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BlackCat torna e beve petrolio. Ransomware colpisce fornitori di carburante nei porti di Belgio e Olanda

Importanti terminali petroliferi in alcuni dei più grandi porti dell’Europa occidentale sono caduti vittima di un attacco informatico in un momento in cui i prezzi dell’energia sono già alle stelle. I procuratori belgi hanno lanciato un’indagine sull’hacking degli impianti petroliferi nelle entrate marittime del paese, tra cui Anversa, il secondo porto più grande d’Europa dopo Rotterdam.
In Germania, i procuratori hanno detto che stavano indagando su un cyberattacco che ha preso di mira gli impianti petroliferi in quello che è stato descritto come un possibile attacco ransomware, in cui gli hacker chiedono soldi per riaprire le reti sequestrate.
I prezzi del petrolio hanno raggiunto il massimo da sette anni il mese scorso, a causa delle tensioni diplomatiche con per la fornitura di gas dalla Russia, e le bollette energetiche stanno alimentando un aumento dell’inflazione che ha spaventato i politici europei. Il presunto hacking sta colpendo diversi porti europei e sta disturbando lo scarico delle chiatte in questo mercato già teso.
L’Europol ha detto che era a conoscenza degli incidenti in Germania e ha offerto supporto alle autorità. “In questa fase l’indagine è in corso e in una fase delicata“, ha detto la portavoce di Europol Claire Georges.
Una delle vittime principali sembra essere l’hub transfrontaliero olandese e belga per il commercio del petrolio di Amsterdam-Rotterdam-Anversa, dove i sistemi informatici delle aziende sono stati colpiti dall’attacco.
SEA-Tank Terminal, che ha impianti di stoccaggio ad Anversa, è stato colpito, ha riferito il quotidiano belga De Morgen.
Il centro nazionale olandese per la sicurezza informatica ha detto che gli attacchi sono stati “probabilmente commessi con un motivo criminale” e si è impegnato a prendere ulteriori misure “se necessario“.
In Germania, due società di fornitura di petrolio hanno detto di essere state vittime del cyberattacco da sabato 29 gennaio.
Sia Oiltanking Deutschland GmbH che Mabanaft hanno dichiarato congiuntamente lo stato di forza maggiore: una clausola legale di emergenza che viene utilizzata quando una società non può adempiere ai suoi contratti di fornitura a causa di un evento imprevedibile.
“Siamo impegnati a risolvere il problema e a minimizzare l’impatto il più rapidamente ed efficacemente possibile”, hanno detto.
Il capo dell’agenzia tedesca per la sicurezza informatica, Arne Schoenbohm, ha sostenuto in una conferenza che l’incidente era serio ma “non grave“.
Secondo il giornale tedesco Handelsblatt, un primo rapporto dei servizi di sicurezza tedeschi identifica il ransomware BlackCat come lo strumento utilizzato nel cyberattacco in Germania.
BlackCat è emerso a metà novembre 2021 come uno strumento software per consentire agli hacker di prendere il controllo dei sistemi infetti ed ha rapidamente guadagnato notorietà per la sua sofisticazione e innovazione. Secondo la società di cybersicurezza statunitense PaloAlto, BlackCat ha l’ulteriore vantaggio di essere più redditizio dei suoi rivali perchè gli hacker che lo usano prendono una commissione più alta.
Gli esperti notano anche che i programmatori di BlackCat usano la lingua russa, ma questo indizio potrebbe essere fuorviante poiché gli hacker spesso lasciano falsi indizi per coprire le loro tracce.
I recenti attacchi ransomware contro obiettivi negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali sono stati attribuiti a gruppi di hacker di lingua russa o che operano dal territorio russo.
A giugno, le autorità statunitensi hanno detto di aver recuperato il pagamento di un riscatto pagato da Colonial Pipeline agli estorsori ransomware russi Darkside, che avevano causato l’arresto di un’importante rete di distribuzione del carburante, causando carenze di carburante a breve termine.
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Attacco ransomware ad Acea: tornano online i sistemi
Tempo di lettura: < 1 minuto. Panico durato 24 ore circa, ma sembrerebbe che il peggio è passato

Il gruppo Acea è stato colpito da un attacco ransomware della gang Black Basta che non ha risparmiato la società dal pretendere un riscatto. Il gruppo è stato colpito nei suoi sistemi ed il sito Internet risulta essere offline.
Sembrerebbero esserci buone notizie secondo quanto riferito da una fonte interna alla società interpellata da Matrice Digitale:
da ieri sera (3 febbraio ndr) funzionano di nuovo i sistemi. è stato un problema serio lavorare senza sistemi per gestire l’operatività tuttavia, non sono riusciti ad acquisire i dati degli utenti.
Il sito Internet è ancora offline, ma l’attacco ha portato un disservizio tecnico a dipendenti e clienti senza intaccare i dati con una violazione.
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PlugX, il malware si diffonde via USB. A rischio anche PC air gapped
Tempo di lettura: 3 minuti. Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati

