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Clubhouse: multa da 2 milioni da parte del Garante Privacy
Tempo di lettura: 2 minuti. Brutte notizie dal social network più “sfigato” del mondo. Non solo pochi utenti, ma anche molti illeciti nel trattamento dei loro dati

Sanzione di 2 milioni di euro del Garante Privacy alla società Alpha Exploration proprietaria
di Clubhouse, il social network basato sullo scambio di chat vocali. Il social contava nel 2021,
all’epoca degli accertamenti, più di 16 milioni di utenti globali e circa 90 mila in Italia.
Numerose le violazioni riscontrate dall’Autorità: scarsa trasparenza sull’uso dei dati degli
utenti e dei loro “amici”; possibilità per gli utenti di memorizzare e condividere gli audio senza
consenso delle persone registrate; profilazione e condivisione delle informazioni sugli account
senza l’individuazione di una corretta base giuridica; tempi indefiniti di conservazione delle
registrazioni effettuate dal social per contrastare eventuali abusi. Alla società, che dovrà adottare una serie di misure per mettersi in regola, è stato inoltre vietato ogni ulteriore trattamento delle informazioni svolto per marketing e profilazione senza uno specifico consenso.
Clubhouse è basato esclusivamente su interazioni vocali che si svolgono in stanze di
conversazione ed è disponibile al pubblico tramite una app gestita dalla società statunitense Alpha Exploration. Gli utenti possono scegliere di aprire una stanza tematica o accedere ad una stanza altrui come ascoltatori. Dal gennaio 2022, possono anche conservare e registrare parte delle conversazioni sulla piattaforma e condividere le stesse registrazioni con terzi.
Al termine della complessa attività istruttoria avviata dal Garante sono arrivati per Alpha
Exploration la sanzione e l’ordine di adottare una serie di misure a tutela degli utenti. La società
dovrà, in particolare, introdurre una funzionalità che consenta loro di apprendere, prima
dell’ingresso nella stanza di conversazione, della possibilità che la chat venga registrata, e
introdurre un meccanismo per informare coloro che non sono ancora utenti sull’uso che verrà
effettuato dei loro dati personali.
La società dovrà inoltre integrare l’informativa, specificando quale base giuridica si applichi
ad ogni finalità del trattamento, i tempi di conservazione dei dati personali e dei file audio, le
informazioni necessarie riguardo al “rappresentate designato”, la figura prevista dal Gdpr nei casi in cui una società, che offra servizi e tratti i dati dei cittadini europei, non sia stabilita in alcuno degli Stati membri dell’Ue.
Alpha Exploration dovrà infine effettuare una valutazione d’impatto sui trattamenti di dati
effettuati mediante la piattaforma Clubhouse.
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Il procuratore generale di New York al fornitore di spyware: avvisa le tue vittime

L’ufficio del procuratore generale di New York ha annunciato una multa di 410.000 dollari per uno sviluppatore di stalkerware che ha utilizzato 16 aziende per promuovere illegalmente strumenti di sorveglianza.
Le piattaforme di stalkerware (o spyware) consentono ai loro clienti di monitorare i telefoni altrui all’insaputa degli utenti. In alcuni casi, se non nella maggior parte, vengono utilizzate anche per monitorare l’attività online dei bersagli e raccogliere informazioni sensibili sugli utenti, come la loro posizione, che in seguito potrebbero essere utilizzate per ricatti o per altri scopi dannosi.
Patrick Hinchy, il venditore di spyware, ha anche accettato di avvisare le vittime dei suoi clienti che i loro telefoni vengono monitorati segretamente utilizzando una delle sue molteplici applicazioni, tra cui Auto Forward, Easy Spy, DDI Utilities, Highster Mobile, PhoneSpector, Surepoint o TurboSpy.
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La Russia apre la sua piattaforma decentralizzata: altro colpo alle sanzioni?

