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Sicurezza Informatica

Ecco i conflitti di interessi di Bassetti di cui parla Frajese – i documenti

Tempo di lettura: 2 minuti. Matrice Digitale ha aperto le danze su Bassetti, Frajese rilancia in tv ed emergono i dati sul conflitto di interessi con Pfizer dell’aspirante futuro ministro della Salute

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Una fonte di Matrice Digitale ha inviato alla redazione un documento che attesta i rapporti di natura economica e finanziaria che sono intercorsi negli anni tra Bassetti ed alcune multinazionali.

L’invio alla redazione cade nel giorno in cui è stato pubblicato l’articolo “Bassetti vuole davvero fare il ministro, ma la sua comunicazione è inaffidabile” nel quale si è analizzata la comunicazione di Bassetti, definendola spesso incostante nelle tesi espresse e sempreverdi sulla base del dibattito politico.

La fonte del documento è l’ICMJE sul cui sito si legge:

un piccolo gruppo di lavoro di redattori di riviste mediche generali, i cui partecipanti si riuniscono annualmente e finanziano il proprio lavoro sulle Raccomandazioni per la conduzione, il resoconto, la redazione e la pubblicazione di lavori scientifici nelle riviste mediche. L’ICMJE invita a presentare commenti su questo documento e suggerimenti per i punti all’ordine del giorno. I membri attuali dell’ICMJE sono Annals of Internal Medicine, British Medical Journal, Bulletin of the World Health Organization, Deutsches Ärzteblatt (German Medical Journal), Ethiopian Journal of Health Sciences, JAMA (Journal of the American Medical Association), Journal of Korean Medical Science, المجلة الطبية التونسية (Tunisia Medica), Nature Medicine, New England Journal of Medicine, New Zealand Medical Journal, PLOS Medicine, The Lancet, Revista Médica de Chile (Giornale Medico del Cile), la U. National Library of Medicine degli Stati Uniti e la World Association of Medical Editors.

I conflitti di interesse di Bassetti

Quali sono le multinazionali che hanno collaborato con Bassetti sono diverse, ma il suo entrare a gamba tesa nel mondo COVID, fa cadere subito l’occhio a Pfizer e Astra Zeneca e quindi subentra il famoso conflitto di interesse che getta dubbi sulla spontaneità delle dichiarazioni su alcuni temi da parte di chi è coinvolto in rapporti professionali con i maggiori player del mercato, soprattutto quando quest’ultimo è monopolistico come nel caso dei vaccini contro il Covid.

Un peccato originale che sta emergendo

Come anticipato da Matrice Digitale nell’articolo, in serata il professore Giovanni Frajese ha affrontato in diretta televisiva Bassetti nella trasmissione Controcorrente.

In occasione del confronto tra le parti, Frajese ha ribadito i concetti di Matrice Digitale sulla differenza tra metodo scientifico e metodo politico definito “propagandistico” dall’endocrinologo candidato con ItaExit. In occasione del confronto, è stato fatto notare a Bassetti proprio il suo conflitto di interessi con Pfizer al quale Frajese ha ricordato anche che non “deve ringraziare nessuno” a differenza della virostar italiana seppur non sappiamo a cosa si riferisse.

O forse sì?

Sicurezza Informatica

Nuovo attacco “TunnelVision” espone il traffico VPN

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri come il nuovo attacco TunnelVision utilizza server DHCP malevoli per esporre il traffico VPN, eludendo la crittografia e mettendo a rischio la sicurezza degli utenti.

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Un recente attacco denominato “TunnelVision” può deviare il traffico fuori dal tunnel crittografato di una VPN, consentendo agli aggressori di intercettare il traffico non crittografato mentre si mantiene l’apparenza di una connessione VPN sicura. Questo attacco è stato dettagliato in un rapporto di Leviathan Security, che sfrutta l’opzione 121 del Dynamic Host Configuration Protocol (DHCP) per configurare percorsi statici di classe su un sistema client.

Metodo dell’attacco

Gli aggressori configurano un server DHCP malevolo che modifica le tabelle di instradamento in modo che tutto il traffico VPN venga inviato direttamente alla rete locale o a un gateway maligno, evitando così il tunnel VPN crittografato. L’approccio consiste nell’operare un server DHCP sulla stessa rete di un utente VPN bersagliato e configurare il DHCP per utilizzare se stesso come gateway.

