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Jesse Powell di Kraken casa perquisita da FBI
Tempo di lettura: 2 minuti. Jesse Powell, fondatore della piattaforma di scambio di criptovalute Kraken, è sotto inchiesta dell’FBI per presunte attività di hacking e cyberstalking.

Jesse Powell, fondatore della piattaforma di scambio di criptovalute Kraken, è al centro di un’indagine criminale dell’FBI. Secondo quanto riferito, Powell è sospettato di aver hackerato e cyberstalkato un’organizzazione no-profit da lui stesso fondata.
Dettagli dell’indagine
L’indagine si concentra su un’accusa dell’organizzazione no-profit secondo cui Powell avrebbe interferito con i suoi account informatici, bloccando l’accesso a email e altri messaggi. Gli agenti dell’FBI e l’ufficio dell’US Attorney per il Northern District of California stanno indagando su Powell da almeno l’autunno scorso. La casa di Powell nel quartiere Brentwood di Los Angeles è stata perquisita e sono stati sequestrati dispositivi elettronici.
Risposta di Powell
Brandon Fox, avvocato di Powell, ha confermato che il suo cliente è sotto inchiesta da parte dei procuratori federali del Northern California. Fox ha dichiarato che l’indagine riguarda le accuse del gruppo artistico Verge Center for the Arts e “non ha nulla a che vedere con l’impiego di Powell o con la sua condotta nel settore delle criptovalute”. Ha inoltre affermato che Powell “non ha fatto nulla di sbagliato”.
Posizione di Kraken
Una portavoce di Kraken ha dichiarato che l’indagine su Verge non ha nulla a che fare con l’azienda e che Kraken non ha motivo di credere che i procuratori stiano indagando su altre potenziali questioni. Un rappresentante dell’FBI ha rifiutato di commentare, mentre un portavoce dell’ufficio dell’US Attorney per il Northern District of California ha rifiutato di confermare se un’indagine fosse in corso.
Altre indagini su Kraken
Negli ultimi mesi, i procuratori hanno esaminato le accuse contro Kraken e Powell che sono state fatte in una causa per licenziamento ingiusto intentata contro l’azienda nel 2019. In quella causa, un ex dipendente di Kraken ha accusato l’azienda di guadagnare entrate da account in paesi che erano sotto le sanzioni degli Stati Uniti e ha affermato che mancavano milioni di dollari di depositi dei clienti nei conti bancari di Kraken.
Il futuro di Powell e Kraken
Nonostante le indagini in corso, Powell rimane una figura chiave nel settore delle criptovalute. Ha annunciato a settembre che avrebbe lasciato il ruolo di CEO di Kraken, rimanendo presidente. È stato sostituito da Dave Ripley, ex Chief Operating Officer di Kraken, che ha preso il controllo dell’azienda a marzo.
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Europol arresta criminali specializzati in ransomware

Europol, in collaborazione con le forze dell’ordine internazionali, ha arrestato cinque individui accusati di essere coinvolti in una serie di attacchi ransomware che hanno colpito oltre 1.800 vittime in tutto il mondo. Questi arresti rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro il cybercrime.
Operazione internazionale e arresti
Gli arresti sono avvenuti a seguito di una serie di perquisizioni in 30 proprietà in Ucraina, con il capobanda di 32 anni e quattro dei suoi complici più attivi catturati. Più di 20 investigatori da Norvegia, Francia, Germania e Stati Uniti hanno assistito la Polizia Nazionale Ucraina nelle indagini a Kiev, mentre Europol ha allestito un centro di comando virtuale nei Paesi Bassi per elaborare i dati sequestrati durante le perquisizioni.
Sequestri e implicazioni
Durante le operazioni, le autorità hanno sequestrato attrezzature informatiche, automobili, carte bancarie e SIM, oltre a decine di supporti elettronici. Sono stati inoltre confiscati beni in criptovaluta, per un valore di quasi quattro milioni di hryvnias (circa 110.000 dollari), e altre presunte prove di attività illegali.
Ruoli e metodi dei criminali
Gli arrestati sono accusati di aver criptato oltre 250 server di grandi aziende, estorcendo “diversi centinaia di milioni di euro” alle loro vittime. I criminali avevano ruoli diversi all’interno della rete: alcuni utilizzavano attacchi brute-force e credenziali rubate per infiltrarsi nelle reti delle vittime, altri impiegavano malware come Trickbot per rimanere non rilevati e ottenere ulteriori accessi, mentre altri erano sospettati di gestire il riciclaggio dei pagamenti in criptovaluta effettuati dalle vittime per recuperare i loro file rubati.
Impatto e risultati dell’indagine
Europol ha accusato i criminali di aver “seminato il caos” nelle aziende colpite. Tra le varianti di ransomware utilizzati dal gruppo c’erano LockerGoga, MegaCortex, Hive e Dharma. L’indagine di Europol ha anche permesso alle autorità svizzere, in collaborazione con Bitdefender e il progetto No More Ransom dell’Unione Europea, di sviluppare strumenti di decrittazione per i ransomware LockerGoga e MegaCortex, consentendo alle vittime di recuperare i loro file senza dover pagare un riscatto.
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Downloader App sospesa da Google Play: caso di DMCA insolito
Tempo di lettura: 2 minuti. Downloader app sospesa da Google Play per una richiesta DMCA vaga, sollevando questioni sulla gestione dei diritti d’autore e sicurezza delle app.