Sberbank, il più grande istituto bancario russo, è pronta a rendere operativa la sua piattaforma di finanza decentralizzata (DeFi) entro maggio. Secondo quanto riportato il 3 febbraio dall’agenzia di stampa russa Interfax, la banca russa a maggioranza statale prevede di avviare il progetto in più fasi, sulla base delle dichiarazioni del direttore di prodotto del laboratorio Blockchain di Sberbank, Konstantin Klimenko. Intervenendo venerdì al 7° Congresso economico di Perm, Klimenko ha dichiarato che la missione di Sberbank è quella di rendere la Russia la nazione leader nelle operazioni di DeFi. Ha poi commentato l’attesissimo progetto, affermando che è in fase di beta testing chiuso e che i test aperti inizieranno a marzo. “Dal 1° marzo passeremo alla fase successiva, non più beta testing ma open testing”, ha dichiarato. “Alla fine di aprile, la piattaforma sarà completamente aperta, e allora sarà possibile effettuare alcune operazioni commerciali su di essa”. Klimenko ha anche detto che la piattaforma DeFi di Sberbank inizierà fornendo la compatibilità solo con il portafoglio MetaMask. Inoltre, si prevede di integrare il progetto con la blockchain di Ethereum, consentendo così il trasferimento senza soluzione di continuità di contratti intelligenti e altri progetti all’interno dell’ecosistema Ethereum.
Sberbank e le sue iniziative blockchain
Sberbank è la più grande banca russa e la terza in Europa, con un patrimonio gestito nel 2021 pari a 559 miliardi di dollari. Tuttavia, il lancio di una piattaforma DeFi rappresenta solo l’ultima incursione di Sberbank nello spazio blockchain. Nel marzo 2022, l’istituto di credito moscovita ha ottenuto dalla Banca di Russia la licenza per operare come scambio di asset digitali, con il diritto di emettere il proprio token digitale. Il giocatore di BitStarz vince 2.459.124 dollari! Potresti essere tu il prossimo grande vincitore?
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Tre mesi prima di questo sviluppo, Sber Asset Management, la filiale di investimento di Sberbank, ha annunciato il lancio del primo exchange-traded fund (ETF) sulla blockchain in Russia. Questo fondo offre agli investitori un’esposizione al portafoglio di aziende leader nel settore della blockchain come Coinbase e Galaxy Digital, proteggendoli al contempo dai gravi effetti della volatilità del mercato delle criptovalute.
Criptovalute in Russia
La posizione della Russia sulle criptovalute è piuttosto ambigua, in quanto vi è molta disparità tra le varie istituzioni di regolamentazione finanziaria. Ad esempio, la Banca di Russia, la banca centrale del Paese, ha ripetutamente espresso il suo scetticismo nei confronti delle criptovalute. Nel gennaio 2022, la banca centrale del Paese ha pubblicato un rapporto in cui raccomandava il divieto assoluto delle criptovalute e di tutte le attività ad esse collegate, ad esempio il mining, descrivendo le criptovalute come uno schema piramidale guidato solo dalla speculazione. In realtà, la Banca di Russia concede solo licenze di scambio digitale per emettere e commerciare altri asset digitali oltre alle criptovalute. D’altra parte, il Ministero delle Finanze russo riconosce un grande potenziale nello spazio delle criptovalute. Ha deciso di adottare un approccio più amichevole, modificando la legge sulle valute digitali per includere regolamenti sull’estrazione, l’investimento e il commercio di criptovalute nella nazione dell’Europa orientale. Con il passare del tempo, la Russia dovrà prendere una posizione chiara sulle operazioni di criptovaluta, bilanciando le sue preoccupazioni finanziarie con i potenziali benefici di questa tecnologia nascente. Nel frattempo, il mercato delle criptovalute rimane in crescita, con un valore di mercato totale di 1,03 trilioni di dollari secondo i dati di TradingView.
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Attacco hacker alla Federico Secondo? Vero, ma senza danni
Tempo di lettura: < 1 minuto. Fonti interne all’Università minimizzano l’accaduto e spiegano in esclusiva a Matrice digitale le cause.

Secondo quanto riportato da Red Hot Cyber, nella giornata del grande attacco informatico che ha colpito l’Italia c’è stato un colpo portato a segno all’università Federico Secondo di Napoli. La notizia dell’attacco ransomware riuscito è stata verificata grazie ad un sistema di rilevamento delle pagine infette su larga scala che ha restituito l’avvenuta infezione ransomware su pc della rete e, su 19 colpi riusciti, uno di questi era del prestigioso ateneo.

Matrice Digitale ha contattato due fonti interne all’università che hanno confermato l’avvenuta infezione, spiegando però che il bersaglio colpito non era un server strategico nella rete perchè di tipo “sandbox” e precisamente un ambiente di prova, spesso slegato dal normale flusso di ambienti predisposti per lo sviluppo e il test delle applicazioni.
La notizia dell’attacco è quindi corretta, così come anche la richiesta del riscatto, ma è doveroso precisare che il bersaglio colpito era in realtà un vasetto di miele messo ad arte dagli accademici per attirare gli attaccanti in una trappola.
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