Sicurezza e vulnerabilità

Una delle principali preoccupazioni è l’assenza di un meccanismo di autenticazione per i messaggi in entrata nel DHCP che potrebbero manipolare i percorsi. Questo problema di sicurezza è noto e sfruttabile dai malintenzionati almeno dal 2002, ma non ci sono casi noti di sfruttamento attivo in campo.

Identificazione e impatto

Il problema, denominato CVE-2024-3661, colpisce i sistemi operativi Windows, Linux, macOS e iOS, con l’eccezione di Android che non supporta l’opzione DHCP 121 e quindi non è influenzato dagli attacchi TunnelVision.

Mitigazione dell’attacco TunnelVision

Gli utenti possono essere più esposti agli attacchi TunnelVision se si connettono a una rete controllata dall’aggressore o dove l’aggressore ha presenza. Le mitigazioni proposte includono l’uso di spazi di nomi di rete su Linux per isolare le interfacce di rete e le tabelle di instradamento dal resto del sistema, configurare i client VPN per negare tutto il traffico in entrata e in uscita che non utilizza l’interfaccia VPN, e configurare i sistemi per ignorare l’opzione DHCP 121 mentre sono connessi a una VPN.

Raccomandazioni per i Fornitori VPN

I fornitori di VPN sono incoraggiati a migliorare il loro software client per implementare propri gestori DHCP o integrare controlli di sicurezza aggiuntivi che bloccherebbero l’applicazione di configurazioni DHCP rischiose. Questo attacco evidenzia la necessità di una maggiore vigilanza e di misure di sicurezza più robuste nei sistemi di rete, soprattutto per quegli utenti che dipendono da connessioni VPN per la protezione dei loro dati sensibili.

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Sicurezza Informatica

Truffatori austriaci scappano dagli investitori, ma non dalla legge

Tempo di lettura: 2 minuti. Le forze dell’ordine hanno smascherato e arrestato un gruppo di truffatori austriaci dietro una frode di criptovalute.

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Le forze dell’ordine austriache, cipriote e ceche hanno arrestato sei austriaci responsabili di una truffa online relativa a criptovalute. Europol e Eurojust hanno supportato questa indagine mirata ai creatori di una presunta nuova criptovaluta lanciata nel dicembre 2017. Durante l’operazione sono stati eseguiti sei perquisizioni domiciliari, sequestrando oltre 500.000 euro in criptovalute, 250.000 euro in valuta corrente, e bloccato decine di conti bancari. Inoltre, sono stati sequestrati due automobili e una proprietà di lusso del valore di 1.400.000 euro.

Dettagli della Truffa

Tra dicembre 2017 e febbraio 2018, i truffatori hanno finto di aver creato una compagnia di trading online legittima che aveva emesso una nuova criptovaluta. L’offerta iniziale di moneta (ICO) ammontava a 10 milioni di token – o diritti rispettivi alla nuova valuta. Gli investitori hanno pagato in criptovalute consolidate come Bitcoin o Ethereum. Per guadagnare credibilità con gli investitori, i truffatori austriaci hanno anche sostenuto di aver sviluppato il proprio software e un algoritmo unico per la vendita dei token.

Comportamenti sospetti ed Exit Scam

Tradizionalmente, un’ICO si basa sulla trasparenza e comunica chiaramente su ogni membro del team responsabile. In questo caso, c’era una mancanza di trasparenza riguardo i membri del team coinvolti e l’algoritmo alla base della criptovaluta. Nel febbraio 2018, i perpetratori hanno improvvisamente chiuso tutti gli account dei social media del progetto e ritirato offline il sito web della falsa compagnia. Dopo questa truffa di uscita, è diventato evidente agli investitori di essere stati frodati.

Sforzo collaborativo delle Forze dell’Ordine

Gli specialisti di Europol hanno organizzato cinque incontri operativi e hanno lavorato in stretta collaborazione con il desk austriaco presso Eurojust, fornendo un’analisi olistica dell’indagine. Europol ha anche dispiegato uno specialista con un ufficio mobile a Cipro per supportare le attività operative e facilitare lo scambio di informazioni. Eurojust ha supportato il giorno dell’azione con un centro di coordinamento, consentendo una comunicazione in tempo reale tra tutte le autorità giudiziarie coinvolte e l’esecuzione rapida dei mandati di arresto europei e dei mandati di perquisizione.