Downloader app, un’applicazione Android TV che combina un browser web con un gestore di file, è stata sospesa da Google Play a causa di una richiesta di rimozione DMCA apparentemente vaga. La ragione della sospensione? La capacità dell’app di caricare il sito web della Warner Bros.
Sospensione e Contestazione DMCA
La sospensione di Downloader, sviluppata da Elias Saba, segue una precedente sospensione avvenuta a maggio, quando diverse compagnie televisive israeliane si erano lamentate che l’app potesse essere utilizzata per accedere a un sito web pirata. Google aveva poi revocato quella sospensione dopo tre settimane. Tuttavia, questa volta la sospensione è stata motivata dalla capacità dell’app di accedere al sito web della Warner Bros., come indicato in una notifica DMCA fornita da MarkScan, una società di protezione degli asset digitali che rappresenta Warner Bros. Discovery Inc.
Funzionalità dell’App e Questioni Legali
Downloader permette agli utenti di navigare sul web e scaricare file da un sito web inserendo l’URL desiderato. Secondo Saba, l’app non contiene contenuti che violano i diritti d’autore, né indirizza gli utenti verso contenuti illeciti. Tuttavia, la notifica di Google afferma che l’app “contiene contenuti che presumibilmente violano il diritto d’autore di altri e violano le leggi sul diritto d’autore applicabili nel paese/giurisdizione pertinenti”.
Reazioni e Implicazioni
Saba ha espresso indignazione per la sospensione, sottolineando che Google avrebbe dovuto almeno verificare che la richiesta di rimozione fosse plausibile. La mancanza di dettagli specifici nella notifica DMCA solleva preoccupazioni sulla sicurezza delle app nel Google Play Store, poiché una richiesta di rimozione DMCA priva di informazioni dettagliate potrebbe teoricamente portare alla sospensione di qualsiasi app.
Considerazioni finali
La sospensione di Downloader mette in luce le sfide e le complessità legate alla gestione delle richieste DMCA, specialmente quando queste sono vaghe o mancano di dettagli specifici. Questo caso solleva questioni importanti sulla protezione dei diritti d’autore e sull’equilibrio tra la sicurezza delle app e la tutela dei diritti degli sviluppatori.
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Ucraina: arrestato Victor Zhora. Ex capo della Cybersecurity

Il governo ucraino ha recentemente arrestato Victor Zhora, ex vice capo del Servizio Speciale di Comunicazioni di Stato dell’Ucraina (SSSCIP) e figura di spicco nella difesa della cybersecurity del paese. Questo arresto segue il licenziamento di Zhora e di Yurii Shchyhol, capo dell’SSSCIP, accusati di malversazione.
Dettagli dell’arresto e accuse
Taras Melnychuk, un alto funzionario del gabinetto ucraino, ha annunciato i licenziamenti tramite un post pubblico su Telegram la scorsa settimana. La Corte Anticorruzione dell’Ucraina ha poi rilasciato un comunicato stampa lunedì, annunciando che un giudice aveva ordinato l’arresto di Zhora come misura preventiva. Zhora è stato preso in custodia, con una cauzione fissata a circa 275.000 dollari. Al momento non è chiaro se Zhora abbia pagato la cauzione. Dopo l’annuncio delle accuse, Zhora aveva dichiarato a TechCrunch di voler “difendere il mio nome e la mia reputazione in tribunale”.
Impatto e reazioni
Zhora, noto per la sua presenza in conferenze internazionali come volto pubblico dei difensori della cybersecurity dell’Ucraina, ha twittato venerdì che era il suo ultimo giorno di lavoro per l’SSSCIP, ringraziando tutti per il sostegno e esprimendo la speranza che il suo successore continui a supportare tutte le iniziative e la cooperazione internazionale. Questo arresto rappresenta un momento significativo per la cybersecurity ucraina, in un periodo in cui il paese è particolarmente vulnerabile a causa del conflitto in corso.
Considerazioni finali
L’arresto di Victor Zhora segna un punto di svolta nel panorama della cybersecurity ucraina. Mentre il paese continua a navigare in un periodo di instabilità, la gestione della sicurezza informatica rimane una priorità cruciale. Questo evento sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’integrità nelle posizioni di leadership, specialmente in un settore così vitale come la cybersecurity.
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