
Il livello delle truffe on line si articola all'interno di due dimensioni della rete: il deep web ed il clear web.
Le truffe nel deep web sono quelle più difficili da scoprire perché i truffatori utilizzano i social con profili di vendita che chiudono di frequente dopo aver raggiuto la spicciolata e, quando le truffe sono esigue, le segnalazioni effettuate alla Pubblica Autorità non hanno un grande seguito perché devono uscire dalla giurisdizione italiana. Questo passaggio burocratico rende difficile risalire ai titolari dei profili e delle pagine truffa perché dagli USA o da altri paesi extracomunitari come Russia e Cina non c'è collaborazione. I social che si prestano maggiormente a questo tipo di attività sono Instagram e Telegram, casi sporadici anche su Facebook perchè, essendo i venditori collegati a profili utilizzati ogni giorno nella qualità di utenti, prima di fare truffe seriali, ci si riflette un po' di più. Discorso diverso per le pagine proprio perché queste possono essere allestite in continuazione per poi rimandare ai siti internet creati per truffare gli utenti.
Nel clear web, invece, esistono portali di commercio elettronico fittizi che rappresentano un'esca per chi cerca prodotti, spesso di nicchia, ed effettua il pagamento senza mai ricevere la merce. Su questo argomento, matricedigitale ha realizzato un'inchiesta su segnalazione di un utente dove si è:
dato spazio alla prima truffa segnalata
intercettato siti e conti correnti
Sui siti scam il prezzo è sempre quello giusto
La maggiore esca per gli utenti truffati resta sempre il prezzo. Si cerca sempre il miglior prezzo per risparmiare, ma questo dettaglio non è sempre sinonimo di sicurezza ed affidabilità del venditore. Quando si girano diversi siti noti e si finisce su un portale sconosciuto senza averlo mai sentito prima trovando l'affare, bisogna fare una analisi dettagliata del perché un prodotto può arrivare a costare anche il 20% rispetto all'offerta più stracciata vista su Ebay o Amazon.
Si deve attentamente passare ad una valutazione più approfondita del portale o del profilo social che ci propone l'affarone di Natale, Pasqua o del periodo di saldi.
Il prezzo può anche essere giusto perché il prodotto è contraffatto. Se si paga meno, ci si può trovare un prodotto non originale. Quindi state pagando un falso che comunque vale meno di quello che avete esborsato.
La contraffazione è un reato sia per chi vende sia per chi acquista.
Come riconoscere un sito onesto da uno Scam (truffa)
Le truffe on line sono all'ordine del giorno, ma niente paura. Con un po' di attenzione e soprattutto lucidità nel non acchiappare la prima offerta conveniente, bisogna studiare il sito internet dove si effettuano acquisti.
La grafica: un sito truffa non è mai strutturato bene come i big americani tipo Amazon e nemmeno come quelli delle grandi catene del commercio come Media World o siti noti per vendere prodotti di nicchia come integratori alimentari ad esempio. I siti internet sono spesso delle vetrine che non hanno un impatto grafico complesso e soprattutto pieno di prodotti anche perché la nicchia è quella che attira le migliori truffe.

Prodotti di nicchia: L'utente truffato nella nostra inchiesta cercava un prodotto specifico di fotografia e guarda caso è capitato su un sito sconosciuto.
Quindi se il prezzo è più che giusto ed il sito ha pochi prodotti e non è graficamente allineato agli standard generali dei siti di ecommerce, meglio evitare di andare oltre.
Discorso uguale per i social. Vedere i profili quante persone hanno come follower e soprattutto quante interazioni i singoli post hanno è già un modo opportuno di analizzare la fonte commerciale. Studiare l'esistenza o meno di attività commerciali concrete dietro i singoli profili può aiutarci ad isolare venditori il cui unico interesse è la truffa on line anche se, nel caso della nostra inchiesta, quelli più furbi utilizzano nomi di aziende reali su cui bisognerebbe verificare se i siti siano quelli ufficiali o meno.

