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Meloni pubblica il video di uno stupro? Segnalazioni di massa al suo profilo social

Tempo di lettura: 3 minuti. Desta scalpore la condivisione di un video pubblicato dai giornali. Il problema è che non è il primo e non sarà l’ultimo. Partite segnalazioni di massa al profilo: rischio chiusura?

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Sta facendo discutere la scelta di Giorgia Meloni di “condividere” il video di uno stupro per fare campagna elettorale in favore della sicurezza delle donne e dell’immigrazione allo stesso tempo.

Cosa è successo?

Una donna ucraina di 50 è stata violentata a Piacenza da un richiedente asilo politico e la tragica scena è stata ripresa da un abitante della zona che ha pubblicato sui social per poi vedersi il video cannibalizzato da Il Messagero che l’ha diffuso.

Il post della Meloni

Il video pubblicato da Giorgia Meloni in realtà, seppur trattandosi di un caricamento diretto sul suo profilo, è quello pubblicato dalla testata il Messagero. Altre testate giornalistiche ne hanno invece estratto un frame.

La colpa è della Meloni?

Il fatto che un immigrato, richiedente asilo, abbia stuprato una donna ucraina è una occasione ghiotta per rilanciare il proprio programma elettorale soprattutto se è attento alle questioni riguardanti la sicurezza e le politiche immigratorie. Il fatto che “assolve” in parte la Meloni è quello di aver preso un video da una fonte affidabile come lo storico giornale Il Messagero. Non è un caso che uno dei componenti del collegio del Garante Privacy, Guido Scorza, ha preso le distanze non direttamente dall’azione di Meloni perchè conseguente all’azione delle testate giornalistiche della diffusione del contenuto esplicito, violento e degno di trovare posto fino all’altro ieri nei meandri sperduti della rete.

L’opportunismo e il qualunquismo sulla vicenda

L’assassinio di un immigrato ai danni di un cittadino italiano è stato ampiamente diffuso per giorni da tutte le testate giornalistiche, lo stupro di un immigrato, per di più richiedente asilo, va censurato secondo molti. Se Meloni ha sbagliato a diffondere il video collegandolo alla sua campagna elettorale, la stigmatizzazione da parte di Enrico Letta del gesto, suo principale competitor, ha lo stesso valore nei confronti delle politiche immigratorie predicate dal PD sia perchè ha contestato la condivisione del video, correttamente ha utilizzato il termine “usare”, sia perchè non si è espresso nel merito della notizia strumentalizzando paradossalmente il dolore di una donna che dice di voler tutelare, la cui identità è comunque censurata nel rispetto della sua privacy, ma non prendendo le distanze dal gesto compiuto dall’immigrato.

L’indecenza di uno stupro, ma non della guerra

L’ultima considerazione di chi scrive riguarda l’opportunità nel pubblicare e condividere video del genere. No, non c’è, ma ci potrebbe essere visto che la percezione di violenza e sensibilità cambia da paese in paese. In un paese dove c’è stata o c’è una guerra in corso, pubblicare video di stupri o di corpi amputati e carbonizzati non desta alcun clamore perchè la popolazione ne è purtroppo abituata.

Con la strage di Bucha, l’Italia ha assistito ad un vero circo dell’orrore messo in atto dalla guerra dove cadaveri comparivano in ogni dove e venivano messi in bella mostra sui media riproponendo uno scenario giornalistico nei tg che nel nostro paese non è visibile da diversi anni. Così come le menomazioni da guerra, le testimonianze, spesso non verificate, di come sono andati gli stupri, sono stati più volte diffusi in tv tra diverse imprecisioni che hanno comunque portato un risultato politico a chi doveva portare nel Governo la linea di finanziamento all’Ucraina, l’adesione alle sanzioni russe ed il potenziamento delle armi in dotazione all’esercito di Stato.

In sintesi, il messaggio che si vuole dare è quello che prima di parlare di strumentalizzazioni, pubblicazioni, campagne elettorali, sarebbe il caso di ricordarsi sempre quanto accaduto in passato e come ci si è collocati con il pensiero per non sembrare ipocriti ed incoerenti successivamente e poco credibile agli elettori.

Perchè, comunque sia, dalla parte dei giusti o dalla parte dei cattivi, sono tutti in campagna elettorale.

Segnalazioni di massa suggerite dalla stampa?