L’Unit 42 incident response team di Palo Alto Networks avrebbe scoperto di recente una nuova variante del malware PlugX distribuita tramite dispositivi USB rimovibili e prendendo di mira i PC Windows.
La scoperta sarebbe avvenuta durante l’analisi di un attacco ransomware Black Basta rilevando diversi campioni e strumenti malware sui dispositivi delle vittime: il Tool ted-teaming Brute Ratel C4, il malware GootLoader e un vecchio campione PlugX.
Il malware PlugX
Come precisato dai ricercatori, il malware PlugX esiste da più di un decennio ed è stato utilizzato da molti gruppi di criminalità informatica nation-state. In particolare PlugX è stato osservato in molti attacchi informatici di alto profilo, come quello del 2015 responsabile della violazione dell’Office of Personnel Management (OPM) del governo degli Stati Uniti.
La specialità di PlugX è il DLL side loading ovvero lo sfruttamento di file legittimi per ottenere l’esecuzione di codice arbitrario.
In questo caso, gli attori delle minacce hanno deciso di dirottare un popolare e gratuito strumento di debug open source per Windows chiamato x64dbg utilizzato per analisi e reverse engineering.
In questo caso, gli attori hanno utilizzato il debugger a 32 bit di x64dbg. All’esecuzione di x32dbg.exe, Microsoft Windows cercherà tutti i file necessari per eseguire l’applicazione. In questo attacco DLL side loading è una copia non firmata della DLL X32bridge.dll legittima ad essere caricata per cercare localmente il file payload crittografato x32bridge.dat ovvero il malware PlugX.

https://unit42.paloaltonetworks.com/plugx-variants-in-usbs/
Una volta caricato e decrittografato in memoria, il malware infetta l’host e tutti i dispositivi USB rimovibili collegati.
La tecnica utilizzata per nascondere file nelle USB
Una volta che un dispositivo USB viene infettato, tutti i nuovi file scritti nella cartella principale del dispositivo USB dopo l’infezione vengono spostati in una cartella nascosta all’interno del dispositivo stesso.
La tecnica utilizzata dal malware PlugX per nascondere tali file prevede l’utilizzo di un determinato carattere Unicode. Ciò impedisce a Windows Explorer e ai comandi shell di visualizzare la struttura della directory USB e qualsiasi file, nascondendoli alla vittima.
Il carattere Unicode utilizzato per le directory sarebbe “00A0″(un carattere chiamato no-break space). Tale carattere impedisce al sistema operativo Windows di eseguire il rendering del nome della directory, nascondendolo.
“Per ottenere l’esecuzione del codice del malware dalla directory nascosta, viene creato un file di collegamento di Windows .lnk nella cartella principale del dispositivo USB“, si legge nel rapporto.
In pratica il malware crea un file “desktop.ini” nella directory nascosta per specificare l’icona del file .lnk nella cartella principale, facendolo apparire come un’unità USB per ingannare la vittima. Nel frattempo, una sottodirectory chiamata “RECYCLER.BIN” ospita copie del malware sul dispositivo USB.

Conclusioni
“Grazie a questa capacità di eludere il rilevamento, il malware PlugX può continuare a diffondersi e potenzialmente passare a reti con air gapped.“, commentano i ricercatori Unità 42 Mike Harbison e Jen Miller-Osborn e concludono, “La scoperta di questi campioni indica che lo sviluppo di PlugX è ancora vivo e vegeto tra almeno alcuni aggressori tecnicamente esperti e rimane una minaccia attiva.”
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Cybertech Global, il Vice Direttore di ACN è speaker a Tel Aviv

Il Vice Direttore Generale, dott.ssa Nunzia Ciardi, partecipa come speaker al Cybertech Global di Tel Aviv, evento di portata mondiale che raggruppa le industrie del settore e al contempo i decision-maker pubblici e privati. L’intervento della dott.ssa Ciardi ha avuto come tema “Leadership e coordinamento: due ingredienti per una buona cooperazione internazionale in materia di cybersicurezza”.
“Gli attacchi informatici si stanno evolvendo, diventando sempre più pervasivi e insidiosi in tutti i settori della società. In termini di cooperazione internazionale dobbiamo agire sulla base della consapevolezza condivisa che queste minacce informatiche necessitano di una risposta coordinata perché mettono in pericolo istituzioni, organizzazioni e individui in ogni paese – ha detto nel corso del suo intervento – In questa prospettiva, cerchiamo di affrontare le minacce e gli attacchi informatici adottando un approccio globale alla sicurezza informatica che preveda il coinvolgimento, e il contributo attivo, di tutte le parti interessate. Ciò implica una maggiore cooperazione a livello internazionale perché il Cyber è una dimensione senza confini e altamente interconnessa che richiede di superare una visione miope, concentrata sulle sole realtà nazionali”.
Il Cybertech Global è un momento di confronto sulle ultime novità tecnologiche, le sfide e le soluzioni per combattere le minacce cyber.
Il Piano di Implementazione della Strategia Nazionale di Cybersicurezza contiene delle misure (dalla 75 all’81) dedicate alla cooperazione internazionale. L’Agenzia mira a creare un solido ecosistema cyber con i partner mondiali e a rafforzare il partenariato pubblico-privato nell’ottica della prevenzione e gestione degli incidenti cyber.
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