Attenzione alla modalità di pagamento e a chi date i vostri dati
Un sito serio vi chiederà sempre una carta di credito con cui pagare o un profilo paypal su cui inviare i soldi facendo da tramite nelle transazioni tra il venditore, gli istituti abilitati alla gestione dei pagamenti elettronici ed i nostri conti correnti bancari.
Quando si lascia la carta di credito online, si inseriscono anche i vostri dati. Se il sito è scam, non solo vi può sottrarre denaro, ma è possibile clonare la carta di credito perché si entra in possesso di seriale carta, codice di sicurezza e dati del titolare.
Con le maggiori protezioni messe in atto dalla finanza mondiale, l'unico metodo facile per fare soldi e passarla liscia resta ad oggi quello dei bonifici. Se vengono dati soldi via bonifico bancario, soprattutto verso l'estero, difficilmente si riesce a recuperare quanto perso perché manca il tramite che gestisce il rapporto tra consumatore e venditore.
Altro aspetto da non sottovalutare è che se l'Iban ha un inizio che si riferisce a un conto straniero, intestato a un nominativo che non rispecchia nemmeno i nomi in uso in quel paese, è quasi sicuramente una truffa. Nel caso della nostra inchiesta, ad esempio, il conto corrente era spagnolo intestato a un cittadino dell'Est. Stesso discorso vale per le carte di debito.
Diffidate da chi vi propone pagamenti su carte ricaricabili come Poste Evo e Sisal Pay anche se hanno un domicilio bancario.
Inchieste
La CIA sotto accusa aiutata da NewsGuard nella narrazione sull’origine del COVID-19
Tempo di lettura: 2 minuti. La CIA e NewsGuard sotto accusa: nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla narrazione ufficiale dell’origine del COVID-19.

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In una recente rivelazione che potrebbe gettare nuova luce sull'origine della pandemia di COVID-19, un alto ufficiale della CIA ha accusato l'agenzia di aver tentato di manipolare le testimonianze di alcuni analisti per sostenere la teoria della trasmissione del virus dagli animali agli esseri umani, piuttosto che dalla fuga da un laboratorio a Wuhan, in Cina. Questa accusa, riportata dal New York Post, è stata confermata da una lettera inviata al direttore della CIA, William Burns, e ha sollevato nuove domande sulla credibilità delle informazioni fornite dall'agenzia.
Il ruolo di NewsGuard
In questo contesto, è importante sottolineare il ruolo svolto da NewsGuard, una società che si occupa di monitorare e valutare la veridicità delle notizie pubblicate online. Secondo una inchiesta condotta da Matrice Digitale, NewsGuard ha avuto un ruolo significativo nell'avallare la narrazione ufficiale sull'origine del virus, etichettando come false le notizie che sostenevano la teoria della creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan.
Critiche e controversie
La redazione di Matrice Digitale ha criticato aspramente l'approccio di NewsGuard, accusandola di aver creato una lista di proscrizione delle testate giornalistiche che diffondevano notizie contrarie alla narrazione ufficiale, e di aver ignorato altre informazioni false e fuorvianti circolate in merito alla pandemia. Questa situazione ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e al diritto all'informazione, con Matrice Digitale che sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle agenzie di controllo delle notizie.
Questioni politiche e di credibilità
L'inchiesta di Matrice Digitale mette in luce anche le divergenze tra le narrazioni politiche negli Stati Uniti riguardo all'origine del virus, con il Partito Democratico che sostiene la teoria della trasmissione zoonotica, mentre il Partito Repubblicano sospetta una creazione artificiale del virus nei laboratori di Wuhan. In questo scenario, la credibilità di NewsGuard viene messa in discussione, con accuse di favoritismo politico e mancanza di obiettività nella valutazione delle notizie.
In conclusione, le recenti rivelazioni sulla possibile manipolazione delle informazioni da parte della CIA, insieme alle critiche mosse a NewsGuard, sollevano seri dubbi sulla veridicità delle informazioni circolate finora riguardo all'origine del COVID-19. È evidente che la questione richiede ulteriori indagini e una maggiore trasparenza da parte delle agenzie coinvolte. Prima della CIA, anche dall'FBI erano giunte indiscrezioni sull'origine artificiale del virus.
Inchieste
Vinted, come ottenere merce e rimborso: “il tuo capo è falso”
Tempo di lettura: 2 minuti. Una lettrice condivide la sua esperienza di truffa su Vinted, evidenziando i rischi delle vendite online e la necessità di maggiore protezione per gli utenti.

