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Marianna Aprile vittima di un Troll. Profilo Twitter clonato.

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La giornalista Marianna Aprile ha iniziato l’anno nuovo con il botto. Dal suo profilo Twitter ha denunciato la presenza di un utente che si è presentato con i suoi stessi dati e con la sua stessa grafica sotto mentite spoglie.

La differenza sostanziale tra i due profili è che quello ufficiale si chiama @mariannaaprile, quello taroccato invece @mariannaaprille. L’attività del troll è durata pochi giorni, fino a quando l’invito della giornalista con 80 mila seguaci al seguito è riuscita nel far pervenire diverse segnalazioni dell’impostore a Twitter, che ha risposto con molta lentezza vista la gravità del problema.

Stesso problema si è registrato tempo fa con il prof. Alfonso Fuggetta, noto profilo di Twitter altrettanto seguito, ed anche in quel caso si è dovuti ricorrere alle segnalazioni di massa.

E chi non è famoso?

La gioia di aver reso giustizia a Marianna Aprile e a tutti quei personaggi famosi vittime dello stesso gioco, che tanto ludico non è, ha apre la solita riflessione sul fatto che le persone sconosciute non solo possono essere vittima dello stesso scherzo, ma potrebbero soccombere con l’esclusione dalle piattaforme, se raggiunte da segnalazioni di massa. Dinanzi ad un supporto di Twitter che non risponde, c’è quella che si può riassumere come ingiustizia sociale che sfocia in più di un reato se solo la legislazione del social fosse quella italiana. Non solo i blocchi su Clubhouse, che fa nulla per gestire, ma anche furti di profili e impedimenti della libertà di movimento e di espressione sui social “liberi” come Twitter.

Felicitazioni per la giustizia nei confronti di Marianna Aprile, condoglianze invece per chi non può godere delle segnalazioni di massa, anzi, le subisce ingiustamente.

Di Livio Varriale

Giornalista e scrittore: le sue specializzazioni sono in Politica, Crimine Informatico, Comunicazione Istituzionale, Cultura e Trasformazione digitale. Autore del saggio sul Dark Web e il futuro della società digitale “La prigione dell’umanità” e di “Cultura digitale”. Appassionato di Osint e autore di diverse ricerche pubblicate da testate Nazionali. Attivista contro la pedopornografia online, il suo motto è “Coerenza, Costanza, CoScienza”.

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