Autorità Partecipanti:

  • Austria: Servizio di Intelligence Criminale dell’Austria (Bundeskriminalamt – Centro di Competenza per la Cybercriminalità (C4)), Ufficio Specializzato per la Lotta contro i Crimini Economici e la Corruzione (Wirtschafts- und Korruptionsstaatsanwaltschaft)
  • Cipro: Polizia di Cipro a Larnaca
  • Repubblica Ceca: Polizia della Repubblica Ceca, Agenzia Nazionale per la Lotta al Crimine Organizzato (Národní centrála proti organizovanému zločinu – NCOZ)

Agenzie Partecipanti: Europol, Eurojust

Questo caso dimostra l’efficacia della collaborazione internazionale nel contrasto al crimine organizzato e alla frode finanziaria, sottolineando l’importanza della vigilanza nella partecipazione a investimenti in criptovalute.

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Sicurezza Informatica

Esplosione di malware JavaScript nei Siti con plugin LiteSpeed Cache

Tempo di lettura: 2 minuti. Scopri l’impennata di malware JavaScript che colpisce i siti con versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache e come proteggere il tuo sito.

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LiteSpeed Cache
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Un’ondata di infezioni di malware JavaScript sta colpendo i siti WordPress che utilizzano versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed Cache. Questo malware inietta codice in file critici di WordPress e nelle basi dati, compromettendo gravemente la sicurezza del sito.

Segnali di Contaminazione

Se noti l’utente amministratore wpsupp-user sul tuo sito, è probabile che sia stato infettato. Altri segni includono codice malevolo nei file del sito e stringhe sospette nel database, specialmente associati con la versione vulnerabile di LiteSpeed Cache.

Procedure di pulizia

  • Revisione dei Plugin: Controlla i plugin installati, applica gli aggiornamenti disponibili e elimina le cartelle associate ai plugin sospetti.
  • Utenti Maliziosi: Stai attento agli utenti con privilegi di amministratore, come wpsupp-user e wp-configuser.
  • Ricerca nel Database: Cerca stringhe sospette come “eval(atob(Strings.fromCharCode” nell’opzione litespeed.admin_display.messages.

Identificazione di URL e IP malevoli

  • Gli URL maliziosi spesso includono https[:]//dns[.]startservicefounds.com/service/f[.]php, https[:]//api.startservicefounds.com, e https[:]//cache[.]cloudswiftcdn[.]com.
  • Presta attenzione agli IP associati al malware, come 45.150.67.235.

Vettore d’Attacco – LiteSpeed Cache < 5.7.0.1

Gli aggressori possono iniettare questo script nelle versioni vulnerabili del plugin LiteSpeed, rappresentando un rischio per la sicurezza. I log del WAF dell’ultimo mese hanno mostrato un picco insolito di accessi a questa URL il 2 aprile e poi nuovamente il 27 aprile. Gli IP più comuni che probabilmente cercavano siti vulnerabili erano 94.102.51.144, con 1,232,810 richieste, e 31.43.191.220 con 70,472 richieste. Questa situazione sottolinea l’importanza di mantenere aggiornati i plugin come Litespeed e monitorare attivamente la sicurezza dei siti web per prevenire infezioni malware da Javascript e mitigare rischi.

Cos’è LightSpeed Cache?

LiteSpeed Cache è un plugin di accelerazione del sito tutto-in-uno per WordPress, che offre una cache a livello di server esclusiva e una serie di funzionalità di ottimizzazione. Questo plugin è particolarmente efficace quando è utilizzato in combinazione con il server web LiteSpeed, permettendo di sfruttare appieno le funzionalità del server per migliorare drasticamente la velocità di caricamento delle pagine web.

Il plugin LiteSpeed Cache include strumenti per l’ottimizzazione del sito web per contenuti dinamici su siti WordPress, come immagini e pagine web, tramite la cache delle pagine, la minimizzazione dei CSS, JavaScript e HTML, l’ottimizzazione delle immagini e il caricamento pigro. Queste funzionalità aiutano a ridurre i tempi di caricamento, migliorare il punteggio di PageSpeed e aumentare l’usabilità complessiva del sito.

Per maggiori dettagli e per il download, puoi visitare la pagina ufficiale del plugin LiteSpeed Cache su WordPress.org o il sito di LiteSpeed Technologies.

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