A seguito delle polemiche social sia di giornalisti sia di politici, su Twitter è partita una attività di segnalazione di massa contro il profilo della Meloni, ma non del Messagero, autore del video, e questo dimostra come l’odio nelle piattaforme politiche non solo non ha colore, ma può essere pericoloso nel falsare anche una campagna elettorale.

Perchè negare oggi ad un politico che si rivolge ai cittadini anche sulle piattaforme social, vuol dire evitare di dargli la possibilità, come la hanno i suoi competitor, di fare campagna elettorale. Un metodo, questo, che è sempre stato accollato ai complottisti, fascisti, per di più schierati a destra e invece la storia è già piena di esempi dove ad aver fatto esplodere profili siano stati sia i buoni sia i cattivi.

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Edge vulnerabilità consentiva installazioni occulte di estensioni dannose

Tempo di lettura: 2 minuti. Una vulnerabilità in Microsoft Edge avrebbe potuto permettere installazioni occulte di estensioni dannose, evidenziando preoccupazioni

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Una vulnerabilità di sicurezza, ora corretta, in Microsoft Edge avrebbe potuto permettere l’installazione silenziosa di estensioni arbitrarie, aprire le porte a possibili azioni dannose. Questa scoperta, fatta dal ricercatore di Guardio Labs Oleg Zaytsev, sfruttava impropriamente un’API privata inizialmente destinata per fini di marketing.

Breach nella sicurezza di Edge

La falla, identificata come con un punteggio CVSS di 6.5, è stata risolta da Microsoft nella versione stabile di Edge 121.0.2277.83 rilasciata il 25 gennaio 2024. Questo bug rappresentava una significativa preoccupazione per la sicurezza, poiché avrebbe potuto consentire a un attaccante di guadagnare i privilegi necessari per installare un’estensione nel browser, potenzialmente conducendo a una fuga dalla sandbox del browser.

Il problema risiedeva nell’API edgeMarketingPagePrivate di Edge, accessibile da un insieme di siti web autorizzati di proprietà di Microsoft. Tale API conteneva un metodo, installTheme(), progettato per installare un tema dallo store Edge Add-ons, ma a causa di una validazione insufficiente, era possibile per un attaccante fornire un identificativo di estensione qualsiasi e farlo installare in modo occculto.

Implicazioni e scenari di attacco

In uno scenario di attacco ipotetico, un attore di minaccia avrebbe potuto pubblicare un’estensione apparentemente innocua nello store di add-on e utilizzarla per iniettare codice JavaScript dannoso in siti come bing.com, che hanno accesso all’API. L’esecuzione dell’estensione mirata sul browser Edge e la visita a bing.com avrebbero automaticamente installato l’estensione selezionata senza il permesso della vittima.

Sebbene non ci siano prove che questa vulnerabilità sia stata sfruttata attivamente, sottolinea la necessità di bilanciare comodità dell’utente e sicurezza. La personalizzazione del browser può involontariamente annullare meccanismi di sicurezza, introducendo nuovi vettori di attacco.

Riflessioni finali

Questo caso evidenzia come sia relativamente facile per gli attaccanti ingannare gli utenti a installare un’estensione che sembra innocua, senza rendersi conto che potrebbe servire come primo passo in un attacco più complesso. La vulnerabilità avrebbe potuto essere sfruttata per facilitare l’installazione di ulteriori estensioni, potenzialmente per guadagno finanziario, aumentando l’importanza di una vigilanza continua nella gestione della sicurezza dei browser.

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CISA vulnerabilità in SharePoint e Apple rilascia aggiornamenti di sicurezza

Tempo di lettura: 1 minuto. CISA segnala vulnerabilità sfruttate in SharePoint ed Apple rilascia aggiornamenti di sicurezza per riparare Safari e macOS.

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La Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha emesso un avviso per una vulnerabilità di SharePoint di Microsoft attivamente sfruttata che consente l’esecuzione di codice remoto (RCE), mentre Apple ha rilasciato aggiornamenti di sicurezza per una vulnerabilità in Safari e macOS che potrebbe permettere a un attaccante di prendere il controllo di un sistema.

Vulnerabilità in SharePoint di Microsoft

La vulnerabilità di SharePoint, tracciata come CVE-2023-24955, consente agli aggressori autenticati con privilegi di Proprietario del Sito di eseguire codice a distanza su server vulnerabili. Un’altra falla, CVE-2023-29357, permette agli attaccanti di ottenere privilegi di amministratore su server SharePoint vulnerabili bypassando l’autenticazione tramite token JWT falsificati. Queste due vulnerabilità possono essere combinate da aggressori non autenticati per ottenere l’esecuzione di codice remoto su server non aggiornati.