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Le truffe online sono in aumento, e le piattaforme di vendita tra privati come Vinted diventano spesso il terreno di gioco per chi cerca di ingannare. Una lettrice ha deciso di condividere con noi la sua esperienza, sperando di mettere in guardia altri utenti e partecipando attivamente allo spirito di collaborazione che Matrice Digitale ha nei confronti dei lettori e della Pubblica Autorità.
La truffa in dettaglio

Dopo aver messo in vendita una sciarpa autentica di Louis Vuitton, la nostra lettrice ha inviato l'articolo a un'acquirente in Francia. Nonostante avesse fornito prove fotografiche dell'autenticità, l'acquirente ha sostenuto che l'articolo fosse falso, ottenendo un rimborso e trattenendo la sciarpa. La foto dell'acquirente sia da monito per evitare di vendere merce senza ottenere soldi e reso.
La piattaforma Vinted e la sua risposta

Nonostante i numerosi tentativi di contatto, Vinted ha risposto una sola volta, sottolineando la sua politica contro la vendita di falsi. Successivamente, ogni tentativo di comunicazione è stato ignorato, e l'acquirente ha bloccato la nostra lettrice che continua a mandare tre messaggi al giorno di media all'assistenza dell'azienda intermediaria già nota per essere terreno fertile di truffe ai danni di compratori e venditori onesti.
Un modus operandi diffuso
La ricerca online ha rivelato che molti altri utenti hanno subito truffe simili su Vinted. Dichiarare un prodotto come “falso” sembra essere una tattica comune tra i truffatori. Sia chiaro, il lettore non prenda questa strategia come consiglio, ma duole segnalare che è un dato di fatto. Un capo rotto è stato anche oggetto di un'altra truffa simile già raccontata dalla redazione.
L'inerzia delle autorità
La vittima ha cercato aiuto presso la Polizia Postale e la Guardia di Finanza. Tuttavia, le mani delle autorità erano legate a causa della residenza estera sia di Vinted che dell'acquirente.
Il prezzo della giustizia
La nostra lettrice ha valutato anche una opzione legale, ma i costi proibitivi di una causa internazionale hanno reso questa strada impraticabile. Lo stesso motivo che ha fatto desistere Matrice Digitale dal fare una causa a Google dopo l'ingiustificato ban del suo canale YouTube
Riflessioni finali
Questa testimonianza evidenzia la necessità per le piattaforme come Vinted di adottare misure più rigorose per proteggere i propri utenti. Nel frattempo, è fondamentale che gli utenti siano sempre vigili e informati quando operano online: il passa parola non sulle abitudini da osservare, bensì sulle truffe del momento, è fondamentale per anticipare le mosse dei criminali. Ecco tutte le inchieste su Vinted realizzate da Matrice Digitale: i prossimi potreste essere voi.
Inchieste
Vinted, how to get goods and refund: “your luxury dress is fake”
Tempo di lettura: 2 minuti. A reader shares her experience of being scammed on Vinted, highlighting the risks of online sales and the need for more protection for users.

Tempo di lettura: 2 minuti.
Online scams are on the rise, and B2B sales platforms such as Vinted often become the playground for those seeking to deceive. One reader decided to share her experience with us, hoping to warn other users and actively participate in the spirit of cooperation that Digital Matrix has with readers and the Public Authority.
The scam in detail

After listing an authentic Louis Vuitton scarf for sale, our reader sent the item to a buyer in France. Despite providing photographic evidence of authenticity, the buyer claimed the item was fake, getting a refund and keeping the scarf. Let the buyer's photo be a warning to avoid selling merchandise without getting money and returns.
The Vinted platform and its response
Despite numerous attempts to contact them, Vinted responded only once, emphasizing its policy against selling fakes. Subsequently, every attempt at communication was ignored, and the buyer blocked our reader who continues to send an average of three messages a day to the intermediary company's support, which is already known to be a breeding ground for scams against honest buyers and sellers.
A widespread modus operandi
Online research has revealed that many other users have experienced similar scams on Vinted. Declaring a product as “fake” seems to be a common tactic among scammers. Let me be clear, the reader does not take this strategy as advice, but it pains to report that it is a fact. A broken garment was also the subject of another similar scam already recounted by the editorial staff.
The inaction of the authorities
The victim sought help from the Postal Police and the Guardia di Finanza. However, the hands of the authorities were tied because of the foreign residence of both Vinted and the buyer.
The price of justice
Our reader also considered a legal option, but the prohibitive costs of an international lawsuit made this route impractical. The same reason that put off Digital Matrix from suing Google after the unjustified banning of its YouTube channel
Final reflections.
This testimony highlights the need for platforms like Vinted to take stronger measures to protect their users. In the meantime, it is crucial for users to be vigilant and informed at all times when operating online: word of mouth not about the habits to observe, but rather the scams of the moment, is key to anticipating the moves of criminals. Here are all the inch
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