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Sara Cunial, Trump e l’hacker che si è bucato da solo. l’ItalyGate spiegata

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L’onorevole Sara Cunial è protagonista di un complotto internazionale che interessa la diffusione di una notizia falsa sulle ultime elezioni americane. A fare scandalo negli ultimi giorni è il caso dell’hacker Arturo d’Elia, consulente della società Leonardo che l’ha denunciato per accesso abusivo a sistema informatico per via di una esfiltrazione di 10 gb di dati sensibili che il criminale informatico ha realizzato e gli è costata una condanna penale e la detenzione nel carcere di Salerno. Una persona in gamba dal punto di vista informatico che è stata capace anche di creare problemi informatici anche alla NATO seppur bisogna precisare che nel caso di Leonardo, lui poteva creare il problema e lui l’ha risolto, quindi, si può dire sospettare che è facile essere pirati informatici quando si è in possesso delle chiavi di sicurezza e dei privilegi di amministratore.

Trump truffato da un campano?

La storia di D’Elia non ha mai appassionato la redazione perché fa parte di quelle inchieste mediatiche messe in piedi più per clamore che per la sostanza dei fatti. La Procura di Napoli ha cavalcato l’onda del sensazionalismo, seppur  la condanna inflitta al consulente di Leonardo era più che facile da richiedere ed ottenere, proprio perché le contromisure di una società impegnata nei servizi e nei segreti militari sono a prova di traditori della patria ed insider traders. Altro aspetto fondamentale è invece quello della notizia secondo la quale D’Elia abbia manipolato il voto statunitense e nella fattispecie quello elettronico tanto da sollevare un polverone internazionale da definirsi addirittura Italygate. L’hacker italiano che si è hackerato da solo in Leonardo e millantava pubblicamente attacchi alla NATO, avrebbe spostato i voti di Trump a Biden nella piattaforma di voto elettronico tanto contestata in fase post elettorale tanto da fomentare le proteste di Capitol Hill che hanno provocato il secondo impeachment di Trump in appena 4 anni. Una piattaforma informatica, quella americana, a prova di bomba e decentralizzata dalla rete internet secondo un sistema di collegamenti autonomi e vigilati costantemente dalle strutture di intelligence americane. La notizia è a primo impatto di quelle pesanti, considerando che parte dagli States direttamente ed ha calato un criminale informatico nel ruolo di agente 007 capace di manipolare la più grande democrazia al mondo.

La Cunial è “ciuccia” o pericolosa?

Sara Cunial è una parlamentare cacciata dal Movimento Cinque Stelle ed è nota in Italia per avallare molte delle tesi complottistiche che aleggiano nel mondo  virtuale. Ultimamente è impegnata sul fronte novax ed è rappresentante dell’ala oltranzista ai vaccini che sostiene le teorie sulla presenza di materiali dannosi nei farmaci anticovid e strategie economiche lobbistiche nella diffusione del coronavirus. Nel gennaio 2021, la parlamentare è entrata nel carcere di Salerno facendo una ispezione per attestare lo stato di salute del detenuto d’Elia, accompagnata dallo staff composto da 4 persone. Una volta entrati nel padiglione di detenzione dove il criminale informatico era rinchiuso, due degli accompagnatori della deputata avrebbero avvicinato l’ex consulente di Leonardo nei corridoi per chiedere appunto delle elezioni americane. Il loro accento anglosassone avrebbe messo sull’allerta d’Elia che ha poi sollecitato immediatamente le guardie penitenziarie allontanando i due individui.

Chi erano le persone coinvolte insieme alla Cunial?

Dal carcere di Salerno avrebbero dovuto rispondere velocemente alla domanda degli ispettori del Ministero, indicando nomi e cognomi del gruppo, ma stranamente l’identità è un mistero perché non sembrerebbero non essere stati registrati. Una procedura che la direttrice del carcere ha considerato anomala e su cui anche il ministro Cartabia ha chiesto di avere risposte precise. Anomalie che dovranno trovare riscontri effettivi sulla vicenda, ma quello che invece sembrerebbe essere verosimile è l’appartenenza della Cunial ad un sistema internazionale circoscritto nell’ambito repubblicano con persone vicine al mondo dell’intelligence americana, deviata o no questo non ci è dato saperlo, ma è chiara la rete di disinformazione a cui si appoggia la Cunial ed ai personaggi che fomentano la diffusione di notizie controverse che animano uno zoccolo duro del paese italico che andrà a votare nel 2023, su cui la Cunial confiderà per una eventuale rielezione nel caso, ad oggi remoto, trovi un partito che la ospiti.

Italygate: Trump ha perso totalmente credibilità

Un complotto internazionale inesistente messo in piedi per giustificare una protesta sull’esito elettorale statunitense è stata l’arma di Trump nel post elezioni. Un’arma sbagliata che si aggiunge alle sue strizzate d’occhio nei confronti dei QAnon e delle loro teorie che l’ex presidente degli USA non ha mai smentito pubblicamente seppur molte delle loro campagne di informazione fossero al limite della fantascienza. La poca credibilità dell’ex Presidente degli Stati Uniti risiede anche nell’incapacità di ordire un vero complotto nei confronti degli avversari. Quando è stato eletto, Trump è stato davvero vittima di un Italygate ben architettato grazie al Governo Italiano in combutta con la spia anglosassone Joseph Mifsud di cui non si hanno più notizie dopo che l’avvocato e docente universitario è sparito dalla circolazione a seguito delle insistenze americane che indagavano sullo scandalo Spygate, che ha portato al ben più noto Russiagate, che per anni ha minato la presidenza Trump, accusando di impeachment il presidente appena eletto. In quel caso, però, le strategie del Governo italiano, della sua magistratura, e dei servizi vicini guarda caso all’FBI, fu perfetta per creare non pochi problemi al presidente americano. Che l’Italygate sia nato per ricambiare le tensioni dello Spygate, ma che sia stato confezionato da inesperti, noti per aver messo in circolo delle notizie false ed essere per lo più millantatori, è sempre più concreta come ipotesi. Senza dimenticare che a smentire una Fake News sia stato lo stesso protagonista indicato dalle cronache, noto per millantare appunto di aver hackerato Leonardo e Nato di cui era consulente.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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