Un proof-of-concept (PoC) per CVE-2023-29357 è stato rilasciato su GitHub, rendendo questa catena di vulnerabilità più accessibile agli attaccanti, anche a quelli meno esperti. Di conseguenza, CISA ha incluso entrambe le vulnerabilità nel suo catalogo di vulnerabilità note ed è stata sfruttata, ordinando alle agenzie federali statunitensi di applicare le patch entro scadenze specifiche.

Aggiornamenti di Sicurezza per Safari e macOS

Parallelamente, Apple ha affrontato una vulnerabilità critica, identificata come CVE-2024-1580, in Safari e macOS che, se sfruttata, potrebbe consentire a un attore di minaccia di prendere il controllo di un sistema interessato. Gli utenti e gli amministratori sono incoraggiati a rivedere gli avvisi rilasciati e applicare gli aggiornamenti necessari per proteggere i loro dispositivi da potenziali compromissioni.

Significato per la sicurezza

Questi avvisi sottolineano l’importanza di mantenere i sistemi aggiornati e di implementare patch di sicurezza tempestivamente per difendersi dagli attacchi informatici. Le organizzazioni dovrebbero dare priorità a questi aggiornamenti per mitigare il rischio di compromissione dei dati e assicurarsi contro l’esposizione a vulnerabilità critica.

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India, malware HackBrowserData mira Difesa ed Energia

Tempo di lettura: 2 minuti. Un attacco di phishing utilizzando malware HackBrowserData mascherato da invito dell’Indian Air Force mira al settore difesa ed energetico indiano.

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Le entità governative indiane e le compagnie energetiche sono state prese di mira da attori di minaccia non identificati, che hanno distribuito una versione modificata di un malware open-source per il furto di informazioni, denominato HackBrowserData, utilizzando in alcuni casi Slack come server di comando e controllo (C2). L’attacco è stato mascherato da una mail di phishing che apparentemente conteneva un invito da parte dell’Indian Air Force come raccontato dai ricercatori di Eclecticiq.

Dettagli dell’Attacco

Il malware è stato veicolato tramite un’email di phishing che simulava una lettera di invito dall’Indian Air Force. Dopo l’esecuzione del malware, gli attaccanti hanno utilizzato i canali Slack per caricare documenti interni confidenziali, messaggi di posta elettronica privati e dati memorizzati nella cache dei browser web. Questa campagna, osservata per la prima volta dall’azienda olandese di cybersecurity il 7 marzo 2024, è stata soprannominata “Operazione FlightNight” in riferimento ai canali Slack gestiti dagli avversari.

Le vittime dell’attività malevola includono diverse entità governative in India, relative alla comunicazione elettronica, alla governance IT e alla difesa nazionale. L’attore di minaccia ha compromesso con successo aziende private del settore energetico, estraendo documenti finanziari, dettagli personali dei dipendenti e informazioni sulle attività di trivellazione nel settore petrolifero e del gas. In totale, circa 8,81 GB di dati sono stati sottratti durante la campagna.

L’attacco inizia con un messaggio di phishing contenente un file ISO (“invite.iso”), che a sua volta contiene un collegamento a Windows (LNK) che avvia l’esecuzione di un file binario nascosto (“scholar.exe”) all’interno dell’immagine del disco ottico montato. Contemporaneamente, viene mostrato alla vittima un file PDF fittizio che pretende di essere una lettera di invito dell’Indian Air Force, mentre il malware raccoglie in segreto documenti e dati memorizzati nella cache del browser web, trasmettendoli a un canale Slack controllato dagli attaccanti, denominato FlightNight.

Il malware è una versione modificata di HackBrowserData che, oltre alle sue funzionalità di furto di dati del browser, incorpora capacità di sottrarre documenti (file Microsoft Office, PDF e database SQL), comunicare tramite Slack e evitare meglio il rilevamento mediante tecniche di offuscamento.

Questo attacco sottolinea la crescente sofisticazione degli attori di minaccia che adattano strumenti offensivi disponibili liberamente e sfruttano infrastrutture legittime come Slack, prevalenti negli ambienti aziendali, riducendo tempi e costi di sviluppo e rimanendo sotto il radar.

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