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Il mondo di Twitter è in fermento da qualche giorno per un hashtag in tendenza denominato #siamotuttigiardinieri ed il protagonista di questa storia è Roberto Burioni. Il virologo noto al grande pubblico per le sue posizioni di fede vaccinista, ha iniziato a fare doxing nei confronti di Chance il Giardiniere.
Chi è Chance Giardiniere?
Un profilo Twitter del gennaio 2020, nato con il Covid potremmo dire, che ha una frequenza di pubblicazione pari a 40.000 tra post e interazioni. Il giardiniere ha una identità sconosciuta, non si sa se sia un giornalista, ma è chiaro che può abilmente definirsi un fact checkers, ultima moda del momento, perché offre ricostruzioni sempre documentate al netto delle interpretazioni che possono risultare soggettive.

Il campo dove esercita Chance il Giardiniere è quello temuto dalla maggior parte dei giornalisti che ha paura dei Fact Checkers pur di non incombere in un bollino rosso da parte delle sovrastrutture europee che si servono del sistema per censurare le testate giornalistiche dai social e dalla monetizzazione dei siti.
Un peer review vivente delle “debunkate” che figurano ogni giorno sulle testate specializzate spesso poco attente a smentire narrazioni utili al sistema come nel caso del Covid e della guerra in Ucraina dove alcune smentite meritavano la rettifica ed invece sono state lasciate nel dimenticatoio.
Cosa è successo con Burioni?

Leggendo qualche Tweet in giro per la X sfera, Chanche è la seconda vittima di una attività aggressiva di una parte dei personaggi famosi che si sentono sottopressione per le posizioni assunte durante il COVID ed ha avuto un team di giornalisti ed esperti che hanno provato a svelare la sua identità dichiarandola pubblicamente senza preoccuparsi di avere una certezza dell’associazione Chance – Identità.
Sbaglio di persona
Mentre con l’utente Adriana Spappa, l’intento della squadra antianonimato in rete si è compiuto, con Chance c’è stato uno sbaglio di persona che ha resuscitato un povero cristo da 6 anni di giacenza su Twitter perché allertato da alcuni amici.

Un padre di famiglia scambiato per Chance il Giardiniere di cui si sono riferiti identità, abitazione e lavoro. Dopo diverse ore di trattativa con l’ostaggio, Burioni si è deciso ad alzare bandiera bianca e a prendere atto di aver sbagliato persona. Peccato però che la condanna è stata emessa da un collegio plutocratico ed ha esposto la vita privata di un innocente che si era addormentato su Twitter e si è svegliato su X
La barzelletta che non fa ridere
Sembrerebbe una barzelletta, ma non fa ridere come hanno provato a spiegare al Team Burioni, tra cui figura Giuseppe Brindisi, sia la giornalista Monica Napoli sia esperti informatici capitanati.

Il Doxxing è un reato, per lo più se fatto in modo errato nei confronti di un innocente, ma Burioni non ci sta ed ha chiesto aiuto a Stefano Putinati per capire se si trattasse di un reato quanto appena fatto dinanzi agli occhi di una rete che ha risposto al malfatto con un hashtag #siamotuttigiardinieri che ha mostrato grande solidarietà nei confronti del fact-checker abusivo.
Considerazioni
Seppur il profilo sia anonimo, nemmeno verificato, quanto occorso a Chance il Giardiniere non solo ricorda una guerra social anni 90, ma fa comprendere quanto sia indispensabile poter essere anonimi online per poter esercitare la libertà di espressione anche in paesi democratici come l’Italia.

Nel paese della Costituzione più bella del mondo, il più noto virologo della nazione può agire indisturbato sparando nel mucchio contro tutti i principi del garantismo, mostrando il rischio che corre chiunque voglia porsi contro un potere che assume toni sempre più prepotenti perché sa che gli è concesso sbagliare ed agire al limite della legge.